Il potere del pensiero
(Rosicrucian Fellowship, di Oceanside, California, USA)
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Il pensiero è probabilmente uno dei fattori più significativi della nostra evoluzione e finora meno compresi. Per quanto gli uomini lo prendano in considerazione, il processo del pensiero è considerato, in genere, come avente una portata unicamente momentanea su di loro. In generale non conoscono affatto le ramificazioni e le complesse conseguenze possedute anche dal più insignificante dei pensieri che ha preso forma nella loro mente.
Per illustrare l’importanza del pensiero, gli Insegnamenti della Saggezza Occidentale, ci dicono che tutto ciò che esiste nell’universo al principio è stato un pensiero. Il Nuovo Testamento, scritto originariamente in greco, utilizza la parola “Logos” per significare al tempo stesso il “Verbo” ed il pensiero che lo ha preceduto.
Il “Verbo” può essere considerato come la forma manifesta del pensiero stesso che ha dato vita a tutte le forme e, secondo la conoscenza occulta, ha dato loro un’anima. L’uomo che si evolve come una potenziale Divinità, possiede le facoltà latenti della creazione. Egli sta ora imparando a creare; ha la facoltà di pensare e, con la voce, può esprimere i suoi pensieri.
Quando non può realizzare da solo le sue idee, può comunque
assicurarsi l’aiuto degli altri attraverso la parola. Nel corso dell’evoluzione, verrà finalmente il momento in cui potrà creare direttamente per mezzo della parola emessa dalla sua laringe spiritualizzata.
L’uomo non è ancora spiritualmente evoluto, e se oggi fosse capace di creare direttamente attraverso la parola, le sue creazioni sarebbero imperfette e dannose. Affinché egli non abbia a commettere errori è perciò necessario che faccia molte esperienze attraverso molte vite su questo pianeta.
La maggior parte degli esseri umani ha contratto l’abitudine di pensare in modo indolente, il che li rende incapaci di sostenere un argomento finché non ne sono completamente padroni. Sebbene i pensieri che attraversano la loro mente, riguardo un dato argomento, possano essere buoni, cattivi o indifferenti, la maggior parte delle volte sono di quest’ultima specie, così che l’intelletto in genere non si concentra su uno stesso soggetto per un tempo sufficientemente lungo per conoscerne bene la natura.
Il controllo del pensiero è spesso molto difficile da raggiungere. Una volta raggiunto, il possessore si trova in mano la chiave per il successo, qualunque sia la direzione intrapresa.
Più conoscenza con un pensiero ben concentrato:
La forza del pensiero è il mezzo più potente per acquistare la conoscenza, se lo teniamo concentrato su un soggetto, supererà qualsiasi ostacolo e risolverà il problema. Se si impiega la forza di pensiero necessaria, non c’è niente che non sia al di là della comprensione umana. Nella misura in cui noi la disperdiamo, tale forza ci è di poca utilità, ma appena siamo pronti a cogliere l’occasione per sfruttarla, ogni conoscenza sarà nostra.
Dal momento che il pensiero è il nostro potere principale, dobbiamo imparare ad averne il controllo assoluto, così facendo le immagini che si formeranno nella nosta mente non saranno illusioni provocata dalle condizioni esterne, ma la proiezione veritiera di ciò che si è generato nello spirito interiore.
Questa è una delle ragioni per cui agli studenti degli Insegnamenti Rosacrociani viene chiesto di compiere regolarmente e con perseveranza l’esercizio quotidiano di Concentrazione. Ad essi viene insegnato di fissare fermamente la loro mente su un solo argomento, e di esserne così assorbiti che niente altro possa intromettersi all’interno della loro coscienza.
Una volta che lo studente ha imparato a farlo, sarà anche capace di vedere il lato spirituale di un oggetto o di un’idea. Lo vedrà illuminato di luce spirituale e potrà così ottenere una conoscenza della sua natura interiore, inimmaginabile per una persona comune.
Parliamo dei pensieri come prodotti della mente, ma esattamente come un padre e una madre sono necessari per generare un bambino, parimenti l’idea e la mente sono necessari prima che un pensiero possa essere concepito.
Le idee sono generate dall’Ego umano tramite la sostanza-spirituale dei mondi sottili. Queste idee vengono quindi proiettate sulla mente e daranno vita a un pensiero. Quando un’idea si riveste con una forma sottile fatta di materia mentale, diventa un pensiero percepibile alla visione interiore di un chiaroveggente sufficientemente evoluto, quanto lo è un bambino per i suoi genitori.
Così, abbiamo visto come le idee siano dei pensieri embrionali che provengono dai mondi interiori. Concepite in modo scorretto, ad esempio in una mente malata, diventano illusioni e fantasmi, ma quando sono generate da un intelletto sano e strutturate razionalmente, diventano la base di ogni progresso materiale, morale e mentale.
La mente non è ancora completamente sviluppata:
Al giorno d’oggi, la mente non ha una costituzione tale da permetterle di dare un’immagine chiara e reale di ciò che lo spirito immagina. Non è capace di concentrarsi su un solo punto e fornisce delle immagini vaghe e caotiche. Ecco perché l’esperienza nel mondo della materia diventa importante: essa è infatti in grado di mostrare le
imperfezioni di un’idea originaria e motivare alla creazione di nuove idee, e ciò accadrà fintanto che le idee suscitate dallo spirito nella sostanza mentale saranno perfettamente riprodotte nel mondo della materia.
Nella migliore delle ipotesi, noi siamo solo capaci di formare attraverso la mente delle immagini riferite alle forme fisiche, perché l’intelletto umano ha cominciato a svilupparsi solo nel nostro attuale Periodo evolutivo, in cui la mente si trova nello stadio chiamato “minerale” (vedere La Cosmogonia dei Rosacroce).
Anche nelle nostre creazioni, siamo per ora limitati alle forme e all’utilizzo dei minerali. Possiamo immaginare tante cose da fare e creare con le forme minerali dei tre regni inferiori, ma possiamo fare ben poco, o niente, con le forme viventi.
Non siamo in grado di lavorare con la vita:
Possiamo, è vero, innestare un ramo in un albero, o trapiantare un organo, ma non è con la vita che stiamo lavorando: lo stiamo infatti facendo solo con la forma fisica. Noi creiamo solo delle condizioni diverse, ma è la stessa vita che ha già abitato in quella forma che continua a farlo. Creare la vita resta al di là del potere dell’uomo fintanto che la sua mente diventerà vivente essa stessa.
Numerose persone credono che tutto ciò che esiste sia il risultato di qualcosa d’altro e non considerano minimamente la possibilità di poter elaborare delle nuove e originali concezioni. Coloro che studiano la vita, generalmente parlano di involuzione ed evoluzione; quelli che studiano la forma, vale a dire gli scienziati moderni, sono
interessati solo all’evoluzione. Tuttavia, i più avanzati di essi cominciano a intravedere un altro fattore, che hanno chiamato “epigenesi”, o impulso creatore.
Già nel 1757, Kaspar Wolff, elaborò la sua “Theorea Generationis”, nella quale dimostrò che nello sviluppo di un ovulo non esiste uno sviluppo che si possa dire interamente determinato da ciò che è accaduto in precedenza. Nelle forme inferiori della vita, dove i cambiamenti sono veloci, l’epigenesi può essere persino constatata con un’osservazione al microscopio.
L’Epigenesi:
Da quando la mente è stata donata all’uomo, l’epigenesi, questo originalissimo impulso creatore, è stata alla base di tutta la nostra evoluzione. È vero che le nostre creazioni si basano su ciò che già esiste, ma vi aggiungiamo sempre cosa di nuovo dovuto alla creatività dello spirito: ecco come diventiamo dei creatori. Se imitassimo solamente ciò che è stato già fatto da Dio, non ci sarebbe mai possibile diventare delle intelligenze creatrici, saremmo
semplicemente degli imitatori. E dietro tutto ciò che è stato creato dall’epigenesi, troviamo comunque il pensiero.
Le idee si verificano solo mettendole in pratica:
Noi siamo stati posti in questo mondo materiale affinché possiamo imparare a pensare nel modo giusto e sviluppare l’epigenesi in modo costruttivo. Prendiamo, per esempio, il caso dell’inventore che ha un’idea per una nuova macchina. L’idea non è ancora un pensiero; è una percezione improvvisa che non ha preso ancora forma. Gradatamente, l’inventore la concretizza nel suo intelletto. Dà una forma all’idea della macchina nel suo pensiero, e davanti agli occhi della mente, la struttura di questa macchina appare completa di tutto ciò che è necessario, affinché possa compiere il lavoro richiesto.
Comincia allora a disegnare le parti della macchina, e già in questo stadio, appariranno certamente delle modifiche da apportare. Possiamo con ciò constatare come le condizioni fisiche mostrano all’inventore le imperfezioni della sua idea. E, generalmente, quando egli inizierà la costruzione della macchina, altre modifiche si riveleranno necessarie. Sarà magari costretto ad abbandonare il primo progetto e costruirne un’altra interamente differente.
Così, le condizioni materiali gli avranno permesso di scoprire i difetti del suo ragionamento, obbligandolo in questo modo ad apportare le modifiche necessarie alla sua idea originaria, per poter costruire una macchina perfettamente funzionale.
Lo stesso principio vale anche per ambiti diversi da quello
dell’esempio appena fatto. Quando le nostre idee, riguardanti gli svariati interessi della vita, non sono corrette, si dimostreranno non valide allorché messe in pratica. Si capisce, perciò, come sia assolutamente necessario la nostra permanenza in questo mondo materiale, affinché si possa imparare ad esercitare nel modo più corretto il potere del pensiero; un potere tenuto sotto molto controllo nell’epoca attuale, a causa delle condizioni di vita prettamente materialistiche.
Per illustrare l’importanza del pensiero, diciamo che tutto ciò che esiste in questo mondo, ed è opera delle mani dell’uomo, è soltanto un pensiero cristallizzato. Le sedie su cui ci sediamo, le case dove abitiamo, le diverse comodità che utilizziamo, in origine sono tutte state solo un’idea nella mente di un uomo. Se non vi fosse stato questo pensiero, tali cose non sarebbero mai esistite. Nello stesso modo, gli alberi, i fiori, le montagne ed i mari, sono solo dei pensieri cristallizzati delle Forze della Natura.
Il Mondo degli Archetipi o Mondo del Pensiero:
In questo mondo, prima di conoscere qualcosa, siamo obbligati a studiare e fare delle ricerche. Va comunque detto che coloro che hanno potuto fare delle ricerche in uno dei mondi spirituali, chiamato il Mondo del Pensiero, hanno scoperto che in tale dimensione le cose sono completamente differenti. In questo mondo, quando si vogliono delle notizie su una cosa particolare, si focalizza l’attenzione su di lei, ed essa ci “parla”, per così dire. Il suono che emette ci dà, come conseguenza, una comprensione luminosa della sua natura.
In questo modo si entra in contatto con la sua storia. L’elaborazione della sua forma appare chiaramente e sembra di avere vissuto attraverso tutte le esperienze fatte dalla cosa che stiamo
investigando. Va detto che tutte queste informazioni affluiscono verso di noi con una grande rapidità, in così poco tempo da dare
l’impressione che esse non abbiano né principio né fine. Nel Mondo del Pensiero tutto è un grande “qui ed ora” ed il tempo non esiste.
Pertanto, quando si vogliono utilizzare queste informazioni
archetipiche nel nostro mondo materiale, dobbiamo sbrogliarle e classificarle seguendo un ordine cronologico che abbia un principio ed una fine. Solo così possono diventare comprensibili per gli esseri che vivono in un mondo dove il tempo è un fattore principale. Questo riordinamento è un compito molto difficile, perché il nostro vocabolario è stato concepito in relazione con uno spazio
tridimensionale e l’effimera idea del trascorrere del tempo. Per questi motivi, purtroppo, grande parte di queste informazioni rimangono indisponibili.
È vero che i pensieri cattivi non sono nocivi?
Molte persone ritengono di poter pensare ciò che vogliono e credono che i pensieri cattivi, se non tradotti in azioni cattive, non sono nocivi. Questo è assai lontano dall’essere vero, perché il potere dei cattivi pensieri, proprio come quello di quelli buoni e benefici, è veramente notevole.
Attraverso il corso dei secoli, per esempio, i cattivi pensieri di odio e paura, si sono cristallizzati in ciò che chiamiamo “microbi” o “batteri”. I microbi delle malattie infettive sono, a tutti gli effetti, la manifestazione fisica creata dai pensieri di odio e timore, ecco perché sono sconfitti dalla forza opposta, ovvero il coraggio.
Se, trovandoci di fronte a una persona infettata da una malattia contagiosa, tremiamo dalla paura, attireremo a noi quei microbi tossici. Se, invece, avviciniamo questa persona senza nessun timore, sfuggiremo all’infezione, soprattutto se le manderemo dei pensieri di amore e comprensione.
Nel Sermone sulla Montagna, il Signore Cristo ci disse che “L’uomo che guarda una donna con desiderio ha, in effetti, già commesso
adulterio”. Quando realizziamo che “l’uomo è ciò che mantiene nel suo cuore,” avremo una concezione assai più ampia della vita che non prendendo in considerazione l’azione fisica e null’altro. Ogni azione è il risultato di un precedente pensiero, ma non necessariamente un pensiero della persona che ha commesso quell’atto.
I nostri pensieri sono più importanti delle nostre azioni:
Se si colpisce un diapason, e un altro diapason del medesimo tono si trova vicino al primo, il secondo risuonerà di concerto col primo. Parimenti, quando emettiamo un pensiero e un’altra persona si trova nel nostro stesso ambiente, questa ha un pensiero dello stesso ordine, così che questi pensieri comuni si uniscono e le danno forza sia nel bene che nel male, secondo la natura del pensiero.
Quando siamo in un tribunale in qualità di giurati e osserviamo il colpevole, consideriamo unicamente ciò che egli ha fatto, ma non conosciamo il pensiero che ha incitato a commetterlo. Se varie persone nutrono dei pensieri cattivi e malevoli verso qualcuno, questi pensieri possono, nel tempo, rinforzare le eventuali intenzioni criminali di questa persona.
La chimica ci insegna che basta un semplice cristallo di sale per solidificare una soluzione saturata del medesimo. Per la stessa ragione, se un uomo ha saturato il suo cervello di pensieri criminali, un’idea omicida emessa da un’altra persona, può rivelarsi l’elemento in grado di demolire l’ultima barriera che avrebbe trattenuto quest’uomo dal commettere il suo atto nefando. Questo spiega perché i nostri pensieri sono più importanti delle nostre azioni
Noi attiriamo ciò che pensiamo:
Se pensiamo in modo giusto, agiremo sempre come persone corrette. Nessun uomo può avere dei pensieri di amore verso i suoi simili, né pensare come aiutarli, spiritualmente, mentalmente o fisicamente, senza che nel tempo questi pensieri abbiano a concretizzarsi in fatti concreti. Se coltiviamo tali pensieri, vedremo presto la luce spargersi intorno a noi; scopriremo che gli altri ci avvicinano con il nostro stesso stato d’animo.
Ma, se cerchiamo solo di vedere la cattiveria e la meschinità in tutti quelli che incontriamo, sarebbe bene che ci assicurassimo che tali tratti negativi non emanino proprio da noi stessi. Una persona cattiva e meschina tende infatti a “irradiare” questi difetti attorno a sé, e tutti quelli che incontrerà gli appariranno a loro volta cattivi e meschini, perché i suoi pensieri avranno fatto vibrare nell’altra persona le qualità della stessa natura.
D’altra parte, se noi coltiviamo un atteggiamento sereno e pensieri liberi da ogni negatività, sinceramente altruisti e benefici, potremo trarre il meglio da tutte le persone che avremo modo di contattare.
Per queste ragioni dobbiamo riconoscere che, soltanto quando impareremo a coltivare in noi le migliori qualità, potremo sperare di trovare le medesime qualità nelle persone che incontreremo. È ovvio che, sapendo queste cose, siamo maggiormente responsabili dei nostri pensieri.
Noi siamo davvero i guardiani dei nostri fratelli, infatti il nostro modo di pensare non solo costruisce la nostra personalità ma, per riflesso, anche la loro. Se desideriamo veramente coltivare in noi le migliori qualità dovremmo cercare la compagnia di coloro che le hanno già sviluppate. Il loro atteggiamento mentale ci sarà infatti di grande aiuto per risvegliarle in noi e farne parte costituente della nostra vita.
Molti, purtroppo, incontrano persone e situazioni che, malgrado tutte le loro buone intenzioni, li inducono a pensare cose negative. Tuttavia, vi è un mezzo semplice per rigettare tali pensieri e, come vedremo tra poco, questo mezzo è l’indifferenza.
Simpatia e antipatia attirano pensieri dello tesso tipo:
Sia la simpatia che l’antipatia tendono ad attrarre idee e pensieri dello stesso tipo, pertanto l’energia da noi emessa per combattere i pensieri cattivi, non solo li manterrà vivi, ma farà anche in modo che essi ci disturbino ancor più di sovente.
Anche quando litighiamo con una persona che non ci piace, creiamo un’energia che la spingerà a trattarci male. Perciò, invece di combattere, dovremmo adottare la tattica dell’indifferenza. Se, quando incontriamo una persona che non è di nostro gradimento, saremo capaci di restare completamente indifferenti, potremo star certi che questa persona non si interesserà più di noi.
Per eliminare i cattivi pensieri dobbiamo usare l’indifferenza:
Per lo stesso principio dobbiamo adottare l’indifferenza verso i pensieri che non desideriamo e sforzarci di sostituirli con delle idee buone e idealmente valide. Se solo proveremo a farlo, constateremo, in breve tempo, che i pensieri molesti si saranno ridotti o eliminati e potremo coltivare soltanto quelli buoni e costruttivi.
Tutto questo ci porta a comprendere quanto sia importante e potente il pensiero, con cui si possono fare tante cose buone e cattive. Possiamo considerare la potenza del pensiero come una delle energie più potenti finora conosciute.
Solo quando…
Solo quando l’uomo sarà capace di comprendere la vera natura del pensiero, e fare un uso pienamente corretto di questa forza divina, potrà liberarsi dai limiti imposti dalla materia, avanzare sul sentiero evolutivo e diventare un Creatore in piena consapevolezza delle proprie azioni.
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