Il Prana e i Chakra
di Pietro Francesco Cascino
Tutto quel che si muove nel nostro universo manifesta prana, grazie a cio’ il vento soffia, l’ aereo decolla, la terra trema il filosofo pensa.
Il prana e’ universale.
Tutto cio’ che esiste visibile ed invisibile e’ un vortice di prana.
Ma che cos’e’ questo prana?
E’ energia intelligente, piu’ sottile di quella atomica, che costituisce la vita.
Nelle scritture Indu’ il prana viene descritto come un insieme di scintille di energia intelligente.
Paramahansa Yogananda, grande maestro indiano che visse in occidente per oltre trent’ anni tradusse il prana con il termine
“lifetrons”(vitatroni). Nella loro essenza i lifetrons sono i pensieri condensati di Dio, il principio vitale del cosmo fisico.
Nel mondo fisico vi sono 2 tipi di prana:
l’ energia cosmica vibratoria onnipresente nell’ universo,
l’ energia che sostiene e pervade il corpo umano.
Prana e’ la somma di tutte le energie contenute nell’ universo. Per gli yogi l’ universo e’ costituito di Akasa, l’ etere cosmico e di Prana, l’ energia vitale.
Tutte le forme della materia nascono quando Prana agisce su Akasa. In sostanza questo concetto corrisponde a quello della fisica nucleare, che considera qualsiasi materia come energia “arrangiata” in maniera diversa. Il magnetismo, l’elettricita’ e la forza di gravita’ sono manifestazioni diverse di energia .
Ci si puo’ chiedere perche’ il termine Prana invece di Energia.
Per gli occidentali il termine energia esprime un concetto meno vasto e troppo materialistico rispetto al pensiero degli orientali.
Per gli yogi il prana e’ presente nell’aria, nonostante cio’ esso non e’ ne’ ossigeno, ne’ azoto, ne’ alcun altro componente chimico presente nell’ atmosfera; il prana esiste nel cibo, nell’ acqua, nella luce del sole, e’ immateriale ma presente in ogni manifestazione divina.
Gli yogi sostengono che il prana puo’ essere immagazzinato e accumulato nel sistema nervoso, che attraverso la pratica dello yoga e’ possibile dirigere a volonta’ questa corrente di prana mediante il pensiero, perche’ anch’esso e’ prana.
Pranayama
IL PRANA
La parola Prana, è di origine sanscrita, e significa soffio vitale, soffio di energia e di forza. Il Prana si trova in tutte le forme viventi, nell’acqua, nella terra, nel cibo; La natura è colma di Prana e non è difficile immaginare come mai esso penetri in noi attraverso il respiro. Nel sanscrito c’è una parola che si chiana yama che significa controllo ; da qui la parola Pranayama che ha il significato di controllo del respiro; mentre ayama sempre in sanscrito significa “senza controllo oppure al di la del controllo”. Lo yoga quindi oltre a proporci il controllo del nostro respiro ci consente anche di andare al di la del controllo stesso. Il Prana, (energia vitale) ,entra in noi attraverso il respiro. Quando siamo nella fase di trattenimento a polmoni pieni, l’energia si diffonde in tutto il nostro organismo, mentre nella fase di trattenimento a polmoni vuoti, riusciamo a sperimentare la percezione del “nulla”. Per questo motivo lo Yoga nelle tecniche di pranayama, da’ molta importanza alla fase del trattenimento del respiro. Queste tecniche vanno imparate in maniera graduale e sotto il diretto controllo del maestro.
IL RESPIRO
Il respiro è il nostro mezzo di scambio con l’esterno. L’inspirazione corrisponde alla gioia alla luce, al sorriso . L’espirazione corrisponde alla malinconia, al buio al vuoto. Proviamo ad osservare il modo in cui respiriamo, solo in questa maniera riusciremo a capire se accettiamo uno scambio con l’esterno; difatti ogni volta che inspiriamo entra in noi un poco di universo ; ogni volta che espiriamo un poco di noi entra nell’universo. Lo so questo concetto non è certo facile da comprendere; possiamo capirlo solo se impariamo ad ascoltare ed osservare il nostro respiro. Se noi cambiamo il nostro modo do respirare, riusciamo a cambiare quello che non funziona in noi, riusciremo così ad accettare lo scambio che abbiamo con l’esterno, perchè il respiro non è altro che questo.
Respirare è il volano della macchina corpo. Il Prana è la più ovvia manifestazione di cosa sia il respiro. Con il respiro lentamente raggiungiamo l’introspezione per entrare in relazione con le forze sottili, le correnti nervose che si muovono attraverso il corpo. Percepirle e capirle significa iniziare a controllarle e disciplinare il corpo. La mente stessa è mossa da diverse correnti nervose. Risultato finale è il raggiungimento del perfetto controllo sul corpo. L’intero universo nella tradizione è Akasha (etere) che è onnipresente e che penetra tulle le esistenze. Akasha è così sottile che si situa al di là della percezione. E’ visibile quando diventa grossolano, ed allora diventa aria, il sole , le stelle, la terra, le piante, animali e esseri umani. Akasha si manifesta nell’universo sotto la forma di Prana che è infinito e onnipresente. All’inizio e alla fine del ciclo ogni cosa diventa Akasha e tutte le forze ritornano nel Prana dal quale evolve ogni forma di forza e energia.Il Prana si manifesta quale movimento, gravità, magnetismo, azione del corpo, corrente nervosa e forza del pensiero.All’inizio del ciclo le energie del Prana si mettono in movimento, si differenziano da Akasha e da Akasha le varie forme evolvono. La conoscenza e il controllo del Prana è realizzabile dal Pranayama. Controllando il Prana si può controlla qualsiasi cosa nell’universo, dagli atomi ai più grandi sistemi solari.Controllando il Prana la mente può essere disciplinata, in quanto il Prana è la manifestazione generalizzata della forza. Questa piccola onda di Prana che rappresenta la nostra energia, fisica e mentale, è la più vicina a noi di tutte le onde dell’infinito oceano del Prana nell’universo. Tutte le azioni riflesse del corpo appartengono al piano del pensiero. La mente può esistere fino al livello più elevato. Quando la mente raggiunge lo stato di perfetta concentrazione, o supercoscienza, potrà andare oltre i limiti della ragione e venire in relazione con situazioni che non possono essere conosciuti da ragione o istinto. Quando l’azione del Prana è più sottile, l’etere diventa raffinato stato di vibrazione che si presenta alla mente e qui allora non ci sarà più separazione (frammentazione). Le sottili vibrazioni diventano pensieri e l’intero universo è un oceano di pensieri. Nel pensiero universale c’è UNITA’. Alla fine, quando il Sè è raggiunto, noi comprendiamo che il Sè è solamente Uno. I fisici moderni hanno provato che la somma totale delle energie universali è la stessa dappertutto e esiste in due forme: 1) l’energia si sviluppa, diventa potenziale, attenuata e calmata; 2) viene manifestata da tutte queste varie forze , nuovamente ritorna poi alla stato di quiete.
La più ovvia manifestazione di Prana nel corpo umano è il movimento dei polmoni. Pranayama significa effettivamente il controllo dei movimenti dei polmoni, e questo movimento è associato al respiro.Il Prana muove i polmoni, il movimento dei polmoni attira aria. Questa forza muscolare che va tramite le correnti nervose ai muscoli e da questi ai polmoni, facendoli muovere in una certa maniera, è il Prana che deve essere controllato nella pratica del Pranayama. Inspirando riempiamo l’intero corpo di Prana, la forza vitale.Chi riesce a controllare il Prana raggiunge il potere di portarlo in un determinato stato vibratorio che può essere trasmesso ad altri facendo sorgere in loro una vibrazione similare.I grandi profeti del mondo hanno raggiunto il più grande e meraviglioso controllo del Prana, che ha dato loro enormi poteri, anche quello di influenzare il mondo.
La meditazione significa concentrare il Prana.Come nell’oceano una piccola goccia è legata ad un’altra e una grande onda è connessa ad un’altra, così c’è una gigantesca energia e anche una raffinata e sottile energia nel corpo umano e ognuno è connesso con l’infinito oceano di energia. Portare la mente ad un alto stato di vibrazione è spiritualità, che è manifestazione di Prana. Le vibrazioni della mente sono riunite nel Samadhi. Il più basso livello di Samadhi origina visioni.Dovunque vi sia una straordinaria dimostrazione di poteri, questa è manifestazione di Prana.
Quella parte di Prana che raggiunge il controllo delle manifestazioni fisiche attraverso mezzi fisici è chiamata scienza fisica. Ciò che ricerca il controllo delle manifestazioni del Prana quale forza mentale con mezzi mentali è chiamato Yoga Sastra (Scienza dello Yoga).Ci sono due correnti nervose connesse alla colonna vertebrale. La prima Ida (narice sinistra) corre attraverso la sinistra della colonna vertebrale , la seconda , Pingala (narice destra) è alla destra della colonna . Tuttavia c’è un altro canale, che scorre all’interno della colonna, chiamato Sushumna. Alla radice di questo canale c’è il loto di Kundalini. Ogni animale dotato di colonna vertebrale ha questi tre canali. Nell’uomo ordinario, tuttavia, Sushumna è chiuso, come per gli animali. Ci sono due tipi di azioni in queste correnti nervose: 1) afferente o sensibile forza nervosa, centripeta che porta le sensazioni dal corpo esterno al cervello, 2) efferente o forza nervosa centrifuga che porta le sensazioni dal cervello al corpo esterno. I centri di energia vitale ( chakras) che regolano il sistema respiratorio hanno una sorta di azione di controllo sul sistema nervoso.Dalla respirazione ritmata deriva una tendenza di tutte le molecole del corpo a muoversi nella stessa direzione.
Quando la mente si trasforma in volontà, le correnti nervose si modificano in un movimento simile all’elettricità, in quanto i nervi hanno la capacità di evidenziare la polarità sotto l’azione di correnti elettriche. Quando tutti i movimenti del corpo diventano perfettamente ritmici, il corpo diventa una gigantesca batteria di volontà. Il respiro tende a avere una azione ritmica nel corpo tramite il centro del respiro che ci aiuta a controllare gli altri centri.Lo scopo del Pranayama è quello di risvegliare l’attorcigliato potere della Kundalini nel chakra di base (muladhara). Si deve percepire la visione, l’immagine del sogno nello spazio primordiale (mahakasha). Quando uno yogi legge i pensieri degli altri o entra in relazione con oggetti supercoscienti, egli li vede nella spazio di chittakasha (spazio mentale). Quando le percezioni diventano senza oggetti e l’anima rifulge nella propria autentica natura, è chidakasha (spazio della conoscenza). Quando kundalini è risvegliata e entra nel canale sushumna tutte le percezioni sono a livello dello spazio mentale; quando viene raggiunta la fine del canale che si apre a livello del cervello, la percezione diventa senza oggetto nello spazio della conoscenza (chidakasha).
La mente costruisce la rete del sistema nervoso e deve romperla. Solo allora il potere e la conoscenza arriveranno a noi.Se noi possiamo inviare la corrente mentale tramite il canale nascosto, il problema è risolto.Quando una sensazione è portato ad un centro, il centro reagisce. La reazione del centro origina movimento.Ogni percezione è la reazione all’azione esterna.L’energia attorcigliata dell’azione è kundalini.Se l’energia attorcigliata si risveglia e diventa attiva e conscia, lavorerà attraverso sushumna con una tremenda reazione che diventerà percezione superconscia. Quando raggiungerà la sede di tutte le sensazioni, l’intero cervello reagirà e il risultato sarà il pieno splendore dell’illuminazione, la percezione del Sè. Quando si apre il canale sushumna, al di là dei sensi, la mente diventa superconscia. L’intelletto raggiunge uno stato che il ragionamento non può raggiungere. Gli ojas (energia fondamentale del corpo e della mente) saranno immagazzinati nel cervello.
La forza di agire al di fuori, come elettricità o magnetismo, si trasforma in forza interiore e la forza attiva a livello di energia muscolare si trasforma in ojas. L’energia sessuale, presente nei pensieri sessuali, quando scoperta e controllata si trasforma in ojas e il chakra di base (muladhara) li guiderà. Per questo muladhara è importante. Per questo la castità o il celibato hanno tanta importanza e virtù elevate. Senza castità diventa pericoloso praticare lo yoga.
Che cos’è un chakra?
Chakra è una parola sanscrita che significa ruota o vortice, e si riferisce ad ognuno dei sette centri energetici di cui è composta la nostra coscienza, il nostro sistema energetico.
Questi chakra, o centri energetici, hanno la funzione di pompe, o valvole che regolano il flusso dell’energia nel sistema energetico. Il funzionamento di un chakra riflette le decisioni che prendiamo, a secondo di come scegliamo di rispondere alle situazioni della nostra vita. Quando decidiamo cosa pensare, cosa sentire e attraverso quale filtro percettivo sperimentare il mondo che ci circonda, si aprono o si chiudono queste valvole.
I chrakra non sono fisici. Sono aspetti della coscienza, così come lo sono le auree. Essi sono più densi della auree, ma non tanto densi quanto il corpo fisico. Interagiscono con quest’ultimo attraverso due veicoli maggiori: il sistema endocrino e il sistema nervoso. Ogni chakra è associato con una delle sette ghiandole endocrine e con un gruppo di nervi, detto plesso. Quindi, ogni chakra può essere associato con specifiche parti del corpo e particolari funzioni fisiologiche, controllate dal plesso o dalla ghiandola endocrina associati a quel chakra.
Tutto quello che sentite, che percepite, tutti i possibili stati di consapevolezza, ogni cosa che potete sperimentare può essere divisa in sette categorie. Ciascuna di queste categorie è associata ad un chakra specifico. Pertanto, i chakra non rappresentano solo una parte del corpo fisico, ma anche una certa area della coscienza.
Se avete una tensione nella coscienza, l’avvertite nel chakra associato a quella specifica parte che sta esperimentando lo stress e nelle parti del corpo fisico correlate a quel chakra. La
localizzazione della tensione dipende dalla causa dello stress. La tensione nel chakra è recepita dai nervi del plesso associato a tale chakra e poi trasmessa alle parti del corpo che esso controlla. Quando la tensione continua per un certo tempo, o ha una particolare intensità, la persona crea il sintomo a livello fisico.
I chakra, dal sanscrito ‘ruota’, sono punti energetici che per la loro forma ad imbuto e per il loro movimento circolare, assomigliano a delle vere e proprie ruote. I chakra principali sono sette anche se poi esistono i cosidetti “chakra minori” collocati in punti diversi del nostro corpo astrale.
I sette principali, dal basso verso l’alto, sono:
Muladhara o Chakra Radice,
Svadhistana o chakra della milza
Manipura o chakra del plesso solare
Anahata o chakra del cuore
Visuddha o chakra della gola
Ajna o chakra delle sopracciglia (terzo occhio)
Sahasrara chakra della corona o Loto dai Mille Petali.
Quando il chakra è aperto, l’energia fluisce liberamente penetrando tutti gli strati dell’aura, quando invece il chakra è chiuso, o bloccato, l’energia trova un ostacolo e non penetra: in quel punto avremo uno squilibrio, o a livello fisico, o a livello mentale e spirituale o anche ad entrambi. La loro funzione principale è quella di assorbire l’energia cosmica, metabolizzarla ed alimentare le nostre auree.
I chakra sono quindi i principali punti energetici attraverso i quali il nostro corpo fisico e quello astrale si “nutrono” di energia cosmica. I chakra principali sono tutti doppi, hanno cioè una corrispondenza sul davanti e sul dietro del nostro corpo. Il loro perfetto funzionamento è quindi sinonimo di salute e benessere ad ogni livello, fisico, mentale ed energetico-spirituale e, di conseguenza, la totale apertura di tutti i chakra consente di raggiungere quello stadio che i grandi maestri orientali chiamano “illuminazione”, ovvero il “nirvana”. Ogni chakra, inoltre, apporta un elemento (terra, fuoco, aria, acqua), un simbolo, un mantra, un colore e una posizione regina di corrispondenza.
Quindi possiamo lavorare su ogni chakra, a livello più fisico, con posizioni appropriate, con il mantra di corrispondenza e abbinando anche l’alimentazione in base al colore dell’elemento (ad esempio col fuoco mangeremo cibi rossi, frutta rossa etc.) e a livello energetico con meditazioni e concentrazioni che stimolino il chakra all’apertura.
I chakra, alla base del Raja Yoga, costituiscono probabilmente l’argomento più complesso di tutto lo Yoga perchè alla loro base ci sono tante altre conoscenze, come la reincarnazione, le vite precedenti, il nostro karma, etc. etc.
I chakra sono anch’essi frutto del nostro passato: il loro stato attuale svela molto sul nostro comportamento e le nostre attitudini sia passate che presenti.
Ricordiamo sempre che oggi noi siamo il frutto del passato, di quello cioè che di buono e di meno buono abbiamo creato con le nostre stessi mani…! Conoscendo i nostri chakra conosceremo sicuramente meglio anche noi stessi.
– Centro dell’Illuminazione o Coronale Sahasrara Chakra.-
Stati di coscienza: il chakra della corona rappresenta le parti della nostra coscienza che riguardano la percezione dell’unità o della separazione. Così come il chakra della radice ci mostra la connessione con la Madre Terra, questo chakra ci mostra la nostra relazione con il Padre Nostro che è nei cieli. Rappresenta la nostra connessione con il padre biologico, che diventa il modello della nostra relazione con l’autorità e, infine, con Dio. Questo è il livello dell’anima.
Quando sperimentiamo un senso di separazione con nostro padre, chiudiamo questo chakra, provando un senso di isolamento e di solitudine, come se fossimo in una conchiglia, e questo provoca una difficoltà a sentire il contatto con le persone intorno a noi. Questo processo di pensiero tende a giustificare e a mantenere il senso di solitudine.
Elemento: Luce Interiore, che è quello che si prova ad essere nella parte più profonda del nostro essere, un punto di coscienza che brilla di intelligenza.
Viene anche chiamata Luce Bianca. In senso metafisico, è considerata l’elemento più sottile di cui è creato l’universo fisico.
Localizzato all’estremità della testa, il Sahasrara è l’ultimo chakra, il chakra dell’illuminazione.
Sahasrara appare come un loto bianco dai luminosi filamenti, con mille petali in cui sono scritte tutte e cinquanta le lettere dell’alfabeto sanscrito ripetute venti volte.
All’interno risplende, tra freddi raggi argentei, la luna piena e al suo interno è inscritto un triangolo che alberga il grande vuoto, origine e dissoluzione di ogni cosa.
Qui risiede Paramashiva, simbolo dell’identificazione dell’anima indviduale con l’anima universale, fra l’uomo e Dio, realizzazione della suprema beatitudine che consegue alla distruzione dell’ignoranza e della falsa visione operata da Paramashiva stesso quale sommo guru che istruisce lo yogin devoto.
Lo yogin deve quindi fare ascendere kundalini dal Muladhara al Sahasrara, facendole attraversare tutti i chakras fino a condurla dal suo signore, Paramashiva, affinché si unisca con lui e possa delibare l’ambrosiagenerata dalla loro unione.
– Centro della Consapevolezza della Coscienza, Terzo Occhio, Ajna Chakra.-
Colore: Oro e argento o blu indaco
Numero Petali: 2
Organo corrispondente: ghiandola pituitaria
Caratteristica: La sede di Dio
Posizione d’appartenenza: Loto, Candela associato alla fronte
Elemento: Etere
Mantra: AUM
Senso: le percezioni extrasensoriali, cioè tutti i sensi interiori che corrispondono a quelli esterni e che, insieme, sono considerati la comunicazione spirito-a-spirito.
Stati di coscienza: questo chakra è associato con la parte profonda dell’essere che chiamiamo Spirito e con ciò che consideriamo spiritualità e prospettiva spirituale, il punto di vista dal profondo del nostro essere che la tradizione occidentale considera come subconsio o inconscio. E’ il luogo dove si trovano le vere motivazioni e, di fatto, è da questo livello di coscienza che vengono dirette le nostre azioni e le nostre vite.
E’ anche da questo punto di vista che ci si rende conto che gli eventi nel mondo fisico altro non sono che la manifestazione della
co-creazione tra gli esseri coinvolti negli eventi stessi.
Elemento: Suono Interiore, il suono che si ode e che non dipende da eventi esterni. Spesso considerato una condizione patologica dalla medicina tradizionale, è anche visto dalle tradizioni orientali come pre-requisito necessario per un’ulteriore crescita spirituale.
L’Ajna chakra è posizionato fra le sopracciciglia in corrispondenza della ghiandola pineale ed è anche chiamato “terzo occhio”.
L’Ajna appare come un loto di colore lunare, bianco splendente, con due petali con inscritte in bianco le lettere “ha e “ksha”. Secondo alcuni maestri il chakra è anche di colore viola.
In questo chakra dorme Purusha, il nostro Dio interiore che per essere risvegliato deve attendere la salita dell’emergia primordiale Kundalini, la sua contro-parte femminile.
L’attivazione di questo chakra coincide con l’apparizione di una luce abbagliante, una corrente luminosa che unisce il chakra Muladhara col Sahasrara, l’ultimo chakra che sovrasta l’Ajna e in questo bagliore si manifesta Paramasiva, il Supremo Signore nella sua piena potenza, sotto forma di hamsa nella candida e circolare regione della luna.
– Centro dell’Abbondanza, Visuddha –
Colore: Viola
Numero Petali: 16
Organo corrispondente: Gola ghiandola : tiroide
Caratteristica: la parola, l’esternazione, la trasmissione
Posizione d’appartenenza: Albero, Triangolo
Elemento: Aria
Mantra: HAM
questo chakra controlla la gola ed il collo, le braccia e le mani. E’ associato con il plesso brachiale o cerviale
Senso: udito.
Stati di coscienza: gli aspetti dell’esprimere e del ricevere. L’esprimere può essere il comunicare ciò che uno vuole e sente, o può essere un’espressione artistica: un pittore che dipinge, un ballerino che danza, un musicista che suona, come forma di espressione per esternare ciò che ha dentro. Esprimere è correlato al ricevere, come nel detto: “Chiedi e ti verrà dato”.
Questo chakra è collegato con l’ascolto dell’intuizione, che ci guida nel flusso ottimale in cui vediamo che i nostri obiettivi si realizzano ed in cui sembra che l’Universo provveda ai nostri bisogni senza alcuno sforzo da parte nostra. E’ lo stato di Grazia.
Conseguentemente, l’Abbondanza è associata a questo chakra come aspetto del ricevere incondizionatamente, necessario ad accettare l’abbondanza dell’Universo.
E’ il primo stadio della coscienza in cui si percepisce direttamente l’esistenza di un altro livello di Intelligenza e se ne esperimenta l’interazione.
In senso metafisico, questo chakra è relazionato alla creatività, al creare, manifestando il raggiungimento dei propri obiettivi nel mondo fisico.
Elemento: etere, come crocevia tra il mondo fisico e il mondo dello Spirito. A livello fisico corrisponde allo spazio profondo, l’elemento fisico più sottile. Dal punto di vista spirituale, rappresenta la matrice sulla quale si manifesta la realtà fisica.
In senso metaforico rappresenta la relazione di una persona con il suo spazio, il film che si svolge intorno a lei.
– Centro dell’Amore Vivente, Anahata.-
Colore: Rosso arancio o verde smeraldo
Numero Petali: 12
Organo corrispondente: Cuore, polmoni
Ghiandole endocrine: la ghiandola del timo, che controlla il sistema immunitario
Caratteristica: Amore verso gli altri, l’accettazione, la fede.
Posizione d’appartenenza: Torsione spinale, Cammello
Parti del corpo: questo chakra è associato con il cuore e la circolazione sanguigna, il plesso cardiaco, i polmoni e tutta l’area del petto.
Elemento: Fuoco evolutivo
Mantra: YAM
Senso: il tatto, nel suo aspetto di relazione con la persona che è entro il corpo, che è diverso dalla sensazione del Chakra Arancione, relativa piuttosto alla sensazione che uno sente dal proprio corpo. Pertanto, l’abbracciarsi è un atto del Chakra del Cuore. Quando ci si abbracia, ci si rende conto di quello che l’altro prova dentro, così come si è consapevoli di quello che si sente nel proprio intimo, e questo dà il senso del relazionarsi con la persona che è dentro il corpo. La sensibilità all’essere toccati indica una sensibilità del Chakra del Cuore.
Stati di coscienza: le percezioni dell’amore, le relazioni (il relazionarsi) con le persone vicine al vostro cuore come: un compagno, parenti, genitori, figli. La difficoltà di respirare o qualche altro problema coi polmoni, organi che usano l’aria, indica tensioni al Chakra del Cuore. La relazione che una persona ha con l’aria indica il suo rapporto con l’amore
Il quarto chakra è un chakra molto importante perchè segna il passaggio dalla “parte corporea più bassa dell’uomo” a “quella superiore”.
L’Anahata è posizionato all’altezza del cuore e rappresenta il nostro cielo interiore.
E’ un loto di colore verde, con dodici petali su cui spiccano altrettante consonanti vermiglie: “k. kh, g, gh, n, c, ch, j, jh, t, th”.
Qui si esprime l’amore, la fede, l’equilibrio, la sintonia tra noi e gli altri, l’accettazione. L’elemento d’appartenenza è il FUOCO, un fuoco evolutivo perchè quello della fede.
– Centro del Potere, Manipura –
Colore: Rosso intenso o giallo
Numero Petali: 10
Organo corrispondente: Addome
Caratteristica: Lo sviluppo della consapevolezza
Posizione d’appartenenza: Cobra, Arco
Elemento: FUOCO
Mantra: RAM
Parti del corpo: le parti del corpo associate con questo chakra sono il sistema muscolare, la pelle intesa come sistema, il plesso solare, l’intestino crasso, lo stomaco, il fegato e gli altri organi e ghiandole allocate nella regione del plesso solare. Sono collegati anche gli occhi, in quanto organi della vista, e il viso, che rappresenta figurativamente la faccia che si mostra al mondo.
Ghiandole endocrine: pancreas.
Senso: vista.
Stati di coscienza: le parti della coscienza relative a questo chakra sono quelle concernenti il potere, il controllo e la libertà, l’agio con cui una persona è capace di essere se stessa – la facilitàdi essere. Anche l’attività mentale ed il corpo mentale sono associati a questo chakra. Il chakra del Plesso Solare è anche connesso al livello dell’essere che chiamiamo personalità.
La relazione di una persona con il fuoco, o con il sole, può essere vista come un parallelismo con le aree della coscienza rappresentate da questo chakra. Se una persona ha una sensibilità verso il sole, si può dire che è particolarmente sensibile al potere, o al controllo o alla libertà.
Questo chakra è posizionato all’altezza dell’ombelico ed è detto “la città della gemma”.Appare come un loto di colore rosso fiammeggiante con dieci petali dal colore grigio-verde intenso sui quali spiccano altrettante 10 consonanti: “D, DH, N (linguali),T, TH, D, DH, N, P, PH”.L’elemento correlato è il FUOCO rappresentato da uno yantra triangolare che ha qui il vertice rivolto verso il basso, mentre invece il fuoco, correlato con il maschile,è rappresentato col vertice verso l’alto. Il fuoco del Manipura è però un “fuoco involutivo”, è cioè il fuoco più basso, più materiale, è il fuoco associato al processo digestivo, ovvero la disgregazione dei cibi per permettere l’assimilazione. In questo chakra risiede l’EGO.Il fuoco evolutivo si incontrerà col prossimo chaka, il chakra Anahata che rappresenta il fuoco più alto, quello della fede.
– Centro delle Sensazioni, Chakra della Milza, Hara, Svadhistana –
Colore: Azzurro chiaro arancione
Numero Petali: 6
Organo corrispondente: Organi genitali
Caratteristica: L’inconscio, rapporto con la parte femminile
Posizione d’appartenenza: Locusta, Pesce
Elemento: Acqua
Mantra: VAM
Parti del corpo: sistema di riproduzione, organi sessuali, plesso lombare.
Ghiandole endocrine: gonadi.
Senso: gusto.
Stati di coscienza: questo chakra è associato con le parti della coscienza relative al cibo e al sesso. Concerne la comunicazione del corpo con l’Essere che c’è dentro il corpo in merito a quello che vuole, che gli necessita e che trova piacevole. Anche la capacità di avere bambini è associata a questo chakra. Quando una persona non ha una bella relazione con l’elemento acqua, che è associato a questo chakra, significa che la persona ha tensioni nelle parti della coscienza correlate a questo chakra.
Questo chakra è anche associato al corpo emozionale ed alla volontà della persona di sentire le proprie emozioni.
Elemento: Acqua.
Questo chakra è localizzato alla base degli organi genitali, ha la forma di una mezza luna d’acqua ed appare come un loto di colore vermiglio secondo i testi antichi, e arancio secondo l’esperienza di alcuni maestri yoga contemporanei.
E’ formato da 6 petali con inscritte le sei consonanti dell’alfabeto sanscrito: “B, BH, M, Y, R, L”.L’elemento correlato è l’ACQUA, rappresentato da un bianco mandala circolare nel quale spicca una mezza falce lunare iscritta fra due fiori di loto. La caratteristica di questo chakra è la fluidità, il rapporto con il femminile, l’inconscio.
– Centro della Sicurezza, Muladhara –
Colore: Giallo ocra
Numero Petali: 4
Organo corrispondente: Ano
Caratteristica: Stabilità e rapporto con la materialità
Posizione Regina d’appartenenza: Pinza, Tartaruga, Cicogna
Elemento: Terra
Mantra: LAM
Posizione: il perineo, la zona tra l’ano e gli organi sessuali.
Colore: rosso.
Parti del corpo: sistema linfatico, sistema scheletrico (ossa e denti), la ghiandola prostatica negli uomini, il plesso sacrale, la vescica ed il sistema eliminatorio, le estremità inferiori (gambe, piedi, caviglie etc.); anche il naso, poichè è l’organo del senso dell’olfatto, associato con la sopravvivenza.
Ghiandole endocrine: ghiandole surrenali.
Senso: odorato.
Stati di coscienza: sicurezza, sopravvivenza, la relazione con il denaro, la casa, il lavoro. La capacità di essere radicati, presenti nel qui e ora, e di essere nutriti, nel senso di permettere al proprio Essere Interiore di essere soddisfatto. Questo chakra riflette anche la connessione con la madre e con la Madre Terra. Come la persona si sente a stare sulla Terra. Rappresenta anche la correlazione con il corpo fisico.
Sintomi o tensioni nelle parti del corpo controllate da questo chakra indicano tensioni nelle parti della coscienza della persona associate a questo chakra. La tensione, in questo caso, è sperimentata come un filtro percettivo generale di insicurezza. Una tensione maggiore viene vissuta come paura. E se c’è ancora più tensione come terrore, o come attentato alla sopravvivenza.
Questo chakra è localizzato al centro del perineo, tra l’ano e i genitali ed appare come un loto di colore giallo dorato, formato da quattro petali scarlatti con inscritte in oro le quattro ultime consonanti dell’alfabeto sanscrito: “V, SH (linguale), SH (palatale), S”. L’elemento di appartenenza è la TERRA, infatti il 4 è il numero della Terra. L’animale raffiurato è l’elefante Airavata, la
cavalcatura di Indra, in certe raffigurazioni posteriori rappresentato anche nero.Questo chakra, detto anche chakra Radice perché rappresenta proprio il “sostegno della base”, ha, come tutti i loti dei chakra, la corolla rivolta verso il basso ad indicare che deve ancora sbocciare ed aprirsi ed attivare le sue potenzialità, e tutti i chakra attiveranno le proprie potenzialità solo quando Kundalini li attraverserà.
Kundalini o Shakti è l’energia cosmica femminile, molto potente, attorcigliata sotto forma di serpente ed avvolta tre volte e mezzo su se stessa, e che giace addormentata alla base della nostra colonna vertebrale.
Quando Kundalini si sveglia, attraversa tutti i chakra, dal basso verso l’alto e sale fino all’ultimo chakra, il Sahasrara, dove si ricongiungerà alla sua controparte maschile, Paramashiva, raggiungendo la perfetta unità.
Quando questo accadrà l’uomo si riapproprierà di tutte le potenzialità in lui latenti, la preveggenza, la sensitività, la chiaroudienza etc. etc. e il mondo fisico-materiale e astrale-energetico non saranno più inscindibilmente separati.
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