– Parte sesta
Il determinismo e il libero arbitrio
(di Anonimo)
– Parte sesta –
Filosofi e pensatori di tutti i tempi si sono sempre affannati alla ricerca di una soluzione sulla
libertà dell’uomo e sul suo determinismo. Se esiste un destino, allora ogni nostro atto, essendo
determinato innanzi tempo, non dipenderebbe più dalla libera volontà dell’uomo.
Però esaminando la questione alla luce dell’Antica Sapienza, veramente l’uomo è dotato di libero
arbitrio e quello chiamato destino, o determinismo, è tutta una costruzione limitativa formata da
noi stessi. A tale risultato si perviene allorché si cerca di realizzare la massima dell’oracolo di
Delfo: “Nosce te ipsum”, cioè: conosci te stesso.
E’ necessario, al riguardo, allontanarsi dalla comune concezione geocentrica e antropocentrica, ed
esaminare il problema sotto un aspetto più ampio, studiandolo alla luce delle grandi Leggi Cosmiche;
considerando soprattutto che cosa è l’uomo rispetto all’universo, donde viene e dove va.
L’Universo nel suo aspetto statico è un grande Divino congegno; nel suo aspetto concettuale è
l’espressione di Dio; nel suo aspetto dinamico è evoluzione. In questo organismo l’uomo è come una
cellula, è un microcosmo; egli infatti è formato di atomi che sono sistemi planetari in miniatura.
Il principio che muove ed anima l’intero universo è la Legge Divina, legge che è moto, che è vita,
che è il pensiero di Dio e il suo modo di essere come Spirito.
Per la legge di analogia e di corrispondenza tutto ciò che avviene nell’infinitamente grande si
verifica nell’infinitamente piccolo, e così il macrocosmo e il microcosmo, l’universo e l’uomo, il
sistema planetario e l’atomo, seguono l’evoluzione e le loro manifestazioni sono governate dalla
medesima legge, quella dell’Amore, i cui aspetti principali sono: Luce. Armonia, Perfezione.
Sotto l’impero di questa legge procede l’evoluzione che non è un ascendere confuso disordinato,
caotico, ma è un movimento esattamente disciplinato, senza possibilità di inganni. Chi crede di
frodare la legge froda sè stesso. La legge cosmica ha un suo ritmo assoluto in cui tutto è
simmetria, armonia, reciprocità, per cui non si avanza che per continuità.
A noi il mondo può sembrare caotico e gli esseri mescolati e abbandonati a caso, ma ciò è solo
un’apparente confusione spaziale poichè ciascuno ha una propria individualità ben definita e porta
scritto inconfondibilmente nella propria natura la sua legge. Nessuna confusione: gli esseri
esistono e si muovono secondo un piano di evoluzione che dirige la manifestazione progressiva di
tutti gli esseri sulla terra e nell’universo intero. E’ secondo questo piano che le specie e le
razze tendono a modificarsi progressivamente per il raggiungimento della perfezione.
E’ seguendo la legge di evoluzione che le razze e le nazioni nascono e spariscono, che le civiltà
risorgono, fioriscono e decadono per lasciare posto a civiltà superiori.
Il tempo della nostra esistenza terrena è così breve rispetto alla eternità che noi non potremmo in
una sola esistenza imparare tutte le lezioni della vita per perfezionarci, non avremmo il tempo per
liquidare i debiti karmici, per riparare al mal fatto, propriamente così come in una sola giornata
non potremmo esaurire tutto il lavoro di un mese.
Perciò dobbiamo ammettere che l’uomo può raggiungere la perfezione solo attraverso molteplici
esistenze, portando da una esistenza all’altra, nella sua più alta coscienza, la sintesi delle
esperienze e delle cognizioni sotto forma di tendenze e di idee innate. Secondo questa concezione la
morte non è la fine di ogni cosa ma il fenomeno per mezzo del quale la vita evolve e si perfeziona
attraverso le forme successive.
Siamo in presenza della legge di rinascita.
Rincarnazione ed evoluzione sono fra loro strettamente unite da un legame compensativo ed
equilibratore automatico, costituito dalla legge di causalità, poichè ogni causa è un’azione, ogni
azione genera un effetto, e nell’insieme formano un concatenamento di cause ed effetti.
Con la reincarnazione, la grande legge di equilibrio porge all’individuo l’occasione di poter
correggere gli errori commessi nell’esistenza precedente e ristabilire perciò l’equilibrio nelle
condizioni che egli medesimo aveva turbato, riprendendo la lezione al punto in cui l’aveva lasciata
nella precedente esistenza; mentre con l’evoluzione, intesa come movimento di progresso, la legge
schiude il sentiero su cui è possibile ogni costruzione, ogni ascensione umana. Tutto ciò che un
individuo pensa, dice e fa, produce determinati risultati su di lui e sul suo ambiente, formano cioè
il suo destino: le nostre azioni messe insieme formano il nostro karma.
La legge del karma corrisponde alla Nemesi dei romani; alle Parche di Platone, Cloto, Lachesi e
Atropo amministratori del destino; ai tre Horns della Saga Scandinava. Questa legge si estrinseca
nella vita umana in modo non difforme dalle altre manifestazioni della meccanica e della chimica.
Essa è strettamente collegata con la dottrina del determinismo che impera nel regno fenomenico
poichè tale mondo è retto da automatismi.
E’ una legge che regola tutti i fenomeni della vita, fenomeni fra loro connessi in rapporto di
interdipendenza per il raggiungimento di una superiore finalità: Lo svolgersi del piano divino
dell’evoluzione.
Questo piano divino possiamo considerarlo come l’aspetto positivo del nostro destino e propriamente
come un sentiero luminoso di infinito progresso, che a noi si apre quando obbediamo e siamo fedeli
alla Voce che ci perviene dal profondo del nostro essere: “La Voce del silenzio”; quando cioè noi
irradiamo pensieri nobili, o ci orientiamo verso ideali ed aspirazioni elevate, o compiamo azioni
buone che rispecchiano la perfezione.
L’altro aspetto del destino, quello negativo, possiamo considerarlo come una espressione dei nostri
pensieri cattivi, delle nostre azioni erronee e delle nostre false credenze e propriamente come la
risultanza di tutte le creazioni negative che cerchiamo di sovrapporre ed anteporre alla creazione
Archetipa Perfetta del Principio Divino.
E così scegliendo l’assurdo raccoglieremo illusioni, e le illusioni non essendo realtà portano
sofferenza. Pertanto, non potendo le nostre creazioni negative rientrare nel piano divino, producono
reazioni che si traducono in privazione o limitazione di libertà. In conseguenza noi siamo
continuamente in presenza della legge di causa e di effetto.
In un simile e complesso organismo chi oserebbe credere che la nostra vita, il nostro destino sia
abbandonato al caso? E allora perchè non credere che le disavventure e le ingiustizie non siano che
reazioni e condizione di un più alto e perfetto equilibrio che si ripristina?
E ciò perchè gli eventi tutti sono fra loro congiunti in una serie ininterrotta di cause e di
effetti. Poichè senza una causa niente può succedere. La nostra vita è inserita in questa infinita
serie di cause e di effetti che si estende indietro nel passato e innanzi nel futuro.
Siamo perciò ad un tempo proiezione e schermo La scienza e la religione, che si rifiutano di
riconoscere tale principio, non ci sanno spiegare il perchè di certi oscuri destini che sembrano
senza speranza in esseri puri ed innocenti. Non ci sanno dire il perchè di tale disparità e
manchevolezze fisiche e morali, di privazioni di mezzi materiali e spirituali. Non ci sanno spiegare
il perché del dolore.
Gli uomini in genere dicono “è il destino” in quanto essi non conoscono le lontane radici, nè sanno
quale vibrazione sospinta da una infinita catena di onde sia il nostro presente. Il destino non è
qualche cosa che ci sovrasta dal di fuori, come una cosa a noi estranea, ma è il frutto delle nostre
azioni passate, è un autodeterminismo che viene dal di dentro del nostro essere. E’ in noi che
avviene la lenta affermazione del Destino. Ad ogni istante nell’azione, nella parola e nel pensiero
noi adoperiamo energie divine che fluiscono costantemente in noi.
Quando la sostanza universale e l’energia sono da noi adoperate in modo contrario alla legge, allora
queste discordanti attività dell’uomo si vanno ad imprimere nella sostanza universale che le
restituisce all’uomo stesso. Il dolore singolo o collettivo, diventa un effetto della reazione della
legge violata che si fa sentire nella sua volontà di ricostruzione dell’ordine cosmico turbato ed
agisce come rettifica delle traiettorie del destino.
Ad ogni istante la nostra volontà può introdurre nuovi fattori nell’equazione algebrica della vita,
e così il nostro destino è rappresentato dalla risultanza di tutte le forze messe in moto o subite
da noi. Questo complesso di forze imponderabili, o ultrasensorie, fra loro connesse in funzione di
equilibrio, formano il campo della etica e se, per essere troppo sottili, queste forze sfuggono
spesso alla giustizia umana, un altro piano di equilibrio più sensibile, costituito nel nostro
destino dalla giustizia divina, invece le pesa, le registra e ce ne impone la risultante sotto forma
di gioia e di dolori.
Inoltre, ogni vita terrena contiene le prove necessarie proporzionate e adatte per il ristabilimento
dell’equilibrio carmico e per ascendere dalla materia allo spirito. Tali prove possono essere
dilazionate in più esistenze come un debito bancario ed allora, essendo tutti debitori della vita
verso l’Assoluto, quando manchiamo, la legge si schiera contro; allora la dilazione e il fido
accordatici dalla Banca Divina vengono revocati e anziché in più rate, paghiamo in una sola volta il
nostro debito karmico, venendo così privati della libertà di scelta.
Il destino, quale effetto del nostro passato, contiene delle zone di assoluto determinismo, a cui,
però, entro certi limiti, si sovrappone in ogni momento la nostra libertà del presente continuamente
sopravveniente come attività correttiva. Questa continua attività correttiva è operata dalla legge
la quale è complessa in tutta la rete delle sue ripercussioni, è adattabile e compensatrice, ma è
sempre una legge, e come tale esatta nelle conseguenze di ogni atto, precisa nel suo andamento, per
cui ogni disordine provoca la sua reazione.
Di fronte a questa legge abbiamo il potere correttivo del nostro libero arbitrio il quale è una
volontà minore, arginata e circoscritta da una maggiore che è quella della legge stessa, per cui
noi possiamo muoverci a nostro piacere, ma ci muoviamo come entro un recinto da noi voluto. Come il
prigioniero che ha soltanto la libertà di pensare, mentre quella di agire è limitata dall’angustia
della cella.
D’altra parte, quando è che la nostra volontà ha una libertà piena? Essa, almeno nelle sue
manifestazioni della vita, è un derivato, è un prodotto inevitabile di forze in gioco in quanto è
sempre attraversata dal determinismo fisico di cui ogni nostro atto più o meno risente e che noi non
possiamo piegare ma guidare solamente ai nostri fini. Questo determinismo fisico sta in relazione
inversa al nostro grado di evoluzione. L’animale non ha libero arbitrio, l’uomo si, e a mano a mano
che egli evolve ed opera il suo rinnovamento psichico, si sottrae sempre più ai limiti di questo
determinismo fisico, passando dalla materia allo spirito, dal determinismo al libero arbitrio.
Determinismo è karma che, una volta generato, non può essere distrutto; la libertà invece è
l’essenza stessa dell’individuo, lo spirito, ed è completa quando lo spirito è libero da ogni karma.
Lo spirito è originariamente libero di muoversi in ogni direzione, una volta sceltane una, la deve
seguire, almeno per quel tanto che è in proporzione all’impulso col quale in quella direzione si era
mosso.
Esempio: se mi immetto in una strada per libera scelta, non posso pretendere di passare subito su
un’altra, finchè non tornerò indietro, cioè finchè il karma non avrà ristabilito le condizioni
iniziali di equilibrio. L’uomo ha quindi un fattore di libertà e uno di determinismo. La libertà
viene dall’alto, la servitù dal basso. Non vi può essere determinismo senza una precedente libera
scelta, non vi può essere scelta che non sia seguita dall’obbligo di uniformarsi ad essa.
L’uomo è costretto, allorchè resta avvinghiato alla materia, alle passioni, all’emotività, alla
sensualità; ma, quando l’uomo agisce come un essere spirituale, in un campo di etica, egli allora si
sente perfettamente libero, poiché nel mondo del pensiero, sul piano dello spirito, le leggi fisiche
scompaiono e scompare quindi anche il condizionamento della materia.
Perciò, libero arbitrio e determinismo non vanno concepiti in antagonismo, come se fossero due punti
immobili ed assoluti. ma vanno considerati come due fasi successive, come due punti di una scala
coordinati fra loro dal concetto di evoluzione. Se l’uomo fa cattivo uso della libertà, operando il
male, avrà come risultato in questa o nella prossima esistenza, situazioni tali che, per condizioni
di famiglia, disavventure od altro, egli avrà un ristretto campo di libero arbitrio.
Se, invece, fa buon uso delle sue attitudini fisiche e psichiche, egli, liberandosi da cause
karmiche, acquista diritto a riceverne di più in questa o nella prossima esistenza, e quindi verrà a
trovarsi in particolari situazioni di libertà di azione. Come vedete, sul piano della vita infinita,
vi è un perfetto equilibrio al quale nessuno può sfuggire.
La trasmutazione delle energie
La Trasmutazione è un processo fondamentale che si svolge in ogni momento a tutti i livelli. Al
livello fisico, le trasmutazioni più semplici sono quelle del calore e dell’acqua in energia
elettrica, che a sua volta viene dalle macchine e dai veicoli ritrasformata in moto, in freddo, in
calore, in onde radio, ecc.
Anche la nostra personalità attua la trasformazione dell’energia nucleare, in potenza che può essere
utilizzata per molti scopi.
Infatti, nella vita biologica si svolge un continuo processo di trasmutazione. Il nostro corpo
fisico è una macchina meravigliosa che trasmuta i vegetali in sostanza animale, cioè trasforma le
molecole in cellule. La digestione del cibo e la sua trasmutazione nei tessuti dei muscoli e dei
nervi e in tutti gli altri costituenti del corpo sono essenziali per la crescita e per il costante
funzionamento di ogni organismo vivente. Consideriamo soltanto come l’erba viene trasformata dalle
mucche in latte.
Mentre queste cose sono generalmente note, la trasformazione psicologica e spirituale, invece,
avviene senza alcuna conoscenza e comprensione e pertanto, è molto poco utilizzata. Per quanto
riguarda le energie psichiche la loro trasmutazione avviene spontaneamente in noi.
Per esempio, l’emotività della collera stimola la secrezione dall’adrenalina, che, conseguentemente
accelera il battito del cuore, la pressione sanguigna aumenta e libera degli stimoli chimici nel
sistema.
Anche la paura produce effetti psicologici come il tremito e il pallore. Ma le energie psichiche
possono anche essere trasmutate sul proprio livello psicologico. Per esempio, quando siamo adirati e
scriviamo una lettera furiosa, trasmutiamo la nostra collera in espressioni verbali.
Questo è ugualmente vero per altri stati emotivi e offre innumerevoli opportunità per agire
interiormente e per una utilizzazione esteriore delle energie. Cioè, la sublimazione impiega le
energie psichiche per più elevate finalità e scopi spirituali e costituisce una importante forma di
trasmutazione.
Può essere operata coscientemente utilizzando per scopi nobili ed elevati le energie che normalmente
alimentano le illusioni, il fascino. In genere il desiderio può essere trasmutato in aspirazione,
indirizzandolo gradualmente nella opportuna direzione, affinchè tale aspirazione da orizzontale
diventi verticale per sviluppare quelle qualità adatte per raggiungere elevate mete. Questo processo
può essere facilmente visto nei riguardi dell’amore la cui graduale trasmutazione appare nei
differenti stadi dell’amore coniugale, dell’amore altruistico e dell’amore mistico nel quale l’amore
umano viene trasmutato in Amore Divino. Dobbiamo però al riguardo chiarire che l’Amore Divino non è
una mera proiezione o sublimazione dell’amore umano, in quanto c’è un genuino sentimento di amore
verso Dio in quelli che hanno inclinazione mistica la quale ha un’origine superiore.
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