Il microbiota intestinale ha un ruolo nella fobia sociale?

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Il microbiota intestinale ha un ruolo nella fobia sociale?

Il disturbo d’ansia sociale potrebbe essere condizionato dal microbiota intestinale, la popolazione
di batteri che colonizza il tratto digerente.

9 gennaio 2024 – Elisabetta Intini

La sola idea di stare in un contesto sociale vi fa venire i crampi alla pancia? La paura degli altri
potrebbe in effetti avere un’origine… viscerale. Alcuni microrganismi nella vasta popolazione che
abita il nostro intestino sembrerebbero infatti giocare un ruolo nel disturbo d’ansia sociale o
fobia sociale, il terrore di avere a che fare con altre persone nei luoghi e nelle attività
quotidiane. Lo dimostra una ricerca pubblicata su Proceedings of the National Academy of Sciences.

TRA PANCIA E CERVELLO. Un filone ormai nutrito di studi suggerisce che la composizione del
microbiota intestinale possa in alcuni aspetti condizionare la sfera emotiva e i comportamenti
umani. Secondo queste ricerche, sempre più condivise, tipologie e concentrazioni di batteri
intestinali potrebbero contribuire alle alterazioni all’origine di alcuni disturbi mentali e
malattie neurodegenerative (per approfondire). Chi soffre di fobia sociale vive reazioni emotive
molto intense quando si trova costretto a mangiare o parlare in pubblico, a partecipare a feste o
discussioni, o ad affrontare altre situazioni in cui ci si espone a un potenziale – e temuto –
giudizio degli altri.

NUOVI INQUILINI NELL’INTESTINO. Alcuni scienziati dell’University College Cork, in Irlanda, e
dell’Ospedale Universitario di Francoforte hanno ipotizzato che il microbiota possa contribuire
anche a quest’ultimo disturbo e per verificare la loro idea, hanno sottoposto alcuni topi a
trapianti di materia fecale di donatori affetti da disturbo di ansia sociale. Dopo aver
neutralizzato il microbiota intestinale originario degli animali con alcuni farmaci, hanno diviso i
topi in due gruppi. Alcuni animali hanno ricevuto trapianti fecali di individui con fobia sociale,
altri di persone senza questa condizione.

GETTATI NELLA MISCHIA. A questo punto, gli animali sono stati sottoposti a situazioni sociali più o
meno familiari, in cui dovevano interagire con topi mai visti o con altri che conoscevano bene. I
topi reduci da trapianto di batteri di persone con fobia sociale hanno in effetti mostrato i sintomi
di ansia tipici delle situazioni “collettive”, a differenza dei topi del gruppo di controllo.
Nessuna diversità di comportamento è stata invece notata quando gli animali hanno interagito con
topi a loro familiari.

INTESTINI A CONFRONTO. Analizzando più nel dettaglio il microbiota, il team ha notato differenze
sostanziali nella popolazione di batteri dei due gruppi. In particolare, i topi reduci dal trapianto
di feci di individui con fobia sociale mostravano concentrazioni più basse di tre tipi di batteri.
Differenze sono state osservate anche nella quantità di ossitocina e altri neurotrasmettitori
prodotti dai roditori, così come nei livelli generali di infiammazione, che è parsa favorita nei
topi resi – attraverso il trapianto – timorosi degli altri.

www.pnas.org/doi/10.1073/pnas.2308706120

da focus.it

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