IL LIBRO DEL RISVEGLIO 4
ovvero detti intuizioni poemi
che indicano la vera sorgente della vita
di Isabella di Soragna
CAPITOLO 4
io sono – coscienza – dio
Loggia 15
Gesù diceva: Quando vedrai
Colui che non è stato generato dalla femmina,
Prosternati,adoralo.
Eccolo il Padre!
… invito a scoprire in noi “l’increato” – ciò che non è nato dalla femmina, dalla carne…
dall’emozione; a dirigere il nostro sguardo verso la nostra vera origine, non-nata, non-creata.
Loggia 19
Gesù diceva: Beato colui che È prima di esistere…
“Prima che Abramo fosse, Io Sono”. Meister Eckhart dirà anch’egli: “Prima di nascere, IO SONO
dall’eternità”. Beato colui che nello spazio-tempo, si rende conto del suo Essere Eterno… “Egli è
nel mondo, ma non di questo mondo”.
Il vangelo di Tommaso
Lanima trova la sua felicità nella percezione di sé.
Dio può esser visto solo con la cecità, conosciuto solo con l’ignoranza, capito solo dai folli.
Finché sono questo o quello non sono tutte le cose.
Tutto l’amore di questo mondo è fondato sull’amore di sé. Se tu abbandonassi questo, avresti
abbandonato il mondo intero.
Meister Eckhart
Tutti noi abbiamo fatto l’esperienza di quei momenti di oblìo totale in cui ci sentiamo come piante,
animali, creature dei grandi fondi marini o abitanti delle alture celesti… credo che in tali
momenti noi proviamo a dire a noi stessi ciò che sappiamo da tempo, ma che rifiutiamo di ammettere:
che vivere ed essere morti sono la stessa cosa e che vivere un giorno o mille anni non fa alcuna
differenza.
Henri Miller
Cosa volete dire quando parlate di coscienza? Non esiste lincoscienza… Vedete una persona che è
svenuta… ma essa non ha modo di sapere che è incosciente; quando esce da questo stato di
incoscienza egli diventa cosciente. Adesso, pensate di essere consci, pensate di essere svegli, di
essere vivi? In tal modo è il vostro pensiero che vi fa sentire che siete consci, che siete vivi,
che siete coscienti o no; ciò è solo possibile quando la conoscenza è in funzione; quando la
conoscenza è assente, che la persona sia morta o viva non importa a questo momento di pensiero – che
cessa quando la morte avviene… Voi non avete la possibilità di sapere se siete vivi o morti,
coscienti o no: voi diventate consci solo con l’aiuto del pensiero.
U.G.
L’ “io sono” stesso è Dio. La ricerca stessa è Dio. Mentre cerchi scopri che non sei ne il corpo né
la mente, ma l’amore del sé in te per il sé in tutto. Le due cose sono una sola. La coscienza in te
e la coscienza in me, apparentemente due, sono in realtà una sola, cercano l’unità e questo è amore.
Nisargadatta Maharaj
Cerca nel passato
Quando nascevi,
Non puoi ricordarti di nulla !
Conserva la mente com’era
Quando sei arrivato nel mondo,
Istantaneamente il Sé
Diventa “ciò-che-è”
Idee del bene e del male
Son dovuti al tuo Sé
In inverno il fuoco nel camino
È una delizia
Ma quando arriva l’estate
Che fastidio!
E la brezza
che amavi in estate
Prima dell’autunno
Già è una seccatura!
Attaccamenti, brame
Non sono più nella mia mente
Ecco perché posso dire ora
Il mondo è proprio mio!
Il tuo desiderio della persona amata
È solo momentaneo
Esiste a causa del passato
Prima che lei venisse.
Ricordarsi di qualcuno
Significa che non puoi dimenticare
Non ricordarlo
Che non hai mai dimenticato
Ripensando al passato
Trovi che è un sogno di una sera
Realizza questo e vedrai
Che tutto è solo una bugìa
Coloro che sono amareggiati da
Questa fluttuante vita di dolori
Si angustiano, affliggono le loro menti
Ruminando su sogni vani
Poiché, in fondo, questo mondo fluttuante
È irreale.
Bankei
In realtà non vi è nè verità nè errore, nè si nè no, nè distinzione di alcun genere, poichè tutto –
incluso i contrari – è Uno.
Chuang Tzu
Quando egli si sveglia e non vede nessuno in casa tranne se stesso, allora dice, “io sono”, e non
c’è nient’altro che “io”.
Djalâl-ud-Din Rûmî
La comprensione di Dio non è tanto un approccio verso qualcosa, quanto piuttosto verso niente; e la
sacra ignoranza mi insegna che ciò che sembra niente per l’intelletto è proprio il Massimo
Incomprensibile.
Nicola Cusano
Ogni cosa è della natura di nessuna cosa.
Parmenide
D.: Chi sono?
P.: Chiunque tu ti immagini di essere. Quando smetti di crearti delle identità, troverai chi sei
veramente.
Poonja
Esperienza fatta ad occhi chiusi per ritrovare ad ogni momento la propria vera natura – ispirata dal
testo di Douglas E. Harding
(Chiedere a qualcuno di leggere molto lentamente.)
Chiudo gli occhi. Dimentico tutto quello che mi hanno detto di essere: non c’è che questo spazio,
questa esperienza sveglia,… come uno schermo sul quale passa… questa voce… poi una
sensazione… un pensiero… forse. Essi arrivano da non so dove. Altre sensazioni appaiono….
ancora forse un pizzicore… una leggera oppressione… un indolenzimento, che appaiono sempre in
questo stesso spazio presente,… uguale a se stesso. Senza nominarle lascio che si esprimano…
Osservo la respirazione che nasce e sparisce… poi ritorna in questo spazio sveglio… Essa arriva
senza domandarle di venire: posso rallentarla, accelerarla,… dimenticarla, ma essa emerge sempre
da questo… silenzio. Dov’è l’esterno, dov’è l’interno in questo momento? Sento un leggero suono
appena udibile in questo spazio… qualche parola silenziosa prende forma.
Dov’è il qui e dov’è il là? Qual’è la vera distanza? Non è piuttosto meglio dire che non c’è
distanza? E che tutto nasce e muore qui, in questa presenza silenziosa, i m m o b i l e e sveglia
che io sono… QUI. In questa creativa, fertile vacuità… i nomi e le forme appaiono, restano
qualche tempo, spariscono di nuovo da questo schermo immacolato, sempre presente e uguale a se
stesso. Esso non dipende da niente, è libero e dà la vita ad ogni cosa. Ora cerco di ricordarmi una
situazione sgradevole,… o una persona, un… problema forse. In realtà sono la luce che dà la
possibilità a tutto questo di manifestarsi… Ecco forse un ricordo che rieccheggia una tempesta
emozionale… sono l’occhio del ciclone intorno al quale si anima il gioco dei pensieri, la punta di
coscienza che permette lo svolgersi del film. Ma in fondo, il film,… ha a che fare con… me, con
ciò che sono?… Ecco… una situazione gradevole: sono la capacità trasparente che le permette di
sorgere. Senza far appello alla memoria o all’immaginazione… quante dita ho… quante teste ho?
… Qual è il mio indirizzo,… la mia professione,… la mia età… Sono uomo o donna … ho un
peso? Sono un padre, una madre, un bambino? Tutte queste identità vanno e vengono come vesti che si
cambiano, ma questa chiarezza QUI resta immacolata, sempre presente e uguale, dunque REALE. Questa
coscienza imperitura che sono (che tutti siamo) permette a ciò che mi hanno detto che si chiama
“corpo”, di prendere tutte le forme, da quella del neonato fino a quella dell’adulto. E grazie
proprio a quest’Immobilità che il Movimento, legato allo spazio e al tempo può’ esprimersi.
L’Immobilità e il Movimento si fondono nell’Inesprimibile, essi sono la stessa cosa. Se per un
caso… la sensazione di questo corpo sparisse ora… sarei forse distrutto?
Può forse essere distrutto lo spazio? Adesso vi è ancora un punto di riferimento… Anche
quest’ultimo punto di riferimento ora sparisce!
Nessun concetto, nessun oggetto d’osservazione…
La mia vera natura è libera, non dipende dal film costante delle sensazioni e delle memorie… ecco
forse perché abbiamo tanto bisogno di libertà e… di sicurezza allo stesso tempo! Esse si trovano
riunite solo QUI in questa trasparenza sveglia e assolutamente tranquilla… l’Origine del mondo !
Quello che sono e non so di essere è il solo porto di sicurezza. Ora lentamente apro gli occhi… e
ritrovo le sensazioni del mondo che mi circonda: esso è forse separato dalla mia percezione di esso?
Non è forse un’unica cosa?
Ecco di nuovo riunite la forma e il senza forma,… ma in fondo… sono mai state separate ?
Non sono nulla,
Mai sarò nulla.
Non posso voler essere nulla.
Detto questo, porto in me tutti i sogni del mondo.
Fernando Pessoa
Tu (essere umano) sei ciò che non esiste. Io sono ciò che sono. Se percepisci questa verità nella
tua anima, mai il nemico ti ingannerà; sfuggirai a tutti i suoi tranelli.
S.Caterina da Siena
Gesù disse:- Conosci ciò che è davanti al tuo viso, e ciò che è nascosto ti si rivelerà. Hai
abbandonato colui che vive davanti ai tuoi occhi.’-
Il vangelo di Tommaso
Io sono ciò che sono.
Exodus
Prima che Abramo fosse Io sono.
Gesù
“Egli” nella sua unità è ogni cosa: così dobbiamo sia chiamare tutte le cose col Suo nome, o
chiamarLo con il nome di ogni cosa.
Hermes
Il mio io è Dio, né riconosco alcun altro io, eccetto il mio Stesso Dio.
S. Caterina da Genova
Non possiamo descrivere pienamente l’indescrivibile, indefinibile aspetto della Realtà. L’aspetto
descrivibile della Realtà è ciò che che possiamo descrivere e definire. Così se dobbiamo pensare o
parlare di qualcosa, possiamo farlo solo in riferimento a ciò che è pensabile o esprimibile ovvero
distinguibile. Allora descriviamo pure il regno del descrivibile. Ma allo stesso tempo non
dimentichiamo che la distinzione non è reale in assoluto e che il mondo pensabile ignora il regno
indescrivibile dell’indistinto e della sua natura ineffabile.
J. McFarlane
Dal momento che non vi è alcun altro approccio alla conoscenza del divino tranne quello dei simboli,
non possiamo far altro che usare simboli matematici grazie al loro significato di certezza
indistruttibile.
Nicola Cusano
E come se in mezzo al nostro essere ci fosse un non-essere… I confuciani lo chiamano il centro
della vacuità; i buddisti, la terrazza della vita; i taoisti, il paese degli antenati o il castello
giallo, … o lo spazio del cielo primordiale.
Segreto del fiore d’oro
Sto leggendo le parole di questa pagina, e la pagina sembra certamente separata… da chi la sta
leggendo. Ma se astraggo la “pagina” dal campo della visione per farne un oggetto mentale, questo
concetto appare separato da me come un oggetto nella mia coscienza… Non c’è una sensazione
chiamata io che sente una sensazione chiamata pagina! Piuttosto c’è una sola sensazione. Il dentro è
il fuori… voi siete infatti ciò che osservate. Così la divisione, lo spazio tra il “soggetto qui
dentro” e “l’oggetto là fuori” è una sottile illusione.
Ken Wilber
La mente relativa non può percepire questa realtà, solo una mente non condizionata la vede … Dal
momento che ciò che E’ è tutto ciò che esiste, non c’è nulla che esso debba vedere fuori o dentro di
sé…
Né esso è nella maniera più’ assoluta una mente o una coscienza, poiché nessuno sa che cosa è, ma
solo che esiste. Quindi una volta che ci saremo liberati da una mente riflessiva, relativa,
autoconsapevole,… potremo incontrare ciò che E: quello che vede e che viene visto e l’atto stesso
del vedere sono Uno.
Bernadette Roberts
Questo concetto “io sono” ha bisogno di venire continuamente sostenuto. Il flusso dei concetti
rinnova e rafforza l “io sono” iniziale.
Questo spettacolo effimero può essere paragonato a questo: supponiamo che io sia in buona salute,
poi di colpo mi ammali. Il dottore arriva, mi dà una medicina e tre giorni dopo la febbre è
scomparsa. Questo periodo di tre giorni di febbre è come la coscienza “io sono”. Esattamente la
stessa cosa: uno spettacolo passeggero, legato al tempo. Questo principio “amore dell’essere, della
vita” non si tratta di denigrarlo. Questo sentimento “io sono” contiene il cosmo intero.
Nisargadatta Maharaj
La vita mia conosce ore di gioia:
È quando non mi sento vivere;
E, come il profumo dei fiori
Attorno ai fiori va tessendo un’anima-fiore
Che è spirito incarnato,
Da me stesso eredito,
Aria-spirito del sangue dell’anima mia,
Un io anteriore
Che è il tesoro-essere
Che condivido con il diniego di Dio.
Fernando Pessoa
In realtà, niente accade. Sullo schermo della mente il destino proietta eterno le sue immagini, che
sono i ricordi di proiezioni anteriori, sicché I’illusione si rinnova costantemente. Le immagini
vanno e vengono: sono luce intercettata dall’ignoranza. Scorgi la luce e dimentica l’immagine.
M.: Quando è iniziato questo processo dell’osservare? E’ iniziato con l’arrivo dello stato di
veglia, del sonno profondo e della conoscenza “io sono”; è tutto avvolto in un “io sono”. Questo è
conosciuto come nascita.
Nel momento in cui sopraggiunse, l “io sono” viene usato per sperimentare, osservare, eccetera. Ma
prima di questa nascita, dov’era quell’ “io sono”? Non c’era. … Quali domande puoi avere senza
questa triade? Supponiamo che tu abbia cinquant’anni. Hai avuto l’associazione di quella triade per
cinquant’anni; vai indietro ora,… prima, qual’era la tua esperienza? Che cos’eri?
D.: Non lo so.
M.: Questo è corretto. Era uno stato di non-conoscenza. In quello stato di non-conoscenza,
improvvisamente è apparsa la capacità di conoscere. Ciò ha creato tutto questo misfatto.
Questa coscienza non è altro che energia. Quando l’essenza del corpo diventa più debole, la
coscienza diventa più debole e alla fine se ne va; non muore nulla.
Una volta che questa coscienza è conscia di se stessa, a causa del condizionamento considera certi
oggetti come suoi ed altri come non suoi e combatterà per questi cercando di proteggere quelli che
considera propri. Quando la coscienza realizza il suo potere latente, la sua universalità, i
concetti “me” e “mio” vengono perduti.
Questa coscienza universale è conosciuta come Dio, che è l’Onnipotente, l’Onniscente, e
l’Onnipresente, tutti gli attributi. Questi attributi vengono dati a Dio nella coscienza, non
all’Assoluto. L’Assoluto è senza attributi.
Qualunque cosa tu abbia inteso, non lo sei. Perché ti perdi in concetti? Tu non sei ciò che conosci,
sei il conoscitore.
Quest’insieme dei tre stati e dei tre attributi (veglia, sonno e coscienza “io sono”, e i tre guna:
sattwas, rajas e tamas, n.d.a.) è nato e qualunque cosa accada, accade a quell’insieme ed io non ho
nulla a che fare con esso. Questo è il motivo per cui sono totalmente privo di paura, senza alcuna
reazione nei confronti di una malattia che sarebbe traumatica per altri.
Chi dormendo sogna, ha prima di tutto risvegliato il suo essere nell’universo del sogno. Nel momento
in cui sorge, l’essere crea uno spazio che è immediatamente occupato dall’universo del sogno; ma la
sorgente è in questo senso profondo di essere… lo spazio in realtà non esiste. Lo spazio è
un’illusione.
Nisargadatta Maharaj
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