Il Maestro disse (Parole dette da Yoganandaji, in vita)

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Il Maestro disse (Parole dette da Yoganandaji, in vita)

“Fintanto che siamo immersi nella coscienza del corpo, siamo come
stranieri in un paese non nostro”, disse il M. “La nostra patria è la
Onnipresenza”.

Un gruppo di discepoli camminava col M. sul prato dietro l’eremitaggio
di Encinita spaziante sull’oceano. Il tempo era scuro e nebbioso.
Qualcuno osservò: “Com’è freddo e buio!”. “E’ qualcosa di simile
all’atmosfera che avvolge una persona materialista al tempo della
morte”, disse il M. “Scivola da questo mondo per entrare in ciò che le
appare come una fitta nebbia. Niente le appare chiar, e per un certo
tempo si sente intimorita e perduta. Poi, secondo il karma, procede
verso un chiaro mondo astrale per imparare delle lezioni spirituali,
oppure cade in un sonno profondo finchè non arriva il giusto momento
karmico per rinascere sulla terra. “La coscienza di un devoto che ama
Dio non è disturbata dalla transizione da questo mondo all’altro.
Senza sforzo egli entra nel regno della luce, dell’amore e della
gioia.”

“Molte persone sono assorbite dalle cose materiali”, disse il M. “Se
qualche volta pensano a Dio, è solo per chiedergli denaro o salute.
Raramente esse pregano per il dono supremo: la vista della Sua faccia,
il tocco trasformante della Sua mano. “Il Signore conosce il corso dei
nostri pensieri. Egli non si rivela a noi finchè ciascuno di noi non
Gli dice: ‘Padre, guidami e possiedimi!”.

“Non aspettatevi che un fiore spirituale sbocci ogni giorno nel
giardino della vostra vita”, disse il M. a un gruppo di discepoli.
“Abbiate fede nel Signore cui avete offerto voi stessi; Egli vi
porterà il divino esaudimento al tempo giusto. “Voi avete piantato il
seme della divina aspirazione; annaffiatelo con la preghiera e le
giuste azioni. Strappate le erbacce del dubbio, dell’indecisione e
della pigrizia. Quando vedrete apparire i germogli delle divine
percezioni, custoditeli con cura devozionale. Un bel mattino vedrete
spuntare il fiore dell’autorealizzazione”.

P. teneva un discorso davanti a un gruppo di discepoli. Un certo
devoto, che sembrava intento ad ascoltare le parole del Guru, lasciava
divagare il proprio pensiero. Quando venne il momento di darsi la
buonanotte, P. si rivolse a lui dicendo: “La mente è come un cavallo;
è bene legarla, altrimenti scappa”.

Molti uomini e donne che non comprendono le verità spirituali,
resistono all’aiuto che un saggio desidera dare loro. Essi rifiutano
il suo consiglio con sospetto. Un giorno P. disse, con un sospiro: “La
gente è così abile nella sua ignoranza!”.

Un buon allievo ben intenzionato che si attendeva risultati miracolosi
da un giorno all’altro, fu deluso nel trovare che, dopo essersi
sforzato per una settimana, non riusciva a constatare in meditazione
alcun segno della presenza interiore di dio. “Senon riesci a scoprire
la perla con uno o due tuffi, non gettare la colpa sull’oceano; dà la
colpa a te stesso”, disse il M. “Non ti sei ancora tuffato abbastanza
profondamente”.

“Con la pratica della meditazione”, disse il M., “scoprirete che avete
un paradiso portatile nel vostro cuore”.

Il M. era l’uomo più mite in molti sensi, ma in certe occasioni poteva
essere granitico. Un certo discepolo che conosceva soltanto la sua
dolcezza, cominciò a trascurare le proprie incombenze. Il Guru lo
rimproverò aspramente. Vedendo lo sbalordimento negli occhi del
giovane che aveva subìto questo inaspettato rimbrotto, il M. disse:
“Quando dimentichi l’alto scopo che ti ha portato qui, io rammento il
mio impegno spirituale di correggere i tuoi difetti”.

Il M. ribadiva spesso la necessità di una sincerità completa verso
Dio. Egli disse: “Il Signore non si lascia comprare dall’imponenza
della congregazione in una chiesa, nè dalla sua ricchezza o dai
sermoni ben congegnati. Iddio visita solamente gli altri dei cuori
purificati dalle lacrime di devozione e illuminati dalla luce
dell’amore”.

Un devoto si avviliva perchè altri discepoli sembravano fare maggiori
progressi spirituali di lui. Il M. Ddisse: “Tu tieni gli occhi sul
piatto di portata invece che sul tuo proprio piatto, pensando a ciò
che non hai ricevuto anzichè a ciò che ti è stato dato”.

Parlando della sua grande famiglia di cercatori della verità, il M.
diceva spesso: “La madre Divina mi ha mandato tutte queste anime
perchè io possa bere il nettare del Suo amore dai calici di molti
cuori”.

Un certo discepolo, interessato all’espansione della ‘Chiesa di tutte
le Religioni’ a Hollywood, esultava ogni volta che la frequenza dei
devoti era particolarmente numerosa. Ma P. disse:
“Un commerciante osserva accuratamente quanti clienti entrano nel suo
negozio. Io non penso mai alla nostra chiesa in questo modo. Io mi
rallegro delle ‘ folle d’anime’, come dico spesso, ma do la mia
amicizia incondizionatamente a tutti, sia ch’essi vengano o non
vengano qui”.

A un devoto scoraggiato il M. disse: “Non essere negativo. Non dire
mai che non progredisci. Quando pensi: ‘Non posso trovare Iddio’, ti
sei codannato da solo. Nessun altro tiene il Signore lontano da te”.

“M. , ditemi quale preghiera dovrei usare per attirare più rapidamente
a me il Divino Amato” chiese un devoto indù. P. rispose: “Offri a Dio
i gioielli di preghiera che giacciono nelle profonde miniere del tuo
cuore”.

Il M, sempre generoso, sempre pronto a dar via ciò che gli era stato
donato, una volta disse: “Io non credo alla carità”. Osservando lo
stupore scritto sui volti dei discepoli, egli aggiunse: “La carità
rende gli uomini schiavi. Condividere con gli altri la nostra saggezza
in modo da renderli capaci d’aiutare se stessi è cosa più grande di
ogni dono materiale”.

“Una cattiva abitudine può essere presto cambiata”, disse il M. a un
discepolo che cercava il suo aiuto. “Un’abitudine è il risultato della
concentrazione della mente. Tu ti sei abituato a pensare in un certo
modo. Per formare una nuova abitudine buona, basta che ti concentri in
senso contrario”.

“Quando avete imparato ad essere felici nel presente, avete trovato la
giusta via che conduce a Dio”, disse ilM. a un gruppo di discepoli.
“Allora ben poche persone vivono neel presente”, osservò un devoto.
“Vero”, rispose P. “I più vivono nel pensiero del passato o del
futuro”.

Un allievo che aveva subìto molte delusioni, cominciava a perdere la
sua fede in Dio. A lui il M. disse: “Quando la Divina Madre ti
colpisce più duramente, questo è il momento di aggrapparti più
fortemente alle sue sottane”

Parlando del male che provocano i pettegolezzi, il M. raccontò a un
gruppo di discepoli: “Il mio Guru Sri Yukteswar usava dire: ‘Se non è
qualcosa che posso dire a tutti, non la voglio sentire'”.

“Il Signore portò in esistenza tanto l’uomo che maya”, disse il M.
“Gli inganni dell’illusione: l’ira, l’avidità, l’egoismo e così via,
sono invenzioni Sue, non nostre. Egli è responsabile per aver
progettato le prove nella corsa ad ostacoli della vita. “Un grande
santo in India soleva pregare: ‘Padre Celeste, io non Ti ho chiesto
d’esser creato; ma poichè mi ha hai creato, Ti prego, liberami nel Tuo
Spirito’. Se parlerete con amore a Dio in questo modo, Egli sarà
costretto a portarvi a Casa”.

“Non lasciatevi impressionare dalle lodi di conoscenti che non vi
conoscono realmente”, disse il M. “Aspirate piuttosto alla buona
opinione dei veri amici, cioè di coloro che vi aiutano a migliorarvi e
che non vi adulano mai o giustificano i vostri difetti. E’ Dio che vi
guida attraverso la sincerità dei veri amici”.

Due allievi vennero insieme aMount Washington per ricevere
l’insegnamento spirituale. Gli altri devoti avevano un’alta opinione
di loro. Dopo breve tempo, però, i due allievi se ne andarono. Il M.
disse ai residenti all’eremitaggio:
“Voi eravate impressionati dai loro atti, ma io osservavo i loro
pensieri. Interiormente essi erano dei ribelli, anche se esteriormente
osservavano tutte le regole. Una buona condotta non durerà mai a lungo
se non si adottano i mezzi opportuni per purificare la mente”.

Un uomo si sentiva fortemente attratto da P., ma non voleva seguire i
suoi consigli. Il M. disse: “Non posso dispiacermi di lui; perchè pur
commettendo errori su errori, il suo cuore anela a Dio. Se mi
lasciasse fare, io lo condurrei rapidamente alla Divina Dimora.
Tuttavia a tempo debito vi giungerà. Egli è una
Cadillac impantanata nel fango”.

A un allievo malcontento il M. disse: “Non dubitare, altrimenti Dio ti
toglierà dall’eremitaggio. Quanti vengono qui cercando dei miracoli!
Ma i Maestri non esibiscono i poteri dati loro da Dio, se non quando
Egli comanda loro di farlo. La maggior parte degli uomini non capisce
che il più grande di tutti i miracoli sarebbe la trasformazione della
loro vita mediante l’umile obbedienza al Suo volere”.

“Dio vi ha mandati qui per un determinato scopo”, disse il M. “Agite
voi in armonia con questo scopo? Realizzate quanto ciò è importante!
Non permettete all’ego ristretto di precludervi il raggiungimento del
Traguardo Infinito”.

Un discepolo giustificava il suo mancato progresso spirituale con la
scusa che gli riusciva difficile superare i suoi difetti. Poichè
percepiva intuitivamente l’esistenza di una casa più profonda, P.
disse: “Al Signore non importano i tuoi difetti. Ciò che gli dispiace
è la tua indifferenza”.

Quando il M. lasciò Boston nel 1923 per iniziare un viaggio
transcontinentale di diffusione degli insegnamenti SRF, uno dei suoi
allievi osservò: “Signore, mi sentirò inetto senza la vostra guida
spirituale”. Il M. rispose: “Non appoggiarti a me. Affidati a Dio”.

A certi discepoli dell’eremitaggio che spesso visitavano degli amici
nei weekend, il M. disse: Voi state diventando irrequieti e buttate
via il vostro tempo. Siete venuti qui per conseguire la realizzazione
di Dio, e adesso imbrogliate voi stessi dimenticando il vostro scopo.
Perchè cercare distrazioni esteriori? Trovate il Signore, e vedrete
che cosa vi mancava!”

Due giovani discepoli stavano spesso insieme nell’eremitaggio. Il M.
disse loro: “E’ limitante essere attaccati solo a una o a poche
pesrone, escludendo tutti gli altri. Tale comportamento inibisce lo
sviluppo della simpatia universale. Voi dovete allargare le frontiere
del regno dei vostri affetti. Disseminate ovunque il vostro amore
offrendolo a Dio intutte le cose”.

Guardando le stelle durante una passeggiata serale con un gruppo di
discepoli, il M. disse: “Ognuno di voi è composto da molte piccole
stelle: stelle d’atomi! Se la vostra forza vitale venisse liberata
dell’ego, vi trovereste consapevoli dell’intero universo. Quando dei
grandi devoti muoiono, essi sentono la loro coscienza espandersi in
tutto l’infinito spazio. E’ una bellissima esperienza”.

Alla congregazione della chiesa dell’Autorealizzazione a San Diego, il
M. disse: “Che la chiesa vi ricordi la cattedrale che ciascuno di voi
ha dentro di sè, dove dovete andare nel cuor della notte e all’alba.
Là potete ascoltare il potente organo dell’Om e udire il sermone della
divina saggezza”.

Una sera, parlando coi discepoli, il M. disse: “Il possesso non
significa nulla per me, ma l’amicizia mi è molto cara. Nella vera
amicizia si coglie un barlume dell’Amico Supremo”.
Dopo una pausa, egli continuò: “Non siate mai falsi verso un amico e
non tradite mai nessuno. Questo è uno dei più grandi peccati di cui
dovete render conto davanti al Tribunale di Dio”.

Y. stava partendo dal Centro di Mount Washington per andare a fare una
conferenza, ma si fermò alcuni minuti per parlare ad uno dei
discepoli. Il M. disse: “E’ una buona idea tenere un diario mentale.
Ogni sera prima di coricarti , siediti per un pò di tempo e passa
in rivista la giornata trascorsa. Vedi cosa stai diventando. Ti piace
il tuo modo di vivere? Se no, cambialo”.

Al M. fu regalato un apparecchio televisivo, che fu collocato in una
stanza dove poteva essere usato da tutti i discepoli. Essi vi andavano
così di frequente che il M. disse loro: “Finchè non avrete trovatoDio,
è meglio non essere interessati al divertimento.Cercare le diversioni
significa dimenticare Lui.
Imparate prima ad amarLo e a conoscerLo. Allora non importerà che cosa
farete, perchè Egli non uscirà mai più dal vostro pensiero”.

“L’indulgere nelle gioie dei sensi si trascina dietro le sazietà e il
disgusto”, disse il M. “Queste costanti esperienze della dualità
rendono l’uomo instabileì, vittima dei suoi umori. Maya, il piano
dell’illusione, è caratterizzato dagli opposti. Attraverso la
meditazione su Dio, la Sola Unità, il devoto bandisce dalla propria
mente le onde alterne del piacere e del dolore”.

“M., quando sarò più vecchio e avrò veduto qualcosa di più nella vita,
rinuncerò a tutto e cercherò Dio. Adesso ci sono troppe cose che
voglio sapere e sperimentare”, disse uno studente. Dopo che fu
ripartito dall’eremitaggio, P. disse:”Egli crede ancora che il sesso
sia amore e che le ‘cose’ siano la ricchezza. Diventerà come
quell’uomo abbandonato dalla moglie e la cui casa era bruciata.
Pensando a quanto aveva perduto, l’uomo decise di ‘rinunciare a
tutto’. Al Signore non fa grande impressione una tale ‘rinuncia’. Lo
studente che ha appena abbandonato la via della disciplina qui dentro
non sarà pronto a ‘rinunciare a tutto’ fintanto che avrà ancora
qualcosa cui rinunciare!”.
/
“Non sembra una cosa pratica quella di pensare a Dio”, osservò un
visitatore. Il M. rispose: “Il mondo è della vostra opinione, ed è
forse il mondo un luogo felice? La vera gioia elude l’uomo che
abbandona Dio, perchè Egli è la gioia stessa: Sulla terra i Suoi
devoti vivono in un paradiso interiore di pace; ma coloro che lo
dimenticano passano i loro giorni in un auto-creato inferno
d’insicurezza e di delusioni. ‘Fare amicizia’ col Signore vuol dire
essere veramente pratici”!.
P. chiese a un certo discepolo di fare alcuni lavori in un ritiro SRF
nel deserto. Il giovane vi andò con riluttanza, preoccupandosi per i
lavori che doveva lasciare incompiuti al Centro di Mount Washingto.
“Il tuo nuovo lavoro nel ritiro del desrto “, gli disse il M., “dovrà
essere ora la tua unica preoccupazione. Non sentire attaccamento per
alcuna cosa. Accetta i cambiamenti con equanimità, e svolgi con
spirito di divina libertà qualsiasi compito tu riceva lungo la tua
strada.
“Se Dio mi dicesse oggi: ‘Vieni a Casa!’, io lascerei tutti i miei
obblighi qui senza gettare uno sguardo indietro, all’organizzazione,
agli edifici, ai piani, allagente, e mi affretterei a obbedirGli. Far
andare avanti il mondo è responsabilità Sua. Egli è Colui che fa, non
tu o io”.

“Guruji”, disse un discepolo, “se poteste tornare indietro nel tempo
fino al punto in cui il vostro Maestro vi chiese di intraprendere il
lavoro organizzativo, acconsentireste lietamente, sapendo ciò che
sapete ora del fardello di responsabilità che portate per molte altre
persone?”. Il M. rispose: “Sì, questo lavoro insegna ad essere
altruisti”.

La millenaria domanda: perchè Dio permette la sofferenza, veniva posta
spesso a P. Egli spiegava pazientemente: “La sofferenza è causata dal
cattivo uso del libero arbitrio. Dio ci diede la facoltà di accettarLo
o di rifiutarLo.Egli non vuole darci dei dolori, ma non interferirà se
noi scegliamo di compiere delle azioni che ci procurano l’infelicità.
“Gli uomini non ascoltano
la saggezza dei santi, ma si aspettano che circostanze straordinarie o
miracoli vengano a salvarli quando si pongono nei pasticci. Il Signore
può fare qualsiasi cosa; ma Egli sa che l’amore e la buona condotta
dell’uomo non possono essere acquistati con dei miracoli. “Dio ci
mandò fuori quali figli Suoi, e in questa divina qualità noi dobbiamo
ritornare a lui. L’unico modo per riunirci a Lui è attraverso
l’esercizio della nostra propria volontà. Nessun altro potere sulla
terra o in cielo può farlo per noi. Ma quando inviamo a Dio un vero
richiamo dell’anima, Dio ci manda un Guru affinchè ci guidi dal
deserto del dolore alla Sua casa della gioia eterna. “Il Signore ci ha
dato il libero arbitrio, perciò non può agire da Dittatore, Benchè
Egli sia il Potere Onnipotente, non dispone che noi siamo liberati dal
dolore se abbiamo scelto la via delle cattive azioni. E’ forse giusto
aspettarsi che Egli rimuova i nostri fardelli, se i nostri atti e
pensieri sono in contrasto con le Sue leggi? Nell’osservanza del Suo
codice etico, quello ch’Egli diede nei Dieci Comandamenti, sta il
segreto della felicità”.

P. metteva spesso in guardia i discepoli contro i pericoli della
pigrizia spirituale. “I minuti sono più importanti degli anni”, soleva
dire.”Se voi non riempite i minuti della vostra vita con i pensieri di
Dio, gli anni scivoleranno via; e quando avrete più bisogno di Lui,
sarete incapaci di sentire la Sua presenza.
Ma se riempite i minuti della vostra vita di divine aspirazioni, gli
anni ne saranno automaticamente saturi”.

Nell’India antica il termine ‘guru’ si usava solo per Maestri simili
al Cristo, capaci di trasmettere ai discepoli la divina realizzazione.
Seguendo i comandi delle Scritture, i devoti si rendevano
spiritualmente ricettivi attraverso l’obbedienza cieca alla disciplina
del loro santo precettore. Talvolta gli occidentali sollevavano
obiezioni a questo assoggettare volontariamente la propria libertà
personale alla volontà di un’altra persona; ma Y. disse: “Quando uno
ha trovato il suo guru, deve avere per lui una devozione
incondizionata, perchè il
guru è il canale di Dio. L’unico intento del guru è di portare il
discepolo all’autorealizzazione. L’amore che un guru riceve dal
devoto, viene offerto dal guru di Dio. Quando un precettore spirituale
trova un allievo in sintonia con lui, egli è in grado di istruirlo più
rapidamente possibile che non un allievo che gli resiste. “Io non sono
il vostro capo, ma il vostro servo. Sono come la polvere ai vostri
piedi. Io vedo Iddio rappresentato in voi, e m’inchino a voi tutti.
Voglio soltanto dirvi della grande gioia che sento in lui. Non ho
ambizioni personali, ma ho la più grande ambizione di condividere la
mia gioia spirituale con tutti i popoli della terra”.

In un discorso tenuto ai residenti dell’eremitaggio, Y. disse:
“Nella vita spirituale si diventa come i fanciulli: senza
risentimenti, senza attaccamenti, pieni di vita e di gioia. Non
lasciate che alcuna cosa vi ferisca o vi turbi. Mantenete il silenzio
interiore, rimanete calmi e ricettivi alla Voce Divina. Passate il
vostro tempo libero in meditazione. “Io non conobbi mai alcun piacere
al mondo che eguagliasse la gioia spirituale del Kriya Yoga. non vi
rinuncerei per tutte le comodità d’Occidente o per tutto l’oro del
mondo. Fu il Kriya Yoga a consentirmi di portare la mia felicità
sempre con me”.

Il M. creava molte colorite immagini di parole per illustrare dei
concetti spirituali “La vita è così”, osservò un giorno. “Avete
preparato un picnic, e improvvisamente sopraggiunse un orso che
rovescia la tavola e vi fa scappare. Gli uomini conducono le loro vite
in questo modo: lavorano per avere un po’ di gioia e sicurezza: poi
viene l’orso della malattia, il loro cuore si ferma, ed essi se ne
vanno.

Perchè vivere in tale stato d’icertezza? Le cose senza importanza
hanno preso il primo posto nella nostra vita. Voi lasciate che varie
attività occupino il vostro tempo e vi rendano schiavi. Quanti anni
sono passati in tal modo? Perchè lasciare che il resto della vostra
vita scivoli senza progresso spirituale? Se prenderete oggi la
decisione di non lasciarvi trattenere da nessun ostacolo, vi sarà dato
il potere di superarlo”.

“Una persona pigra non troverà mai Iddio”, disse il M. “Una mente
pigra diventa l’officina del diavolo. Ho visto molti sannyasin
(monaci) che rinunciarono al lavoro, diventare soltanto dei
mendicanti. Ma le persone che lavorano per vivere, senza alcun
desiderio dei frutti dell’azione che bramano soltanto Dio, quelli sono
veri rinuncianti. E’ molto difficile praticare tale rinuncia, ma
quando amate Dio tanto che ogni cosa che fate è per piacere a Lui,
allora siete liberi. “Se pensate: ‘Io lavoro per Dio soltanto’, il
vostro amore diverrà così grande che non avrete in mente nessun altro
pensiero, nessun altro obbiettivo, se non quello di servirLo e
adorarLo”.

“Vedete l’altare di Dio nelle stelle, sotto terra, nel pulsare dei
vostri sentimenti”, disse il M. “Egli, la realtà negletta, è celato
ovunque. Se seguirete il sentiero con costanza e mediterete
regolarmente. Lo vedrete nel Suo dorato manto di luce che si estende
su tutta l’eternità. Dietro ogni vostro pensiero sentirete la Sua
beata presenza. “Dio non è cosa di cui si possa soltanto parlare.
Molti hanno parlato di Lui, e molti hanno letto di Lui. Ma pochi hanno
gustato la Sua gioia. Solo quei pochi Lo conoscono; e quando Lo
conoscerete, non ve ne starete più in disparte a adorarlo, ma
diverrete Uno con Lui. Allora potrete dire, come dissero Gesù e tutti
gli altri maestri: ‘Io e il Padre mio siamo Uno'”.

Il M. disse: “Tuffandovi profondamente attraverso l’occhio spirituale,
vedrete la quarta dimensione, sfolgorante dei miracoli del mondo
interiore. E’ difficile entrarvi, ma quanto è meraviglioso! “Non
accontentatevi di un po’ di pace nata dalla vostra meditazione, ma
anelate sempre e sempre di nuovo alla Sua beatitudine. Notte e dì,
mentre gli altri dormono oppure sprecano le loro energie appagando i
propri desideri, voi dovete sussurrare:’Mio Signore, mio Signore, mio
Signore!’. E a tempo debito Egli eromperà dal buio e voi Lo
conoscerete. Questo mondo è un posto bruttoin confronto al bellessimo
regno dello Spirito.Rimuovete gli ostacoli che si oppongono alla vista
interiore con determinazione, devozione e fede”.

“Nella stagione natalizia vi sono nell’aria fortissime vibrazioni di
Coscienza Cristica”, disse il M. “Coloro che sono in sintonia con esse
grazie alla loro devozione e profonda meditazione scientifica,
riceveranno le divine vibrazioni. E’ della massima importanza
spirituale per ogni essere umano, quale che sia la sua religione,
sperimentare entro se stesso la nascita del Cristo universale. “Il
cosmo è il suo corpo; presente ovunque in esso, e fuori di esso, è la
Coscienza Cristica. Se sapete chiudere gli occhi e per mezzo della
meditazione, espandere la vostra coscienza finchè sentirete l’universo
intero come il vostro corpo, il Cristo nascerà dentro di voi. Tutte le
nubi dell’ignoranza si dilegueranno, quando vedrete dietro il buio
degli occhi chiusi la divina cosmica luce. ” Il Cristo deve essere
adorato nella verità: prima in ispirito, con la meditazione, e poi
nella forma percependo la sua presenza perfino nel mondo materiale.
Voi dovete meditare sul vero significato della venuta del Cristo, e
sentirete la sua coscienza attirata in voi dalla calamita della vostra
devozione. Questo è il vero scopo del Natale”.
/
L’equilibrio era una parola-chiave negli insegnamenti di P. – “Se
praticherete profondamente la meditazione”, egli diceva, “la vostra
mente si rivolgerà con sempre maggiore intensità a Dio. Tuttavia non
dovete trascurare i vostri doveri nel mondo. Mentre imparate a
svolgere tutti i vostri compiti con la mente in pace, sarete in grado
di fare tutte le cose più celermente, con maggior concentrazione ed
efficienza. Scoprirete allora che qualunque cosa facciate, le vostre
attività saranno permeate della divina coscienza. Questo stato viene
solo dopo aver praticato profondamente la meditazione e disciplinato
la mente perchè si rivolga a Dio non appena avete compiuto i vostri
doveri, e facendoli col pensiero di servire Lui solo”.

Il pentimento non consiste soltanto nell’esser dispiaciuti per aver
fatto qualcosa di male, ma anche nell’astenersi dal farlo di nuovo”,
disse il M. “Quando vi pentite sinceramente, voi decidete di
abbandonare il male. Il cuore è spesso molto duro e non si commuove
facilmente. Ammorbiditelo mediante la preghiera; allora la divina
benedizione arriva”.

“Siate guidati da saggezza”, disse il M. “Le azioni sbagliate del
passato hanno lasciato dei semi nella vostra mente. Se date fuoco a
questi semi mediante la saggezza, essi si ‘arrostiscono’ e perdono la
loro efficacia. Non potete conseguire la emancipazione finchè non
avrete bruciato i semi delle azioni passate nei fuochi della saggezza
e della meditazione. Se volete distruggere gli effetti deleteri delle
azioni passate, meditate. Ciò che avete fatto, voi potete disfaarlo.
Se non crescete spiritualmente malgrado le prove, dovrete ritentare
sempre di nuovo. Quando i vostri sforzi presenti diventeranno più
forti del vostro Karma derivante dalle azioni passate, allora sarete
liberi”.

Durante una conferenza P. disse; “Il Cristo disse a ciascuno di noi di
‘amare il prossimo come se stesso’. Ma senza la conoscenza dell’anima,
con la quale realizzerete che ogni uomo è in verità ‘voi stesso’, non
potete obbedire al comando di Cristo. Per me non c’è differenza tra
gli uomini, perchè io vedo ognuno di essi quale figlio di Dio. Non
posso pensare a nessuno come a un estraneo. “Una volta a New York, fui
circondato da tre rapinatori. Io dissi: ‘Volete denaro? Prendetelo’, e
porsi loro il mio portafoglio. Finalmente uno di loro disse: “Vi
chiedo scusa. Non possiamo farlo’. Ed essi fuggirono. Un’altra sera a
New York, vicino alla Carnegie Hallo dove avevo appena tenuto una
conferenza, fui avvicinato da un uomo con una pistola, che mi disse:
“‘Sapete che posso uccidervi?”‘.
“‘Perchè?’, chiesi con calma. La mia mente era in Dio.
“‘Voi parlate di democrazia’. Ovviamente era una persona malata di
mente. Restammo in silenzio per un certo tempo; poi egli disse:
“‘Perdonatemi. Voi avete tolto da me il male’. Ecorse via giù per la
strada come una lepre. “Coloro che sono in sintonia con Dio possono
mutare il cuore degli uomini”.

“Constatare che il mondo è un sogno senza cercare di raggiungere nella
meditazione la reaklizzazione effettiva di questa verità, può condurre
al fanatismo”, disse il M. “L’uomo saggio comprende che, anche se la
vita mortale è un sogno, essa contiene dolori di sogno. Egli adotta
allora dei metodi scientifici per risvegliarsi dal sogno”.

Quando la cappella al Centro della Self-Realization Fellowship
(Fratellanza d’Autorealizzazione) era in via d’essere decorata a
nuovo, un discepolo suggerì l’idea di mettere in una nicchia una
lampada di santuario conosciuta sotto il nome di ‘luce perpetua’, che
avrebbe dovuto essere accesa dal M. P. disse: “Io vorrei essere sicuro
che la lampada della devozione a Dio che ho accesa nei vostri cuori,
sia eterna. Nessun’altra luce è necessaria”.

Durante l’anno 1951 P. accennò più volte al fatto che i giorni terreni
che gli rimanevano non sarebbero più stati molti.
“Signore”, chiese un discepolo angosciato, “quando non potremo più
vedervi,ci sarete vicino come ora ?”. Il M. sorrise con amore e disse:
“A chi mi penserà vicino, io sarò vicino”.

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