IL LIBRO DEL RISVEGLIO 17

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IL LIBRO DEL RISVEGLIO 17

ovvero detti intuizioni poemi
che indicano la vera sorgente della vita

di Isabella di Soragna

CAPITOLO 22

illuminazione

Vedere nella propria natura è vedere nel nulla. Vedere nel nulla è vero vedere ed eterno vedere.

Shen-hui

… La ricerca della liberazione è sofferenza. Anche se provate qualcosa di ineffabile, volete
sempre di più. Non esiste la permanenza nella natura delle cose.

L’illuminazione (ammesso che ci sia) non è affatto un’esperienza. Così realizzate che non c’è niente
da realizzare… e questo è un duro colpo.

Non è che io sia in uno stato di non-conoscenza; quando dico “non so nulla” questa è l’espressione
del mio stato. Non so niente riguardo al mio stato. Un giudizio negativo o positivo al riguardo è
solo nel campo del pensiero.

U.G.

Tutta l’immensa terra non è altro che te.

Hsueh-feng

Le vie erano mie, il tempio era mio, le persone erano mie… così come i loro occhi luccicanti,
l’incarnato chiaro e le loro guance vermiglie. I cieli erano miei, e così il sole, la luna e le
stelle e tutto il mondo era mio.

Traherne

Perdendo, lasciando cadere corpo e mente, il Vostro Volto Originale brilla davanti a voi.

Sazen-gi

… “essere senza pensieri” significa vedere e conoscere tutte le cose con una mente libera da
attaccamenti… ma il trattenersi dal pensare a qualunque cosa, così che tutti i pensieri siano
soppressi, significa essere ossessionato dal Dharma (regole) e ciò è sbagliato.

Hui neng

È nella natura della mente il vagabondare. Tu non sei la mente. La mente salta su e poi sprofonda. È
impermanente, transitoria, mentre tu sei eterno… rimani nel Sé! Non dar importanza alla mente…
nell’uomo realizzato la mente può essere attiva o inattiva, solo il Sé rimane per lui.

Ramana Maharshi

D.: Un uomo che abbia conseguito la Realizzazione, può andare e venire, agire, parlare?

R.: Perché no? Credete che la Realizzazione significhi essere inerte come una pietra…?..

D.: Che cos’è il samadhi?

R.: Nello Yoga … è… un tipo di trance e ci sono vari tipi di samadhi. Ma il samadhi di cui parlo
è differente. E’ il sahaja samadhi. In questo stato voi rimanete calmo e composto durante
l’attività…. vi rendete conto che non c’è nulla che appartenga a voi come ego e che tutto è fatto
da qualcosa con cui siete in conscia unione.

… un brav’uomo dice: -“Che sia pure l’ultimo uomo… a conseguirla (la Realizzazione) se così
potrò aiutare gli altri a diventare Realizzati prima di me!”- Sarebbe come se il sognatore dicesse:
– Che tutte le persone del sogno si sveglino prima di me! –

Ramana Maharshi

Niente. Questa è la scoperta. La cosiddetta realizzazione di sé è la scoperta per voi stessi e da
voi stessi che non c’è sé da scoprire.

Ciò che chiamate sconosciuto, non esiste affatto. Qualunque cosa sappiate di quel che è chiamato
“sconosciuto”‘ non è lo sconosciuto. Qualunque cosa voi sperimentiate di quel che è chiamato
“sconosciuto”, non è lo sconosciuto, perché è diventato parte del conosciuto. Ciò che vi separa è il
pensiero, esso crea i confini. E se non ci sono più confini, è senza confini, senza limiti. Non è
che potete sperimentare questa immensità della vostra coscienza: il contenuto della vostra coscienza
è talmente immenso che non potete dirne alcunché. Ecco perché uso le parole: “E’ uno stato
non-conosciuto”. Davvero non potete sapere. Le droghe producono solo esperienze… e ciò di cui
parlo non è un’esperienza. Ma (a) tutti i giovani nell’Ovest…. che hanno provato l’L S D, esso ha
dato loro il sentimento che c’è qualcosa di più vasto che la coscienza ordinaria. Ma sono ancora
esperienze… Vi viene il dubbio che nonostante siano esperienze profonde, non abbiano nessun
valore. Gli avvenimenti sono nel tempo. Quando non c’è il tempo, non succede niente… L’ottenere è
nel tempo. Volete un risultato, e questo non è un traguardo, non è un avvenimento.

L’illuminazione (se c’è qualcosa di simile) non è affatto un’esperienza. Così vi sfiora la
realizzazione che non c’è nessun Sé da realizzare. La conoscenza di sé, o la realizzazione di sé è
il realizzare che non c’è Sé da realizzare – e questo sarà un duro colpo.

… non è che io sia in uno stato di non-conoscenza; l’affermazione “Io non so nulla” è
un’espressione di quello stato.

Non so nulla del mio stato. Non posso fare alcuna affermazione, perché sia l’affermazione che la
negazione sono nel campo del pensiero.

U.G.

D.: Che cos’è l’illuminazione? Nel suo libro “Svegliati e ruggisci” è detto che una mente silenziosa
è Illuminazione, non sarebbe più corretto dire che la completa assenza della mente è Illuminazione?

P.: Quando l’Io che sorge e reclama la proprietà delle azioni e dei pensieri è per sempre sradicato,
l’Illuminazione rimane. Una mente silenziosa è una mente attiva che si riposa un momento…
L’Illuminazione è il substrato di entrambi gli stati.

D.: Come posso sapere se sono illuminato o no?

P.: Apri gli occhi e guardati intorno. Se vedi ancora un mondo fuori separato da te, non sei
illuminato. Perché no? Il mondo e colui che lo vede sono entrambe proiezioni della mente, e finché
c’è la mente, l’Illuminazione è velata. Quando esperimenti e sai direttamente, senza bisogno degli
occhi, che il mondo è apparso senza causa all’interno del tuo Sé, non avrai bisogno di chiedere se
sei illuminato o se non lo sei.

D.: Quando si è illuminati si potranno conoscere le nostre vite passate?

P.: Quando si è illuminati, si saprà che non sono mai avvenute.

Poonja

L’Assoluto non è nessuna delle cose di cui è la Sorgente; la Sua natura è tale che non si può dir
nulla di Lui – né esistenza, né essenza, né vita. Trascende tutte queste cose. Ma se tu Lo possiedi,
attraverso l’eliminazione dell’essere, allora custodisci una meraviglia.

Plotino

… il Sesto Patriarca disse..: – Concentrerai i tuoi pensieri per un momento ed eviterai di pensare
in termini di bene e di male.(Ming) fece come gli era stato detto e il Sesto Patriarca proseguì:
-Mentre non stai pensando al bene e non stai pensando al male, in questo preciso momento, ritorna a
ciò che eri prima che tuo padre e tua madre fossero nati.-

Proprio mentre le parole venivano pronunciate, Ming giunse a un’improvvisa e tacita comprensione. Di
conseguenza si inchinò fino a terra e disse: – Sono come un uomo che beve dell’acqua e sa
personalmente quanto è fresca.-

Di una cosa sono certo: un esperienza mistica che sia vaga o intensa, è sempre una diretta
intuizione della Realtà Ultima. All’improvviso I’universo è visto per così dire in un altra messa a
fuoco; le miriadi di oggetti sono riconosciuti contemporaneamente come molti e Uno; ogni tipo di
contraddizione cade; sopravvengono gioia e tranquillità.

La nascita e l’eliminazione dell’illusione sono entrambe illusorie. L’illusione non è un quaIcosa
radicato nella Realtà; esiste a causa del vostro pensiero dualistico. Se voi cesserete soltanto di
lasciarvi andare a concetti opposti quali ordinario e Illuminato, l’illusione cesserà da sola. E
quindi, se vorrete ancora distruggerla ovunque possa essere, scoprirete che non vi è un alcunché
dello spessore di un capello di cui impadronirsi.

John Blofeld

D.: Il risveglio porta una consapevolezza che dura tutte le ventiquattr’ore del giorno?

B.: Sì, ma senza “nessuno” che sia conscio di quella consapevolezza.

D.: Allora chiunque può diventare illuminato. Anche se è imperfetto, se prova desideri, se agisce
male, basta convincersi di non essere l’agente delle proprie azioni, di essere un semplice
strumento?

B.: L’illuminazione non rende l’organismo perfetto. È un tutto, e il tutto abbraccia gli opposti. La
caccia alla perfezione è la peggiore follia… il fondamento (è): qualunque cosa accada fa parte
dell’attività della Totalità.

D.: E questo dona la pace interiore?

B.: Tranquillità, pace interiore… sono tutte parole.

Come sono percepiti gli oggetti da un Jnani…? gli oggetti sono realmente il percepirli.

L’illuminazione non può essere conseguita, sé è forzata. Può soltanto accadere quando le viene data
l’opportunità di farlo, quando l’ostruzione da parte dei concetti cessa. Può apparire soltanto
quando ottiene uno spazio vacante in cui apparire.

Ramesh Balsekar-

… Tutti i pensieri e Sunyata, la vacuità all’interno di ogni pensiero, diventano inseparabilmente
uniti. Lo spirito è non-dualità aldilà del pensiero… Lo spirito non vaga più. L’andirivieni, il
nascere e la sparizione delle cose esterne e dei pensieri si fermano. Tutto è calmo.

Come descrivere l’indescrivibile? Possiamo dire che è questo o è quello? Le cose sono e non sono. Vi
è un’irrealtà, una vacuità, un’illusione di tutto ciò che è. Come il cielo che tutto copre: passato,
presente e futuro sono la stessa cosa, aldilà del pensiero.

Come possiamo spiegare che lo spazio è l’essenza delle cose?

Questo è o non è; non così o come qualcos’altro. Lontano perfino dalla trascendenza… Improvviso
come un fulmine. Con un significato aldilà del pensiero: dunque senza significato. Ora tutto è
finito. Le parole sono menzognere…

Tutto è puro nello stato di nudità, non prodotto dalla mente. Questa realizzazione è lo stato di
illuminazione dei Buddha dei Tre Tempi…

Il XVI Gyalwa Karmapa

Agitata o calma, l’acqua è sempre acqua. Che differenza può fare l’incarnazione o la disincarnazione
a coloro che sono Liberati? Che sia calmo o agitato dalla tempesta, l’oceano non subisce
cambiamenti.

Yogavashista

Ho dimenticato il mio nome, la mia età, il viso del presente, la mia storia… la nozione del tempo
come si può abbandonare il panno sporco di un altro…

L’estasi non è che uno stato e questo stato necessariamente passa.

… Ma prima dell’estasi, è il risveglio che ne comanda l’entrata… Il risveglio è non-
attaccamento al risveglio.

Più volte ho incontrato la nozione di risveglio, e ho dimenticato il risveglio, questo ultimo e
sottile miraggio, quest’ultima e sottile alienazione, con una violenza particolare…

Quando emergi dal sogno, la mattina, hai davvero l’impressione di una fine? Io ho piuttosto quella
di un inizio. Infatti vi è una fine nel risveglio, ma è la fine di ciò che non è mai stato, e
l’inizio della realtà… Vi è un errore che incontro spesso in persone intelligenti e profonde che
si interessano al risveglio. Per loro, il risveglio equivale ad una dissoluzione, ad un’estinzione.

Dico che questa “cosa” è inesprimibile, perché la sento come sfondo, a monte di qualunque impresa
della mente.

Stéphen Jourdain

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