Il governatore interno

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Il governatore interno

secondo Arthur E. Powell

– Edizioni Alaya –

(dello scrittore Claudio Capolino, da lista Sadhana)

Appena un uomo comprende che vi è un mondo interno e spirituale
dell’ego, il quale è molto più importante di quello esterno, può
adoperare l’attitudine di un attore, il quale rappresenta la sua parte
nel mondo, ma solo perché vi è una vera vita interna. Un attore assume
parecchie parti in momenti differenti, allo stesso modo che noi
ritorniamo in altre incarnazioni ed indossiamo altri corpi.

Ma l’attore non cessa mai di vivere la sua vera vita di uomo e di
artista, ed a causa di questa vera vita egli fa di tutto per recitare
bene la sua parte quando è sulla scena.

Allo stesso modo noi desideriamo di far bene nella nostra vita fisica
temporanea di quaggiù a causa della grande realtà che si nasconde
dietro ad essa, di cui quella non è che un piccolo frammento.

Se si comprende bene questo potremo vedere quale sia l’importanza
relativa della vita esterna: importante per noi è di rappresentare
bene la nostra parte, qualunque essa sia. Quale sia questa parte e che
cosa ci accada in questa esistenza fittizia, poco importa. Se un
attore interpreta ogni genere di dolori e di difficoltà, queste non lo
toccano affatto.

Egli potrebbe, per esempio, dover esser ucciso ogni notte in un
duello: che cosa importa a lui quella finta morte? L’unica cosa che
gl’interessa è di recitare bene.

Quindi, non dovrebbe essere difficile capire che il mondo attorno a
noi è un mondo fittizio e che non importa in verità quali esperienze
dobbiamo attraversare. Tutti gli avvenimenti esterni che accadono alle
persone sono il risultato del loro Karma.

Queste cause erano state messe in movimento molto tempo prima in altre
vite e non possono essere ora mutate; è quindi inutile inquietarsi per
quello che ci accade: bisogna sopportarlo filosoficamente.

Il modo con cui gli avvenimenti sono sopportati plasma il carattere
futuro, e questa è l’unica cosa importante. Utilizziamo il nostro
Karma per sviluppare il coraggio, la resistenza ed altre buone
qualità, e poi non ci pensiamo più.

In tal modo l’essere divino a tastoni, lottando e combattendo, diventa
-man mano che l’evoluzione procede- il vero governatore, il
governatore interno immortale. Un uomo che comprende che egli è quel
governatore immortale collocato fra i veicoli della manifestazione da
lui stesso creati, acquista un senso di dignità e di potere che
diviene sempre più forte e più impellente sulla natura inferiore. La
conoscenza della verità ci rende liberi.

Il governatore interno può essere ancora limitato dalle stesse forme
che ha plasmato per l’espressione di sè stesso; ma conoscendosi come
governatore, può lavorare senza tregua per portare il suo regno a
completa soggezione. Egli sa altresì di essere venuto al mondo con un
certo compito, onde rendersi adatto
a cooperare con la volontà suprema, e per questo egli fa e soffre
tutto quello che è necessario.

Egli sa di essere divino, e sa pure che la realizzazione di se stesso
è soltanto questione di tempo. Egli sente all’interno la propria
divinità, benché al di fuori non l’abbia ancora espressa. Il suo
compito è di diventare la manifestazione della propria essenza. Egli è
re , ma non ancora .

Come un principe ereditario si sottomette pazientemente alla
disciplina che lo rende degno del suo potere, così la volontà sovrana
in noi si sta evolvendo verso l’età in cui i poteri reali verranno in
suo dominio, e può perciò sottomettersi pazientemente alla necessaria
disciplina della vita.

Una giusta visione della realizzazione tra l’ego e le sue successive
personalità dovrebbe essere sufficiente per chiarire le incomprensioni
che sono nate riguardo

agli insegnamenti del Signore Buddha. Questi predicava sempre contro
l’idea, prevalente al suo tempo, della contaminazione della
personalità. Mentre insegnava che nulla è eterno di tutto ciò con cui
generalmente si identificano gli uomini, fece pure delle affermazioni
molto precise intorno alle vite successive degli uomini. Egli diede
esempi di vite precedenti, e paragonò le successive incarnazioni a
giornate passate in questo o quel villaggio.

Nondimeno, la chiesa buddhista del sud insegna ora che solo il karma
persiste, non l’ego, come se l’uomo in una vita producesse una certa
quantità di karma e poi morisse senza lasciare nulla di sè, mentre
un’altra persona nascendo dovesse poi sopportare il peso del karma
dell’altra.

Ma nonostante questi insegnamenti, persiste sempre la credenza nella
continuità dell’individuo; infatti i frati buddisti parlano del
raggiungimento del Nirvana e riconoscono che per questo occorrono
molte vite.

Il vero significato di questo insegnamento del Buddha sta nel fatto
ch’egli insisteva sulla temporaneità di questa parte esterna dell’uomo
che non dura, ed affermava invece che quella parte dell’uomo che non è
temporanea nè esterna, sopravvive sotto forma di ego permanente, il
vero uomo.

* * *

Arthur E. Powell di cui ho estratto qualche brano dal suo libro “Il
Corpo Causale” (Edizioni Alaya) non è il classico autore con cui si
possono catalogare le penne di un particolare genero letterario.

con il fine di raggruppare e ricavarne sotto forma di un solo volume
la produzione di una miriade di scrittori, la cui lettura completa
richiederebbe un periodo di tempo ovviamente molto più lunga.

Dico subito che questa è la ragione per la quale desideravo segnalare
il suddetto autore, in particolar modo ai fratelli che si sono
avvicinati da poco alla lista, consentendo loro di acquisire in questo
modo una prima infarinatura di una conoscenza attinente la sapienza
antica e la moderna teologìa.

E’ preciso segnalare che chi avesse interesse di approfondire ogni
nocciolo affrontato dovrà indirizzarsi alle specifiche letture.

La tematica esposta da Powell ricopre un arco di quattro libri
consequenziali dai titoli: , ,
, e , più in
cui tratta argomenti diversi dai precedenti.

Ritengo altrettanto doveroso segnalare che Powell si avvalse con certa
assiduità di due autori come Annie Besant e Mons. C. W. Leadbeater, di
illustre e prolifica produzione -probabilmente tra i più letti del
genere-, ma contestati in certe opportunità dai fratelli più eruditi.

E’ mia personale convinzione che certe inesattezze non indurranno
comunque il lettore profano a deragliare nel piano dell’apprendimento,
il quale potrà perfezionare il suo sapere successivamente, con quelle
letture che avranno il compito di sviscerare i temi affrontati in
prima lettura.

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