di Osho
(Tratto dal libro di Osho: “Coraggio”)
Non ascoltare sempre le autorità esterne, non andare sempre in cerca
dei pareri altrui. Diventa più indipendente, diventa più sensibile e
dà minor spazio ai tuoi pensieri.
Guarda una rosa e non ripetere come un pappagallo: “Che bella!”. Forse
è solo un’opinione, qualcosa che gli altri ti hanno detto. Fin
dall’infanzia hai sempre udito tutti che dicevano: “La rosa è bella, è
un fiore speciale!”. Perciò, quando vedi una bella rosa, ripeti
semplicemente come un computer: “Che bella!”. È davvero una tua
sensazione? È una tua sensazione interiore? Se non lo è, non dire
niente.
Guarda la luna e non dire: “Che bella!”, a meno che non sia una tua
sensazione interiore. Rimarrai sorpreso nel sapere che il 99% delle
nozioni stipate nella tua mente è formato da concetti presi in
prestito da altri. In questo 99% di nozioni accumulate, di pattume
inutile, è andato perso, è annegato l’1%: il tuo intuito. Lascia
perdere tutto il tuo nozionismo, riscopri il tuo intuito! Solo grazie
al tuo intuito conoscerai il divino.
Gli esseri umani hanno sei sensi: cinque sono esterni e ci raccontano
il mondo. Gli occhi vedono la luce. Le orecchie odono i suoni: senza
l’udito non conosceresti i suoni e così via. Poi hai un sesto senso,
l’intuito, che ti mostra chi sei, che ti dice qualcosa di te stesso e
della sorgente suprema delle cose. Devi riscoprire questo sesto senso.
La meditazione non è altro che la scoperta del tuo intuito. Nel mondo
la paura più grande che affligge l’essere umano è la paura
dell’opinione altrui. Nel momento in cui non avrai più paura della
folla, non sarai più una pecora, diventerai un leone. Dal tuo cuore
scaturirà un ruggito, il ruggito della libertà. Il Buddha l’ha
chiamato proprio così: “Il Ruggito del Leone”; quando un uomo
raggiunge lo stato di assoluto silenzio, ruggisce come un leone. Per
la prima volta puoi conoscere la libertà, poiché ora non hai più paura
dell’opinione di nessuno.
Non ti interessa più ciò che la gente dice di te. Non importa che ti
definiscano santo o peccatore: Dio è il tuo unico e solo giudice. E
con il termine Dio non si indica una persona, ma l’intero Universo. Il
problema non è affrontare una persona; devi entrare in contatto con
gli alberi, i fiumi, le montagne, le stelle, l’intero Universo. E
questo è il nostro Universo, noi tutti ne siamo parte; non dobbiamo
averne paura, non dobbiamo nascondergli niente. Di fatto, anche se
tentassi di nascondere qualcosa, non potresti farlo; il Tutto lo
conosce già, il Tutto ti conosce più di quanto tu conosca te stesso.
Il secondo punto è ancora più significativo: Dio ti ha già giudicato.
Non è qualcosa che accadrà in futuro, Dio ti ha già giudicato.
Quindi sfuma anche la tua paura del giudizio divino. Non ci sarà un
grande giorno del giudizio finale: non devi affatto tremare. Il
giudizio è già accaduto all’inizio, nell’istante in cui ti ha creato.
Dio ti ti ha giudicato. Ti conosce, sei una sua creatura. Se andrai a
finire male, non sarà colpa tua: il responsabile è il divino. Come
potresti essere responsabile tu? Non ti sei creato da solo. Se dipingi
e sbagli qualcosa, non puoi incolpare il dipinto del tuo errore: sei
tu, in quanto pittore, il responsabile. Pertanto non devi aver paura
della folla o di un Dio immaginario che, alla fine del mondo, ti
chiederà conto delle tue azioni e di ciò che non hai fatto. Il divino
ti ha già giudicato, il suo giudizio è già accaduto: è un fatto
significativo; in questo caso tu sei libero. E nell’istante in cui
scopri che hai la libertà di essere te stesso, la tu avita comincerà
ad avere una qualità dinamica. La paura ti incatena, la libertà ti dà
le ali.
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