IL PUNTO DI SVOLTA
di Stefano Fusi
La scienza della Nuova Era trova punti d’incontro con le più antiche tradizioni religiose e
culturali. Fisica, ecologia, psicologia, economia stanno cambiando direzione: dallo studio degli
oggetti a quello dell’energia che li lega. Soprattutto la fisica ha rivoluzionato la scienza
contemporanea. La nuova scienza olistica, vede tutti i fenomeni naturali come parti di una rete
universale e ne studia i reciproci rapporti. La materia? Non esiste.
Tutto è coscienza. La materia è luce condensata . La luce è materia rarefatta, in movimento.
Gli oggetti sensibili sono creazioni della nostra mente, che vede materia tangibile dove c’è un
turbinare di particelle infinitesimali.
Spazio e tempo non sono dimensioni separate; non hanno caratteristiche assolute, ma variano in
relazione alla nostra coscienza e alle condizioni in cui si trova chi li sperimenta. ( non località
)
La nostra mente organizza l’universo in un modo che ci risulti percepibile e comprensibile, ma
l’universo è più di quello che possiamo cogliere con la mente individuale e i sensi.
Ecco le sensazionali scoperte della scienza moderna, che ci riportano a ciò che dicono da millenni
le tradizioni mistiche orientali.
Questo secolo ha visto insieme, paradossalmente, l’esplosione atomica, la materia violata dalla
distruttività umana, e l’esplosione della coscienza, aperta a scoprire nuove dimensioni della
realtà.
La fisica nucleare ha permesso di scoprire come forzare la natura intima delle cose, per distruggere
altre vite, ma anche come riscoprire la nostra vera natura di esseri di luce, l’armonia che sta al
di là delle forme.
L”applicazione pratica della scienza se distorta e utilizzata a fini distruttivi, crea
inquinamento, spreco energetico, la bomba atomica, la vivisezione.
D’altra parte chi studia le antiche tradizioni orientali o dei popoli indigeni, le culture diverse
da quella razionalista, e indaga i mondi di confine – l’energia vitale, la parapsicologia, le
medicine naturali, i corpi sottili, il Divino che c’è in noi – viene ancora deriso, emarginato,
ignorato dal mondo accademico e dagli scienziati che amano usare per sé soli le maiuscole.
Questi respingono le forme di conoscenza che non rientrano nel loro quadro concettuale, tutti i
filoni culturali che non rispettano i canoni sacri della scienza occidentale moderna.
La Scienza, secondo loro, è solo quella che si occupa dei dati oggettivi e misurabili in termini di
quantità, attraverso il metodo sperimentale di laboratorio.
Novelli inquisitori, dimenticano l’amore per la conoscenza che rinnova di continuo la scienza
rivoluzionandola.
Ma la scienza stessa è già andata oltre, nonostante il parere dei conservatori che non vogliono
riconoscerlo e vendono le loro ricerche “scientifiche” all’industria che crea inquinamento,
medicinali tossici e inutili e armi. Essi sono superati dai fatti e difendono solo il loro potere.
Oggi sono sempre di più gli scienziati che allargano i confini del sapere: i fisici gnostici di
Princeton; l’ecologia “profonda” e quella olistica dell’ipotesi Gaia, che vede l’intera biosfera
come un organismo vivente; i sempre maggiori e più dettagliati studi sull’energia vitale e sui
meccanismi neurofisiologici degli stati di coscienza non ordinari; la psicosomatica e l’omeopatia,
sono contributi della scienza a una nuova visione globale.
Il grande scossone alla visione del mondo materialista e meccanicista lo diede, all’inizio del
secolo, la fisica quantistica. Oggi, uno dei più interessanti e innovativi protagonisti della Nuova
Era è il fisico americano Fritjof Capra.
Egli ha gettato un ponte fra le nuove concezioni della fisica quantistica e le visioni mistiche
orientali.
Capra ha sperimentato su di sé, nella meditazione, la realtà della dinamica rete di interconnessioni
che ci lega a tutto l’universo.
I fisici che studiano il mondo delle particelle subatomiche avevano già scoperto la meravigliosa
realtà, difficile da rendere in un linguaggio comune, di un mondo parallelo in cui materia ed
energia coincidono.
Capra ha fatto di più: ha voluto esplorare tanto il mondo esterno quanto quello interiore; secondo
Capra, l’origine dello squilibrio attuale, a ogni livello (ecologico, sociale, spirituale) è
nell’errore di percezione che sta alla base della scienza moderna.
Nel suo libro “II Tao della fisica”, Capra racconta in modo avvincente come la fisica quantistica ha
mutato completamente la visione del mondo degli scienziati, avvicinandoli alle filosofie religiose
orientali.
L’autore suggerisce che i fisici, per uscire dai paradossi della meccanica quantistica, guardino con
occhi nuovi ciò che il taoismo cinese vedeva già millenni fa: la natura duale delle cose – materia
ed energia sono due poli di una stessa dinamica; che riconsiderino ciò che gli Indù, già millenni
fa, dicevano: il divino, l’anima non sono separati dalla materia, ma la stessa cosa sotto forme
diverse. Sono due facce complementari della stessa Essenza.
l Taoismo, il Tantra e altre correnti dello Yoga, la speculazione filosofica Vedanta dell’India e la
dottrina buddhista, diverse tradizioni dei popoli indigeni animisti dicono che la coscienza
trasforma la vita, anzi, è la vita stessa.
La coscienza non è una “proprietà” di alcune entità definite (Dio, l’uomo), è quella rete
immateriale di luce, di informazioni, di amore, scambio, movimento ed energia che raccoglie e
unifica tutti i fenomeni materiali e immateriali, e ne costituisce l’Essenza. Così narra il mito
indù di “Lila”, il gioco cosmico condotto, come una danza e un atto d’amore, dalla Mente universale.
La nuova scienza è un’avventura in territori inesplorati, non uno studio distaccato e asettico.
Tutto l’universo è il suo laboratorio di ricerca; lo scienziato esplora anche se stesso, ora che ha
compreso di essere parte del grande esperimento cosmico.
Nella conclusione de “Il Tao della fisica” (pubblicato in Italia da Adelphi, 1982),
Capra delinea una nuova visione della scienza: ” Io credo che la concezione del mondo implicita
nella fisica moderna sia incompatibile con la nostra attuale società, la quale non riflette
l’armonioso interrelarsi delle cose che osserviamo in natura.
Per raggiungere un tale stato di equilibrio dinamico sarà necessaria una struttura economica e
sociale radicalmente differente: una rivoluzione culturale nel vero senso della parola.
La sopravvivenza della nostra intera civiltà può dipendere dalla nostra capacità di effettuare un
simile cambiamento.
Questa avventura del pensiero prende corpo nel successivo libro di Fritjof Capra, “Il punto di
svolta” (del 1982, edizione italiana Feltrinelli: 1984). E’ un libro fondamentale per chiunque
voglia esplorare la nuova visione del mondo che nasce dal superamento del materialismo scientista.
Capra vi espone, in un affresco affascinante, come ciascuna delle grandi scienze – fisica, biologia,
psicologia, medicina, economia, ecologia – si stia svincolando dalla visione meccanicista,
cartesiana e newtoniana.
La nuova scienza olistica nasce sotto lo stimolo della fisica quantistica, che ha scoperto il nesso
che lega tutte le cose nel flusso dell’energia”. Tutte le scienze attuali vengono ribaltate, non
eliminate ma costrette a considerare anche la “qualità” dei fenomeni.
Nessuna scienza può più pretendere di avere raggiunto verità assolute per descrivere il mondo; deve
interagire con le altre discipline scientifiche e avere coscienza dei propri limiti.
L’economia deve considerare anche l’ecologia, il costo ambientale dell’uso e dell’esaurimento delle
risorse, dell’ inquinamento, del lavoro non retribuito, della qualità della vita e delle relazioni
sociali, delle risorse naturali depredate al Terzo mondo.
La psicologia e la medicina devono tenere conto delle relazioni con l’ambiente esterno e degli
avvenimenti cosiddetti spirituali; del superconscio oltre che dell’inconscio.
Si deve passare “dalla crescita materiale alla crescita interiore”. Questo è il “punto di svolta”.
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