Il prana, l’Energia primordiale

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Il prana, l’Energia primordiale

da: redazionevita.altervista.org

ALIMENTI ED ENERGIA VITALE

Sembrerebbe allora che gli alimenti siano un mezzo non
indispensabile alla vita fisica, ma una delle tante fonti di energia.
Tale energia è nota nelle culture orientali da millenni e viene
chiamata “prana” in India e dintorni, “chi” in Cina, ma viene
considerata e studiata anche in occidente, sebbene più recentemente,
come “energia fotonica”, “vitatroni”, “orgon”, ecc. Essa sarebbe il
vero sostentamento del corpo fisico e dei corpi sottili dell’uomo.

C’è chi suggerisce un parallelo tra l’organismo umano e le
automobili: come le auto possono marciare usando un motore a
combustibile, ma possono anche usare direttamente la luce del sole,
senza bruciare nulla e senza inquinare, così l’organismo umano può
attingere direttamente alla fonte primaria di energia, senza
l’intermediazione degli alimenti.

Un certo esercizio moderato e periodico del digiuno viene
consigliato a tutti sia dai guru orientali che dalla Madonna stessa;
infatti i veggenti di Medjugorjie riferiscono che la Madonna ci esorta
a “digiunare” a pane e acqua due volte a settimana.

LE FONTI DEL PRANA

L’aria

L’aria è la prima fonte del prana; non per niente le tecniche
respiratorie yoga si chiamano “pranayama”. Anche le tradizioni
nostrane raccomandano di “prendere una boccata d’aria pura” per star
meglio, specie se convalescenti.

La pratica più semplice di pranayama consiste nel respirare
profondamente e lentamente col naso, allargando bene le narici; la
miglior profondità prevede innanzi tutto un svuotamento completo dei
polmoni, che poi, automaticamente si riempiranno; il riempimento va
iniziato dal basso verso l’alto; alla fine il respiro va trattenuto
per qualche secondo, senza sforzarsi ed infine c’è l’espirazione, che
va completata con qualche sbuffo, per ri-svuotare completamente i
polmoni. La respirazione viene così svolta consapevolmente,
visualizzando il prana che entra con l’aria accumulandosi nei chakra,
con preferenza per quelli che intendiamo privilegiare, come quello del
cuore, al centro del petto, in corrispondenza della punta dello
sterno; oppure possiamo indirizzare il prana in eventuali zone del
corpo che ne necessitino. La visualizzazione è una delle tecniche base
dello yoga, incentrata sul fatto che “l’energia segue il pensiero”,
cioè possiamo guidarla a nostro piacimento per una sua migliore
gestione.

Il sole

“State al sole” è uno dei suggerimenti di Sai Baba. Il sole è un
grande fornitore di prana, da cui derivano tutte le altre forme di
energia. La sua energia può essere assorbita dalla pelle e forse è per
questo che facciamo i bagni di sole, senza rendercene conto, per
un’attrazione istintiva, oltre che per abbronzarci. Fin dall’antichità
i bagni di sole sono stati impiegati da tutti i popoli come strumento
di guarigione e rafforzamento. Dal 1800 sono stati introdotti i
sistemi artificiali di bagno di sole: vari tipi di lampade solari, che
hanno dimostrato efficacia, specie nella cura della tubercolosi della
pelle, ma anche per altri problemi.

Come tutti sanno, i bagni di sole vanno fatti con gradualità,
cercando di iniziare quando il sole è meno forte; per una migliore
riuscita l’ideale sarebbe di farli integralmente, per una decina di
minuti al giorno. L’esposizione prolungata, anche se protetta da creme
solari, sarebbe più nociva che utile, ma basta esporsi alla luce
riflessa e diffusa per trarne vantaggio. Forse per questo gli asceti
indiani vivono nudi o seminudi, anche sulle alture himalayane.

Non diciamo che quando c’è il sole è “bel tempo” e quando piove è
“cattivo tempo”? Probabilmente sentiamo istintivamente che la pioggia
– pur necessaria a i campi – non solo non ci dà energia, ma ce la
succhia via.

Il maestro Aivanhov aveva un culto speciale per il sole,
raccomandando di esporvisi specialmente al suo sorgere, per
beneficiare delle sue radiazioni energetiche. Secondo lui
l’assorbimento migliore si ottiene dalla schiena. Altri suggeriscono
di guardare il sole quando è all’alba o al tramonto, o anche quando è
alto, ma indirettamente, ruotando lo sguardo intorno ad esso, per non
nuocere alla vista. Anzi, secondo alcuni la vista migliora con tale
pratica. L’indiano Hira Ratan Ramek, sul suo sito web, ci fornisce una
procedura graduale, per guardare il sole in periodi non pericolosi per
la vista, con la conseguenza che avremo sempre meno bisogno di
mangiare. Un altro indiano, già citato: Sunyogi Umasankar ha
sperimentato ed insegna in seminari internazionali questa pratica, che
scoprì spontaneamente contemplando il riflesso del sole sul mare, al
mattino; senza rendersene conto, trovò che, così facendo, non solo non
aveva più bisogno di mangiare, ma non poteva più assumere cibo; ciò
gli consentì di girare a piedi tutta l’India, senza denaro né cibo,
per diffondere lo yoga del sole. Quindi, per giovarsi del sole non
occorre guardarlo direttamente, rischiando la vista, ma si può
guardarne i riflessi sull’acqua o su altre superfici.

I cibi

Il guru di Yogananda: Sri Yukteswar sosteneva addirittura che non
è esatto che l’uomo sia onnivoro, come dice la tradizione occidentale,
ma esso sarebbe frugivoro, cioè atto a consumare frutta, noci e
verdura. D’altra parte nella Bibbia non si narra che Adamo ed Eva,
nell’Eden, mangiavano frutta?

Oltre agli insegnamenti yoga ed alle più semplici tradizioni
contadine, sono state svolte ricerche scientifiche sul contenuto
energetico degli alimenti. L’ingegnere francese André Simoneton ha
studiato per decenni le radiazioni utili per l’uomo ed emesse dagli
alimenti; i suoi studi rivelano che le radiazioni più valide per
l’uomo vanno dall’infrarosso al giallo e che gli alimenti migliori
sono quelli crudi: la frutta matura e soprattutto le mele rosse,
seguite da uva nera e pomodori; tra gli ortaggi: carota, barbabietola,
legumi freschi. Non a caso, un noto proverbio recita: “una mela al
giorno toglie il medico di torno”. Io mangio delle insalatone miste,
includendoci patate, zucchine, asparagi, broccoli crudi, avendo
scoperto che questi ortaggi sono più teneri delle carote, che siamo
abituati a mangiare crude.

Naturalmente – come ci dicevano i nostri vecchi – gli alimenti
migliori sono frutta e verdura freschi, appena colti dalla pianta e
non inquinati (biologici). Quelli cotti non contengono gran ché, ad
eccezione della patata; comunque non vanno conservati, surgelati, né
tanto meno riscaldati. Il bel testo di Elisabetta Passalacqua offre
molti dettagli sull’alimentazione ideale.

Si consiglia anche di bere (lontano dai pasti) acqua che sia stata
esposta al sole, per caricarla di energia.

L’assorbimento del prana degli alimenti avviene soprattutto
tramite la lingua. Perciò – oltre che per una migliore digestione – è
bene masticare a lungo ogni boccone, visualizzando il prana che viene
assorbito dalla bocca. Il mahatma Gandhi (gran digiunatore, per scopi
politici) diceva che i cibi solidi vanno “bevuti” ed i liquidi
“masticati”, per ricordarci di trattenere entrambi i tipi di cibi più
a lungo in bocca, onde trarne tutto il prana. Werdin ne descrive bene
il procedimento nel suo testo, indicandolo come uno dei metodi
(“Conscious Eating”) per minimizzare il mangiare.

La Terra e l’acqua

Il suolo ha una funzione energetica anch’esso; perciò è bene
camminare a piedi nudi ove possibile, specie nella Natura, come sulla
spiaggia o su un bel prato. Anche gli alberi sono una fonte
energetica: toccarli con le palme delle mani o appoggiandovi la
schiena può giovare.

Come molti sanno, o hanno sentito dire, esistono al mondo dei
luoghi dove l’energia è più forte che altrove, sia per motivi naturali
che per la carica accumulatavi da atti umani. Essi sono stati
utilizzati consapevolmente od istintivamente da secoli o millenni,
specialmente come templi. Esempi sperimentati personalmente sono:
Belur math: il tempio del monastero di Ramakrishna, presso Calcutta;
la Porziuncola di S. Francesco d’Assisi, contenuta dentro la chiesa di
S.Maria degli angeli; Mont Saint Michele in Normandia; la basilica a
più livelli di S. Clemente a Roma, presso il Colosseo; la grotta
santuario della SS. Trinità a Vallepietra, in Ciociaria; il complesso
monolitico britannico di Stonehenge. Anche la piramide di Cheope al
Cairo avrebbe vibrazioni molto elevate. A proposito di quest’ultima,
possiamo ricordare che c’é chi sostiene che le piramidi in generale
siano dei concentratori dell’energia cosmica; perciò alcuni ne
costruiscono piccole repliche (generalmente limitate agli spigoli)
sotto cui meditare.

Anche l’immersione ed il nuoto in acque pure può giovare molto: i
bagni di mare ed in altre acque mosse ne sono un esempio. Esistono poi
posti privilegiati, in cui l’energia è maggiore; le fonti
“miracolose”, dette anche “acque di luce”, come Lourdes ne sono un
esempio, forse collegate a luoghi energetici, che caricano l’acqua; i
fiumi sacri, come il Giordano ed il Gange, sono un altro esempio.

Sostare in tali luoghi e bagnarsi in quelle acque ricarica
particolarmente di energia, aiuta guarigioni spontanee, facilita la
meditazione ed il progresso spirituale.

Movimento e posture

Ci sono movimenti e posizioni che agevolano l’assorbimento del
prana. Il più noto è il ballo, la cui attrattiva, sebbene ignota ai
più, sta nello stimolare l’energia. Un altro esempio ben noto è quello
di molti esercizi e posizioni yoga, primo fra tutti il “saluto al
sole” (surya namaskar). Nella stessa categoria troviamo i “Cinque
tibetani”, specie il primo. I dervisci rotanti ne sono un altro
esempio. Anche l’acqua si energizza scorrendo: l’acqua ferma,
stagnante o imbottigliata a lungo ha poca o nessuna energia, per cui è
meglio bere l’acqua del rubinetto, che in Italia è di buon livello,
piuttosto che acqua minerale imbottigliata.

Mantra

La recita di alcuni mantra – generalmente associata ad altri
esercizi – può produrre l’assorbimento di notevoli energie.

Persone

Le persone stesse possono essere fonte, o canale di energia per
gli altri. Come è noto su questo si basano le emanazioni energetiche e
terapeutiche delle mani, chiamate in vari modi: “pranoterapia”,
“Reiki”, “bioenergetica”, ecc.

In ogni caso e con qualsiasi mezzo si assorba energia, il soggetto
percepisce normalmente un senso di appagamento, piacere, eventualmente
vibrazioni interiori, che lo attraggono verso quella situazione.

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