Il fuoco di kundalini. Un’esperienza occulta 3

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Il fuoco di kundalini. Un’esperienza occulta 3

di George Sydney Arundale

– terza parte

Capitolo III

I pericoli di Kundalini

Può il cervello sottostare alla pressione? Quest’ultimo e il pericolo
sessuale sono forse le questioni principali che riguardano il risveglio di
Kundalini. È necessaria un’estrema attenzione, perchè il Fuoco Serpentino
non fa distinzioni. Esso consuma. Tende a scorrere oltrepassando i margini
di minore resistenza, mentre talvolta tali linee meridiane possono condurre
verso il basso e non verso l’alto, con effetti disastrosi.

Il primo pericolo relativo al risveglio è quello della stimolazione
sessuale, tale da rendere l’individuo prosciugato dalla sua vitalità
nell’ossessione sessuale. Lo scardinamento mentale si lega a ciò. Vitalità
sessuale e attività sono strettamente collegate a Kundalini, poiché ambedue
sono per loro natura creative al massimo e lo sviluppo dell’una è legato al
risveglio e allo sviluppo dell’altra. Ogni impulso sessuale deve essere
sotto completo controllo, sottostare alla volontà dell’individuo e deve
essere nella condizione che potremmo definire di sublimazione. Deve essere
riconosciuto come sacramentale e usato con devozione. La differenziazione
del sesso, con tutte le sue svariate implicazioni, e uno dei primi doni di
Dio alle sue creature, spesso abusata, ma infine appresa e compenetrata,
come il vero sacerdote che s’accosta all’altare. Soltanto a coloro che cosi
si accostano alla divinità del sesso può essere concesso senza pericolo il
dono finale di Kunda-lini, che può essere adoperata con sicurezza e
vantaggio soltanto dagli esperti.

In secondo luogo vi è il pericolo di sconvolgere l’equilibrio ritmico del
fisico per mezzo di una incontrollata stimolazione dei diversi centri del
corpo: la possibilità di danni al cuore, al sistema nervoso attraverso il
plesso solare, il rischio per l’individuo di divenire menomato a causa di
un deterioramento generale del cervello, a sua volta causa di uno sforzo
culminante in uno scardinamento mentale. Detti pericoli possono essere
evitati purché l’individuo sia in ottima salute, abbia già raggiunto
un’ampia base di controllo del Sé, rifletta pacatamente e lucidamente, mai
in modo ristretto, e non sia asservito agli impulsi sessuali, o abbia una
minima se non alcuna inclinazione verso il sesso.

Si deve ricordare che, per quanto l’impulso sessuale possa aiutare nel
risveglio di Kundali-ni, lo svilupparsi di questo dipende dall’individuo.
Egli deve osservare i vari sintomi e regolarli. Come? Saprà egli come e se
è pronto per il risveglio. Non occorre aggiungere altra indicazione per
ora, giacché il segno si trova nell’intuitivo sapere sul da fare e
nell’aiuto del Saggio.

Non dobbiamo mai dimenticare che il corpo fisico è più denso, e pertanto
meno adattabile di tutti gli altri, e che c’è una tendenza a far sgorgare
una concentrazione di energia, irrorando una zona particolare senza una
distribuzione generale. Se esaminiamo per esempio il corpo astrale e il
corpo mentale, notiamo che ciascuno è come un grande organo. Funzioni che
fino a un dato punto sono nel corpo fisico associate a particolari parti
del corpo, sono più universali per i corpi interiori. Si potrebbe parlare
quasi di localizzazione rispetto ai corpi interiori, ma in effetti è
l’intero corpo astrale che sente, che riceve impressioni, che comunica; è
tutt’uno con il corpo mentale. La totalità di esso è pensante.

Ora con il corpo fisico, benché il sentire sia distribuito dappertutto, e
benché centri speciali siano influenzati da sensazioni e sentimenti di tipo
particolare, il cervello agisce come il principale canale di comunicazione
tra il corpo fisico e il corpo astrale. Muto il cervello, muti i centri
nervosi che comunicano con esstD, il sentire svanisce, per quanto inguanta
te coscienza in risveglio, benché i suoi effetti possano permanere, come si
vede negli shock dopo le operazioni, che grazie anche all’anestesia, sono
state rese indolori temporaneamente.

Così è il cervello ad essere il canale principale tra il corpo fisico e il
corpo mentale. Ho la sensazione che il corpo mentale s’imprima su tutte le
parti del corpo fisico, così che tutte le parti “pensano” in un certo modo,
come tutte le parti “sentono” in un certo modo. Ma il cervello è il centro
principale, la grande congiunzione con il mondo esteriore. Possiamo
pertanto visualizzare i corpi interiori come una pressione che si esercita
attraverso tutto il corpo fisico, ma come il punto più forte di pressione
alla congiunzione del cervello. Il cervello sopporta l’urto con relativa
facilità, in casi normali, poiché soltanto pochi e minuscoli canali in
realtà possono aprirsi tra i diversi corpi.

Ma Kundalini fluisce inarrestabilmente, a prescindere dai suoi canali
normali, in modo da vivificare quei centri che sono più sensibili, che
hanno maggiore ricettività. Da questo momento la già esistente
concentrazione sarà intensificata in modo notevole, quando l’organo in
questione sta già sopportando una fortissima carica.

Un individuo in cui Kundalini si sta ridestando, certamente si trova in uno
stato di forte tensione. Egli sarà incline a vivere in modo intenso. Avrà
probabilmente profonde concentrazioni di energia nei diversi organi,
concentrazioni varianti d’intensità a secondo dell’uso alternativo che egli
ne fa. Kundalini potrebbe ben essere la classica “goccia” e far piombare lo
sfortunato individuo in un’oscurità crudele se non è un atleta dello
spirito, esercitato a sopportarne lo sforzo.

Senza dubbio entreranno in essere, a questo punto del processo evolutivo, i
canali tra i mondi interiori e l’individuo che vive per lo più nel mondo
esterno. Ma tali canali con ogni probabilità non sono profondi, e se
improvvisamente un flusso di energia forma un vortice attraverso di essi,
potrebbero anche “scoppiare” e portare alla catastrofe.

Quando il corpo fisico, il corpo emozionale e il mentale iniziano a
dissolversi nei loro corrispondenti maggiori, come nel caso di coloro che
sono giunti al termine dell’esistenza umana, in relazione all’essere qui
imprigionato, allora Kundalini fluisce spontaneamente e senza incontrare
che una minima resistenza. Inizia ad esistere solo un unico Fuoco, una
unica vita. Negli stadi iniziali la massima circospezione è assolutamente
necessaria poiché il Fuoco Serpentino non fa discriminazioni. Esso consuma.
Fluisce lungo i conduttori di miifior resistenza, e talvolta questi
meridiani possono condurre in basso e non verso l’alto, con indescrivibili
effetti disastrosi.

Mentre ha luogo lo sviluppo, e la coscienza superiore acquista gradualmente
un’ascensione permanente, l’interpretazione diviene maggiormente ritmica, e
la totalità dell’agire inferiore corrisponde ancor più prontamente e
totalmente allo stimolo superiore.

Allora da che cosa è operato il risveglio di Kundalini? Abbatte le barriere
e rende la via libera a tutti gli intenti: sarebbe meglio dire piuttosto
che spalanca i cancelli delle cateratte fino a quel momento aperte lentamente
e per grado, in una misura molto limitata per un individuo.

Vi è allora la comunicazione completa fra tutti i corpi, benché l’uso e
l’interpretazione di tale comunicazione necessiti di tempo considerevole,
dopo che i preliminari della comunicazione sono stati stabiliti. I corpi
inferiori iniziano a riflettere con chiarezza crescente le caratteristiche
dei corpi superiori: mentale inferiore e superiore e Buddhico. (ili stati
di coscienza iniziano a compenetrarsi si da far sorgere una continuità di
coscienza fino allora sconosciuta. Ciò significa una sensibilità di molto
superiore rispetto a tutti i corpi, richiedente un gran controllo del Sé,
che viene cosi messo a fuoco. Attualmente, per molti, Kundalini deve essere
sviluppata nella vita pubblica ove il pericolo è maggiore, e non nelle
foreste, ove il pericolo è minimo. Il tempo è troppo prezioso per isolarsi
dal mondo, specialmente ora ( n.d.t. siamo nel 1938 ) e i rischi si devono
correre. La totalità del corpo fisico, diventando uno strumento
meravigliosamente sensitivo, emergendo purificato da ogni legame con ciò
che lo circonda, può pertanto essere frantumato come risultato di un
impatto con le vibrazioni esterne violente e rudi. Una sana costituzione è
perciò la condizione* sine qua non* per il risveglio di Kundalini, cioè
quella di un adulto piuttosto che quella di un giovane.

Ma c’è dell’altro ancora. Benché la totalità del corpo fisico diventi
straordinariamente più sensibile, il cervello deve sostenere lo scontro. La
pressione del cervello è aumentata maggiormente, giacché il cervello è la
principale congiunzione tra il corpo fisico e i corpi interiori. Può il
cervello sostenere lo sforzo? È forse questa la questione principale che ci
si pone sul risveglio di Kundalini. La risposta dipende in gran parte
dall’estensione dello sviluppo della materia grigia, dal suo essere
temperata e rafforzata, tramite il controllo del Sé, per affrontare lo
sforzo. La condizione e il numero delle “spirille” sono forse un fattore
determinante, in quanto queste indicano la condizione dei canali di
contatto, e ciò sembra essere quasi il potere di espansione della materia
fisica stessa. Essa deve necessariamente piegarsi per non spezzarsi. Non
adopero in senso letterale il termine “piegare”, forse “adattare” sarebbe
più esatto. Penso che la pressione dei corpi inferiori sia come lo sgorgare
di un fluido, un flusso quasi inarrestabile. Può il cervello modellarsi al
flusso, cedere a questo, adattarsi ad esso? Se ciò avviene tutto va bene.
Ma è la rigidità che è fatale, e per rigidità non s’intende semplicemente
rigidità fìsica, ma rigidità mentale ed emotiva; una cristallizzazione o un
ispessimento di alcune parti del corpo mentale e del corpo embrionale, che
crea delle scanalature che possono rompersi senza espandersi.

È una questione complessa, perché fondamentalmente la saggezza del saper
ridestare Kundalini dipende in gran parte, anche se non interamente, dalle
condizioni del corpo mentale inferiore e del corpo emozionale, e dalla
misura in cui i canali Causale e Bud-dhico iniziano a stabilire un contatto
e ad esprimersi. Ma bisogna tenere anche conto delle condizioni fìsiche,
anche se queste sono solo un riflesso delle condizioni interiori. La
domanda che ci si pone ora è se i corpi interiori sono adeguatamente
sviluppati e controllati, e se il veicolo fisico può essere recuperato da
una educazione negativa, come può essere accaduto durante le lunghe ere del
nostro sviluppo. Infatti, anche se il corpo fisico muta di vita in vita,
analogamente a quanto accade al corpo emozionale e al mentale inferiore,
ciascun nuovo corpo è modellato per riflettere e per esprimere lo stadio di
sviluppo raggiunto. Potrebbe essere il caso di uno spirito deciso e della
carne debole, il caso dell’Ego preparato ma dei corpi inferiori deboli,
giacché il corpo fisico nella sua condizione di esistenza è inadeguato a
sostenere la tensione di Kundalini. In tali casi, si dovrà forse aspettare
un’altra vita, così che le forme esistenti siano spezzate per lasciare il
posto a forme più duttili.

È chiaro dunque il pericolo di risvegliare Kundalini senza ponderata
precauzione e senza alcuna guida. Per l’angoscia che potrebbe derivarne,
anche il cervello è un punto esposto, con risultati irreparabili.

La via dell’occultismo è costellata di naufragi. E credo che la via che
porta al risveglio di Kundalini ne sia cosparsa in misura ancora maggiore.
La poca conoscenza è una calamità. “Non abbeveratevi alla fonte delle
Pieridi se non in profondità”: scrive il poeta Alexander Pope. Prima che
una qualsiasi persona cerchi di risvegliare Kundalini è bene che sia
istruita a fondo, specialmente sul pericolo che corre; allora se ne
allontanerà fino a che non riceverà il segno per poter iniziare. Una
conoscenza superficiale potrà condurla a fare cose senza criterio. Quando
s’abbevererà alla sorgente potrà rendersi conto che la disciplina è
contraria alla sperimentazione, i cui risultati potrebbero nuocere anche
alle persone vicine ed estendersi a tutta la comunità.

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