Il Maestro disse ai suoi discepoli…
(Parole di Yogananda ai suoi discepoli)
Y. descrisse così lo stato di ‘inazione’ menzionato nella Bhagavad Gita: “Quando un vero yoghi compie un’azione, karmicamente è come scrivere sull’acqua. Non rimane nessuna traccia.
Uno studente trovava difficile concepire che Iddio dimora nella carne dell’uomo. Il Maestro disse:”Come i carboni incandescenti rivelano la presenza del fuoco, così il meraviglioso meccanismo del corpo rivela la presenza causante dello Spirito”.
“Alcuni pensano che se a un devoto non sono imposte grandi prove, questi non può essere un santo. Altri asseriscono invece che un uomo dalla divina realizzazione dovrebbe esser libero da ogni sofferenza”, disse il M. durante una conferenza. “La vita d’ogni maestro segue un certo disegno segreto. San Francesco era afflitto da malattie; il Cristo pienamente libero si lasciò crocifiggere. Altri grandi, come San Tommaso d’Aquino e Lahiri Mahasaya, passarono i loro giorni senza grandi assilli o tragedie.
“I santi ottengono la salvezza ultima partendo da basi totalmente diverse. I veri saggi dimostrano che, quali che siano le condizioni esteriori, essi sono in grado di riflettere la Divina Immagine dentro di sè. Essi svolgono qualsiasi parte che il volere di Dio abbia loro affidata, si accordi o no con l’opinione pubblica”.
Un giovane residente all’eremitaggio amava fare degli scherzi. La vita era per lui una continua commedia. La sua allegria, a volte piacevole, altre volte impediva agli altri devoti di mantenere serenamente il pensiero in Dio. Un giorno P. rimproverò blandamente il ragazzo. “Dovresti imaparare ad essere più serio”, osservò. “Sì, M.”, rispose il discepolo, sinceramente pentito della propria irrequietezza. “Ma la mia abitudine è così inveterata! Come posso cambiare senza la vostra benedizione?”. Il Guru solennemente lo assicurò: “La mia benedizione c’è sempre; c’è la benedizione di Dio. Manca solo la tua”.
“Dio vi capisce quando nessun altro vi comprende”, disse il M. “Egli è l’amante che vi amerà sempre, quali che siano gli errori che commetterete. Gli altri vi concedono il loro affetto per un certo tempo e poi vi abbandonano, ma Egli non vi abbandonerà mai. “In mille modi Iddio cerca ogni giorno il vostro amore. Non vi punisce se vi rifiutate a Lui, ma voi punite voi stessi. Trovate che tutte le cose tradiscono te, che tradisci Me.
“Che cos’è Dio?”, chiese un allievo. “Dio è Beatitudine Eterna”, rispose il Maestro. “Il Suo Essere è Amore, Saggezza e Gioia. Egli è impersonale e personale, e Si manifesta in qualsiasi modo Gli piaccia farlo. Appare ai suoi santi nella forma che ciascuno di essi tiene cara: un cristiano vedrà il Cristo, un indù Krishna, o la madre Divina, e così via. Quei fedeli la cui devozione è impersonale, prendono coscienza del Signore quale luce infinita, o il sacro suono Om, la Parola primordiale, lo Spirito Santo. La più alta esperienza che l’uomo possa avere, è quella di conoscere la Beatitudine in cui ogni altro aspetto della Divinità: amore, saggezza, immortalità, è contenuto appieno. “Ma come posso spiegarvi a parole la natura di Dio? Egli è ineffabile, indescrivibile. Solo nella profonda meditazione voi conoscerete la Sua unica Essenza”.
Dopo aver conversato con un visitatore egoista, il M. disse:” Le piogge della misericordia di Dio non possono raccogliersi sulle cime rocciose dell’orgoglio, ma scorrono facilmente nelle valli dell’umiltà”.
Ogni volta che il M. vedeva un certo discepolo, che era decisamente un tipi intellettuale, il Guru diceva: “Cerca la devozione! Rammenta le parole di Gesù: Padre, Tu hai nascosto queste cose ai sapienti e prudenti, e le hai rivelate ai fanciulli.”Quel discepolo visitò il M. nel suo ritiro nel desrto poco prima del Natale 1951. Su una tavola c’erano dei giocattoli destinati ad essere donati per Natale. Con spirito infantile P. giocò con essi per un certo tempo, poi chiese al giovane:”Ti piacciono?”:Il discepolo stava ancora cercando di digerire la sua sorpresa, però disse ridendo: “Sono bellissimi, signore”. Il Maestro sorrise e citò: “Lasciate che i bimbi vengano a me, perchè il regno di Dio è proprio di costoro”.
Uno studente era dubbioso circa la propria capacità di perseveranza. Per incoraggiarlo, P. disse: “Il Signore non è distante, ma vicinissimo. Io Lo vedo ovunque”. “Ma signore, voi siete un Maestro!”, protestò l’uomo. “Tutte le anime sono eguali”, replicò il Guru.”L’unica differenza fra voi e me è che io ho fatto lo sforzo. Ho dimostrato a Dio che Lo amo, ed Egli è venuto a me . L’amore è la calamita alla quale Dio non può resistere”.
“Voi chiamate il vostro tempio di Hollywood ‘Chiesa di tutte le Religioni’; perchè dunque date tanta importanza al Cristianesimo?”, s’informò un visitatore. “Questa è la volontà Babaji”, disse il M. “Egli mi ha chiesto di interpretare la Bibbia cristiana e la Bibbia indù (la Bhagavad-Gita) e di mettere in evidenza la fondamentale unità fra le scritture cristiane e vediche. Mi ha mandato in occidente per svolgere questa missione”.
“Un peccato”, disse il M., “è qualsiasi cosa che tenga l’uomo nella dimenticanza di Dio”.
“Maestro, come potè Gesù mutare l’acqua in vino?”, domandò un discepolo. Y. rispose: “L’universo è il risultato di un gioco di luce: vibrazioni di energia vitale. I film della creazione, come scene su uno schermo cinematografico, vengono proiettati e resi visibili mediante raggi di luce. Il Cristo percepiva l’essenza cosmica come luce; ai suoi occhi non c’era una differenza essenziale tra i raggi di luce che compongono l’acqua e quelli che compongono il vino. Come Dio agli inizi della creazione, Gesù era in grado di comandare alle vibrazioni di energia vitale di assumere forme diverse. “Tutti gli uomini che superano i reami illusori della relatività e dualità, entrano nel vero mondo dell’unità; essi divengono, uno con l’Onnipotenza, come disse il Cristo: ‘Chi crede in me, farà anch’egli le opere che faccio io, anzi ne farà anche maggiori, perchè io vado al Padre’ (cioè perchè io ritornerò presto all’Altissimo, all’Assoluto senza vibrazioni al di là del creato, al di là dei fenomeni)”.
“Maestro non credete nel matrimonio?”, si informò uno studente. “Spesso parlate come se foste contrario”. P. rispose: “Il matrimonio è superfluo e controproducente per coloro che, avendo fatto la rinuncia interiore, cercano intensamente Iddio, l’Amante Eterno. Ma nei casi ordinari non sono contrario al matrimonio vero: due persone che uniscono la loro vita per aiutarsi l’un l’altra a raggiungere la divina realizzazione, fondando il loro matrimonio sulla giusta base: l’amicizia incondizionata. La donna è mossa principalmente dal sentimento, l’uomo della ragione. Il matrimonio ha lo scopo di equilibrare queste due qualità. “Oggi non ci sono molte unioni d’anime, perchè i giovani ricevono ben pochi insegnamenti spirituali. Emotivamente immaturi e instabili, sono di solito influenzati da un fuggevole attrazione sessuale, o da considerazioni mondane che ignorano il il nobile scopo del matrimonio”.E aggiunse: “Spesso io dico loro: ‘Prima affermatevi irrevocabilmente sul divino sentiero; poi, se vi sposate, non commetterete un errore!”.
“Il Signore non profonde forse la Sua grazia più abbondantemente su alcuni uomini che non su altri?”, chiese un allievo. P. rispose: “Dio sceglie quelli che Lo scelgono”.
Due signore usavano lasciare la loro automobile aperta quando la parcheggiavano. Il M. disse loro: “Prendete le giuste precauzioni. Chiudete la vostra macchina”. “Dov’è la vostra fede in Dio?” esse esclamarono. “Io ho fede”, rispose P., “ma ciò non significa trascuratezza”. Esse però continuarono a non chiudere l’automobile. Un giorno esse lasciarono molti oggetti di valore sul sedile posteriore, e i ladri li rubarono. “Perchè aspettarsi che Dio vi protegga se voi non vi curate delle sue leggi della ragione e della precauzione?”, disse il M. “Abbiate fede, ma siate pratiche e non tentate gli altri”.
Alcuni discepoli, afferrati dal turbine dell’attività, trascuravano la meditazione. Il M. li ammonì: “Non dite: ‘Domani mediterò più a lungo’. Improvvisamente vi accorgerete che è passato un anno senza che abbiate messo in pratica le vostre buone intenzioni. Dite invece: ‘ Tutto può aspettare, ma la mia ricerca di Dio non può aspettare'”.
“Signore”, chiese un discepolo, “com’è che alcuni maestri sembrano sapere più di altri maestri?” “Tutti coloro che sono pienamente liberati sono eguali in saggezza”, rispose P. Essi comprendono tutte le cose, ma raramente rivelano la loro sapienza. Per piacere a Dio essi svolgono la parte ch’Egli ha loro assegnata. Se sembrano commettere uno sbaglio, è perchè tale comportamento fa parte del ruolo umano. Interiormente non sono toccati dai contrasti e dalle relatività dei maya”.
Uno studente confidò al M.: “Trovo difficile conservare le amicizie che faccio”. “Scegli con cura le tue compagnie”, disse P. “Sii cordiale e sincero, ma mantieni sempre una piccola distanza di rispetto. Non dare mai troppa familiarità alla gente. E’ facile farsi degli amici, ma per conservarli devi seguire questa regola”.
“M. ” disse un allievo, “può un’anima essere perduta per sempre?”. Y. rispose: “Questo è impossibile. Ogni anima è parte di Dio ed è perciò imperitura”.
“Non sono pericolose le vostre dottrine sul controllo delle emozioni?”, domandò uno studente. “Molti psicologi affermano che la repressione conduce a disadattamenti pschici e perfino a malattie fisiche”. Il M. rispose: “La repressione è dannosa quando ci si aggrappa al pensiero di volere una cosa, ma non si fa nulla per ottenerla. E’ beneficio invece l’autotcontrollo quando si sostituiscono ai cattivi pensieri pensieri giusti e si convertono gli atti reprensibili in azioni utili”.
“Coloro che si soffermano sul male, si fanno male. Gli uomini che colmano la loro mente di saggezza e la loro vita di attività costruttive, si risparmiano molta ignobile sofferenza”. “Dio ci mette alla prova in molte maniere”, disse il M. “Egli rivela le nostre debolezze perchè possiamo rendercene conto e tramutarle in forze. Egli può mandarci delle disgrazie che sembrano insopportabili; talvolta sembrerà perfino respingerci da Sè. Ma il devoto intelligente dirà:”‘No, Signore, io voglio Te. Nessuna cosa potrà ostacolare la mia ricerca. La preghiera del mio cuore è questa: non impormi mai la prova dell’oblio della Tua presenza’”.
“Signore datemi la grazia della devozione”, supplicò un discepol. “In effetti tu stai dicendo: ‘Datemi del denaro perchè io possa comprare quello che voglio'”, replicò il M. “Ma io dico: ‘No, prima devi guadagnarti il denaro. Dopo, potrai leggittimamente godere di quello che comprerai'”.
Per aiutare un allievo a far decollare l’aeroplano del suo pensiero, il M. narrò questa sua esperienza: “Un giorno vidi un gran mucchio di sabbia sul quale si arrampicava una piccola formica. Mi dissi:’ Questa formica deve pensare che sta calando l’Himalaya. Il mucchio poteva sembrare gigantesco alla formichina, ma non a me. Similmente, un milione dei nostri anni solari possono essere meno di un minuto nella mente di Dio. Noi dobbiamo allenarci a pensare in termini grandiosi: Eternità! Infinito!”.
Y. e un gruppo di discepoli facevano la loro passeggiata serale sul prato dell’Eremitaggio di Encinitas. Uno dei giovani chiese informazioni su un certo santo il cui nome gli sfuggiva. “Signore”, DISSE “è quel M. che vi apparve qui alcuni mesi fa”. “Non ricordo”, replicò P. “ERA NEL GIARDINO IN FONDO, SIGNORE”. “Molti vengono a trovarmi qui; io vedo alcuni che sono andati oltre, e altri che sono ancora sulla terra”. “Com’è meraviglioso, signore!”. “Dovunque è un devoto di Dio, là vengono i suoi “. Il Guru tacque per qualche minuto, mentre eseguiva alcuni esercizi. Poi disse: “Ieri, mentre meditavo in camera mia, desiderai conoscere certi particolari sulla vita di un grande Maestro dei tempi antichi. Egli si materializzò dinanzi a me. Rimanemmo per lungo tempo seduti sul mio letto, fianco a fianco, tenendoci per mano”. “Signore, vi raccontò la sua vita?”. “Bè”, rispose Y. “nello scambio di vibrazioni mi si rivelò tutto il quadro”.
Per mettere in guardia i rinuncianti dell’Ordine SRF contro l’autocompiacimento spirituale, il Maestro disse loro: “Dopo aver raggiunto il nirbikalpa samadhi non si ricade mai più nell’illusione. Ma prima di raggiungere tale stato non si è mai al sicuro. “Un discepolo di un grande maestro indù era un’anima così grande, che il suo Guru usava porlo ad esempio a tutti. Un giorno, il discepolo raccontò che stava aiutando un donna devota, e meditava con lei. “Il Guru disse quietamente: ‘Sadhu, sta’ in guardia!”. “Alcune settimane dopo, alcuni semi di cattivo karma gerogliarono nella vita del discepolo; egli fuggì con la donna. Presto però ritornò dal suo Guru piangendo: ‘Mi dispiace!’. Non permise a un errore di diventare il centro della sua vita, ma si pose alle spalle tutti gli errori e raddoppiò i suoi sforzi per raggiungere l’autorealizzazione completa.”Da questo racconto potete vedere che è possibile perfino a un grande devoto ricadere temporaneamente nell’illusione. Non allentate mai la vigilanza su voi stessi, finchè non sarete stabiliti perennemente nella Beatitudine Ultima”.
“La scienza materiale è più teorica della vera religione”, disse il M. “La scienza è capace d’investigare ad esempio la natura esteriore e il comportamento degli atomi. Ma la pratica della meditazione conferisce l’onnipresenza; uno yoghi può diventare uno con l’atomo”.
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