Il sonnambulismo è sempre stato oggetto di curiosità, e su di esso vi sono persino numerosi
aneddoti. Talvolta è stato utilizzato anche come alibi in numerosi processi. Oggi parleremo di
questo fenomeno dal punto di vista delle neuroscienze.
Il sonnambulismo è un noto disturbo del sonno. Può essere descritto come una sorta di risveglio
inconsapevole che fa vagare il soggetto per casa. Durante un episodio di sonnambulismo, la persona
può camminare senza meta o svolgere attività più complesse come cucinare o, addirittura, guidare una
macchina. Questo disturbo ha due caratteristiche fondamentali: comportamento motorio complesso e
alterazione dello stato di coscienza.
Durante un episodio di sonnambulismo, il soggetto ha un comportamento incontrollato
(inconsapevolmente), non è in grado di reagire agli stimoli esterni, infine presenta unattività
autonomica molto elevata (sudorazione, tachicardia, ecc.). Se si sveglia durante lepisodio,
inoltre, lo fa in maniera confusa. Tuttavia, nella maggior parte dei casi, torna spontaneamente a
letto e continua a dormire come se niente fosse.
Il sonno
Per parlare di questo disturbo, è necessario capire come funziona il sonno. In base alla condizione
dei muscoli, allattività cerebrale e allattività motoria degli occhi, individuiamo due tipi
principali di sonno:
Sonno non-Rem (nessun movimento rapido degli occhi). Il sonno non-Rem si divide a sua volta in tre
fasi: N1 (inizio del sonno), N2 (sonno leggero) e N3 (sonno profondo o a onde lente).
Sonno REM (movimento rapido degli occhi).
Durante la notte passiamo da una fase allaltra e tutte queste fasi sono essenziali per un buon
riposo. Se desiderate avere qualche informazione in più al riguardo, potete leggere questo articolo:
Le fasi del sonno: quali sono?
Parasonnie del sonno REM
Gli episodi di sonnambulismo si verificano nella fase N3 e sono classificati come delle parasonnie
del sonno REM insieme ai terrori notturni (o del sonno) e ai risvegli confusionali. Si pensa che
questi tre eventi facciano parte, a livello di attivazione cerebrale, dello stesso disturbo di
eccitazione (meglio noto con il termine inglese arousal), ma con manifestazioni diverse.
Gli episodi di sonnambulismo sono preceduti da una fase di alta attività delle onde lente (o delta).
Queste producono unattività sincronizzata, ritmica e lenta nelle aree cerebrali frontali e
centrali. Si susseguono fasi di alta tensione e altre di inattività per alcuni millisecondi.
Cosa succede nel cervello durante gli episodi di sonnambulismo?
Nonostante il sonnambulismo sia noto per le sue manifestazioni e sia stato studiato per cinque
decenni, le cause di questo fenomeno sono ancora un mistero. Partendo dalle sue caratteristiche
principali, gli studiosi hanno formulato varie ipotesi.
Da una parte, si pensa che si tratti di un disturbo del sonno a onde lente. Nel cervello dei
sonnambuli non sembra esservi continuità del sonno REM, bensì bruschi cambiamenti nella frequenza e
nellampiezza delle onde. Cosa che negli individui che non sono affetti da sonnambulismo non
avviene. In presenza di tale condizione, si verifica un aumento dei risvegli spontanei solo durante
il sonno a onde lente e un aumento dellattività cerebrale nel resto delle fasi.
Daltra parte, il sonnambulismo è considerato un disturbo di eccitazione o di attivazione della
corteccia cerebrale. Da questo punto di vista, una persona sonnambula si trova tra uno stato di
attivazione completo e uno stato di sonno REM. Non è né del tutto sveglia né del tutto addormentata.
Questo implica una leggera attivazione delle aree prefrontali in una fase in cui dovrebbero essere
inattive. A oggi, non è ancora noto il motivo per cui si verificano queste attivazioni.
Altre informazioni sul sonnambulismo
Il sonnambulismo è legato anche ad altri fattori: frammentazione o privazione del sonno, febbre, uso
di sostanze, stress e, sorprendentemente, la gravidanza. Alcune patologie possono portare a soffrire
di questo disturbo. Per esempio, i disturbi ossessivi compulsivi, la schizofrenia, i disturbi
dansia, la depressione, le encefalopatie, lemicrania e i deficit cognitivi.
La sua relazione con queste patologie ha portato a pensare che potrebbero essere coinvolti i
meccanismi che regolano la secrezione di dopamina, acetilcolina e serotonina. Per questo motivo,
anche se non esiste un trattamento specifico per il sonnambulismo, si possono prescrivere farmaci
per ridurre lo stress. In genere, le benzodiazepine, come il clonazepam, gli antiepilettici, gli
antidepressivi e la melatonina.
Bibliografia
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