di Luciano Gianazza
Ogni anno, sembra che la ricerca sugli effetti della soia e dei suoi componenti sulla salute aumenti
notevolmente. La ricerca non è così in espansione solo nelle aree del cancro, delle malattie di
cuore e dell’osteoporosi. L’industria della soia sostiene che la soia abbia vantaggi potenziali che
possono essere più estesi di quanto si pensava precedentemente. L’industria della soia
multi-miliardaria in dollari insiste che i vantaggi per la salute che la soia offre superano di gran
lunga qualsiasi pericolo potenziale. Quello che una volta non era che un raccolto secondario
elencato nel manuale del Dipartimento degli Stati Uniti del 1913 (USDA), da utilizzare non come un
cibo ma come prodotto industriale, ora copre 72 milioni di acri di terreno coltivato. Buona parte di
questo raccolto sarà utilizzato per alimentare polli, tacchini, maiali, mucche e salmoni. Un’altra
grossa percentuale verrà spremuta per produrre olio per margarina, grasso per pasticceria e
condimenti per insalate.
Il progresso tecnologico rende possibile la produzione di proteine di soia isolate da ciò che in
passato era considerato un sottoprodotto – l’elevata proteina della soia priva di grassi – e di
trasformare qualcosa che sembra orribile e puzza terribilmente in prodotti che possono essere
consumati da esseri umani. Gli aromi, i conservanti, i dolcificanti, gli emulsionanti e le sostanze
nutritive sintetiche hanno trasformato quello che era il brutto anatroccolo dei cibi lavorati, la
proteina della soia, in uno dei cibi miracolosi della New Age.
La soia viene commercializzata non tanto per la sua bellezza ma per le sue virtù. In passato, i
prodotti a base di proteine di soia venivano venduti come additivi e sostituti della carne ma non
sono riusciti a produrre un’adeguata richiesta da parte dei consumatori. L’industria quindi ha
cambiato il suo approccio. “Il modo più rapido per conseguire l’accettazione di un prodotto nella
società ora meno consumistica”, ha detto un portavoce di una azienda, “è far sì che il prodotto
venga consumato per i suoi propri benefici nelle fasce più ricche della società”.
Così ora la vendita della soia viene spinta verso il consumatore più agiato, non come cibo povero a
buon mercato, ma come una sostanza miracolosa che eviterà l’insorgenza di malattie di cuore e
cancro, delle vampate della gravidanza, costruirà ossa forti e ci manterrà per sempre giovani. La
soia servirà da carne e latte per una nuova generazione di vegetariani. La soia non solo è priva di
proteine complete, di zinco e ferro, ma contiene composti che bloccano l’assorbimento di proteine,
zinco e ferro da altre sorgenti. I cibi a base di soia aumentano le richieste da parte del corpo di
vitamina D e B12, elementi essenziali sia per la crescita e lo sviluppo normali.
Sostanze attive anti-tiroidee presenti in abbondanza nei cibi a base di soia inibiscono le funzioni
della tiroide, conducono alla fatica e ai problemi mentali. I fitoestrogeni della soia possono
inibire il normale sviluppo e nell’età adulta causare problemi di riproduzione e fertilità. Recenti
ricerche hanno mostrato che questi fitoestrogeni sono implicati nello sviluppo del morbo di
Alzheimers e della demenzia senile — promuovono l”invecchiamento” del cervello. Tutti i cibi
moderni a base di soia contengono MSG (glutammato di sodio) che causa problemi neurologici, incluso
il comportamento violento. La giustificazione per incrementare il consumo di soia è basata sul
concetto che dovremmo ridurre la quantità di grassi nell’alimentazione infantile. I grassi
contengono molte sostanze nutrienti che sono vitali per la crescita e lo sviluppo normali, e
contribuiscono alla funzioni corrette del cervello e del sistema nervoso. I bambini nel periodo
della crescita hanno bisogno di più grassi, non meno. Privare i bambini dei grassi di cui essi hanno
bisogno è un crimine. Più soia nei pasti delle mense scolastiche significa più assenteismo, più
ferite, più problemi d’apprendimento, più ADHD e più violenza. Le insufficienze nutrizionali si
accentueranno e aumenteranno le malattie. La crescita del profitto delle industrie della soia
avviene a spese dei nostri bambini.
Solo negli USA vengono spesi 80 milioni di dollari dall’Unione dei Produttori di Soia per sostenere
programmi atti a “rafforzare la posizione della soia sul mercato e mantenere e aumentare la presenza
della soia e dei prodotti da essa derivati sui mercati nazionali ed esteri”. Anche società private
come Archer Daniels Midland fanno la loro parte. In un anno l’Archer Daniels Midland ha speso 9
milioni di dollari in pubblicità. Le agenzie di pubbliche relazioni aiutano a convertire progetti di
ricerca in articoli per quotidiani e pubblicazioni pubblicitarie mentre le lobby degli studi legali
esercitano pressioni per leggi di governo favorevoli. Il denaro del Fondo Monetario Mondiale (IMF)
delle Nazioni Unite finanzia impianti per il trattamento della soia in paesi stranieri mentre
politiche commerciali libere permettono che grandi quantità di soia fluiscano ovunque. La spinta per
più soia è stata inflessibile e globale nella sua portata.
Le proteine della soia ora sono presenti nella maggior parte del pane in vendita nei supermercati.
Queste proteine vengono ora usate per trasformare “l’umile tortilla”, il pane di mais dei messicani,
in una “super-tortilla” fortificata con proteine che darebbe una spinta nutrizionale a quasi 20
milioni di messicani che vivono in estrema povertà. In Inghilterra la pubblicità di un nuovo pane
arricchito con soia prodotto dalle Panetterie Associate della Britannia, si rivolge alle donne in
menopausa che cercano sollievo dalle vampate di calore. Le vendite hanno raggiunto le 250.000
pagnotte alla settimana.
L’industria della soia si è rivolta alla Norman Robert Associates, un’agenzia di pubbliche
relazioni, per “ottenere l’inserimento di un maggior numero di prodotti di soia nei menu delle mense
scolastiche”. L’USDA (Dipartimento dell’Agricoltura Americano) ha risposto con la proposta di
togliere il limite del 30 % di prodotti a base di soia nelle mense scolastiche. Il programma
permetterebbe un uso illimitato della soia nelle mense scolastiche. Aggiungendo la soia ad
hamburger, tacos e lasagne, i dietisti possono mantenere senza difficoltà il contenuto grasso totale
sotto il 30 % delle calorie, conformandosi perciò agli ordini del governo. Negli USA il latte di
soia ha procurato i guadagni più elevati, spiccando il volo dai 2 milioni di dollari nel 1980 a 300
milioni di dollari nel 1999.
I miracoli della lavorazione, una bella confezione, pubblicità massiccia e una strategia di
marketing che sottolinea tutti i possibili vantaggi che i vari prodotti apportano alla salute, sono
responsabili dell’incremento delle vendite. Le vendite di latte di soia sono in aumento in Canada,
sebbene là il latte di soia costi il doppio del latte di mucca. Impianti per il trattamento del
latte di soia stanno spuntando in paesi del terrzo mondo come il Kenia, ad esempio. Anche la Cina,
dove la soia è realmente un cibo dei poveri e dove la gente vuole più carne, non tofu, ha optato per
la costruzione di fabbriche di soia in stile occidentale piuttosto che sviluppare praterie da
pascolo.
Il lato oscuro della soia
Solo alcuni decenni fa, la soia era considerata non commestibile — persino in Asia. Durante la
dinastia Chou (dal 1134 al 246 AC) la soia era considerata uno dei cinque grani sacri, insieme a
orzo, frumento, miglio e riso. Tuttavia, il pittogramma per la soia, che risale ai tempi precedenti,
indica che non è stata mai impiegata come alimento, perchè mentre i pittogrammi per gli altri
quattro grani mostrano la struttura del seme e dello stelo della pianta, il pittogramma per la soia
mostra la struttura della radice. La letteratura agricola del periodo parla frequentemente della
soia e il suo uso nella rotazione dei raccolti. Apparentemente la semina della soia inizialmente
veniva fatta come un metodo per fissare l’azoto nel terreno.
La soia non è servita da alimento fino alla scoperta di tecniche di fermentazione, un po’ di tempo
dopo durante la dinastia Chou. I primi cibi di soia vennero prodotti facendola fermentare come
tempeh, natto, miso e salsa di soia. Più tardi, probabilmente nel II secolo D.C., gli scienziati
cinesi hanno scoperto che un purée di soia cotta poteva essere fatto precipitare con solfato di
calcio (gesso) o solfato di magnesio (sale inglese) per fare un caglio liscio, pallido — il tofu.
L’uso di prodotti di soia fermentati e precipitati presto si estese in altre parti dell’oriente,
particolarmente in Giappone e in Indonesia.
I cinesi non hanno mangiato soia non-fermentata perchè avevano altri legumi come le lenticchie e
perché la soia contiene grandi quantità di tossine o “anti-nutrienti” naturali. Primi fra tutti ci
sono dei potenti inibitori di enzimi che bloccano l’azione della tripsina (enzima che scinde le
proteine) e di altri enzimi necessari per digestione delle proteine. Questi inibitori sono proteine
complesse, fortemente intrecciate che non vengono disattivate completamente durante la normale
cottura. Possono produrre forti dolori allo stomaco, digestione ridotta delle proteine e
insufficienze croniche nell’assimilazione degli amminoacidi. Le diete con elevate quantità di
inibitori di tripsina causano l’ingrandimento e altre condizioni patologiche del pancreas, compreso
il cancro. La soia contiene anche emaglutinina una sostanza coagulante che fa in modo che i globuli
rossi del sangue si raggruppino insieme. Gli inibitori della Tripsina e l’emaglutinina sono
inibitori della crescita. I composti inibitori della crescita vengono neutralizzati dal processo di
fermentazione, cosicché una volta che i cinesi hanno scoperto come fare fermentare la soia, hanno
incominciato a incorporare nella loro dieta alimenti a base di soia. In prodotti precipitati, gli
inibitori dell’azione enzimatica si concentrano nel liquido piuttosto che nel caglio. Quindi nel
tofu, gli inibitori della crescita sono presenti in quantità ridotte ma non eliminati completamente.
La soia contiene anche sostanze che inibiscono le funzioni della tiroide.
La soia contiene elevate quantità di in acido fitico, presente nella crusca o nella cuticola di
tutti i semi. È una sostanza che può fermare l’assorbimento di minerali essenziali — calcio,
magnesio, rame, ferro e specialmente zinco — nel tratto intestinale. Benché non sia molto
conosciuto dal grosso pubblico l’acido fitico è stato studiato accuratamente; ci sono letteralmente
centinaia di articoli sugli effetti dell’acido fitico nella letteratura scientifica. Gli scienziati
sono completamente d’accordo che i regimi alimentari a base di cereali e legumi con elevate quantità
di fitati favoriscono l’ampia diffusione di carenze di minerali nei paesi del terzo mondo. Le
analisi mostrano che il calcio, il magnesio, il ferro e lo zinco sono presenti nei cibi coltivati in
queste aree, ma l’alto contenuto di fitati della soia e dei cereali impedisce il loro assorbimento.
La soia ha un livello di fitati più elevato di qualsiasi cereale o legume che sia mai stato
studiato, e i fitati nella soia sono estremamente resistenti alle tecniche normalmente usate per
ridurli come la lunga e lenta cottura. Solo un lungo periodo di fermentazione ridurrà
significativamente il contenuto di fitati della soia. Quando i prodotti di soia che vengono fatti
precipitare come tofu sono consumati con della carne, l’effetto di bloccare l’assimilazione dei
minerali normalmente causato dai fitati è ridotto. I giapponesi mangiano tradizionalmente una
piccola quantità di tofu o miso come ingrediente di un brodo di pesce ricco di minerali, seguito da
una porzione di carne o pesce.
I vegetariani che consumano tofu e caglio di fagioli di soia come sostituti della carne e dei
prodotti caseari rischiano provocare una grave carenza di minerali. Gli effetti dell’insufficienza
di calcio, magnesio e ferro sono ben noti, non così bene quelli dell’insufficienza dello zinco. Lo
zinco è necessario per lo sviluppo e il funzionando ottimale del cervello e del sistema nervoso.
Gioca un ruolo nella sintesi delle proteine e nella formazione del collagene. E’ coinvolto nel
meccanismo di controllo del livello di zucchero nel sangue e in questo modo protegge dal diabete. E’
necessario per un sistema riproduttivo sano. Lo zinco è un componente chiave in numerosi enzimi
vitali e gioca un ruolo anche nel sistema immunitario. I fitati presenti nei prodotti di soia
interferiscono nell’assorbimento dello zinco in maggior misura che nell’assorbimento degli altri
minerali. L’insufficienza di zinco può causare una sensazione “di vuoto” che alcuni vegetariani
scambiano per un “alto livello” di illuminazione spirituale. Il fatto di bere latte vaccino è
considerato come la ragione per cui i giapponesi di seconda generazione in America sono più alti dei
loro predecessori. Alcuni ricercatori ritengono che il ridotto contenuto di fitati nella dieta dei
giapponesi nati in America, quali che siano le altre carenze che possono esserci, è la vera
spiegazione della maggiore altezza, richiamando l’attenzione sul fatto che sia i bambini occidentali
che orientali che non consumano abbastanza prodotti di derivazione animale contrastando di
conseguenza gli effetti di una dieta consistentemente a base di prodotti di soia e quindi di fitati,
frequentemente soffrono di rachitismo, arresto della crescita e altri problemi relativi alla
crescita. Il maggiore consumo di carne nei casi osservati è stata la sorgente di minerali che hanno
contrastato l’azione dei fitati. Quanto esposto sopra non è un suggerimento ad assumere prodotti di
derivazione animale ma solo il risultato di un’osservazione. La conclusione logica è quella di
evitare il consumo di soia e dei suoi derivati oltre che il consumo dei prodotti di derivazione
animale.
Latte artificiale a base di soia per neonati
Fin dalla fine degli anni ’50 si sa che i sostituti del latte a base di soia contengono agenti che
contrastano le funzioni della tiroide. I neonati a cui vengono dati preparati a base di soia sono
particolarmente predisposti a sviluppare malattie della tiroide relative alle funzioni del sistema
immunitario. La presenza di queste alterazioni della tiroide riscontrate nei bambini cresciuti con
preparati a base di soia è elevata e il numero dei disturbi della tiroide a cui sono soggetti è tre
volte superiore a quello a cui sono soggetti i loro fratelli e sorelle allattati diversamente.
Fitzpatrick crede che il prolungato allattamento con preparati di soia inibisca il TPO (l’ormone
tiroideo peroxidase) a un punto tale che il conseguente perdurare di elevati livelli del TSH
(l’ormone che stimola la tiroide) può aumentare il rischio di cancro alla tiroide. Non è stato fatto
molto per rendere i genitori consapevoli dei pericoli relativi alla tiroide derivanti dal consumo di
preparati lattei a base di soia o per allertare il pubblico che un abbondante consumo di soia può
essere un pericolo per le funzioni della tiroide. Tuttavia,nel luglio del 1996, il Dipartimento
Britannico della Salute ha pubblicato un avvertimento che dichiarava che i fitoestrogeni presenti
nei preparati a base di soia per allattare i neonati potrebbero influire negativamente sulla salute
dei bambini. L’avvertimento era esplicito, indicando che i preparati a base di soia dovrebbero
venire dati ai neonati solo dietro consiglio medico.
E’ stato consigliato di alimentare i neonati che non possono essere allattati al seno o che hanno
reazioni allergiche ad altre formule con preparati alternativi a quelli a base di soia. La ragione
per cui ulteriori informazioni non sono disponibili su questi problemi è probabilmente una
conseguenza della forza tremenda delle grandi società agricole che dominano il mercato americano
della soia. Sebbene gli “esperti” della salute, e quasi ogni programma sulla salute & benessere
radiofonico e televisivo elogiano la soia come l’alimento miracoloso del nuovo millennio, i pediatri
e la comunità medica dovrebbe saperne di più su questo argomento, e avvertire i pazienti
dell’impatto dannoso che il consumo di prodotti di soia può avere sulle funzioni della tiroide.
Un’indagine fatta da un programma televisivo ha rivelato che, fra tutti quegli elogi, alcuni
scienziati stanno ora sfidando questa fittizia saggezza popolare, e lasciano intendere che ci
possono essere aspetti negativi riguardo a questo “alimento miracoloso”. Le domande sul fatto che
sia un prodotto sicuro sono in gran parte senza risposta”, afferma Daniel Doerge, uno scienziato
ricercatore esperto di soia della FDA (Amministrazione federale americana degli Alimenti e Farmaci).
Nuovi studi hanno fatto sorgere domande riguardo al fatto che gli ingredienti naturali della soia
potrebbero aumentare o meno l’insorgenza di cancro al seno in alcuni soggetti femminili, influire
sulle funzioni cerebrali nei soggetti maschi e condurre a latenti anomalie nello sviluppo dei
neonati. Questa discussione scientifica irrisolta continua a svilupparsi. Nel ottobre 2000, l’FDA ha
pubblicato un bollettino sulla salute, concludendo che la soia può diminuire sia il livello di
colesterolo che il pericolo di malattie di cuore. Ma due degli esperti di soia dell’ FDA – Doerge e
il suo collega, Daniel Sheehan – si sono fatti avanti criticando le dichiarazioni della loro propria
agenzia e hanno tentato di fermare la raccomandazione dell’FDA. La loro preoccupazione principale
era che la pubblicazione potrebbe venire fraintesa come un’ invito ad usare le proteine della soia,
al di là dei vantaggi esclusivamente per il cuore. Doerge e Sheehan hanno fatto presente che la
ricerca mostra un collegamento tra il consumo di soia e i problemi di fertilità e i risultati sono
una chiara indicazione degli effetti negativi a cui potenzialmente potrebbero essere soggetti gli
esseri umani”, ha dichiarato Doerge. La loro principale preoccupazione ha a che fare con il
comportamento degli elementi chimici della soia. Oltre a tutte le sostanze nutrienti e le proteine,
esiste una sostanza chimica naturale che imita l’estrogeno, l’ormone femminile. Alcuni studi
mostrano che questa sostanza chimica può modificare lo sviluppo sessuale. E infatti, due bicchieri
di latte di soia al giorno nel corso di un mese portano ad un assorbimento di questa sostanza
chimica sufficiente a modificare la sincronizzazione del ciclo mestruale femminile.”Si sta facendo
un grande esperimento su neonati”, dice Sheehan “incontrollato e non controllato”. “Stiamo esponendo
i neonati a delle sostanze chimiche presenti nei preparati a base di soia per bambini sapendo che la
sperimentazione ha rilevato che vi sono degli effetti negativi, e non abbiamo mai fatto delle
ricerche sulla popolazione per vedere se si riscontrano questi effetti”.
L’industria del latte artificiale per neonati, con la complicità di alcuni scienziati, ha distrutto
queste critiche sulla soia chiamandole “dichiarazioni scientificamente ingiustificate che potrebbero
spaventare indebitamente migliaia di genitori”. Kenneth Setchell, professore di pediatria al
Children’s Hospital di Cincinnati e leader dei fautori della soia, sostiene che gli studi
scientifici sulla soia fanno sperare che sia una soluzione per combattere molte malattie e che gli
effetti negativi osservati sugli animali non si applicano agli esseri umani. “Ci sono state
letteralmente centinaia di migliaia di neonati che sono stati cresciuti con preparati a base di
soia.” asserisce Setchell.” Alcuni di quei neonati dovrebbero avere ora 30 o 40 anni. E non vedo
alcuna prova di casi in cui ci sono anomalie”. Ma il Dr. Claude Hughes, direttore del Women’s Health
Center al Cedars-Sinai Medical Center di Los Angeles dichiara: “La mia attenta opinione
professionale è che ha più senso non esporre inutilmente il vostro neonato a questi preparati”, E
aggiunge: “Mentre l’allattamento al seno è di gran lunga preferibile, le madri che non allattano al
seno dovrebbero utilizzare preparati a base di latte e considerare quelli a base di soia come ultima
risorsa.”
Oltre alle sue preoccupazioni sugli effetti della soia sulla salute dei neonati, Hughes ha sollevato
anche domande sul cancro alla mammella. In alcuni casi, si è pensato che la soia proteggesse dal
cancro alla mammella. Ma alcuni studi indicano ora, per altre donne, che le sostanze chimiche
trovate ampiamente nella soia possono incrementare un tipo di estrogeno assai diffuso che favorisce
il cancro alla mammella. “Può accelerare divisioni di quelle cellule che sono già cellule
cancerogene che dipendono dagli estrogeni per la loro crescita.” Afferma Hughes.
Gli Isoflavoni
Sembra che non ci sia quotidiano, rivista o programma di notizie che non abbia messo in risalto
recentemente una storia sui sorprendenti benefici per la salute dei prodotti alimentari a base di
soia e dei supplementi a base di isoflavoni della soia. La soia viene promossa come un sano
sostituto alternativo dell’estrogeno per la donna, come una possibilità di ridurre l’insorgenza del
cancro al seno, come un modo per ridurre i sintomi della menopausa, e come proteine povere di grassi
in alternativa a carne e pollame. Ma ciò che tutte queste storie favorevoli omettono di dire è che
esiste un aspetto negativo molto reale – ma trascurato – del consumo abbondante o a lungo termine
dei prodotti di soia. Uno studio è stato fatto in Gran Bretagna facendo prendere 60 grammi di
proteine di soia al giorno per un mese a donne in pre-menopausa. Si è scoperto che questo
esperimento ha interrotto il ciclo mestruale, e gli effetti dell’isoflavone sono continuati per tre
mesi dopo che la soia era stata tolta dalla dieta. L’isoflavone è noto anche perché modifica le
condizioni della fertilità e perchè attua cambiamenti sugli ormoni sessuali. E’ stato dimostrato che
gli isoflavoni causano gravi effetti negativi sulla salute di molti mammiferi compreso sterilità,
malattie della tiroide e malattie del fegato. E questo pericolo è particolarmente grave per i
neonati allevati con preparati a base di soia.
Queste sono informazioni che l’industria della soia non vuole che ne veniate a conoscenza. La
vendita di prodotti di soia è un grande business, e la domanda crescente di proteine di soia, di
farine di soia, e di integratori di isoflavoni lo sta facendo diventare uno dei più grandi business
mai esistiti. I ricercatori hanno identificato gli isoflavoni come agenti potenti capaci di
sopprimere le funzioni tiroidee e causare o aggravare l’ipotiroidismo. Il Dr. Mike Fitzpatrick, uno
scienziato dell’ambiente e ricercatore sui fitoestrogeni hanno condotto studi approfonditi sulla
soia, in particolare sull’uso preparati per l’infanzia a base di soia. Fitzpatrick si è
assolutamente sicuro che i prodotti di soia possano avere effetti dannosi sia su adulti che neonati.
In particolare, ritiene fermamente che i produttori di preparati per l’infanzia a base di soia
dovrebbero rimuovere gli isoflavoni – quegli elementi della soia che agiscono come agenti
anti-tiroide – dai loro prodotti.
Abbiamo sentito di tutto sui fitoestrogeni. Sono dei composti del mondo vegetale che imitano gli
estrogeni, sono propagandati da alcuni come agenti miracolosi che prevengono il cancro, malattie di
cuore e delle coronarie, osteoporosi (Tanto per nominarne alcuni). Ma c’è un lato molto più oscuro
su questi composti, e cioè il fatto che disturbano il sistema endocrino. La soia contiene un
fitoestrogeno, e quindi nel corpo agisce in modo molto simile a quello degli ormoni e non deve
sorprendere il fatto che interagisca con l’equilibrio delicato dei sistemi ormonali della tiroide.
Questi composti possono in effetti aumentare il rischio di cancro alla mammella e causare malattie
della tiroide. I produttori di preparati per l’infanzia a base di soia si rifiutano di rimuoverli
dai loro prodotti nonostante sappiano che i neonati alimentati con tali preparati sono a rischio di
danni irreversibili.
Fitoestrogeni e neonati
Potete esserne certi – i fitoestrogeni non fanno bene al vostro bambino. Se state alimentando il
vostro bambino con preparati a base di soia, il consiglio dei ricercatori è quello di smettere
immediatamente. Perché? I neonati alimentati con i preparati a base di soia ricevono ogni giorno la
stessa dose di fitoestrogeni che si è dimostrata biologicamente attiva negli adulti! Sottoponendo il
vostro neonato a tali grandi quantità di fitoestrogeni state rischiando di esporre il vostro bambino
al rischio di danni permanenti del sistema endocrino. Ci sono alternative ai preparati a base di
soia che non contengono lattosio o proteine del latte; usate uno di quelli invece della soia.
Fitoestrogeni e sterilità
I fitoestrogeni possono rendere sterili gli animali, cosa sappiamo riguardo agli esseri umani? Ci
sono evidenti possibilità che i fitoestrogeni riducano la fertilità maschile. E una donna che tenti
di concepire dovrebbe evitare di prendere soia. Il gigante delle derrate alimentari Archer Daniels
Midland ha presentato domanda alla FDA per far sì che venga concesso lo stato di non nocività a
composti noti per essere tossici per il sistema riproduttivo! E’ stato chiesto alla FDA di approvare
un attestato che afferma che il consumo giornaliero da 25 a 100g di proteine della soia diminuisce
il pericolo di malattie di cuore e delle coronarie. Questa quantità di proteine può portare
facilmente all’assunzione di megadosi di fitoestrogeni, fino a 600mg al giorno! La soia contiene
numerosi composti che sono tossici sia per gli esseri umani che per gli animali.
L’industria della soia si riferisce frequentemente a queste tossine come sostanze anti-nutrienti,
ossia che agiscono in qualche modo impedendo al corpo di ottenere il nutrimento completo di cui ha
bisogno da un cibo. Le tossine della soia (come l’acido fitico) possono agire certamente in questo
modo, ma hanno anche la capacità di puntare organi, cellule e processi di reazioni enzimatiche
specifici e i loro effetti possono essere devastanti. Le tossine della soia su cui Soy Online
Service esprime preoccupazion sono gli inibitori della proteasi, l’acido fitico, la lecitina di soia
(o emaglutina), le nitrosammine e la misteriosa tossina della soia. Le Nitrosammines non si trovano
per natura nella soia ma si formano durante il processo di lavorazione di prodotti come la proteina
di soia isolata (ISP). Come con qualsiasi tossina c’e una dose sotto la quale gli effetti non sono
notati. Soy Online Service ha esaminato i dati scientifici sulle tossine della soia e ha scoperto
numerose verità allarmanti.
Non c’è alcuna legislazione per proteggere i consumatori dalle tossine contenute nei prodotti di
soia.
Con la possibile eccezione della lecitina di soia, tutti gli altri prodotti di soia,
indipendentemente da quanto ben lavorati, contengono da un basso a un moderato livello di tossine
perchè i processi di lavorazione non sono in grado di rimuoverle completamente.
L’industria della soia fa poco per il controllo della qualità per proteggere i consumatori dal
consumo di prodotti trattati inadeguatamente.
Inibitori della proteasi
Forse le tossine più conosciute della soia sono gli inibitori della proteasi (conosciute anche come
inibitori della tripsina) che, come il nome suggerisce, sono in grado di inibire l’azione della
proteasi (compreso la tripsina) che sono enzimi coinvolti nel processo di scomposizione delle
proteine per poter essere poi usate dal corpo. Gli isoflavoni ai flavonoidi o alla famiglia degli
elementi chimici chiamati bioflavonoidi e sono considerati endocrino-disgregatori — sostanze
vegetali o altri prodotti che agiscono come ormoni, disgregando il sistema endocrino e, in alcuni
casi, questa disgregazione include l’agire contro le funzioni della tiroide.(Il miglio, per esempio,
contiene alti livelli di flavonoidi, ed è conosciuto comunemente come problematico per le funzioni
tiroidee.) I flavonoidi inibiscono l’ormone tiroideo peroxidase (TPO) che disturba il corretto
funzionamento della tiroide. Nell’edizione del marzo 1999 della rivista Natural Health c’è un
articolo sulla soia che cita il Dr Daniel R. Doerge, un ricercatore del Centro Nazionale della FDA
per la Ricerca Tossicologica. Il Dr. Doerge che ha fatto ricerche sulle proprietà anti-tiroide della
soia, afferma: “Esistono rischi sostanziali per chi prende supplementi di soia o per chi mangia soia
in gran quantità per i suoi pretesi effetti curativi. Ci sono certamente delle possibilità di
interazione con la tiroide. Il Dr. Fitzpatrick crede che le persone affette da ipotiroidismo debbano
evitare prodotti di soia, perché, “qualsiasi inibizione del TPO (l’ormone tiroideo peroxidase)
lavorerà chiaramente contro qualunque tentativo di correggere qualsiasi stato di ipotiroidismo”.
Inoltre, egli crede che la promozione attuale della soia come un cibo della salute porterà a un
aumento dei disturbi della tiroide.
Quanta è innocua la soia?
Secondo Soy Online Service , per i neonati, qualsiasi tipo di soia è troppo. Per gli adulti, solo 30
mg isoflavoni di soia al giorno sono sufficienti per creare un impatto negativo sulle funzioni della
tiroide. Questa quantità di isoflavoni è stata trovata in solo 0,15 – 0,23 litri di latte di soia, o
46 grammi di miso. L’USDA (Dipartimento dell’Agricoltura Americano) ha lanciato un sito web che sta
promuovendo i vantaggi per la salute derivanti dal consumo di cibi a base di soia. Il sito elenca il
contenuto di isoflavoni di 128 cibi, compreso hot dog vegetariani di soia, ceci e tofu. Questo
potrebbe aiutarvi nel decidere quanta soia includere nella vostra dieta.
La proteina di soia isolata
Le aziende della lavorazione industriale della soia hanno lavorato duramente per cercare di
eliminare questi anti-nutrienti dal prodotto finito, in particolare dalla proteina di soia isolata
(SPI) che è l’ingrediente chiave nelle imitazioni di carne e prodotti caseari, includendo preparati
per l’infanzia e alcune marche di latte di soia. L’SPI non è qualcosa che potete fare in cucina.
Viene prodotta in impianti industriali in cui un impasto liquido di fagioli di soia viene prima
mescolato con una soluzione alcalina per estrarre le fibre, quindi fatto precipitare e separato
utilizzando un lavaggio acido e, infine, neutralizzato in una soluzione alcalina. Il lavaggio acido
in serbatoi di alluminio immette alti livelli di alluminio nel prodotto finale. I cagli sono
vaporizzati e asciugati ad alte temperature per produrre la polvere di proteine complesse.
L’oltraggio finale all’originale fagiolo di soia è il trattamento di estrusione ad alta pressione e
alta temperatura delle proteine di soia isolate per produrre proteine tessutali vegetali (TVP).
Buona parte degli inibitori della tripsina possono venire rimossi con il trattamento ad alta
temperatura, ma non tutti. Il contenuto di inibitori della tripsina presente nelle proteine di soia
isolate può variare da una a cinque volte. Ma il trattamento ad alta temperatura ha l’effetto
collaterale sfortunato di snaturare le altre proteine della soia a tal punto da renderle in gran
parte inefficaci. Questa è la ragione per cui gli animali alimentati con soia hanno bisogno di
supplementi di lisina perchè possano avere una crescita normale.
I Nitriti, che sono dei potenti agenti cancerogeni, si formano durante l’essicazione delle
particelle vaporizzate mentre durante il processo di alcalinizzazione si forma una tossina chiamata
lisinoalanina . Numerosi aromi artificiali, in particolare il glutammato monosodico (MSG), vengono
aggiunti alle proteine isolate di soia e alle proteine tessutali vegetali di soia per mascherare il
forte sapore di fagioli e darle quello della carne.
Il consumo delle proteine di soia isolate determina la carenza di vitamina E, K, D e B12 e crea
sintomi di insufficienza di calcio, magnesio, manganese, molibdeno, rame, ferro e zinco. I residui
di acido fitico in questi i prodotti di soia inibiscono pesantemente l’assorbimento di zinco e di
ferro.
Animali alimentati con proteine isolate di soia hanno organi sviluppati in modo esagerato, in
particolare il pancreas e la tiroide, e hanno depositi eccessivi di acidi grassi nel fegato. Inoltre
le proteine isolate di soia e le proteine tessutali vegetali sono inserite senza alcun limite nei
pasti delle mense scolastiche, nei prodotti da forno commerciali, nei fast food. Vengono anche
promosse pesantemente nei paesi del terzo mondo. Nonostante l’evidenza di scarsi risultati già
riscontrati nell’alimentazione animale, l’industria della soia sponsorizza molti studi architettati
in modo da far credere che i prodotti a base di proteine di soia possono venire impiegati
nell’alimentazione umana in sostituzione dei cibi tradizionali.
Soia e cancro
I nuovi regolamenti della F.D.A. (Amministrazione Federale degli Alimenti e Medicinali) non
permettono che venga inserito alcun tipo di dichiarazione di prevenzione del cancro sulle confezioni
di alimentari, ma questo non ha impedito alle industrie e ai suoi marketing operators di farle nei
loro opuscoli promozionali. “Oltre a proteggere il cuore”, dice una brochure di una società
produttrice di vitamine, “la soia si è dimostrata un potente agente anti-cancro…i giapponesi, che
mangiano soia in quantità 30 volte maggiore dei nordamericani, hanno un’incidenza più bassa di
cancro della mammella, dell’utero e della prostata. Questo è vero. Ma i giapponesi, e gli asiatici
in generale, hanno tassi molto più alti di altri tipi di cancro, in particolare il cancro
dell’esofago, dello stomaco, del pancreas e del fegato. Gli asiatici di tutto il mondo hanno anche
alti tassi di cancro della tiroide. La logica che collega tassi bassi di cancro degli organi di
riproduzione al consumo di soia impone attribuzione di alti tassi di cancro alla tiroide e del
sistema digestivo agli stessi cibi, in particolare perché la soia causa questi tipi di cancro in
laboratorio. Ma quanta soia mangiano poi gli asiatici? Un sondaggio del 1998 ha rilevato che la
quantità giornaliera media di proteine di soia consumata in Giappone era di circa otto grammi per
gli uomini e sette per le donne – meno di due cucchiaini da tè. Il famoso Cornell China Study,
condotto da Colin T. Campbell, ha scoperto che il consumo di legumi in Cina varia da 0 a 58 grammi
al giorno, con una media di circa 12 grammi.
Partendo dal presupposto che due terzi del consumo di legumi è costituito da soia, il consumo
massimo è di circa 40 grammi, meno di tre cucchiai da tavola al giorno, con un consumo medio di
circa nove grammi, ovvero meno di due cucchiaini da tè. Un’indagine condotta negli anni ’30 ha
scoperto che gli alimenti a base di soia hanno costituito solo l’1.5 % delle calorie nella dieta
cinese, mentre il 65 % delle calorie era di provenienza animale, specificatamente suina. (gli
Asiatici per cucinare usavano tradizionalmente il lardo, non oli vegetali). I prodotti di soia fatti
fermentare tradizionalmente sono un condimento naturale delizioso, che può fornire fattori
nutrizionali importanti nella dieta asiatica. Ma eccetto in tempi di carestia, gli Asiatici
consumano prodotti di soia solo in piccole quantità, come condimenti, e non in sostituzione dei cibi
animali – con una eccezione: i monaci che vivono nei monasteri osservando il celibato e conducendo
uno stile di vita vegetariano ritengono la soia abbastanza utile come alimento perché diminuisce il
desiderio sessuale.
Migliaia di donne ora consumano soia convinte che le protegga dal cancro della mammella. Inoltre,
nel 1996, dei ricercatori scoprirono che le donne che consumano proteine di soia isolate hanno avuto
un’incidenza maggiore di iperplasia epiteliale, una condizione che fa presagire la presenza di
tumori maligni. Un anno dopo, si è scoperto che il genistein (un supplemento contenente isoflavoni
della soia) stimolava le cellule della mammella ad accelerare il ciclo cellulare – una scoperta che
ha portato gli autori a concludere che le donne non dovrebbero consumare soia per evitare il cancro
della mammella. Venticinque grammi di proteine isolate di soia contengono da 50 a 70 mg di
isoflavoni. Alle donne in pre-menopausa bastano solo 45 mg di isoflavoni per subire effetti
biologici significativi, compreso una riduzione di ormoni necessari per le corrette funzioni della
tiroide. Questi effetti sono stati rilevati fino a tre mesi dopo la cessazione del consumo di soia.
Cento grammi di proteine di soia possono contenere quasi 600 mg di isoflavoni, una quantità che è
tossica. Nel 1992, il servizio sanitario svizzero ha stimato che 100 grammi di proteine di soia
forniscono il valore equivalente degli estrogeni della pillola anti-concezionale.
Degli studi lasciano intendere che gli isoflavoni inibiscano la sintesi dell’estradiol (ormone
estrogeno) e altri ormoni steroidi. I problemi riproduttivi, la sterilità, le malattie della tiroide
e del fegato dovuti all’apporto dietetico degli isoflavoni sono stati osservati, in zoo e
allevamenti, in numerose specie animali incluso topi, ghepardi, quaglie, maiali, storioni e pecore.
E’ stato detto che gli isoflavoni della soia abbiano un effetto favorevole sui sintomi della
menopausa, compreso le vampate di calore, e che proteggano dall’osteoporosi. Il grado di disagio
derivante dalle vampate è estremamente soggettivo, e la maggior parte degli studi mostrano che i
soggetti di controllo (a cui sono state somministrate compresse contenenti sostanze assolutamente
neutre) descrivono una riduzione del disagio in quantità uguale ai soggetti a cui sono stati dati
gli isoflavoni. La pretesa poi che la soia previene l’osteoporosi è straordinaria, dato che gli
alimenti a base di soia bloccano l’assimilazione del calcio e causano carenza di vitamina D. Se gli
asiatici hanno un’incidenza di osteoporosi più bassa degli occidentali, è perché la loro dieta
procura molta vitamina D dal consumo di gamberi, frutti di mare e lardo e molto calcio da brodi di
ossa. La ragione per cui gli occidentali hanno alti tassi di osteoporosi è perché hanno sostituito
con l’olio di soia il burro, che è una sorgente tradizionale di vitamina D e di altri attivanti
lipo-solubili necessari per l’assimilazione del calcio.
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