Il modello dell’intelligenza emotiva di Goleman

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Il modello dell’intelligenza emotiva di Goleman

Quali sono le vostre competenze trasversali? Nel mondo del lavoro sono sempre più richieste le
competenze che Daniel Goleman ha integrato nella sua interessante teoria sulle prestazioni
dell’intelligenza emotiva. Volete sapere quali sono?

Sono in molti ad affermare di sapere in cosa consista l’intelligenza emotiva. Hanno letto più di un
libro di Daniel Goleman e hanno anche seguito numerosi corsi sull’argomento. Tuttavia, in pratica,
la corretta applicazione del modello dell’intelligenza emotiva è il nostro eterno conto in sospeso.
Vediamo questa mancanza nelle nostre relazioni e anche sul posto di lavoro.

Sono passati più di trent’anni da quando lo stesso Goleman e John D. Mayer ci hanno parlato del
quoziente emotivo. Tuttavia, il valore, l’utilità e la rilevanza di questa teoria non si esauriscono
mai. È un costrutto valido e ampiamente accettato. Ora, nonostante sia un approccio correlato al
benessere e alla realizzazione personale, non lo padroneggiamo ancora perfettamente.

Un esempio di ciò è pensare che la regolazione emotiva equivalga a un controllo incontaminato e
assoluto sulle proprie emozioni. È credere che le persone con intelligenza emotiva non si arrabbino
o provino rabbia o angoscia. Piuttosto il contrario.

Perché niente è così naturale e atteso come vivere l’intera gamma di emozioni, comprese quelle più
scomode.

Il comportamento veramente intelligente è comprendere tutta l’esperienza interna e non lasciarsi
trasportare da quegli stati più avversi. Per questo motivo, la persona che lavora efficacemente
nell’area dell’intelligenza emotiva padroneggia perfettamente una serie di soft skills molto
specifiche.

Quelle che Daniel Goleman ha descritto in un modello che analizziamo di seguito, e che è
particolarmente utile in ambito aziendale.

Abbiamo tutti bisogno di sviluppare molto di più quella capacità di elaborare le informazioni
emotive e usarle per migliorare le nostre relazioni, lavorare verso i nostri obiettivi e regolare il
nostro comportamento.

Buone capacità di intelligenza emotiva facilitano un migliore benessere mentale e una soddisfazione
generale nella vita.

Il modello dell’intelligenza emotiva di Goleman: che cos’è?

Al momento, il dibattito sulla questione è ancora aperto e si concentra sul fatto che l’intelligenza
emotiva sarebbe davvero un tipo di intelligenza. Un aspetto su cui tutti gli esperti concordano è
che nessuno dimostrerà un comportamento veramente intelligente se non sa come regolare ciò che
sente. Nessuno è un vero genio se non ha empatia e non sa come regolare la propria frustrazione, per
esempio.

Date le implicazioni che questa materia ha oggi, lo stesso Daniel Goleman sottolinea l’importanza di
strutturarla sul posto di lavoro.

È attraverso le competenze trasversali che possiamo sviluppare un’adeguata consapevolezza emotiva di
sé che è così essenziale nel nostro lavoro. Se tutti lavorassimo per sviluppare quelle
sottodimensioni che orchestrano l’intelligenza emotiva, non solo saremmo più produttivi ma saremmo
anche più felici.

Applicazione del modello dell’intelligenza emotiva

A tal fine, Goleman ha sviluppato quello che conosciamo come il modello di intelligenza emotiva. È
una teoria che ha sviluppato nel suo libro L’importanza dell’intelligenza emotiva in azienda (1997),
e il cui scopo è descrivere quell’insieme di abilità che ci rendono agenti competenti in questa
materia. Scopriamole qui di seguito:

L’intelligenza emotiva ci insegna come regolare e comprendere, come connetterci con i nostri
sentimenti ed emozioni al fine di utilizzare queste informazioni per guidare il nostro
comportamento.

1. Autoconsapevolezza emotiva

Che emozione state provando in questo momento? Da dove viene, cosa lo scatena? In che modo
quell’emozione influenza il modo in cui pensate e agite? In effetti, l’autoconsapevolezza emotiva è
la capacità di connettersi con i nostri stati interiori per comprendere noi stessi, regolare il
nostro comportamento e agire in modo più adeguato.

Quello sguardo saggio è anche la nostra capacità di riconoscere la nostra stessa esistenza, secondo
una ricerca delle università della California meridionale e di Amburgo in Germania.

2. Autoregolazione emotiva

La regolazione emotiva è il caposaldo dell’intelligenza emotiva. Significa non lasciarsi trasportare
da ciò che si prova, figuriamoci reprimere l’emozione provata. Implica la comprensione di ciò che
sentiamo per applicare strategie appropriate e per favorire l’equilibrio, il comportamento adeguato
e la risposta corretta a ogni situazione.

3. Adattabilità

Siete tra quelli che hanno difficoltà ad accettare una realtà, si confondono e combattono con essa
fino a negarla? Non siete i soli. Non è facile, ad esempio, accettare i fallimenti, i finali e i
nostri errori. Tuttavia, il modello di prestazione dell’intelligenza emotiva di Goleman sottolinea
l’importanza dell’accettazione per tutti noi.

Solo quando accettiamo una realtà così com’è, possiamo affrontarla, superarla e persino
trasformarla.

4. Orientamento al risultato

Non è necessario essere un leader per migliorare la nostra capacità di raggiungere traguardi e
obiettivi. Un tratto frequente e altamente necessario nell’essere umano è lo sviluppo di capacità
adeguate per il raggiungimento dei risultati.

Ciò implica saper gestire le proprie energie verso uno scopo, fare un progetto, sentirsi motivati e
anche saper imparare dalle cadute e dai fallimenti.

5. Atteggiamento positivo

Cosa c’entra l’intelligenza emotiva con il pensiero positivo? In realtà, molto. Le persone hanno
bisogno di un atteggiamento ottimista e di una visione della vita per affrontarla, per sviluppare
un’adeguata apertura verso il nostro ambiente, dobbiamo imparare da esso e dare il meglio agli
altri.

Un atteggiamento positivo crea un clima di fiducia e connessione in qualsiasi ambiente di lavoro.
Solo quando ci sentiamo sicuri e fiduciosi in un ambiente di lavoro siamo più produttivi, creativi e
felici.

La positività fa parte dell’intelligenza emotiva. Implica essere in grado di guardare a noi stessi e
al mondo con speranza, auto-miglioramento e apertura per adattarsi meglio alle sfide.

6. Empatia

Nel modello di prestazione dell’intelligenza emotiva di Goleman, l’empatia è una colonna portante.
Tuttavia, non dobbiamo solo acquisire competenze adeguate nell’arte di comprendere i sentimenti e le
emozioni degli altri. Dobbiamo andare oltre.

Empatia implica anche saper agire, rispondere ed essere proattivi di fronte ai bisogni degli altri.
Nel momento in cui ci connettiamo con coloro che ci circondano e agiamo per promuovere il loro
benessere, diamo forma alla vera essenza dell’umanità.

7. Saper risolvere i conflitti

C’è chi evita i conflitti quando si presentano e c’è chi è esperto nel provocarli. Non possiamo
passare da un estremo o dall’altro. Discrepanze, problemi e incomprensioni saranno sempre presenti
in qualsiasi contesto. Pertanto, uno strumento eccezionale che viene dall’intelligenza emotiva è la
capacità di sapere come risolvere qualsiasi confronto.

In questo campo si integrano conoscenze così varie ed essenziali, come la comunicazione assertiva,
l’evitare il gioco delle colpe, il saper presentare proposte, l’ascolto attivo o il concentrarsi sul
futuro e non sul passato.

L’empatia favorisce la connessione umana, così come la comprensione degli altri. Questo è l’unico
modo per creare gruppi di lavoro più forti e felici.

8. Il modello dell’intelligenza emotiva implica consapevolezza organizzativa

Un’organizzazione è uno scenario composto da più figure con posizioni diverse orientate allo stesso
obiettivo. Cosa ci insegna in questo caso il modello di prestazione dell’intelligenza emotiva di
Goleman?

Ciò che ci permette di capire è che solo le persone con una coscienza di gruppo e di squadra
troveranno armonia e saranno produttive in questo ambiente. Qualcosa del genere va dall’avere
abilità sociali a possedere abilità per promuovere la coesione e giungere a un punto di incontro.

Per concludere, da quando Daniel Goleman ha reso popolare il termine intelligenza emotiva con i suoi
libri, la maggior parte di noi aspira a svilupparla perché associamo questa competenza al successo.

Eppure, non è proprio questo lo scopo: ciò che ottiene la persona emotivamente intelligente non è
elevarsi come leader o modello ispiratore, bensì raggiungere è un maggiore controllo di sè,
migliorare le proprie relazioni sociali e sentirsi più sicuro di se stesso per poter raggiungere i
tuoi obiettivi. Approfondiate questi aspetti: sono il miglior punto di partenza per il benessere
psicologico e lavorativo.

Bibliografia

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link.springer.com/book/10.1007/978-1-4615-1489-3

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