Il significato della lettera V
01 luglio 2010
Forma e significati si condensano nella V, lettera il cui disegno ricorda un vaso. E’ il calice che
accoglie il sangue della Vita, il Graal, delle tradizioni celtiche poi cristianizzate. È vas
electionis, ricettacolo della silente verità. Ancora, coppa colma di fuoco. La V è pure la corolla dei fiori pregni di rugiada fecondatrice, imbevuti di alma luce.
È forse possibile distinguere le lettere, segni di un alfabeto stellare, in maschili e femminili: la
V è femminile. La sua natura yin, passiva e ricettiva, è permeata di umidi rezzi, come quelli che si
raccolgono nelle valli azzurre al crepuscolo. È pure Virgo celeste, casta e provvida. È voto,
devozione, con i suoi bracci che si slargano verso la trascendenza. Il profilo della V si può arcuare a delineare una valva di conchiglia, simbolo di generazione.
La sua forma così tende a confondersi con quella dalla U: in latino i due suoni corrispondenti si
scrivevano con lo stesso grafema. Anche il suono incerto, semivocalico, esprime una transizione,
l’affioramento di un’eco dal nulla, come il vagito di un bimbo che è la voce di una nuova esistenza emersa dalle brume dell’ignoto.
È il miracolo di una nota che, intrecciata in una ghirlanda, genera una melodia, ma è anche il suono
che, fendendo il nulla, ne turba la quiete, a somiglianza di un sasso gettato sulla superficie
immota di un lago. È la vibrazione armoniosa e fluida che, allontanatasi dal Principio, si frantuma in accordi atonali, in schegge di ombre.
Fonte: Zret http://zret.blogspot.com/
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