< Il Mistico Viaggio > (di Muzuke)
– estratto –
– Anima –
Cos’è l’anima
Esiste una scintilla vitale chiamata spirito, o corpo spirituale; essa è pura ed incontaminata e
genera l’anima che si imbarcherà nelle varie esistenze incarnate, prendendo diversi corpi fisici e
dimenticando quasi sempre chi veramente è (cioè, l’anima e la sua scintilla divina). Alcuni,
illuminati, riescono a svelare la loro coscienza e a riconoscersi per quel che veramente siamo:
anime che viaggiano, la cui vera essenza è lo spirito individualizzato. Il corpo fisico è come un
vaso… un contenitore; l’anima è come un secondo vaso interno al primo, fatto di materia mentale;
lo spirito è l’unica vera essenza di ognuno di noi.
– Perché lo spirito deve incarnarsi –
Lo spirito individualizzato, prima di nascere sul piano animico e terreno, pare si trovi come nella
situazione di una enciclopedia; cioè, sa tutto, ma non ha fatto nulla. L’esistenza terrena e astrale
è il mettere in pratica, voce per voce, tutta la conoscenza. Pian piano, facendo cose e superando i
nostri errori e riarmonizzandoci con la Verità, riacquistiamo coscienza… fino a che possiamo
tranquillamente tornare a Dio. In questa ottica – è ovvio – che ne passano tante di vite!
Nel far questo, lo spirito individualizzato manifesta il suo particolare aspetto del divino.
– Il grande sole spirituale –
Immagina un grande sole, Dio. Da lui partono tanti raggi luminosi, i nostri spiriti, ognuno con
colori e sfumature diverse. Questi spiriti in-formano (nel senso di dar forma) un corpo fisico.
Quando sono nel corpo fisico, gli spiriti trovano difficoltà a farlo agire… e cominciano a creare
forme pensiero per comandare il corpo… poi, ad un tratto, si forma una idea riflessa su se stesso;
qualcuno ti fa guardare allo specchio, o ti dice “questo è tuo”, ecc. Allora comincia a formarsi
l’ego, che è l’insieme dei pensieri riflessi su se stesso. Questo fa si che parte dei pensieri che
provengono dallo spirito e che si esprimono in azioni vengono catturati e riflessi sul corpo. Es:
dallo spirito viene “ora do’ una mano a quella persona”… e l’ego aggiunge “così sarò più buono
(io)”. Il primo va fuori da te, il secondo torna indietro.
Il raggio spirituale luminoso viene rifratto e distorto dall’ego.
In ognuno, poi, la cosa ha sfumature diverse di distorsione e potrai riconoscere persone spirituali
con caratteristiche molto diverse, ma dello stesso grado di spiritualità. È il raggio che ha diverso
colore, anche se provengono dallo stesso divino. Dobbiamo solo togliere la distorsione verso se
stessi e tutto si risolve… diventiamo canali del divino… Lui fa le cose, noi solo gli forniamo
lo strumento: noi stessi.
Per questo, il credersi peccatori è sbagliato… frena il raggio. Lo stesso dicasi dei sensi di
colpa.
Dobbiamo lasciare che il divino si esprima attraverso di noi, eliminando tutto ciò che lo distrae.
– L’espansione della coscienza –
La coscienza, in effetti, cerca sempre l’espansione verso l’infinito, abbracciando, via via che si
cresce, prima solo il corpo, poi le qualità emozionali, mentali, morali; poi, il gruppo, poi, la
coppia, poi, la famiglia, la città, la nazione, l’umanità; fino ad arrivare al tutto, a Dio. È ovvio
che, finché mi identifico con una parte… potrò entrare in lotta con le altre per la sopravvivenza.
Solo l’espansione finale garantisce la vera pace dell’anima.
– L’obiettivo finale –
L’essere umano come lo conosciamo è solo la buccia esterna di un frutto, il cui seme è il divino,
che ha dimenticato ciò perché confuso dal guardarsi allo specchio e vedersi un corpo, dimenticando
così, nell’infanzia, la propria origine, per il formarsi del proprio corpus di idee chiamato Ego,
l’idea di essere qualcosa di separato dal divino.
Se uno riesce ad espandere la scintilla divina e, nel contempo diminuire a zero la propria
personalità egoica, può, quindi, lasciar sfociare il divino direttamente attraverso di se.
È questa quella che viene chiamata illuminazione; è questo che fanno i santi; è questo che ci ha
consigliato Gesù.
“A quanti lo hanno accolto, ha dato il potere di diventare figli di Dio, anche a coloro che credono
nel suo nome”, Gv, 1-12
“Il vincitore lo farò sedere presso di Me, sul Mio trono, così come Io ho vinto e Mi sono assiso
presso il Padre sul Suo trono”, Apocalisse, 3-21
..quindi il trono è per tutti presso il Padre!
Quando uno è arrivato … è arrivato! Non tornerà indietro (a meno che non abbia una missione
divina).
Tutti gli insegnamenti spirituali orientali puntano alla risoluzione delle esperienze terrene, nel
senso di non rinascere più, perché non è più necessario.
Si rinasce perché ci sono ancora dei desideri materiali insoddisfatti che attirano la nostra anima
ad una nuova reincarnazione. Se li sublimiamo, o li soddisfiamo senza attaccamenti, allora non ci
attireranno più.
Poi, ci sono i desideri di godimenti dei mondi astrali. Sono desideri più sottili; se vogliamo, più
elevati: desiderio di godere la vista di tutta la creazione, di percepire l’eterea musica delle
sfere, di odorare, di toccare, di gustare le varie manifestazioni della luce, di poter creare,
plasmare la materia astrale con il solo pensiero, ciò che più piace. E questi portano ad una serie
di rinascite nei mondi astrali.
Esiste, poi, il mondo causale, delle macroidee. Lì si rinasce, una volta risolti e superati i
desideri astrali.
Infine, l’essere che termina il suo percorso si dissolve nel divino, perdendo ogni senso di
separazione, ma non la sua individualità specifica.
I Maestri orientali insegnano a fare tutto questo in una sola vita… se possibile; altrimenti si
arriverà dove si può, comunque più su. E’ anche evidente che il ciclo conclusivo non è per tutti e,
quindi ,ognuno di noi si trova collocato in un particolare punto del cammino evolutivo di tante
vite.
– Chi sei tu –
Tu sei parte di Dio… in effetti tu sei Lui. È solo la tua coscienza che non lo riesce a
comprendere, perché deviata dalla percezione dei sensi sottili e grossolani… per questo sparisce
perché smetti di guardare a Lui… essendo Lui. Tutto questo è però pericoloso pensarlo, se ancora
ci sono tracce di Ego… lo si ottiene eliminando l’ego. Esistono scuole che cercano di bruciare le
tappe, ma sempre cercando di far sparire l’ego con la individuazione nel tutto.
– Perché il male –
Dio non fa il male. Lui ha solo fatto la creazione che sottostà ad alcune leggi (necessità di ogni
realtà). Lui ti dice: così ti andrà tutto bene e in quest’altro modo ti andrà male. Sta a te cercare
di seguirlo, se vuoi che tutto fili liscio.
Se uno si affida a Dio scopre che, stranamente e per caso, si ritrova solo al margine delle
disgrazie che devono accadere.
Inoltre, Dio non crede che questa sia la nostra vera vita. Noi, qui, su questa terra, viviamo come
in un campeggio di boy-scout. Siamo venuti ad imparare. Dopo, torneremo nel mondo astrale e, poi, in
quello spirituale. Per chi muore è solo finito il campeggio.
– Esortazione –
È importante far si che la gente si ricordi che siamo anime… anime incarnate… e che, lasciando
questo corpo, andremo lì dove saremo lanciati dalle azioni di tutta una vita.
Bisogna presentare loro il mondo astrale, fatto di materia di sogno, bello da mozzare il fiato per
chi ha capacità di immaginare il bello… e infernale per chi ha costruito una visione del peggio
nella sua vita. È lì che andremo e ognuno sta costruendo il proprio.
– Reincarnazione –
Questa della reincarnazione è una storia complessa.
Ci si reincarnerebbe anche nelle sfere astrali e, successivamente, in quelle causali.
E noi non saremmo nati solo in questa vita (altrimenti come spiegare la enorme differenza tra le
persone?), ma ci saremmo incarnati già nell’astrale, oltre che nel fisico.
Comunque, è vero che nessun maestro ha contrastato in un senso, o nell’altro, questa credenza.
Né Gesù, né Buddha. Nessuno dei due ne ha parlato, a parte una citazione di Gesù su Giovanni
Battista, che era quell’Elia che doveva venire.
“E se lo volete accogliere, egli è quell’Elia che doveva venire”, Mt 11-14
Ed Elia era morto e Giovanni Battista era vivo… quindi… reincarnazione di Elia.
La credenza nella reincarnazione era precedente al cristianesimo che la accettò (Clemente
D’Alessandria, Origene, San Girolamo) e poi cancellò, nel 553, con il secondo concilio di
Costantinopoli.
Noi siamo anime che migrano tra tante vite fisiche, o astrali, e questo spiega la differenza tra una
persona estremamente materiale (una anima bambina) e uno che invece valuta più la parte emozionale,
o mentale, o morale.
E questa è una spiegazione che convince… se non altro rilassa nei confronti con la gente… se si
incontra uno di coccio (come si dice a Roma) si può pensare: “ok… è solo un’anima bambina!” e non
prendersela, poi, tanto.
Ognuno di noi porta dentro un qualcosa che possiamo chiamare la nostra scintilla divina (il nostro
spirito individualizzato). Essa è divina ed immacolata.
Mediterranee – Studio su di una casistica interessante e illuminante a riscontro della possibilità
della reincarnazione]
Quindi, la personalità è praticamente nuova in ogni vita, anche se rimane una tendenza karmica a
ripetere gli errori precedenti per superarli, più alcune tendenze positive (anch’esse si chiamano
karmiche), che sono le nostre particolari capacità innate. Queste tendenze sono gli influssi
dell’anima.
La rinascita in un nuovo corpo non elimina definitivamente l’identità precedente, ma la purifica
dalle strutture più grossolane. Solo così si spiega perché alcuni nascono geni, altri idioti ed
altri ancora menomati. Altrimenti Dio risulterebbe piuttosto sadico…
Invece sono le nostre profonde mancanze rispetto alle leggi divine (forse è più familiare la parola
peccato, anche se è imprecisa) – dette karma negativo, più quello positivo – che si manifestano nel
nuovo corpo, come caratteristiche sia fisiche che psichiche.
Fortunatamente, abbiamo altre vite in cui continuare la nostra crescita spirituale…altrimenti, se
avessimo una sola vita, molti arriverebbero a Dio piuttosto imperfetti!
Comunque, avere altre vite non è mai, per chi crede nella reincarnazione e nel karma, una scusa per
non migliorarsi in questa. Infatti nella prossima otterremo benefici, o disgrazie, in base a come
abbiamo costruito la nostra anima in questa, anche se si rinasce nei mondi astrali.
– Quando si incarna l’anima –
Nei mondi astrali uno va dove i suoi desideri o il suo karma lo attirano… Se si hanno ancora
desideri sessuali, dopo la morte fisica, si finisce per essere attratti nell’istante di una unione
sessuale e si finisce nel nuovo nascituro… Evidentemente, questo non succede se non si hanno più
di questi desideri. È per questo che le strade religiose consigliano la castità; ma una cosa è aver
sublimato i desideri sessuali ed un’altra è imporsi una regola e lasciare che nel subconscio vaghino
desideri inespressi, pronti ad esplodere se si danno le occasioni.
Sembra che l’anima si accompagna, ma non vi si localizza, al feto durante la gestazione. Solo alla
nascita, o una settimana prima, prende posizione definitiva.
Riguardo invece alla sopravvivenza tra la morte e la rinascita, sembra sia molto variabile da
qualche giorno a decine di anni, dipendendo dal livello di realizzazione dell’anima. Nel frattempo,
dimora nel piano astrale, in cui è attirata a seconda del suo peso karmico.
– Karma e destino –
Ogni pensiero che facciamo, ogni azione e ogni parola pronunciata vengono registrate nel nostro
continuum mentale, una sorta di spazio che si trova dentro e intorno al nostro corpo e che viene
chiamato aura. Ogni registrazione armonica, il karma positivo, attirerà un qualcosa di armonico in
questa, o in una vita successiva. Altrettanto succede con tutto ciò che è disarmonico… il fatidico
karma negativo.
“Noi siamo come freccie lanciate verso le esperienze. L’arco, la direzione, la forza sono il nostro
karma passato delle vite precedenti e anche quello prodotto in questa vita. All’inizio, alla
partenza, in questa vita, le forze del karma sono troppo forti perché ci si possa ribellare. La
freccia non può cambiare direzione, perché anche i suoi pensieri e desideri sono il prodotto del
lancio karmico. Più avanti, se diminuisce la spinta karmica attraverso l’introspezione e la
purificazione, allora possiamo valutare e, se è il caso, direzionare la nostra vita inserendo una
spinta nuova, ad es. la spiritualità…”
Il nostro insieme di corpi, fisico e sottili (sono più di uno), è un piccolo microcosmo, in cui si
ripete – a ritmo armonico, ma diverso – il gioco delle stelle. Anche in questo caso, più ci sono
influenze karmiche, più siamo costretti a fare quel gioco, perché ogni passaggio influenza uno dei
nostri piani mentale, emotivo, fisico. Possiamo però riuscire a salire di livello, sino ad uscire
dalla dualità, almeno per una serie di concetti. Es. attrazione per il sesso… se lo sublimi, non
ti interessa più e gli influssi dei pianeti assumono connotazioni più elevate.
In pratica, è come se noi abbiamo per ogni nostro desiderio il bersaglio di un archetipo divino,
però la nostra coscienza legata alle esperienze terrene ci fa abbassare la direzione dell’obiettivo.
– Conoscere il futuro –
Chi ha le capacità adatte e non ha bassi desideri terreni, ha la possibilità di guardare dove le
spinte karmiche condurranno un individuo, una nazione, la terra. È veramente possibile. Ma chi ha
queste capacità, non le usa che raramente, perché oramai ha già avuto le sue risposte e sa che tutti
torneremo alla sorgente. Non ha necessità, o desideri, di sapere il resto dettagliatamente; una
infarinatura gli basta e sarà possibile che ci risponda:
– Cicli cosmici –
Secondo il punto di vista che dà Sri Yukteswar ci stiamo muovendo, insieme al sole, in una rotazione
attorno ad un grande centro cosmico chiamato Vishnunabhi, la sede di Brahma (il cuore divino del
cosmo), che controlla la virtù mentale (la qualità più alta della mente). Più vicini siamo ad esso,
più percepiamo direttamente Dio e la Verità.
Per percorrerne la circonferenza servono 24.000 anni.
Il punto più luminoso, vicino al cuore di Dio, calcola Sri Yuktesvar, è nel 11.501 a.C./12.501 d.C.
ed il punto più lontano il 501 d.C.. Noi staremo, quindi, lentamente, avvicinandoci di nuovo a quel
centro.
A seconda della quantità di luce di qualità spirituale che arriva, si suddividono i 24.000 anni in 8
periodi (yuga) di diversa lunghezza e valenza spirituale, dal più luminoso Satya yuga 4800, poi
Treta yuga 3600, Dvapara yuga 2400 e Kali yuga 1400; ripetuti, poi, in ordine inverso: Kali yuga
1400, Dvapara yuga 2400, Treta yuga 3600, Satya yuga 4800, e così via.
Secondo questo schema, 5-6 mila anni prima di Cristo, per un effetto di inerzia dai periodi
precedenti, le persone avevano una percezione divina diretta che si è persa quasi completamente,
entrando nel periodo oscuro Kali Yuga (699 a.C.- 1.701 d.C.). Oggi, stiamo, faticosamente,
riacquistando la capacità di percepire direttamente la Verità; ma, ancora una volta, per un effetto
di inerzia del periodo precedente, troviamo mille difficoltà a destrutturare il sistema di pensiero
oscurante costruito nel Kali Yuga.
Tutto ciò implicherebbe che la venuta dei più grandi maestri e la nascita quindi delle religioni
attualmente più diffuse, è avvenuta in concomitanza del periodo più oscuro, quando con la coscienza
si è più lontani da Dio.
ca 560 a.C. – Buddha, Lao tzu ca 0 – Gesù ca 570 d.C – Maometto
Fa eccezione l’induismo; ma, all’interno di questo sono avvenute più volte cambiamenti e
sostituzioni e incorporazioni di divinità. Comunque, gli induisti si rifanno ai Veda, la cui prima
stesura scritta sembra risalga al 1450 a.C.
Se ne può dedurre che, all’avvicinarsi del periodo più oscuro, sono arrivati i maestri per farci
vedere uno spiraglio della luce e lasciarci una traccia della verità.
E non c’è dubbio che in questo periodo di oscurità sia possibile una mala interpretazione degli
insegnamenti dei Maestri da parte dei seguaci dopo la sua scomparsa, specie intorno al 500 d.C.. A
tal proposito è interessante notare che proprio nel 553 d.C., nel secondo Concilio di
Costantinopoli, è stato dichiarato eretico il principio della reincarnazione, sostenuto dagli
gnostici e da Padri della Chiesa come Clemente d’Alessandria, Origene e S.Gerolamo.
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