Il miracolo che avviene quando tu pronunci un Mantram

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Il miracolo che avviene quando tu pronunci un Mantram

Tratto da: MANTRA

di Swami Sivananda Radha

ed. Armenia

Capitolo 5

I BENEFICI DELL’USO DEL MANTRA

La ripetizione di un Mantra e’ un mezzo per aumentare la capacita’ di concentrazione. Alcuni maestri
spirituali indiani sostengono che il significato e il contenuto del Mantra non devono
necessariamente essere compresi da un aspirante, al fine di determinare l’effetto desiderato; che la
pratica del Mantra da sola e’ sufficiente a ottenere il risveglio spirituale che ne costituisce lo
scopo.

Di certo l’uso del Mantra purifica il subconscio e, anche se viene ripetuto meccanicamente, si
verifica in ogni caso una certa purificazione. Ogni Mantra e’ pero’ per natura una forma di
devozione che ha il Divino come sua forma ed essenza e la concentrazione sul suo significato
consente un raggiungimento della meta ultima piu’ certo e piu’ rapido.

I benefici della pratica del Mantra dipendono dal singolo soggetto come individuo, dal punto da cui
e’ partito, da dove si trova adesso, da quali sono state le sue vite passate e dall’intensita’ e dal
grado del suo desiderio.

Quando si canta un Mantra tutto l’essere della persona in questione muta in meglio, quindi sarebbe
opportuno creare l’abitudine di ripetere il Mantra in ogni momento, perche’ il lavoro che si svolge
diventera’ piu’ facile e gioioso, in virtu’ del continuo risuonare del Mantra nella mente.

Uno dei risultati che giungono in fretta con la pratica del Mantra e’ il controllo della
respirazione, che e’ il mezzo con cui si puo’ sviluppare l’abilita’ di controllare le emozioni. Nel
canto doniamo tutte le nostre emozioni al Mantra e alla sua divinita’ e chiediamo ad essa di
aiutarci a ottenere il controllo. In questo modo troviamo un modo sicuro di liberarci dai sentimenti
negativi, perche’, invece di scaricarli su qualcun altro, li offriamo alla loro fonte.

Un canto prolungato nel tempo portera’ a una maggiore consapevolezza e alla sostituzione dei
sentimenti negativi con affermazioni positive. La pratica del Mantra spegne le emozioni turbolente e
quieta di conseguenza la mente turbolenta.

In termini yogi esiste una differenza fra emozioni e sentimenti, dal momento che un’emozione
purificata diventa un vero sentimento. Il Mantra Yoga ci fornisce un’opportunita’ di conoscere le
emozioni, di sapere cosa sono, da dove vengono e quale sia il loro giusto posto nella nostra vita.
Tramite il Mantra Yoga possiamo imparare a far fronte alle emozioni in modo adeguato, a controllarle
e a raffinarle e a incoraggiare lo sviluppo armonioso di tutti gli aspetti del potenziale umano. A
mano a mano che il Mantra viene accolto nel subconscio, la mente si purifica in un modo che saremmo
incapaci di raggiungere senza il suo aiuto: lentamente l’ego viene sopraffatto dall’Io Superiore,
come quando si versa a poco a poco il latte in una tazza di caffe’ nero, finche’ il caffe’ viene
sostituito dal latte puro.

Dal momento che purifica la mente, il Mantra rappresenta anche un grande strumento di protezione
contro la paura. Quando vengono purificate, le emozioni si trasformano in amore: questo costituisce
un passo importante nel risveglio di ulteriori livelli di consapevolezza, mentre l’influenza del
Mantra diventa estremamente sottile. I sentimenti che sono stati purificati ci conducono alla
presenza del Divino e dal Divino ci deriva un senso di protezione; il Mantra e’ come uno scudo
contro tutto cio’ che e’ negativo e in grado di turbarci.

Se pure nella vostra vita avete sperimentato soltanto timore, paura, solitudine e, in misura
limitata, amore e gioia, non disperate perche’, per quanto i vostri sentimenti vengano facilmente
feriti, nella vostra eccessiva sensibilita’ risiede uno strumento meraviglioso, sebbene non ancora
sviluppato. A mano a mano che tutte le emozioni negative si evolvono in sentimenti piu’ raffinati,
scoprirete un cambiamento anche nei vostri concetti di amore e di gioia e vi accorgerete che tale
sensibilita’ e’ esattamente cio’ che e’ necessario per entrare nella nuova dimensione di
comprensione, lungo il sentiero dell’Autorealizzazione.

La voce puo’ diventare uno strumento con cui esprimere e controllare le emozioni e, se all’inizio
non riuscirete a raggiungere le note piu’ alte, perseverando nella pratica scoprirete che la vostra
gamma di tonalita’ si va espandendo, noterete che il respiro scorre piu’ facilmente e che la voce
diventa uniforme. Inoltre comincerete a sentire l’espressione delle emozioni – ira, delusione, gioia
– nella vostra voce.

A volte il vostro canto potra’ essere carezzevole, gentile, intenso, malinconico o rivelare come un
senso di abbandono; se canterete in tono sommesso, potrete osservare che tutte le vostre emozioni
diventano piu’ gentili, scoprirete che attraverso il canto esse si purificano e si mutano in veri
sentimenti che scaturiscono dal cuore. In altri momenti la vostra voce potra’ essere forte e
potente, in quanto state riversando in essa tutta la vostra ira e la vostra delusione, le vostre
richieste ed esigenze.

Esprimete onestamente a Dio cio’ che sentite, perfino la vostra collera e impazienza nei confronti
del Divino per non avervi portati piu’ in fretta vicino alla Luce, ma al tempo stesso imparate
quando smettere di manifestare le vostre emozioni, perche’ la vostra pratica non diventi un pretesto
per esprimere indulgenza nei propri confronti. Qualora doveste scoprire che le vostre emozioni sono
particolarmente difficili da controllare, potrete restituirle al Divino, rivolgendovi a lui su un
livello molto personale.

“Perchè, mi hai dato tutte queste emozioni?” – potete chiedere, per esempio. “Perche’ non mi hai
dato la forza e la capacita’ di introspezione per gestirle? Voglio che Tu venga qui e faccia
qualcosa al riguardo, che Tu apra una porta o tiri indietro una tenda in modo da permettermi di
vedere, perche’ mi sto sentendo in questo modo.”

Questa puo’ non sembrare una forma di preghiera, ma lo e’: e’ il riconoscimento del bisogno di aiuto
e della disponibilita’ a chiedere a Dio quell’aiuto, con un atteggiamento di umilta’. Nel cantare le
vostre emozioni, dalla piu’ negativa alla piu’ elevata, e nel restituirle all’Uno che ve le ha
inizialmente donate, voi imparate ad accettare entrambe le parti del vostro essere, la buona e la
cattiva, e a trascendere le coppie di opposti da cui state tentando di liberarvi. Incanalando le
emozioni verso Dio, sul sentiero spirituale, scopriamo che il Divino accetta la nostra lotta, ci
aiuta e ci sostiene nella nostra ricerca dell’Altissimo.

Di per se’, le emozioni non sono una cosa cattiva, ma se si esprimono senza controllo possono
risultare estremamente dannose: perfino l’amore, quando non viene condiviso, quando non viene dato
liberamente e generosamente, diventa amore di se’ e si ritorce in maniera distruttiva contro
l’individuo; mentre, quando sono opportunamente indirizzate, le emozioni diventano una chiara fonte
di forza per ottenere grandi risultati. Attraverso il potere delle emozioni gli uomini e le donne
hanno superato i loro limiti e raggiunto un piu’ grande scopo nella vita, perche’ le emozioni
incanalate attraverso un Mantra diretto al Divino vi possono portare vicino a Dio.

Quando si canta un Mantra le emozioni si esprimono nel respiro e nella voce. Ogni volta che il
respiro e’ irregolare significa che le emozioni coinvolte non sono in equilibrio; tale squilibrio
permane finche’ le emozioni in questione restano intense, ma poi esse si placano gradualmente e
cominciamo a sperimentare quell’armonia che costituisce la nostra meta. Allora, quando cala la
quiete, possiamo sintonizzarci con il piu’ vasto ritmo del Cosmo e divenire una cosa sola con esso.
Cantare ci aiuta a raggiungere la quiete, in quanto poniamo il respiro e le emozioni sotto
controllo: in questi momenti di pace assoluta della mente si sperimenta una beatitudine
indescrivibile e, attraverso la ripetizione della pratica, diventa possibile mantenere costante il
contatto stabilito con il nostro Io interiore.

E’ triste verificare come la maggior parte delle persone possa concentrarsi soltanto quando si trova
in difficolta’, mentre, nei momenti di gioia, la concentrazione si protrae per un attimo soltanto,
in quanto chi e’ felice, impegnandosi per mantenere lo stato di beatitudine, in realta’ lo annulla.
E’ pero’ possibile usare la capacita’ di concentrarsi in momenti di angoscia, per liberare le
proprie emozioni.

“Mi dispiace,” – potete dire – “ma, devo ammettere che sono come un bimbo che non sa neppure
camminare: dovete venire a sollevarmi. Se non volete che resti sempre un bambino dal punto di vista
spirituale, allora dovete venire ad aiutarmi.”

Arriva il momento in cui chi percorre un cammino di ricerca evolve sino a superare lo stadio
infantile, ma per il breve tempo precedente non deve essere troppo orgoglioso di essere come un
bambino piccolo e bisognoso agli occhi di Dio.

Cantando il Mantra, gli sbalzi d’umore finiranno con il tempo per essere controllati e la
consapevolezza del momento attuale crescera’; l’attenzione e, quindi, l’energia verranno allontanate
dagli antichi schemi di pensiero che, come le voci incise in un’audiocassetta, continuano a
ripetersi all’infinito, tenendoci legati al passato e al futuro, a immagini spaventose e a fantasie
insensate che ci causano quella sofferenza di cui noi stessi siamo origine. Adesso pero’ l’energia
sara’ incanalata verso l’Altissimo, in un’affermazione estremamente positiva dell’Io interiore. La
capacita’ di concentrarsi e di sopraffare la volonta’ dell’Io vanno di pari passo. All’inizio vi
capitera’ di chiedervi, come e’ successo a me, perche’ state seduti a cantare, mentre potreste
dedicarvi ad attivita’ piu’ utili e aiutare tante persone. Questi interrogativi affioreranno
ricorrenti, quando lotterete con la vostra mente, che vuole impedire al vostro Io Superiore di
ottenere il controllo.

Qui “mente” ed “ego” non significano “orgoglio” e “vanita’”; ma, si riferiscono piuttosto al binomio
mente-corpo, che domina la vita della maggior parte delle persone. Quando l’Io Superiore viene
incoraggiato a esercitare il proprio dominio attraverso la pratica del Mantra Yoga, molti aspetti
della personalita’, che hanno governato la vostra vita, divengono improvvisamente evidenti e lottano
nel sentirsi minacciati perche’ non vogliono perdere la loro importanza. Attraverso la pratica del
Mantra e dello Japa Yoga vi troverete a confronto diretto con l’Io Inferiore, l’ego o il binomio
mente-corpo, diventando consapevoli di quegli aspetti della personalita’ che hanno sempre governato
e controllato la vostra vita.

Adesso pero’ l’Io Superiore comincera’ ad avere il sopravvento. L’ego, o meglio l’insieme degli
aspetti della personalita’ di un soggetto intellettuale, combatte con maggior vigore che non in una
persona semplice e ingenua, perche’ quest’ultima e’ in grado di riconoscere il suo errore e di non
ricadere in esso, mentre l’intellettuale e’ impegnato a pensare spiegazioni razionali con cui
giustificare i suoi errori ed e’ spesso dotato di ben poca umilta’. Uno dei pericoli insiti nel
seguire l’Inana Yoga, lo yoga della mente, consiste nel fatto che chi lo pratica tende a guardare
dall’alto in basso i praticanti del Bhakti Yoga, lo yoga dell’amore e della devozione, fenomeno che
indica soltanto come la mente sia stata usata per generare una vera discriminazione.

Molti swami e yogi indiani mi hanno confessato di sperare nella vita successiva di reincarnarsi come
donne, perche’ le donne posseggono la vera devozione, la vera umilta’, in cui risiede il sentiero
verso la liberazione.

Per sopraffare l’ego una persona deve praticare la resa ed essere capace di arrendersi al Mantra
stesso e all’energia insita in esso, cosa che richiede purificazione. Se non riuscite ad arrendervi,
quell’energia alimentera’ l’ego. Molti discepoli si prostrano ai piedi del loro Guru per sviluppare
l’umilta’; ma, in effetti, il proselito si prostra davanti allo Spirito Divino, che risiede nel Guru
e in tutti noi. Imparare ad arrendersi al Mantra e all’energia del Mantra mette, di per se’, in moto
il processo di purificazione, consentendo di affrontare ed eliminare egoismo, glorificazione di se’,
autogiustificazione e autogratificazione.

Non permettete che la mente intellettuale vi distragga dal tentare la pratica del Mantra e dello
Japa, in quanto dovete praticarli per poterne comprendere gli effetti. Se di notte andate a letto e
vi addormentate ripetendo il Mantra, esso rimarra’ probabilmente con voi e vi sveglierete con esso.
Non sognerete, a causa del potere generativo del Mantra, che dissolve i problemi e rimuove la
tensione derivata dall’eccessiva auto stima e dalla volonta’ dell’ego.

Se vi addormentate con il Mantra stabilirete contatti che elimineranno le vostre acrobazie mentali e
verbali relative al concetto di mente, di ego e di Intelligenza Cosmica. A causa del suo effetto sul
subconscio, la gente ritiene, a volte, il Mantra una forma di ipnotismo; ma, non e’ possibile
ipnotizzarsi e diventare santi, in quanto cio’ creerebbe un profondo conflitto, tale da far
impazzire la mente o da riportare il soggetto al suo vecchio modo di vivere. E’ pero’ importante
riflettere sull’ipnotismo, perche’, per molti anni, ci siamo ipnotizzati, ponendoci limiti che ci
impediscono di vedere e di utilizzare il nostro pieno potenziale.

Attraverso la televisione siamo di continuo bombardati dall’idea che dobbiamo avere un’automobile
nuova, o che il nostro corpo secerne odori che devono essere mascherati, e i ricercatori sostengono
che semplicemente guardare la televisione pone le onde cerebrali su una frequenza di trance
ipnotica. La televisione e’ pero’ soltanto uno degli strumenti ipnotici piu’ noti, in quanto il
fatto che durante tutta la nostra vita ci venga ripetuto che dobbiamo avere un buon lavoro, fare
soldi e sposarci e’, comunque, ipnotismo.

Anche riguardo alla reincarnazione, dobbiamo constatare che per molte vite ci siamo auto ipnotizzati
fino a diventare cio’ che siamo oggi, mediante forti convinzioni, che sono diventate pregiudizi e
che ci impediscono di vedere la bellezza e la verita’ del Divino, non soltanto negli altri, ma,
anche in noi stessi. Mettendo a fuoco la mente sul nome di Dio e sul potere del Divino all’interno
del nostro essere, il canto di un Mantra opera per contrastare questi preconcetti. In effetti, la
pratica del Mantra e’ un processo di annullamento dell’ipnotismo, perche’ con essa si raggiungono
una maggiore consapevolezza e comprensione, per quanto il procedimento possa essere lento.

Possiamo diventare cio’ che decidiamo di essere e, di conseguenza, se concentriamo un intenso
sforzo, energia e potere emotivo per diventare milionari, probabilmente ci riusciremo. La stessa
quantita’ di energia puo’ pero’ essere dedicata a diventare Auto-realizzati, e questa e’ una meta
che vale l’impegno. Dopo la Realizzazione resta molto poco cui aspirare, mentre dopo che si e’
diventati milionari, si va incontro a tutta una nuova serie di problemi e di desideri: come fare a
conservare il denaro, come guadagnarne dell’altro, come trovare amici che ci amino per quello che
siamo e non per le nostre ricchezze. Se, pero’, una persona diventa Auto-realizzata, poiche’ e’
capace di vedere il Divino in ognuno, tutti le sono amici. Attraverso l’uso del Mantra si ottiene
una piu’ grande sensibilita’ e un affinamento dei sensi, che possono, con il tempo, consentire di
vedere con l’occhio interiore e di sentire con l’orecchio interiore.

Quando si sviluppa l’orecchio interiore, si puo’ udire la musica delle sfere: una musica di una tale
squisita bellezza che nessuno strumento e nessuna voce umana sono in grado di riprodurla: si puo’
udire il Cosmico AUM. L’impatto e gli effetti di una simile esperienza porteranno un intenso
desiderio di cambiamento e di sviluppo. Il Mantra non e’ una pillola magica; ma, piuttosto, un
costante flusso d’acqua, che erode gradualmente anche la roccia piu’ dura. Gli immediati risultati
del canto sono un aumento dell’abilita’ di concentrarsi, seguito gradualmente dal controllo del
respiro e delle emozioni. Piu’ tardi le emozioni saranno raffinate fino a diventare veri sentimenti;
ma, la meta piu’ importante del canto e’ la Realizzazione dell’Io.

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