Il nostro cervello non è fatto per il multitasking

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Il nostro cervello non è fatto per il multitasking

La suddivisione dei compiti fra gli emisferi cerebrali suggerisce che non si possano svolgere più di
due compiti alla volta senza il rischio di agire in modo inappropriato

da corriere.it

MILANO – La tendenza un po’schizofrenica del multitasking non è nella natura dell’uomo e il massimo
che il cervello può arrivare a sostenere sono due mansioni alla volta: lo sostiene uno studio
condotto da Etienne Koechlin della Ecole Normale Supérieure di Parigi .

GESTIONE SIMULTANEA DEI COMPITI – Allattare il bimbo mentre si scrive un articolo, nel frattempo
rispondere al telefono e mettersi d’accordo con un’amica per un caffè e, contemporaneamente, mandare
un’e-mail. Il tutto mentre si ascolta uno splendido pezzo musicale appena scaricato. È l’era del
multitasking, che secondo gli esperti porta alla concentratio interrupta (ovvero la disattenzione
intermittente suscitata dal perenne bombardamento mediatico). Si fa una cosa e, grazie (o per colpa
di) alle nuove tecnologie si possono portare avanti altri tre/quattro compiti. Ma la domanda è: fa
bene? E se anche facesse bene, sarebbe naturale per l’essere umano?

TROPPE COSE INSIEME – La risposta arriva dai ricercatori francesi, che hanno osservato e studiato un
campione di 32 volontari, affidando loro prima un compito e successivamente due compiti differenti
ma simili. I volontari sono stati osservati nel corso dell’esperimento con la risonanza magnetica e
i ricercatori hanno notato che, mentre nello svolgimento di un’unica mansione venivano coinvolte più
zone neurali di entrambi gli emisferi cerebrali, nello svolgimento di più funzioni il cervello si
divideva a metà, deputando a ciascun emisfero un incarico. In particolare il lobo frontale, che è la
parte del cervello deputata alle funzioni esecutive, non può adempiere a più di due compiti.

LIMITI NATURALI – «Il tipo di esperimento eseguito, su un campione di individui destri e nessun
mancino e con due compiti da portare a termine che erano simili tra loro», dicono i ricercatori
sulla rivista «Science», «non consente di dire se la divisione dei compiti tra i due emisferi sia
casuale o dipenda dal tipo di operazione e dalla dominanza di un emisfero su un altro. Ma i
risultati dello studio suggeriscono che il lobo frontale, che ha funzioni esecutive, è limitato a
svolgere al massimo due compiti nello stesso momento. «Ecco perché la gente prende spesso decisioni
irrazionali quando fa più di due cose insieme», spiega Koechlin: «Possiamo cucinare e stare al
telefono, ma non possiamo per natura provare a leggere anche il giornale». Lo studio suggerisce
anche che non esagerare nel multitasking è una buona regola non solo per le cose da fare, ma anche
per quelle da pensare. Come il nostro cervello non è fatto (se non a un caro prezzo e con dubbi
risultati) per fare troppe cose in una volta, così non è predisposto nemmeno per pensare a troppe
cose: anche le scelte devono essere prese su due opzioni alla volta.

Emanuela Di Pasqua
16 aprile 2010

Attenzione, il cervello non è multitasking

16 aprile 2010

di Greta Privitera da style.it

Se mentre state leggendo quest’articolo scaricate la posta elettronica o bevete un caffè, sappiate
che il vostro cervello sta facendo molta fatica perché non è multitasking, ossia non sa gestire più
attività simultaneamente. La tendenza un po’schizofrenica del multitasking non è nella natura
dell’uomo e il massimo che il cervello può arrivare a sostenere sono due mansioni alla volta. Lo
sostiene uno studio condotto da Etienne Koechlin della Ecole Normale Supérieure di Parigi.
Non siamo in grado di gestire tutto contemporaneamente, come invece crediamo, infatti il cervello
dà sempre la priorità all’azione o al pensiero che reputa più importante o necessario in quel
momento. E chi, invece, ha il vizio di svolgere mille lavori contemporaneamente, da una parte
impara a elaborare più velocemente tutte le informazioni che acquisisce ma dall’altra riduce le
funzioni di memorizzazione a lungo termine. La risposta arriva dai ricercatori francesi, che hanno
osservato e studiato un campione di 32 volontari, affidando loro prima un compito e successivamente
due compiti differenti ma simili. I volontari sono stati osservati nel corso dell’esperimento con la
risonanza magnetica e i ricercatori hanno notato che, mentre nello svolgimento di un’unica mansione
venivano coinvolte più zone neurali di entrambi gli emisferi cerebrali, nello svolgimento di più
funzioni il cervello si divideva a metà, deputando a ciascun emisfero un incarico
Secondo lo psichiatra Edward M. Hallowell, sottoporre continuamente il nostro cervello a queste
situazioni crea uno stress fisico che a lungo andare provoca disturbi dell’attenzione, problemi
nell’apprendimento di nuove informazioni, minor prontezza di riflessi e, soprattutto, danneggia
l’umore.

Due cose alla volta
Multitasking? Il cervello riesce a svolgere simultaneamente soltanto due compiti. Se si supera il
limite insorgono problemi cognitivi e motivazionali

da galileonet.it

Quando facciamo due cose insieme, il cervello ci incoraggia a portarle a termine entrambe. Le aree
che controllano la componente emotiva dei comportamenti, infatti, si dividono il lavoro a metà:
mentre la parte destra ci motiva a raggiungere un obiettivo, quella sinistra ci spinge verso un
altro. Lo dimostra uno studio pubblicato su Science e condotto da Sylvain Charron ed Etienne
Koechlin dell’Istituto Nazionale della Sanità e della Ricerca Medica di Parigi.

La corteccia prefrontale anteriore (Apc) è l’area cerebrale che permette agli esseri umani di
svolgere due compiti contemporaneamente. Ciò è possibile grazie alla cosiddetta “ramificazione
cognitiva”, ovvero la capacità di mantenere in stand-by un determinato lavoro mentre se ne svolge un
secondo. Ma cosa succede in questi casi nella corteccia frontale mediana (Mfc), una delle aree
cerebrali che controllano la componente motivazionale dei comportamenti? Basandosi su modelli
neurocomputazionali, i ricercatori hanno avanzato l’ipotesi di uno sdoppiamento: ciascuna metà della
Mfc ci stimola a portare a termine un singolo compito.

Per validare questa ipotesi, i ricercatori francesi hanno osservato tramite la risonanza magnetica
per immagini il cervello di 32 volontari impegnati in test linguistici. In un caso era richiesto
loro di svolgere una prova alla volta, nell’altro dovevano concentrarsi su due compiti in
contemporanea, saltando dall’uno all’altro. Per ciascun compito era prevista una ricompensa,
assegnata solo nel caso di uno svolgimento corretto. Dall’analisi della risonanza è emerso che,
mentre nella prima condizione le due metà della Mfc lavoravano insieme, nell’altra si dividevano i
compiti: la parte destra si attivava solo durante un test, quella sinistra durante l’altro. Questa
divisione del lavoro tra i due emisferi, secondo i ricercatori, può chiarire molte delle limitazioni
nella capacità degli esseri umani di prendere più decisioni contemporaneamente e nel ragionamento.

Ma allora, quante cose si possono fare insieme senza perdere attenzione o motivazione? Per
scoprirlo, i ricercatori hanno analizzato le prestazioni di altri 16 volontari impegnati
simultaneamente in tre compiti diversi. Dai risultati è emerso che il cervello umano riesce a
prestare attenzione solo a due cose alla volta, oltre le quali insorgono problemi cognitivi e
motivazionali. (m.s.)

Riferimento: DOI: 10.1126/science.1183614

www.sciencemag.org/cgi/content/abstract/328/5976/360

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