Il mondo della tecnologia e dei social media incoraggia sempre più il pensiero impulsivo. Lo scopo
di buona parte della nostra società digitale è non pensare troppo e semplicemente lasciarsi andare.
Il pensiero impulsivo è alla base di gran parte del comportamento degli utenti sui social network.
In questo scenario digitale, la stragrande maggioranza diventa ragionatore emotivo, dominato da una
mente che analizza a malapena ciò che le viene presentato. Si decide se qualcosa piace o meno in un
secondo e i dati vengono condivisi in un lasso di tempo persino inferiore.
Trarre conclusioni affrettate, fornire informazioni e verità errate, così come credere nelle teorie
del complotto è una diretta conseguenza di questo approccio cognitivo. Si può essere una persona
serena, calma e rilassata, eppure il cervello ospita una mente impulsiva, nervosa e poco riflessiva.
Limpulsività non riguarda esclusivamente il comportamento, quel bambino o adulto iperattivo e poco
paziente. Dietro alla persona che tollera poco la frustrazione e che rimpiange sempre le sue
decisioni, cè un approccio cognitivo poco o affatto riflessivo. Laspetto curioso è che negli
ultimi decenni questo schema appare sempre più spesso.
Dietro il pensiero impulsivo cè la mancanza di autocontrollo, regolazione emotiva e anche
alterazioni in alcuni neurotrasmettitori.
Le persone con comportamenti impulsivi mostrano alcune peculiarità cerebrali.
Che cosè il pensiero impulsivo?
Quando acquistiamo un prodotto su una delle tante piattaforme online che esistono oggi, non esitiamo
a leggere le valutazioni degli altri utenti. Così facendo, abbiamo la sensazione che lacquisto sia
stato ben ponderato e analizzato. Raramente, però, ci poniamo la domanda più importante di tutte:
abbiamo davvero bisogno di quel prodotto?
Il pensiero impulsivo è traditore ed è sempre guidato da ricompense immediate. Decidiamo velocemente
perché vogliamo risultati automatici. Lasciamo a malapena spazio alla riflessione o allanalisi,
perché ciò richiede del tempo e il tempo è proprio ciò che non abbiamo. Questo spiega perché sempre
più persone sentono di non avere il controllo della propria vita.
Il ragionamento cognitivo basato sullimpulsività ci fa agire e decidere senza tenere conto delle
conseguenze di determinati atti. Prendere la maggior parte delle decisioni al volo, come si suol
dire, provoca continui rimpianti. Rafforza anche una visione negativa di se stessi. Prima o poi la
persona finisce per chiedersi perché le va tutto storto.
La nostra cultura e il mondo dei social network ci incoraggiano a essere sempre più impulsivi e meno
riflessivi.
Impulsività cerebrale
Limpulsività non è sempre un tratto di personalità, ma compare anche come una particolarità
cerebrale. È quanto spiega un lavoro di ricerca dellUniversità della California. In seguito a studi
in laboratorio su cavie si è scoperta lesistenza di un peptide che potrebbe spiegare questo
approccio mentale.
Si tratta dellormone concentrante della melanina (MCH ), secreto nellipotalamo e la cui
alterazione aumenta sia il pensiero impulsivo sia il comportamento impulsivo. Ciò spiega, dunque,
una base neurologica per limpulsività.
Ciò che ci induce a credere il pensiero impulsivo
Non siamo consapevoli di come agiscono i nostri pensieri, ci lasciamo travolgere da essi.
Permettiamo semplicemente alla mente di controllare le redini senza fare grande uso del filtro della
ragione, della misura e della riflessione.
Una delle trappole del pensiero impulsivo è farci credere di essere pensatori efficienti e
solvibili. Raramente controlleremo come decidiamo determinate cose.
Ci lasciamo trasportare dai rinforzi e dai benefici immediati. È importante per la mente cosa puoi
ottenere qui e ora. Sforzarsi per risultati migliori a lungo termine non interessa.
Hanno la meglio le emozioni, mai elementi oggettivi, razionali o addirittura logici.
Il pensiero impulsivo è definito dalla legge del minimo sforzo. Sarà sempre meglio risparmiare
risorse e ciò implica non analizzare le cose in dettaglio.
Obiettivo delle nuove tecnologie: pensare per noi
Sembra che negli ultimi decenni ci siano sempre più pensatori impulsivi. il motivo di ciò potrebbe
risiedere nel modo in cui le nuove tecnologie, che cercano di semplificarci la vita, ci hanno
abituato a pensare. Tutto ciò di cui abbiamo bisogno ci viene offerto in pochi secondi.
Gli algoritmi sono i nostri neuroni esterni, predicono quello che ci piace e ce lo mostrano non
appena apriamo i vari social network. Perché fare uno sforzo? Notizie, dati, percorsi migliori per
raggiungere i siti
È tutto a portata di mano.
Non cè bisogno di analizzare, cercare o conservare le informazioni. Ci viene offerto tutto e noi lo
accettiamo senza soppesare le conseguenze.
Nel mondo digitale tutto è facile e veloce, ma nel mondo reale le cose devono essere valutate con
più attenzione. E ciò risulta difficile perché ci siamo abituati a pensare in modo rapido e
impulsivo. Fare uso di un pensiero più critico, analitico e lento richiede uno sforzo a cui non
siamo abituati.
Dobbiamo sviluppare un approccio cognitivo più paziente, critico e riflessivo.
Pensare e formulare giudizi rapidi ci rende infelici
Le persone che saltano alle conclusioni sono più inclini a errori, fallimenti e rimpianti. Ragionare
in maniera automatica e decidere alla velocità della luce non è un superpotere, bensì uno
svantaggio. E finiamo per scoprirlo nel tempo. Prima o poi ci sentiremo frustrati, ansiosi e
infelici.
Nel caso in cui la nostra vita sia dominata da un pattern cognitivo orchestrato dallimpulsività,
rallentiamo. Acquisiamo un controllo più consapevole del nostro pensiero e smettiamo di guardare la
vita reale e digitale in modo superficiale.
Approfondiamo quello che ci viene incontro, siamo critici, curiosi e prudenti. Sarà un cambiamento
estremamente vantaggioso.
Bibliografia
Diniz, G. B., & Bittencourt, J. C. (2017). The Melanin-Concentrating Hormone as an Integrative
Peptide Driving Motivated Behaviors. Frontiers in systems neuroscience, 11, 32.
doi.org/10.3389/fnsys.2017.00032
Noble, E.E., Wang, Z., Liu, C.M. et al. Hypothalamus-hippocampus circuitry regulates impulsivity via
melanin-concentrating hormone. Nat Commun 10, 4923 (2019).
doi.org/10.1038/s41467-019-12895-y
www.frontiersin.org/articles/10.3389/fnsys.2017.00032/full
www.nature.com/articles/s41467-019-12895-y
da lista mentem gg
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