Il pianto disperato dei neonati…
…mette a rischio il loro futuro a scuola
Data articolo: maggio 2008
Lasciar piangere un neonato in modo disperato può essere pericoloso per la sua salute. Piangere
troppo riduce l’ossigeno che arriva al cervello e nei bimbi nati prematuri (prima della 37°
settimana di gestazione) può causare danni che si manifestano con ritardi nei livelli di attenzione
e di apprendimento anche in età prescolare e scolare. I risultati degli ultimi studi arrivano
dall’università di Firenze e Ospedale Meyer.
Un’equipe di ingegneria ha infatti messo a punto un sistema di acquisizione sincronizzata di dati
provenienti da strumenti diversi, del tutto non invasivi. Uno spettroscopio all’infrarosso (NIRS)
per registrare attraverso una fascetta frontale il livello di ossigenazione cerebrale; un microfono
opportunamente installato per registrare il pianto; un pulsi-ossimetro per rilevare ossigenazione
periferica e battito cardiaco con un sensore applicato su un piede del neonato. Da sempre acquisiti
singolarmente (l’audio, per la verità, è stato raramente preso in considerazione), questi tre dati
accorpati e sincronizzati hanno offerto il quadro esatto di ciò che avviene quando un bebè piange a
dirotto. «Avviene appunto- spiega la professoressa Manfredi- una conferma della nostra tesi di
partenza, ossia che il pianto prolungato può causare una de-ossigenazione del sangue e che il
cervello di organismi non ancora pienamente formati come quelli dei neonati prematuri può soffrirne
fino a sfociare in seri problemi evolutivi».
Le ultime tendenze in campo pediatrico sembrano orientate a consigliare ai genitori di seguire
l’istinto naturale, animale se si vuole, di proteggere questi piccolini: abbracciarli, comunicando
così amore e protezione, e verificare il da farsi». Su questa e altre ricerche analoghe l’Ente Cassa
di Risparmio di Firenze investe nel 2008 circa 70 mila euro. Sempre in collaborazione con il Meyer,
l’equipe della professa Manfredi ha messo quest’anno in cantiere un progetto di assoluta eccellenza,
la creazione di un Laboratorio Interdisciplinare di Acustica Biomedica (LIAB).
Lo scopo è di istituire a Firenze un centro di alta specializzazione, unico in Italia. Centro che
svilupperà, tra l’altro, strumenti e metodi di analisi di segnali e immagini del sistema fonatorio
umano di utilità clinica, fra cui un innovativo dispositivo portatile per i pazienti in via di
riabilitazione per interventi all’apparato vocale.
Fonte: www.ilmessaggero.it
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