di Giuseppe Bufalo
Il simbolo dell’Era dell’Acquario, da poco entrata, rappresenta il
“Dispensatore d’Acqua di Vita per gli assetati” di Verità.
Ma egli è anche il simbolo del Servitore che “serve” acqua di vita a coloro
che cercano.
Ma cosa s’intende per servire?
Da questa domanda emergono due fattori fondamentali:
1° – Dare senza calcolare il prezzo che potrà costare;
2° – Lavorare senza pensare alla ricompensa o al risultato.
Madame Blavatsky affermava che, uno dei primi segni che un uomo si è
risvegliato come Anima, è il senso crescente di responsabilità nel Servizio.
Durante gli ultimi 150 anni, l’umanità si è risvegliata al bisogno di
riforma in tutte le relazioni umane, alla necessità di prendersi cura dei
piccoli e dei deboli, alle crescenti azione filantropiche ed alle crociate
per il progresso del benessere umano.
Tutti questi movimenti moderni hanno come promotori esseri risvegliati il
cui obiettivo è il servizio in virtù del fatto che cominciano a vivere da
Anime.
E questa tendenza a servire continua a crescere con il trascorrere del
tempo.
Quale forma il servizio debba assumere, spetta solo alla decisione ed alla
direzione di ciascuno di noi; ma, il servizio, di qualsiasi tipo, dovrebbe e
deve essere la nota fondamentale della nostra vita.
Vivendo la nostra vita, giorno dopo giorno, con uno scopo elevato ed un
desiderio altruista, ogni avvenimento, senza eccezione alcuna, avrà per noi
un significato profondo, un senso occulto, e nella misura in cui impareremo
ad apprezzare la loro importanza, ci prepareremo per un lavoro più elevato.
Un Maestro usava dire:
“Sapete qual è la ricompensa per il Servizio? Maggiore Servizio!”
Nell’Era dei Pesci, appena trascorsa, i requisiti dei discepoli si
rifacevano a certe qualità virtuose come la Tolleranza, la Gentilezza e
l’Altruismo che dovevano essere sviluppate e messe in pratica nella vita
quotidiana.
Nell’Era dell’Acquario i requisiti sono più esigenti perché in 2000 anni
l’umanità si è evoluta spiritualmente e a tutte le precedenti condizioni, si
aggiunge il raggiungimento di un costante atteggiamento di Servizio.
Quando l’uomo impara a comprendere il significato interiore celato in ogni
accadimento, inizia anche a rendersi conto di quella Gerarchia di vite che
salgono dalla più bassa forma alla più alta; comincia a collocarsi nel posto
che gli spetta ed impara a trovare coloro che sono davanti a lui nella
grande scala del processo della vita; inoltre, impara a riconoscere coloro
che possono salire con il suo aiuto al posto in cui egli sta adesso e si
prodiga nel servizio per far sì che ciò avvenga.
Con il Servizio altruistico si promuove la propria crescita, ma il movente
deve sempre essere quello di alleviare la sofferenza dei propri fratelli e
non il proprio progresso sul Sentiero.
A tal proposito, ognuno dovrebbe comprendere che il conseguimento sul
sentiero e la capacità di passare attraverso la Porta dell’Iniziazione, si
possono ottenere solo con il retto Servizio.
Chi invece crede di proseguire sul Sentiero solo con la preghiera è lontano
dal Servizio.
“Non chi dice Signore, Signore.ma chi fa le opere del Padre mio erediterà il
Regno dei Cieli” Parole del Maestro Gesù.
Il Servizio fa parte di quelle opere.
Ma quali sono le qualità del vero Servitore?
Ne elencheremo sette, le più significative:
– Purezza di movente;
– Innocuità nelle parole, nei pensieri e nelle azioni del vivere
quotidiano;
– Discernimento nel valutare le condizioni e fare le giuste scelte;
– Distacco dai risultati delle azioni;
– Adattabilità alle circostanze;
– Riconoscimento di se stessi negli altri e degli altri in se
stessi;
– Ed infine, ma non per ultimo, l’Amore che attrae ed è il grande
unificatore.
–
Astenersi dal nuocere agli altri è già molto, ma non basta: bisogna anche
andar loro incontro ben predisposti.
Da qui il precetto: “Fa ad altri ciò che vorresti fosse fatto a te”.
Tutti possono comprendere e mettere in pratica questo precetto; tutto
diventa più facile nelle relazioni sociali quando gli individui non si
accontentano d’essere gentili, ben educati ed in apparenza non aggressivi,
ma apertamente volenterosi ad aprirsi, aiutarsi reciprocamente per appianare
gli ostacoli e rendere la vita altrui più agevole!
Una persona sorridente e disponibile, può a volte far nascere il sorriso su
molti volti arcigni, con il solo potere della sua disponibilità e della sua
gentilezza.
Questi precetti, ben inteso, che si rivolgono a tutti gli uomini e le donne
della terra, sono suscettibili di numerose applicazioni e non cessano mai
d’essere veri, benché il loro significato e la loro portata debbano essere
approfonditi.
Guadagnando in saggezza, l’individuo, prende l’abitudine di mettersi al
posto degli altri, non solo per non ferirli con le sue parole e le sue
azioni, ma anche per sentire ciò di cui hanno veramente bisogno e che lui
potrebbe fare, pur nel rispetto della loro dignità, del loro karma e del
loro libero arbitrio.
A tal proposito un Maestro disse:
“Entra nel cuore del tuo fratello e vedine la pena. Le parole pronunciate
gli trasmettano la potente forza che gli occorre per sciogliere le catene.
Ma non scioglierle tu stesso. Tuo è il compito di parlare con comprensione.
La forza che egli riceve lo aiuterà nel suo lavoro”.
Per colui che mette i pratica questi precetti, la frase di Gesù non si
riassume più in quello che potrebbe capirne un bambino, cioè “Sii gentile
con i tuoi compagni, come vorresti facessero con te” , oppure come un uomo
ben intenzionato “Cerca di fare del bene intorno a te”.
Perché praticare la Fratellanza Universale, che inizia con il prendersi cura
dell’interesse reale del prossimo, esige molto più che il dare ai propri
simili il piacere o la felicità che si desidererebbero per se stessi. Ciò
che è bene per l’uno non lo è automaticamente per l’altro.
Bisogna saper rispettare le differenze e cercare di scoprire nell’altro ciò
che gli manca, non per soddisfare un po’ di più il suo egoismo, tipo la sua
pigrizia, facendo il lavoro in sua vece, ma per accompagnarlo nei suoi
sforzi, con una presenza attiva, calorosa ed efficace.
Sul Sentiero del Servizio non è necessario elargire tesori.
Molti soffrono di una dolorosa solitudine interiore: mostrarsi disponibili,
semplicemente per ascoltare e dare fiducia, è già un apprezzabile modo di
condividere un po’ la propria Saggezza con gli altri ed affrancarli nei loro
sforzi.
Mi piace concludere con una bellissima e significativa frase di un Grande
Maestro:
“Il discepolo cerchi nel profondo del cuore. Se il fuoco vi divampa
riscaldando il fratello e non lui stesso, è giunta l’ora di presentarsi alla
Porta”.
Possa l’acqua di Vita contenuta nella brocca del nostro cuore riversarsi
ininterrottamente su ogni nostro fratello.
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