Il Sentiero del Discepolo 8f

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Il Sentiero del Discepolo 8f

di Annie Besant (parte ottava e fine)

ANNIE BESANT
“IL SENTIERO DEL DISCEPOLO”
(Quattro discorsi tenuti ad Adyar nel 1895)
SOCIETÀ TEOSOFICA ITALIANA – R O M A 1957
– Parte ottava e fine –

°°°

Ed anche dal lato filantropico dell’amore il guadagno sarà grande. Dal piano astrale l’uomo potrà
porgere assai più aiuto al suo simile che non sul solo piano fisico. Le attività fisiche fanno gran
rumore e danno relativamente piccoli risultati. Vedete un uomo affaccendarsi a far leggi, a compiere
questo e quest’altro per lo stato e per la società, e rimanete ammirati dalla grandezza del lavoro e
dall’imponenza dei risultati. Ma quanto piccoli e meschini questi appaiono se paragonati ai
risultati del lavoro non visto, compiuto nella quiete e nel silenzio, senza una parola, senza uno
sforzo del corpo fisico, compiuto dal solo lavorio della mente in quell’ambiente rarefatto che
influenza i pensieri degli uomini più che non i loro corpi, le loro menti più che non il loro
involucro esteriore.

Quando l’umanità si eleverà a quel piano superiore, tale sua influenza avrà ben più vasto campo che
non oggi, e miseria, delitto, malvagità, saranno combattuti dall’azione diretta sulle menti umane,
azione purificatrice ed edificante che le solleverà al di sopra del pantano delle loro tendenze
attuali. Persuadetevi, o voi che mi ascoltate, che chiunque genera un pensiero impuro o vendicativo
o collerico o sordido, lancia quel pensiero nel mondo circostante come forza vivente, come entità
attiva, che si diffonde intorno, che è accolta dai più deboli, dai più ricettivi, dai meno evoluti.
Così che simili pensieri di sedicenti uomini rispettabili vanno spargendo semi di delitto fra le
masse inferiori, che li trasformano in azioni la cui responsabilità karmica risale in grandissima
parte a coloro il cui pensiero ha suscitato l’azione.

Tutto ciò non è noto quanto dovrebbe esserlo, non è abbastanza creduto. Ogni uomo che nutre
sentimenti di vendetta, sparge nel mondo astrale un potere di distruzione; e simili pensieri irosi e
perversi, provenienti da uomini di condizione sociale anche rispettabile, quando incontrano qualche
creatura debole, dotata d’un cattivo Karma, circondata da condizioni perniciose, incapace di
dominare i propri impulsi, e schiava di passioni più forti della sua mente, simili pensieri, dico,
si precipitano su tale vittima, e la spingono, se è irritata per qualche ingiustizia, accecata da
qualche offesa, a commettere quello che chiamiamo assassinio. Essa tiene il coltello nella sua mano
fisica, ma il colpo è vibrato dai pensieri di tutti coloro, i cui sentimenti vendicativi sono della
stessa natura dell’assassinio, benché non ne abbiamo l’apparenza esterna. Non vi libererete dai
delitti degli strati inferiori della società se prima non purificherete i pensieri delle classi
elevate, di quelle classi che sono educate e possono comprendere la natura delle cose.

E quando tutto ciò sarà conosciuto e compreso, quando il mondo astrale sarà accessibile alla visione
degli uomini, una nuova forza concorrerà ad aiutare e sollevare il genere umano; poiché gli uomini
non dubiteranno più della potenza del pensiero, sapranno apprezzare la responsabilità che loro
incombe per i pensieri che essi generano, e diffonderanno influenze d’amore e d’aiuto invece che
influenze degradanti, come troppo sovente si fa oggi.

Allora scopriremo pure che da quella più elevata regione è possibile l’aiuto diretto, che non manca
veramente neppure ora; poiché gli scienziati spesso debbono le loro scoperte ad influenze
ispiratrici provenienti direttamente da quel mondo. Quando uno scienziato sceglie una nuova via,
quando uno scienziato, come per esempio Sir William Crookes, scopre la genesi degli atomi – una
delle più belle generalizzazioni della scienza moderna – credete voi ch’egli vi sia pervenuto
unicamente per elucubrazione del cervello fisico? Io vi dico che simili idee vengono dall’alto e non
dal basso.

È così che i Maestri operano sulle menti di coloro che hanno qualche speciale attitudine che possa
essere utilizzata. Dal mondo del pensiero, attraverso il piano astrale dove i pensieri sono entità
attive, Essi influenzano talvolta certi individui affinché il progresso del mondo e lo sviluppo
dell’umanità possano essere accelerati e resi più facili. Ciò non avviene oggi più di frequente
perché, fino a quando la natura morale dell’uomo non sia sufficientemente sviluppata, non è bene che
egli conosca troppo delle forze invisibili che stanno dietro il velo; più che utilizzarle egli ne
abuserebbe, se ne servirebbe per opprimere e per scopi egoistici invece che per aiutare e sollevare
gli uomini. Perciò questa conoscenza non è più ampiamente accordata, perciò la scienza non è
maggiormente aiutata. La scienza, come disse uno dei Maestri, deve porsi ad esclusivo servizio
dell’umanità, se vuol ricevere maggiori aiuti da Coloro che, sopra ogni altra cosa, sono gli
Aiutanti ed i Salvatori degli uomini.

Altra opportunità di più rapido progresso offrirà ancora quello sviluppo di coscienza di cui stiamo
parlando. Nel curare, nell’educare bambini e giovanetti, molti di voi, io suppongo, saranno stati
fortemente colpiti nel vedere quanto grandi siano in loro le possibilità latenti, e come basti che
gli educatori abbiano sufficienti cognizioni per incoraggiarli subito al bene e soffocare in loro le
cattive tendenze. Vi è noto come l’occhio allenato del Yogi veda, attorno al corpo fisico di ogni
individuo, ciò che si chiama aura, e come essa indichi lo sviluppo della mente, la natura del
carattere, lo stadio di progresso raggiunto e le tendenze caratteristiche dell’anima che in quel
corpo dimora. Ognuno di voi porta intorno a sé questo segno rivelatore delle proprie qualità, questo
indice, chiaramente visibile dello stadio raggiunto nell’evoluzione intorno ad ognuno di voi è
questa atmosfera che rende palesi i vostri pensieri, che denota il vostro carattere, altrettanto
visibile da parte dell’occhio esercitato quanto le fattezze fisiche da parte dell’occhio fisico, ma
assai più eloquente nel suo significato. Ora l’aura di un bambino durante i primi periodi del suo
sviluppo ha una particolarità: essa porta in sé i risultati karmici del passato, ma una quantità
delle tendenze mentali e morali da lui sviluppate in quel passato sono ora presenti in germe e non
in frutto.

L’aura di un bambino appare al vostro esame relativamente pura; i colori ne sono chiari e
trasparenti, non torbidi e opachi come negli adulti. Entro quell’aura stanno i germi delle tendenze
che possono svilupparsi, alcune buone, altre cattive. L’occhio esercitato a distinguere queste
caratteristiche permette di coltivare nel bambino le buone tendenze e soffocare le cattive, col
circondarlo di influenze adatte. Se da un seme volete ottenere una pianta sana, dovete procurare di
metterlo in un buon terreno, e fare che non gli manchino mai né acqua né sole. Tutte le qualità
essenziali della pianta sono nel seme, ma non tutta la pianta è ancora in manifestazione, e dal
terreno, dalle cure, dall’aria, dal sole dipenderà il maggiore o minore sviluppo del seme, bello e
rigoglioso, o magro e stentato.

Così in massima avviene col fanciullo. Egli nasce, supponiamo, col germe della collera, con un
temperamento caldo e appassionato, ma, se è circondato da persone dotte e sapienti le quali
conoscano come deve essere trattato, non gli sarà mai fatta udire una parola d’ira, non sarà mai
esposto a vedere un atto di violenza. Intorno a lui tutti saranno gentili, affettuosi, padroni di
sé; poiché l’azione stimolante della collera di persone più avanti negli anni, farebbe crescere
rapidamente quel germe latente in lui, lo intensificherebbe, lo aiuterebbe a fruttificare.

Voi dovete curare che intorno a quel tenero essere vi siano soltanto influenze che stimolino tutto
ciò che in lui è buono, nobile, puro. Se così si facesse con tutti i bambini, l’umanità
progredirebbe veloce, mentre ora procede lentissima ed a stento. L’ignoranza annebbia la mente; gli
uomini non sanno educare la gioventù; dovunque intorno a noi vi è inettitudine; ma questa cesserà
quando gli uomini acquisiranno maggior conoscenza, ed educheranno con oculatezza e non ciecamente
come fanno oggi, educheranno con cognizione di causa e non con ignoranza. Questo bisogno di una vera
educazione spiega perché nei tempi antichi ogni bambino fosse affidato ad un Guru. Il che era inteso
a procurare al bambino il vantaggio di una mente allenata che agisse sopra la sua, coadiuvata da una
visione assai più profonda che non quella dell’uomo comune. Il Guru era di solito un uomo che
sapeva, che poteva vedere, al quale veniva affidata l’educazione del fanciullo perché in lui fossero
soffocate le cattive tendenze e sviluppate le buone. Con la graduale scomparsa di veri Guru, il
genere umano ha perduto quel grande vantaggio; lo riacquisterà però, quando la conoscenza sarà
diffusa nel popolo e quando uno stadio di sviluppo superiore renderà possibile questa più nobile
educazione.

In ogni campo della conoscenza umana i metodi muteranno. Il medico non sarà più costretto a
congetturare dai sintomi esterni sull’entità di una malattia, e le sue diagnosi non saranno più
fondate sul ragionamento, ma su quanto vedrà direttamente. Già oggi si comincia da alcuni a
ricorrere per la diagnosi a gente che possiede la cosiddetta facoltà chiaroveggente; così che il
medico, invece di trovarsi impedito dalla densità del corpo fisico, è coadiuvato dal chiaroveggente,
alla cui vista la materia fisica non fa ostacolo, e che pertanto può scoprire la malattia
discernendo esattamente l’alterazione organica, e fornirgli le necessarie indicazioni, che lo
mettono in grado di agire con tutta sicurezza e di controllare l’azione dei medicamenti. Pensate
quanto sarebbe diversa tutta la scienza medica, se i medici stessi possedessero tale chiaroveggenza,
e potessero così diagnosticare con sicurezza e controllare l’efficacia della cura con quella
nettezza che soltanto una visione diretta può garantire.

Così dicasi della chimica; quanto più utile lavoro potrebbe compiere il chimico se i suoi occhi
fossero aperti, se fosse in grado di seguire i vari stadi della combinazione delle sue sostanze, se
le sue manipolazioni fossero guidate dalla visione diretta, piuttosto che procedere per tentativi,
come spesso accade oggidì, essendo egli costretta ad aspettare il risultato di un esperimento prima
di esser sicuro dell’esattezza delle sue previsioni. Quante disgrazie sarebbero evitate, e quanto
sarebbero affrettati i progressi della scienza. In un articolo, pubblicato nel fascicolo del
novembre 1895 del Lucifer, è appunto messa in evidenza la possibilità di simili progressi; vi
potrete vedere quanto saranno allargati i confini delle umane cognizioni allorché la mente potrà
valersi del suo veicolo sul piano astrale.

Lo stesso avverrà nel campo della psicologia, quando gli uomini comunicheranno fra loro mediante il
pensiero invece che coi lenti metodi della penna e della stampa, quando da cervello a cervello
correrà veloce il pensiero a trasmettere le idee senza i tardi processi che adoperiamo oggigiorno.
Vedrete subito l’enorme importanza di questo fatto per l’umanità anche dal semplice punto di vista
di questo mondo inferiore.

La separazione sarà cosa relegata nel passato: né mari, né monti varranno più a dividere uomo da
uomo, amico da amico, parente da parente. Elevatisi a questa altezza, gli uomini saranno in grado di
comunicare l’uno con l’altro, da mente a mente, dovunque si trovino, a qualunque distanza; poiché
per la mente colà non vi sono limitazioni di spazio né di tempo come in questo mondo inferiore.
Quando l’uomo avrà perfezionato il suo veicolo astrale, sarà sempre vicino a coloro che ama, la
lontananza avrà perduto il suo lato doloroso, e la morte stessa non sarà più una separazione.
Considerate l’esistenza dell’uomo d’oggidì, la vita delle nazioni come è vissuta ora, e vedrete che
la morte e la separazione sono due delle più grandi angosce che opprimono l’umanità. Entrambe
avranno perduto la loro potenza malefica, non appena l’uomo avrà fatto questo gran passo; entrambe
avranno perduto il potere di dividere, quando l’uomo avrà raggiunto questo stadio più elevato. Tale
privilegio, che oggi è dei soli discepoli, sarà allora condiviso dalla maggioranza; e quanto più
bella sarà allora questa vita inferiore dell’uomo, allorché per lui saranno tolte di mezzo queste
cause di turbamento!

Non meno importante sarà, naturalmente, il progresso della filosofia, che avrà allora una più
profonda nozione delle possibilità della materia ed una più netta visione delle realtà della vita.
Così pure per la storia; essa sarà direttamente attinta alla sicura fonte delle memorie âkâshiche, e
non più scritta con parzialità allo scopo di soddisfare le passioni di partiti politici, o di
sostenere qualche teoria dello sviluppo umano, o per puntellare qualche ipotetica fantasia
scientifica. Tutta la storia è registrata nell’âkâsha, in modo assolutamente indelebile; non vi è
atto nel passato dell’umanità che non vi sia conservato, non fatto della storia umana che non vi sia
scritto per chi abbia occhi aperti per vedere. Verrà tempo in cui tutta la storia sarà attinta a
quella fonte, anziché essere basata sull’ignoranza umana, come oggi avviene; e gli uomini, quando
occorrerà loro di conoscere il passato, cercheranno in quei registri imperituri e se ne serviranno
per un più rapido sviluppo utilizzando l’esperienza passata per spingere a più rapida evoluzione
l’umanità.

E ciò che sarà l’arte, quando questi nuovi poteri saranno a disposizione dell’uomo, possono forse
prevedere soltanto coloro che in qualche misura li posseggono già ora. Possibilità di nuove forme di
bellezza inesprimibile, di colori smaglianti al di là d’ogni immaginazione, colori sconosciuti nel
mondo fisico ma che esistono nella materia più sottile del piano astrale, colori che nessuno può
definire perché nessuna parola può descrivere un colore ignoto. Tutte queste cose saranno di dominio
dell’arte con tutte le meravigliose possibilità dei sensi più sottili.

E che sarà della volontà e del potere? Divini Monarchi torneranno a regnare sulla terra, ogni uomo
occuperà nella società il posto che gli spetta secondo il grado di sviluppo raggiunto e non ne
usurperà altri a caso come oggi avviene. Tutti gli uomini potranno rendersi conto di ciò che essi
sono e di ciò che gli altri sono, poiché nell’aura d’ognuno saranno, visibili a tutti, impresse le
facoltà mentali e le capacità morali; e ciò rivelerà per ognuno, il posto più conveniente nella
gerarchia sociale. Allora vedremo i giovani allenati in quel genere di lavoro che meglio si adatta
alle loro capacità, e per il quale le facoltà loro promettono la possibilità di riuscita; allora non
esisterà più quel malcontento che oggi esiste, poiché il malcontento nasce dalle facoltà frustrate
nell’estrinsecazione loro e da un senso di ingiustizia che agisce sulle menti degli uomini ai quali
manca ogni opportunità di valorizzare quelle facoltà che pur sentono di possedere. Se avessero
maggiore conoscenza, comprenderebbero che quelle circostanze avverse sono karmiche.

Ma noi stiamo qui trattando delle masse e non degli individui che sono già più in grado di
ragionare. Per quelle il malcontento sarà impossibile quando, trovandosi ogni uomo nel posto
assegnatogli dalle sue facoltà visibili, si avrà di nuovo una società realmente ordinata. Allora,
sapremo anche meglio trattare i tipi inferiori dell’umanità. Non pene e capestro riserveremo ai
delinquenti, ma cura ed educazione. Noi saremo in grado di discernere il più efficace genere d’aiuto
da portarsi ad ognuno; ed useremo saggezza nel rigenerare, anziché collera nel punire. Ed agendo
così sulla natura stessa degli uomini, non soltanto la società, ma. tutto il mondo esteriore
cambierà d’aspetto; tutto il mondo animale si, assoggetterà al potere informatore dell’uomo che non
ne sarà più l’aguzzino, il tiranno, l’oppressore, ma l’aiutante, la guida, il maestro.

Non di aguzzino e d’oppressore, infatti, ma di aiutante e di maestro, era il compito affidato
all’uomo. Non occorre che io vi dica come tutte le forme di crudeltà andranno a poco a poco
sparendo, il sangue degli animali non scorrerà più a torrenti come ora a bagnare la terra; né gli
animali sfuggiranno più l’uomo pieni di paura e d’orrore riconoscendo in lui il loro nemico, poiché
andremo innalzandoci verso un’età d’oro dove tutto ciò che vive sarà mosso da amore anziché da odio.

Tutto ciò vi può sembrare una bella fiaba, eppure non rappresenta se non il più vicino stadio
dell’umano sviluppo, il risultato della conquista del solo piano astrale, di quel piano che più è
vicino al fisico. Che sarà quando l’uomo s’eleverà ancora più in alto ad occupare in piena e desta
coscienza il piano manasico o mentale?

Debbo ora limitarmi a pochi cenni su tanto trionfo da parte di quella futura coscienza, più vasta
ancora. Se in quel lontano avvenire ancora vi saranno oratori e uditori, quanto differente sarà il
discorso, e quanto differente l’effetto suo su chi vi assisterà ! Non più parole pronunciate, non
più suoni articolati, che, uditi dall’orecchio, solo comunicano una minima parte, tanto imperfetta
ed inadeguata del pensiero. Il pubblico percepirà il pensiero stesso, nella sua essenza; questo
pensiero scaturirà, visibile a tutti, raggiante di colori, ricco d’armonie, squisitamente bello di
forma.

Un tale discorso sarà musica, sarà colore, sarà forma; e l’aula intera sarà infine permeata di
perfetta musica, di perfetti colori, di perfette forme. Poiché questa sarà la futura arte oratoria,
allorché gli uomini avranno conquistato quel più elevato piano di coscienza e di vita. Credete voi
che io sogni? Io vi dico che anche oggi vi sono già persone che possono elevarsi fino a quel piano
di coscienza e conoscerlo e sentirlo e vederlo; che hanno trasceso quei veli che accecano la
maggioranza e le tolgono la visione delle più vaste possibilità della vita. Come un uomo, dall’alto
di una torre, può veder tutto intorno il paese che da ogni dove manda a lui e colori e suoni e
forme, mentre se discende per la scala della torre non vedrà più nulla di quel paese se non
attraverso qualche finestra aperta nel muro; così è della vita dell’uomo riguardo al piano mentale.

Lassù la conoscenza affluisce a lui da ogni lato. Non per mezzo dei sensi quali noi li conosciamo,
ma per mezzo di un unico senso che risponde ad ogni esterna vibrazione. Ma non appena egli scende
nei corpi inferiori, gli capita appunto come se scendesse dalla torre: può solo più percepire quanto
gli occhi e le orecchie e il naso – le piccole finestre nella parete – gli lasciano scorgere del
mondo esteriore. Poiché i sensi non sono che finestre, ed il muro del corpo ci imprigiona; e solo
quando ci innalziamo fuori del corpo noi siamo in grado di vedere realmente il mondo che ci circonda
nella sua gloria, nella sua bellezza, nelle sue meraviglie. La vita intera sarà allora tanto più
ricca.

Tutti i più grandi pensieri dell’intelletto vengono a noi da quella regione attraverso l’astrale. Le
più potenti influenze mentali, che oggi aiutano l’uomo nel mondo fisico, provengono dal piano
manasico, e sono inviate da coloro che vi possono agire. I discepoli dei Maestri sono là in piena
coscienza di veglia a lavorare in aiuto dell’uomo, per il progresso dell’umanità; e chiunque sia
passato per le grandi porte dell’Iniziazione cui abbiamo già accennato, vive in quella regione e vi
lavora in aiuto dell’uomo. Può il discepolo lavorare nel mondo fisico; ma assai maggiore è l’opera
sua in quella più alta e più efficiente regione. Là egli esplica le più grandi sue attività, là
rende i più importanti servigi. E allorché la maggioranza degli uomini salirà a quella regione,
quanto numerosi saranno i lavoratori, quanto grande la schiera degli aiutanti! Oggi poche centinaia
di volenterosi soltanto vi agiscono in soccorso dei milioni e milioni di esseri che costituiscono
l’umanità, e l’opera riesce imperfetta a causa dell’esiguo numero dei lavoratori. Ma quando la
grande massa degli uomini sarà giunta a quella sublime altezza, quanto più rapido sarà il progresso
dell’umanità! Essa progredirà con un ritmo che a mala pena possiamo oggi immaginare.

Elevandoci ancora, sempre più in alto, penetriamo in un’altra regione che l’uomo dovrà conquistare,
quella regione dove tutto è uno, e dove l’uomo si riconosce uno con tutte le cose manifestate. La
regione è detta Turiya, che l’uomo dovrà raggiungere prima che il Manvantara si chiuda; regione
accessibile ora, durante lo stato di veglia, soltanto alla coscienza del Discepolo che sia giunto
alla fine del Sentiero. Ma in un remotissimo futuro essa sarà raggiunta dall’uomo della Settima
Razza, che ivi avrà il suo centro di coscienza. Per una tale coscienza, più non esiste senso di
separatività a dividere uomo da uomo; ciascuno si sente uno cogli altri, sente come essi sentono,
pensa come essi pensano, sa quel che essi sanno è una coscienza talmente estesa da abbracciare
miriadi di esseri. Allora la Fratellanza degli uomini sarà un fatto compiuto. Non più soltanto le
apparenze, ma l’essenza stessa delle cose si vede colà; non più i soli fenomeni, ma la realtà.
L’Unico Sé che in tutti vive è là riconosciuto; l’odio non sarà mai più possibile per l’uomo che ha
la conoscenza.

Oltre quello, più alto ancora, vi è un altro stadio, che nessuna mia parola, nessuna frase, potrà
dipingervi quello stadio che i Saggi chiamarono Nirvâna, e che Essi invano tentarono di spiegare,
poiché l’umano linguaggio è impari a tanto compito così che questi loro tentativi non hanno
approdato se non a false interpretazioni. È coscienza così grande che è inimmaginabile; è coscienza
che abbraccia l’universo intero, e perciò, all’uomo comune d’oggi, nella sua limitata concezione,
appare quasi incoscienza. Ma io vi dico che la vita nel Nirvâna, la vita di quegli altissimi Esseri
che l’hanno raggiunto, è una coscienza al cui confronto la nostra sembra la coscienza che può avere
una pietra, date le limitazioni che la costringono, la cecità che la ottenebra, l’inadeguatezza dei
suoi mezzi. Là vi è vita oltre ogni sogno di vivente, là è attività oltre ogni nostra capacità
d’immaginazione. Vita una, che pur si diffonde fuori in attività manifestate, poiché nel Logos vi è
luce manifesta, i cui fulgenti raggi vanno a tutte le regioni del mondo. Questo pure è mèta all’uomo
per il presente Manvantara; questo pure egli conoscerà allorché la Settima Razza avrà compiuto il
suo ciclo ed i primi Frutti della nostra umanità, che già ora lo conoscono, si troveranno circondati
da innumerevoli miriadi di esseri che allora pure lo conosceranno.

– Eppoi?… Eppoi la Vita del Logos, per incalcolabili periodi; il perfetto riflesso del Logos in
Quelli che saranno cresciuti a Sua immagine e somiglianza, sino a che dovrà nascere un nuovo
universo, sino a che un nuovo Cosmo dovrà entrare in attività. E ciascuno di Costoro, divenuto a Sua
volta un Logos, costruirà un nuovo universo, guiderà una nuova umanità. Tale il nostro avvenire,
tale la gloria da proclamare.

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