Il potere del mantra
di Annalisa Antodicola
In ognuna delle principali tradizioni religiose della storia umana, si è
sempre fatto uso di potenti formule spirituali che costituiscono un simbolo
di Dio. Nel cattolicesimo e in varie altre religioni occidentali e
orientali, queste formule vengono dette “Nome Santo”, mentre nel buddhismo e
nell’induismo si chiamano Mantra.
SILLABE SACRE PER SCOPRIRE L’UNIONE CON DIO
Perché mai la ripetizione del Nome Santo, o mantra, costituisce da sempre
una pratica fondamentale per i religiosi, i mistici, i santi di ogni tempo?
Per il suo potere, naturalmente, per la forza eccezionale che esso esercita
sullo spirito umano, capace di travalicare la mente e ogni condizionamento e
sentimento terreno e limitato, fino a permettere l’unione con il Dio che è
in tutti noi.
Attraverso il mantra, risvegliamo ciò che di immortale e infinito esiste
all’interno di noi stessi, quel Nucleo di Amore e Gioia infiniti di cui ci
parlano da sempre i mistici e i maestri spirituali. E’ una sorta di chiave
che dà accesso al Regno dei Cieli, a quel luogo meraviglioso in noi stessi
in cui regnano solo pace, amore, sicurezza e verità.
Di solito, in questo tipo di formule, si pronuncia un nome di una
manifestazione personale del Divino, per sentirne più vicini e comprensibili
gli attributi. In questo senso, ecco perché vengono recitati, nelle varie
tradizioni, il nome di Gesù o di Maria, Allah, Rama, Krishna, Shiva.
Ma la ripetizione dei mantra, o Nomi Santi, non ha effetti puramente
mistici, come si potrebbe pensare. Il suo potere è notevole anche per
riportare armonia, serenità, gioia di vivere, chiarezza mentale, coraggio
nella persona che li utilizza.
“Con il mantra recuperiamo l’energia, la fiducia e il controllo naturali,
riuscendo così a trasformare tutto ciò che di negativo è in noi, e ad
offrire il maggiore contributo possibile al benessere di coloro che ci
circondano”, spiega Eknath Easwaran, nel libro “Mantra”, Ed. Red.
UN “PRONTO SOCCORSO” PER LA MENTE E LE EMOZIONI: ISTRUZIONI PER L’USO
Questo autore, maestro induista, fondatore del ‘Blue Mountain Center of
Meditation’ negli Stati Uniti, esperto di tradizioni religiose orientali e
occidentali, ha scritto il libro suddetto proprio per far conoscere la
grande efficacia dei mantra anche nella vita quotidiana, nelle esperienze
pratiche, come una sorta di “pronto soccorso” per la mente e le emozioni.
“Quando siamo preoccupati, inquieti, o mossi da un bisogno urgente di
soddisfazione personale a spese del nostro prossimo”, spiega ancora
Easwaran, “il mantra può trasformare queste forti emozioni in una fonte di
fortissimo potere positivo e aiutarci a non agire, o parlare impulsivamente.
Non significa reprimere queste potenti emozioni, ma piuttosto usarle invece
di farci usare da esse. Il mantra ha il potere di trasformare la paura in
coraggio, la rabbia in compassione e l’odio in amore”.
In effetti, anche il Mahatma Gandhi, che nella ripetizione del tradizionale
mantra indù “Rama-Rama-Rama” trovò tutta la forza per liberare l’India con
la non violenza, sosteneva che “Il mantra diventa il sostegno della propria
vita e fa superare ogni prova”.
Come si può dunque mettere in atto questa pratica, in modo concreto? Eknath
Easwaran offre semplici regole fondamentali per la scelta e la ripetizione
dei mantra.
Eccole in breve.
1. Scegliete il mantra che più vi si addice, ascoltando il vostro cuore e i
vostri bisogni più profondi. Non scegliete un mantra che non vi piace, che
vi mette a disagio, per cui non sentite un effettivo richiamo interiore. Non
sceglietelo solo perché è esotico. Preferite i mantra di provato potere, che
hanno già portato all’illuminazione uomini e donne d’ogni tempo.
2. Scegliete un mantra e, quando siete convinti che è quello giusto per voi,
non cambiatelo più, “altrimenti sarete come qualcuno che fa tante buche in
molti posti: non scaverete mai abbastanza a fondo per trovare l’acqua”.
3. Ripetete il mantra ogni volta che potete. “Più ripetiamo il mantra, più
esso affonda nella nostra coscienza”. Fatelo mentre camminate, aspettate,
sbrigate compiti di routine, nelle pause, nei momenti di noia, prima dei
pasti, quando siete ammalati, di notte. Ogni momento è buono.
4. Ricordate che il mantra ha la sua massima efficacia se pronunciato in
silenzio, nella mente, in concentrazione. Ciò perché si avvicina più al
concetto indù di Anahata, ossia il suono interiore “non generato”. “Si dice
che il suono prodotto da qualcosa dia piacere, ma quello ‘non generato’ dà
l’Illuminazione”.
5. Non complicate le cose: non c’è bisogno di contare, intonare, o
pronunciare in modo particolare il mantra; collegarlo al respiro, o al
battito cardiaco, utilizzare ausili esterni come il rosario. Anzi, tutto ciò
può ostacolare la naturale e profonda concentrazione sul mantra in sé e
favorire un’attitudine meccanica nella ripetizione.
6. E’ molto importante riuscire a portare il mantra con sé, nel sonno, ossia
imparare a recitarlo mentre si è in quella fase, tra veglia e sonno, che gli
scienziati chiamano “stato ipnagogico”, perché esso entri nella vostra
coscienza durante il sonno, appaia nei vostri sogni e produca effetti molto
profondi in voi.
SCEGLIETE I MANTRA CHE FANNO PER VOI
Per finire, sempre traendole dal libro “Mantra”, vi segnaliamo alcune
formule spirituali di varie tradizioni religiose, consigliandovi però di
leggere e informarvi di più in seguito attraverso questo stesso testo o
altri analoghi, in vendita anche in Italia.
TRADIZIONE CRISTIANA: Una delle formule più conosciute è la Preghiera di
Gesù, tramandata dai Padri del Deserto (eremiti che vivevano nel deserto del
Sinai). Essa recita “Signore Gesù Cristo, figlio di Dio, abbi pietà di noi”.
Nella tradizione greco-ortodossa, questo Nome Santo divenne (soprattutto tra
i monaci del monte Athos): “Kyrie-emon, Iesou-Christe, Yie-Theou,
eleison-ymas”, con la formula abbreviata “Kyrie-eleison” (Signore, abbi
pietà), molto diffusa. Molto potente è anche il mantra “Ave Maria”, da cui
promana l’infinito amore della Madre Divina per noi.
TRADIZIONE INDUISTA: Rama è uno dei mantra più semplici, potenti e popolari.
Viene dal sanscrito Ram, “esultare”, e significa “colui che ci colma di
durevole gioia”. Anche il Nome Santo Krishna è molto amato. Significa “Colui
che ci attira a sé”, ed è l’infinito ed eterno potere che conserva e
protegge l’Universo. Insieme al Nome Santo Hare (“Colui che ruba i nostri
cuori”, ossia il Signore che si nasconde nel profondo della nostra
coscienza, col nostro cuore), forma uno dei mantra più amati in India:
“Hare-Rama-Hare-Rama/Rama-Rama-Hare-Hare/Hare-Krishna-Hare-Krishna/Krishna-K
rishna-Hare-Hare”.
Infine, molto popolare è anche il mantra che celebra Shiva, l’aspetto
distruttivo della natura divina, perché ponga fine al nostro egoismo e al
senso di separatezza: “Om-namah-Shivaya”.
TRADIZIONE BUDDHISTA: Il più grande mantra buddhista è “Om-mani-padme-Hum”,
riferito al “Gioiello che è nel loto del cuore”, ossia l’eterno tesoro di
gioia e sicurezza custodito nel profondo di noi stessi.
TRADIZIONE EBRAICA: Il principale mantra ebraico è “Barukh-attah-Adonai”,
che significa “Benedetto sia tu, o Signore”
TRADIZIONE ISLAMICA: Un celebre mantra islamico è
“Bismillah-ir-rahman-ir-rahim” che significa “Nel nome di Allah,
misericordioso e compassionevole” e da alcuni viene usato sempre prima di
parlare. Molto amati sono anche i Nomi Santi Allah e “Allahu-akbar”, ossia
“Dio è grande”.
Lascia un commento