Il potere del discernimento

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Il potere del discernimento

Tratto da:

Sri Daya Mata

SOLTANTO AMORE

Casa Editrice Astrolabio

Il potere del discernimento 21 marzo 1962

L’unico modo di sfuggire a questa terribile ruota del karma sulla quale continuiamo a girare come
scoiattoli sul mulinello della gabbia, è quello di seguire fedelmente il sentiero spirituale e gli
ideali espressi dal nostro Gurudeva, sapendo che la sua guida e la sua benedizione sono sempre con
noi. Nella sua onnipresenza in Dio, egli è dietro il velo dei nostri occhi chiusi e ci osserva in
silenzio. Se conserviamo questa consapevolezza che ci rende ricettivi al suo aiuto sempre presente,
miglioreremo la nostra capacità di discernere guidati dai suoi saggi insegnamenti. Elimineremo
coraggiosamente le distrazioni che spingono la mente verso i sentieri materialistici. Potremo quindi
scegliere liberamente di vivere secondo quegli ideali che ci conducono a Dio. Grazie al potere del
discernimento impariamo a fare le cose che dobbiamo fare quando le dobbiamo fare, non costretti da
alcuna influenza esterna, ma agendo serenamente e saggiamente con l’intelligenza e la volontà che
Dio ci ha dato.

Dovremmo imparare ad esaminarci ogni giorno: “Come mi comporto? In che direzione sto andando? Che
cosa ho pensato, che cosa ho detto, che cosa ho fatto oggi che mi abbia portato più vicino a Dio?”.
Ed anche: “Continuo a seguire le cattive abitudini che allontanano la mia mente da Dio?”.

Quando con rinnovata determinazione, grazie alla meditazione e al continuo impegno spirituale,
rammentiamo a noi stessi che non siamo creature mortali, ma anime immortali, gradualmente spezziamo
le catene che ci hanno legato a lungo alla limitata coscienza corporea e ad un mondo caratterizzato
da incessanti e drammatici mutamenti. Non appena riusciremo a spezzare queste catene percepiremo i
primi barlumi di noi stessi quali anime fatte a immagine di Dio. Quanto più contempleremo questa
divina immagine interiore, tanto più sentiremo il Suo amore nel cuore, la Sua saggezza nella mente e
la Sua gioia nell’anima.

Sorvegliate i vostri pensieri e le vostre azioni 28 gennaio 1962

Dopo aver meditato assieme a noi, Guruji ci diceva spesso: “Rimanete calmi, interiorizzati. Anche
dopo la meditazione, fate che la mente riposi costantemente, o il più spesso possibile, nel pensiero
di Dio”. Da questo pensiero attingiamo la forza, la saggezza, il grande amore di cui le nostre anime
sono affamate. In questo mondo mutevole, ancoratevi mentalmente all’unica cosa immutabile: Dio.

Quando finalmente si conosce la propria vera natura, interiormente si diventa simili ad un oceano
spumeggiante di gioia. E si è così desiderosi di trattenere quella gioia che per paura di perderla,
si evita accuratamente di manifestarla troppo.

Siate sempre gentili e pieni di amore. Evitate i pensieri meschini, le piccinerie. Se gli altri sono
sgarbati con voi, cercate di conquistarli con l’amore. Se non ci riuscite, affidate il problema a
Dio e dimenticatelo. Questo è il modo di vivere.

Ognuno di noi dovrebbe sforzarsi di manifestare l’amore divino. Non è nostro compito preoccuparci se
gli altri manifestino o meno questo amore; se basiamo il nostro comportamento su quello degli altri,
non riusciremo mai a superare il piccolo sé. Noi dobbiamo cercare di rimanere in uno stato di
coscienza più elevato. Se tenete sempre presente questo nobile ideale e se vi concentrate sul vostro
impegno personale non avrete tempo di pensare a quello che fanno gli altri, se seguano o meno questo
ideale, o se stiano facendo la loro parte. Dovreste preoccuparvi soltanto delle vostre azioni e del
vostro stato di coscienza, cioè se in effetti state interiormente correndo ai piedi del divino
Amato.

Modelli di vita spirituale gennaio 1961

Come potete sapere se state progredendo spiritualmente? Lo sapete perché dentro di voi c’è sempre un
profondo desiderio di Dio. Perché quando meditate, riuscite a controllare la mente focalizzando
l’attenzione sul oggetto della meditazione. Perché percepite un grande oceano di pace in voi e
nell’universo che vi circonda. Perché, mentre vivete la vostra vita di ogni giorno, avete il
desiderio costante di fare del bene e di fare ciò che è giusto e poiché nella mente c’è sempre il
pensiero: “Signore benedicimi, guidami, aiutami a conoscere la Tua volontà. Aiutami a trovare il Tuo
amore”.

In un certo senso trovare Dio è molto semplice: è un modo di vivere. Alzatevi la mattina con un solo
pensiero: Dio. Svolgete le attività dell’intera giornata sforzandovi al massimo di evitare l’ira,
l’egoismo, il risentimento, la critica, sapendo benissimo che in tutte le esperienze il vostro unico
punto di riferimento è Dio. Egli è il vostro sostegno, è la vostra difesa, è la vostra forza, è il
vostro amore. Cercate di far piacere a Lui – prima, dopo e sempre – e così, di far piacere al Guru e
al vostro prossimo. La sera, come ultima cosa, meditate profondamente.

Tante volte, quando i nostri corpi erano affaticati, Guruji ci guardava e diceva: “Non importa; vi
fa bene lavorare molto per Dio. Ma questa non deve essere una scusa per non meditare la sera.
Riducete il sonno. E se avete soltanto quindici minuti per meditare, fate che quegli i quindici
minuti siano importanti. Fate uno sforzo continuo per distaccare la vostra coscienza dal mondo e
tuffatevi nel grande oceano interiore della presenza di Dio”.

Trovare Dio è facile quando abbiamo un unico scopo, unica meta: Dio soltanto. Trovare Dio è molto
difficile quando permettiamo alla mente di distrarsi e di perdersi in cose insignificanti. Dovete
sapere quello che volete, e poi perseguirlo con tutto il vostro essere.

Se volete Dio dovete ardere dal desiderio di raggiungerlo. Se il vostro corpo vi ostacola o fa
resistenza, disciplinatelo. Durante la meditazione, ordinate al corpo di sedere dritto ed immobile;
osservate il respiro e non lasciate che la mente si abbandoni al sonno. Quando meditate la mente
deve essere simile ad un filo carico di elettricità, e l’attenzione deve essere simile ad un fuoco
ardente. Se mi chiedete come si raggiunge questo stato, vi dirò che c’è un modo semplicissimo:
coltivate un rapporto personale con Dio, parlando continuamente con Lui. La mente è sempre rivolta a
qualcosa, al piacere o al dolore, alle idee che attirano la nostra attenzione o alle persone.
Concentrate invece la mente su Dio. Siate innamorati di Lui giorno e notte. Se non riuscite a
sentire questo amore, pregate incessantemente per riceverlo.

Che stato meraviglioso è l’essere innamorati di Dio! E` simile ad un fiume di gioia, silenzioso,
dolce, che scorre ininterrottamente nella coscienza e ricongiunge il vostro essere al grande oceano
della presenza di Dio dentro di voi, fuori di voi e in ogni luogo.

Il segreto di una vita felice 18 dicembre 1962

Il mondo interiore è l’unica vera vita di uscita dalle nostre tribolazioni. Più si rimane nella
divina coscienza del mondo interiore nella meditazione, più si desidera restarvi. E` facile capire
perché i grandi yogi si immergono in quello stato meditativo per ore, giorni o mesi consecutivi.
Interiorizzandosi profondamente, ci si rende conto che soltanto allora si vive davvero, soltanto
allora si è in contatto con la realtà. Non si prova alcun desiderio di lasciare quel paradiso
interiore, di scendere da quel piano di coscienza. L’unico motivo che ci spinge a farlo è compiere i
doveri che Dio ci ha affidati nel mondo.

Il Signore non si aspetta che fuggiamo nella foresta per cercarlo in solitudine. Dobbiamo trovare
quella solitudine dentro di noi. Allora, quando riportiamo la nostra coscienza dallo stato
meditativo alla consapevolezza del mondo, rimaniamo su un piano più elevato e possiamo adempiere
meglio la volontà di Dio. Il modo per trovare la pace in questo mondo consiste nell’essere
distaccati dai frutti delle azioni. E compiere tutti i nostri doveri con il più profondo impegno,
con l’attenzione più viva, con maggiore zelo, cercandone i risultati non per noi stessi, ma
solamente per compiere la volontà di Dio.

Gurudeva mi disse una volta: “Il segreto di una vita felice è semplicemente questo: ripeti sempre
dentro di te: ‘Signore, Signore, sia fatta non la mia, ma la Tua volontà. Tu sei l’Artefice, non
io'”. Se ci si sforza di vivere questo pensiero, col tempo si raggiunge uno stato di distacco, di
grande libertà interiore. Si nutre un solo desiderio: “Signore, voglio fare soltanto la Tua volontà.
Qualunque essa sia, sarò soddisfatto perché non c’è nulla in questo mondo che io voglia per me
stesso. Mi sforzo soltanto di fare il lavoro che mi hai affidato, esclusivamente per farti piacere”.

La nostra storia d’amore con Dio 7 aprile 1955

Siate così forti interiormente, così completamente assorti nel pensiero di Dio, nella più completa
fede in Lui, da non dare importanza a nient’altro. Né le offese, né gli avvenimenti spiacevoli
potranno allora scuotervi. Sono semplicemente delle prove. Se il corpo soffre, è per farci ricordare
della Madre Divina e della nostra vera natura in Lei. Dalle prove fisiche impariamo finalmente a
pregare: “Anche se questo corpo è tormentato dal dolore, anche se non so che cosa mi succederà,
Madre, so di non essere il corpo, ma l’anima immortale che abita in una forma mortale soltanto per
poco tempo”. E se la mente è tormentata dai dubbi e l’anima si sente inappagata, è soltanto per
farci ricordare che dobbiamo rivolgerci alla Sorgente infinita per avere la sicurezza e
l’appagamento cui anelano i nostri cuori e l’amore che nessun rapporto umano potrà mai darci.
Nessuno all’infuori di Dio può soddisfare pienamente i desideri dello spirito umano.

E` da Dio che abbiamo avuto origine; è per Dio e soltanto per Lui che dobbiamo vivere e lavorare
sempre più altruisticamente; ed è tra le braccia del nostro amato Dio che torneremo un giorno.
Pensate a questa verità e tenetela sempre presente.

Non abbiate paura di nulla. Non abbiate paura dei disagi causati dal corpo. Non abbiate paura di
fare dei sacrifici e di abbandonarvi completamente a Dio. Questa è una grande lezione che ciascun
devoto deve imparare. Perché avere tante premure per questo corpo temporaneo? Affidatelo a Dio.

Ricordo benissimo i giorni in cui mi tiravo indietro, pensando troppo a me stessa. Che straordinario
senso di libertà si trova quando, oltrepassata quella barriera, ci si rende conto che la Madre
Divina ci sostiene in ogni momento della vita, in ogni respiro, in ogni battito del nostro cuore. Se
la Madre Divina è con noi, chi o che cosa può mai essere contro di noi?

In ciascuno di noi è presente la scintilla divina che è in tutti i santi. Dio non ci ama una
briciola di meno di quanto non ami loro. Allora che cosa non va? Siamo noi. Non riusciamo a sentire
l’amore di Dio, perché il nostro amore per Lui non è abbastanza profondo. Di chi è la colpa? Di
nuovo, soltanto nostra. Non dobbiamo rimproverare gli altri, né le circostanze, né l’ambiente, né la
gente che ci sta attorno. Dobbiamo meditare più profondamente.

Quando vi svegliate la mattina, meditate. Se necessario, sferzate mentalmente il corpo per farlo
obbedire. Dopo tutto, il corpo resta con voi solo per pochi anni perché lo usiate come strumento
della vostra anima immortale, il vostro vero Sé. E disciplinate anche la mente. Quando avrete
dominato il corpo e la mente scoprirete che è così semplice, così facile realizzare la presenza del
Divino!

Qualunque cosa stiate facendo, non c’è nulla che vi impedisca di conversare interiormente con Dio.
Mentre c’è ancora tempo, mentre c’è ancora vita, salute, opportunità e libertà di intrecciare questa
divina storia d’amore con Dio, non siate soddisfatti finchè non sentite l’amore di Dio sgorgare in
voi ogni volta che pensate al Nome Divino. “Verrà per me quel giorno, Madre, quando solo nel
pronunciare il tuo nome, i miei occhi si riempiranno di lacrime?” quando Guruji cantava questi versi
il mio cuore si struggeva: “Oh, Madre, verrà quel giorno anche per me?” Soltanto questo amore è
vero. Il nostro dovere più grande nella vita consiste nel trovare quell’amore e risvegliarlo nei
Cuori degli uomini. E` soltanto per questa ragione che la Self-Realization Fellowship esiste. Quali
devoti di questo sentiero, mantenete sempre vivo quell’ideale.

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