2 settembre 2012
Isolare gli oggetti su cui si è fissata la nostra attenzione dagli elementi che potrebbero distrarci
è il compito di una regione cerebrale che fa parte del talamo: il nucleo caudato, detto anche
pulvinar. La scoperta è di un gruppo di ricerca statunitense che è riuscito a documentare questa
importante funzione visiva in soggetti vivi grazie alla risonanza magnetica funzionale (red)
Il nucleo caudato, o pulvinar, uno dei più importanti nuclei del talamo, è coinvolto nella
discriminazione visiva tra gli stimoli su cui è fissata lattenzione e gli elementi di distrazione
circostanti: è quanto hanno stabilito Jason Fischer e David Whitney del Dipartimento di Psicologia
dellUniversità della California a Berkeley, che firmano in proposito un articolo pubblicato sulla
rivista Nature Communications.
Secondo gli attuali modelli, nel cervello dei mammiferi questa struttura ha unimportante funzione
di integrazione degli stimoli, soprattutto in relazione allattenzione visiva, ma determinare con
esattezza il suo ruolo finora si era rivelato difficile. Alcuni studi avevano però portato a
ipotizzare che servisse a isolare dallo sfondo gli oggetti rilevanti dal punto di vista
comportamentale.
In uno studio del 1990, per esempio, si era riusciti a disattivare il pulvinar di un emisfero
cerebrale di un macaco con il risultato di indurre un deficit nel lato opposto del campo visivo.
Tuttavia, il deficit si verificava tuttavia solo se c’erano elementi di distrazione: quando erano
assenti, le prestazioni risultavano inalterate.
Più di recente, è stato descritto un caso simile in un essere umano con lesioni del pulvinar in
seguito a un ictus: il paziente mostrava una discriminazione visiva compromessa nel lato del campo
visivo opposto a quello in cui si era verificato lictus, ma solo in presenza di significativi
fattori di distrazione.
Questi risultati hanno portano a ipotizzare un coinvolgimento di questo nucleo talamico nella
capacità di distinguere fra stimoli significativi e stimoli di distrazione, ma l’ipotesi era stata
smentita da altri studi in cui soggetti con lesioni.
Secondo Fischer e Whitney, però, quelle ricerche avevano due grossi difetti. Il primo è che gli
studi basati sugli effetti di lesioni utilizzano stimoli di natura diversa e quindi non permettono
di arrivare a risultati conclusivi sulla funzione del pulvinar. Il secondo è che riguardano soggetti
con lesioni, mentre non si sa nulla di ciò che succede negli esseri umani in salute.
Per colmare questa lacuna, i due ricercatori hanno condotto due esperimenti utilizzando tecniche di
imaging a risonanza magnetica funzionale (fMRI) per evidenziare in che modo il pulvinar codifica gli
stimoli salienti e i fattori di distrazione quando questi compaiono nello stessa metà del campo
visivo del soggetto e quindi sono in competizione tra loro nell’attrarne l’attenzione.
I risulati dei test hanno mostrato che lattenzione filtra sia le informazioni relative alla
posizione sia quelle relative alle caratteristiche intrinseche degli stimoli visivi: la posizione e
l’orientamento degli stimoli salienti a cui il soggetto prestava attenzione risultavano codificati
con grande precisione, mentre per i fattori di distrazione non emergeva alcuna codifica.
Il risultato indica quindi che il pulvinar è coinvolto nel filtrare linformazione visiva “di
fondo”, aiutando a mantenere la nostra attenzione sugli elementi rilevanti ai fini del
comportamento.
www.nature.com/ncomms/journal/v3/n9/full/ncomms2054.html
lescienze.it
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