di George Sydney Arundale
Ottava parte
Capitolo VIII
Centri e funzioni di Kundalini
Sembra che Kundalini possa emanare da un centro qualsiasi. Un centro come
il plesso solare o il centro tra le due sopracciglia. Incominciamo così a
renderci conto che i grandi centri del corpo sono i grandi distributori di
energia. Non è più un problema di occhi, mani o piedi, ma di centri.
Coloro che sono più progrediti illustrano diverse tecniche per usare
Kundalini, che, tra l’altro, sembra essere di colore cremisi. Una tecnica è
quella di attirare e di far immergere il discepolo nell’aura che si effonde
dalla Kundalini del Maestro. È questa una potente vitalizzazione non
nociva, sempre che il Maestro badi che nell’individuo non ci siano delle
propensioni a subire una stimolazione negativa. È inutile ricordare che
quest’immersione in Kundalini non comporta il risveglio, perché in un certo
senso tutti siamo immersi in questo principio vitale, l'”élan vital” di
Bergson. Però l’immersione in questo bagno di energia richiede attenzione.
Potrebbe essere adatto per una persona non ancora sviluppata, che si trovi
in una posizione ineccepibile, o per una persona già avanzata nel suo
cammino di sviluppo, che abbia imparato a dominare la sua natura inferiore.
Uno dei motivi per cui generalmente i Fratelli Maggiori non possono vivere
nel mondo esterno è dovuto alla Loro Kundalini, che ha un effetto troppo
dinamico sull’individuo comune. È come l’esempio di una stazione
radiotelegrafica che sembra carica di elettricità poiché l’aria ne è
impregnata. Alcune persone vengono colpite in modo negativo da questa
atmosfera elettrica. Similmente, anche se in misura minore, molta gente
sarebbe pericolosamente colpita dal dinamismo di un Fratello Maggiore con
il suo Fuoco Kundalini. Il mondo non è ancora pronto per ricevere tale
stimolazione. Consideriamo l’effetto che il Cristo ebbe sulla gente,
duemila anni fa, anche se Egli usò il corpo di un discepolo. Il Fuoco
Kundalini nel discepolo, intensificato dall’immediata presenza del Cristo,
faceva ardere la gente con un’intensità differenziata. Ci doveva essere un
adeguato controllo del Sé nel sottostare allo sforzo di ricerca nella
penetrazione da parte di Kundalini. Sappiamo che l’evento era già previsto,
e che l’opera prefissata doveva avvenire, allorché alcuni discepoli fossero
disponibili per trasmettere il Messaggio del Cristo alle generazioni
future. Alla gente di quel tempo non era chiesto alcunché di più, o forse
non molto di più, perché ci si rendeva conto che l’energia immessa tra di
loro sarebbe stata probabilmente troppo intensa. Ciononostante, per merito
dei pochi che poterono essere ispirati a trasmettere la Parola alle
generazioni a venire, il rischio della non-accettazione e dell’assassinio
del veicolo fisico del Signore si dovette correre. Può darsi che il karma
degli Ebrei non fosse tanto forte come si è portati a credere, poiché essi
si trovarono si faccia a faccia con una Energia, i cui effetti non potevano
essere neutralizzati o deviati, neanche dall’Amore del Cristo stesso.
Il Fuoco Kundalini è l’essenza dell’Amore di Dio, così che non vi può
essere nessun problema di neutralizzazione, ma solo di proteggere gli occhi
da uria Luce accecante. E ciò non poteva avvenire perfettamente, duemila
anni fa. A questo proposito vi è un gran numero di considerazioni
complicate, tra cui quella del punto fino a cui ci si può spingere nel
contatto immediato e costante con le folle, poiché gran parte del lavoro
proviene dai centri piuttosto che dalla gente.
La Parola del Salvatore così discende nel futuro sia attraverso la Sua vita
nei discepoli, sia nella trasmissione dell’insegnamento attraverso i
discepoli e gli scritti, ma principalmente attraverso i centri intensamente
carichi di Kundalini, che si trovano in zone particolari sulla superfìcie
della terra: vi sono delle polle di fuoco ove immergersi, polle
d’immersione spirituale, e centri di emanazione di Fuoco, in tutto il mondo.
Per ritornare ai metodi dell’uso di Kundalini, un’altro modo sarebbe quello
del dirigere il flusso attraverso la testa dell’individuo, oltre ciò che
appare come una apertura ombelicale, cosi da fare inondare il corpo, o
piuttosto i corpi, dal flusso.
Questo è un metodo sicuro per usare l’Energia, un riflesso del principio
della fruttificazione, proveniente, come il sole o la pioggia, dall’alto.
L’Energia deve però essere adattata alla capacità di ricettività del
singolo. Solo pochi possono sopportare una tempesta tropicale, mentre la
maggioranza ha bisogno soltanto di una pioggia lieve.
Un terzo metodo di usare il Fuoco è nella protezione contro i Fratelli
delle Ombre. Uno studioso s’imbattè nel caso di un’Ombra indesiderata che
incitava la gente al suicidio, fino al punto di allacciare loro dei cappi
attorno al collo. La legge permise qui di infondere all’Ombra indesiderata,
o sulla “forma-pensiero” da essa emanata, un penetrante flusso di Fuoco
purpureo. La forma fu subito distrutta automaticamente, liberando le
vittime dalla loro ossessione. E la ripercussione sull’individuo stesso si
risolse probabilmente in malattia o addirittura nella disintegrazione. Una
particolarità curiosa del processo era la direzione centripeta del Fuoco.
Come se Kundalini fosse emanata da un punto qualsiasi, anche se di
preferenza dal centro del plesso solare o dal centro delle sopracciglia.
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