Il gioco d’azzardo agisce sul cervello come una droga

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Il gioco d’azzardo agisce sul cervello come una droga

Da Italiasalute.it

Lunedì 10 Gennaio 2005, 20:44

In coloro che più facilmente diventano vittima dei giochi d’azzardo, fino a dilapidare interi
patrimoni, sono presenti meccanismi cerebrali simili a quelli presenti in coloro che tendono a
cadere nella dipendenza da eroina e cocaina. Lo dimostra uno studio condotto da Christian Büchel,
dell’universita’ Krankenhaus Eppendorf di Amburgo, e pubblicato su ‘Nature Neuroscience’. Secondo la
ricerca, il vizio del gioco e’ associato a una minore reattività di un’area cerebrale chiamata
nucleo striato ventrale, situato nella profondità nel cervello. Nei giocatori incalliti, così come
nei tossicodipendenti, lo striato lavora a ritmo ridotto. Si tratta di un’anomalia che indagini
precedenti avevano gia’ osservato anche nel cervello delle persone tossicodipendenti. Büchel ha
spiegato come il nucleo striato sia la parte del cervello da cui partono gli impulsi nervosi che
attivano il cosiddetto ‘circuito di ricompensa’.

Il fatto che questo nucleo reagisca in maniera più debole agli stimoli potrebbe essere il motivo per
cui giocatori e tossicodipendenti siano attratti dai loro vizi o dipendenze, il gioco d’azzardo o le
droghe.
La ricompensa, rappresentata rispettivamente dalla vittoria al gioco e dall’assunzione di sostanze
stupefacenti rappresenterebbero dei ‘super-stimoli’, in grado di compensare la ‘pigrizia’ dello
striato. Secondo lo scienziato il gioco d’azzardo può essere considerato una forma di
tossicodipendenza non basata sulle droghe ma proprio su un meccanismo diverso di soddisfazione di un
bisogno di ricompensa.
Uno studio pubblicato qualche mese fa e condotto dall’Università di Zurigo mostrava come la
vendetta, ancorché servita fredda, è una sensazione in grado di procurare quel senso di
soddisfazione che qui abbiamo definito ”ricompensa”.

Per ulteriori notizie consulta Italiasalute.it

Cervello: Studio Tedesco, Il Gioco d’Azzardo e’ Come La Droga

it.news.yahoo.com/050110/201/32k0v.html

Amburgo, 10 gen. (Adnkronos Salute) – Il gioco d’azzardo e’ come la droga. La dipendenza da tombola,
poker e roulette e quella da eroina e cocaina dipenderebbero infatti da meccanismi cerebrali simili.
Lo dimostra uno studio tedesco pubblicato su Nature Neuroscience’. Secondo la ricerca, il vizio del
gioco e’ associato a una minore reattivita’ di un’area cerebrale chiamata nucleo striato:
un’anomalia che indagini precedenti avevano gia’ osservato anche nel cervello delle persone
tossicodipendenti. L’autore Christian Büchel, dell’universita’ Krankenhaus Eppendorf di Amburgo,
spiega che ‘lo striato e’ la parte del cervello da cui partono gli impulsi nervosi che attivano il
cosiddetto circuito di ricompensa’. E il fatto che questo nucleo risponda debolmente agli stimoli
potrebbe essere il motivo per cui giocatori e tossicodipendenti sono attratti, rispettivamente,
dall’azzardo e dalle droghe”.

In altre parole, per queste persone la vittoria e l’assunzione di sostanze stupefacenti
rappresenterebbero dei super-stimoli’, in grado di compensare la pigrizia’ dello striato. ‘La
scoperta – sottolinea lo scienziato – suggerisce dunque che il gioco d’azzardo puo’ essere
considerato una forma di tossicodipendenza non basata sulle droghe”. I ricercatori tedeschi hanno
confrontato due gruppi, uno composto da 12 giocatori d’azzardo e l’altro da 12 volontari di
controllo, mentre partecipavano a un gioco di carte in cui potevano vincere del denaro. Per
visualizzare l’attivazione delle aree cerebrali durante il gioco e’ stata utilizzata la risonanza
magnetica funzionale. Ai componenti dei due gruppi veniva chiesto di scommettere sul colore, rosso o
nero, di alcune carte coperte. Se indovinavano, vincevano un euro. I dati raccolti hanno rivelato
che la parte centrale del nucleo striato dei giocatori d’azzardo veniva attivata dalle vincite con
un’intensita’ molto minore a quella osservata nei controlli. Inoltre, le difficolta’ di attivazione
dello striato erano ancora piu’ evidenti nei giocatori incalliti’, che tendevano a ricadere
frequentemente nel vizio. (Red-Pac/Adnkronos Salute)

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