Il suono del silenzio

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Il suono del silenzio

di Yoghes Sharda

Attraverso la meditazione possiamo andare oltre i rumori della mente.

La gente comune ha idee differenti relativamente al significato della parola “silenzio”.
Per qualcuno significa sofferenza, per il bambino monello sgridato dal genitore forse significa punizione, per altri ancora potrebbe significare ricordo o commemorazione per il “minuto di silenzio” usato nelle occasioni solenni.

Ma sappiamo come usare il silenzio nella nostra vita? Durante la nostra giornata riusciamo a concederci dei momenti di silenzio come pause ristoratrici?

Esiste il “silenzio della bocca” e il “silenzio della mente”. Una persona può essere in silenzio con “la bocca” ma avere la mente che va ad altissima velocità! Rispetto a qualche decennio fa, l’attuale stile di vita è molto diverso, siamo ormai esposti a tantissime informazioni come mai prima. Quante più informazioni riceviamo tanto più la nostra mente dovrà lavorare per elaborarle. Una ricerca americana ha concluso che mediamente una persona riceve più di centomila informazioni al giorno. Al primo posto c’è la televisione, segue internet e poi il telefono cellulare. La produzione delle informazioni aumenta in misura esponenziale del 2,7% ogni mese. Non sempre si tratta di informazioni utili ma, nonostante questo, la mente dovrà comunque elaborarle tutte e si affaticherà sempre più! Quante parole si possono dire in un giorno? Quante di queste sono realmente utili? Quante hanno un significato? Quante sono realmente necessarie? A volte, parlare oltre il necessario diventa una cattiva abitudine.

I seminari sul silenzio diventano sempre più diffusi. Si sta anche per diversi giorni insieme, parlando molto poco, facendo il migliore uso del silenzio e tutti hanno la libertà di non dire nulla.
Anche durante il pranzo non dobbiamo necessariamente dire qualcosa di interessante o di divertente. Durante questi ritiri si può
passeggiare, meditare, leggere, scrivere, fare quello che si desidera anche insieme agli altri mantenendo però molto silenzio. La
tranquillità migliora la capacità della mente di concentrarsi.

Grazie al “silenzio della bocca” arriva anche il “riposo della mente”. Passando del tempo in silenzio si fanno delle meravigliose scoperte come quando in uno stagno l’acqua è immobile e si può così vedere il fondo. Al contrario, se l’acqua ondeggia diventa torbida e il fondale non è più visibile.

Nello stesso modo per capire cosa c’è nella propria anima la mente deve essere calma. Una mente rumorosa non consente di guardare in profondità ed è, quindi, necessario imparare a fare silenzio.

Ma perché la mente crea così tanti “rumori”, così tanti pensieri? È possibile andare oltre? Pensieri sprecati e emozioni negative sono interconnessi e quando emergono emozioni negative dovremmo imparare a trasformare i pensieri da negativi in positivi.

Qual è la fonte di tutti i pensieri e di tutte le emozioni negative?

Sono i desideri!

Questi si accrescono sempre più e la mente non sta tranquilla perché consciamente o inconsciamente vuole soddisfarli tutti e li rincorre senza sosta ma è come inseguire la propria ombra: è sempre lì davanti a noi e presto diventiamo esausti.

Quale tipo di desideri rincorriamo? Alcuni sono nascosti, poco visibili!

Essi derivano soprattutto dalle relazioni con le altre persone e cominciano tutti con la “A”:

desiderio di ATTENZIONE, di APPREZZAMENTO, di APPROVAZIONE, di AMMIRAZIONE e di APPLAUSI.

1) Desiderio di ATTENZIONE: il “cercatore di attenzione” parla tutto il tempo o veste in modo particolare. Tende a controllare tutto e tutti ma è onesto, cosciente di ciò e, quindi, pronto al cambiamento.

2) Desiderio di APPREZZAMENTO (o riconoscimento): è connesso con il desiderio di essere amati. La persona vuole sentirsi dire: “bene, ben fatto”! In caso contrario non si sente amato e pensa che l’altra parte non capisca o non apprezzi i sacrifici fatti. Ha, quindi, delle aspettative ma è solo nel momento in cui queste vengono deluse che si rende conto della loro creazione. È un desiderio molto comune e rende la persona dipendente. Nel caso non venga apprezzato si sente arrabbiato e deluso.

3) Desiderio di APPROVAZIONE: può portare alla schiavitù
dall’approvazione altrui tanto da segnare la propria vita così come avviene nella relazione bambino-genitore. Non importa l’età, il “cercatore di approvazione”, anche a costo di grandi sacrifici, si spinge fino a dove riceve l’approvazione dell’altro. Questo stanca la mente perché è sottoposta ad una pressione continua. Dovrebbe elaborare cosa realmente vuol dire successo. Quello che non dipende da ciò che dicono gli altri.

4) Desiderio di AMMIRAZIONE: è simile ai precedenti ed è collegato all’immagine che ci si crea della propria reputazione. Il “cercatore di ammirazione” desidera che gli altri abbiano di lui una buona immagine ed è costantemente impegnato a mantenerla. Questa immagine può prendere diverse forme come quella, ad esempio, della persona saggia che lo porta a dover dare risposte a tutte le domande poste altrimenti l’immagine creata comincia a soffrire e vacillare. Il cercatore è sempre occupato a sostenere questa immagine che si è creato perché ha bisogno dell’altrui ammirazione.

5) Desiderio di APPLAUSI: si desidera che qualcuno applauda anche solo a livello mentale. E’ simile all’apprezzamento.

Le nostre emozioni e i nostri pensieri vengono “dirottati”
dall’esterno e noi ne perdiamo così il controllo. Distratti
dall’attuale società persa nel consumismo non guardiamo più i nostri veri desideri da sempre presenti nella nostra parte più pura e siamo invece attratti da quelli imposti dall’esterno. Se vogliamo la pace nella nostra mente dobbiamo rimuovere questi falsi desideri.

Il primo passo è riconoscerli mentre “lavorano” dentro di noi ma, condizione necessaria, è fare silenzio, soprattutto nella nostra mente.

Perché questi falsi desideri ci incatenano? Sicuramente si servono delle nostre insicurezze e delle nostre paure che noi ci illudiamo di colmare o calmare tramite essi, ma il sollievo è solo temporaneo. Per un equilibrio duraturo e definitivo abbiamo bisogno di risposte spirituali. Ciò che veramente cerchiamo è pace, amore e felicità. Dobbiamo soddisfare questi bisogni da un’angolatura spirituale, solo così ci sentiremo pienamente soddisfatti e internamente sicuri.

Diventeremo così spiritualmente più forti. Pace, amore e felicità sono qualità già presenti dentro di noi ma sono da tempo “assopite”. E’ possibile risvegliarle e farle riemergere con la meditazione e il silenzio. I risultati si vedranno nella vita quotidiana: meno reazioni, meno rabbia, maggiore padronanza di noi stessi, meno stress e decisamente una mente più calma e sotto controllo.

La pratica di vedere gli altri oltre la loro fisicità ci rende molto forti dentro, nella capacità di essere più veri rispetto alla nostra identità di anime e di bellezza interiore.

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