Il suono delle onde
di Anthony De Mello
Tratto da : “Istruzioni di volo per aquile e polli” di Anthony De Mello – Diemme Editore
IL SUONO DELLE ONDE
Sapete cosa capiterà? Le parole della Scrittura sembreranno incise nel vostro cuore. Avranno un
significato così forte, che renderanno ancor più profondo il silenzio. Hanno un significato che va
oltre quello compreso dalla mente. Potranno queste parole turbare il vostro silenzio? No? È come la
pace e la quiete del vespro; voi ascoltate un uccello o le campane della chiesa e questi suoni
rendono ancor più profondo il vostro silenzio. Questo è ciò che vi capiterà quando resterete in
silenzio e leggerete una frase della Scrittura, o vi ricorderete di qualche frase.
Pensate a queste frasi pronunciate da Gesù:
“Vieni, seguimi!”. “Tutto è possibile per chi crede. Credi tu che io possa fare questo?”. “Pace!”.
“Non temete, sono io!”. “Mi ami?”. Immaginate che Gesù Cristo sia qui, in piedi di fronte a voi e vi
rivolga queste parole. Dovete resistere alla tentazione di rispondere. Non dite nulla, non rispondete.
Lasciate che le parole riecheggino nel vostro cuore, che scombussolino tutto il vostro essere. E
quando non ce la farete più, reagite, date la vostra risposta. Con ogni probabilità entrerete nel
silenzio molto prima di dare la vostra risposta. Questo è un metodo molto semplice ed efficace per approdare al silenzio. Usatelo.
Immaginate che Gesù stia qui, in piedi, davanti a voi e vi diriga una di quelle frasi così
affettuose del vangelo. Trattenete la reazione e, quando non ce la farete più, parlate con lui.
Adesso voglio raccontarvi un storia, come sintesi della spiritualità del guardare e dell’ascoltare. Una storia è la distanza più breve tra un essere umano e la verità.
C’era un tempio costruito su un’isola, a circa tre chilometri dal continente. In quel tempio c’erano
mille campane d’argento, grandi e piccole. Campane forgiate dai migliori artigiani del mondo. Ogni
volta che il vento soffiava o c’era tempesta, le campane suonavano. Si diceva che chiunque
ascoltasse quelle campane sarebbe stato illuminato e preso da una profonda esperienza di Dio.
Passarono i secoli e l’isola sprofondò nell’oceano. L’isola, il tempio e le campane.
Si continuò però a tramandare la tradizione, secondo cui di tanto in tanto, quando le campane
suonavano, chi avesse avuto il dono di sentirle, sarebbe stato trasportato fino a Dio. Attratto
dalla leggenda, un giovane intraprese un viaggio di molti chilometri fino ad arrivare al luogo dove,
si diceva, molti anni prima stava il tempio. Si sedette al primo posticino all’ombra che trovò e si
mise in atteggiamento di intenso ascolto per cogliere il suono di quelle campane.
Per quanto si sforzasse, tutto ciò che riuscì ad ascoltare fu il rumore delle onde che andavano a
spezzarsi sulla spiaggia o che si infrangevano sugli scogli. Questo lo irritò, perché tentava di
allontanare quel rumore per udire il suono delle campane. Provò una settimana, quattro settimane,
otto settimane… trascorsero tre mesi. Quando stava per desistere, una notte sentì gli anziani del
villaggio parlare della tradizione e delle persone che avevano ricevuto la grazia. Il suo cuore si
infiammò. Ma sapeva che un cuore entusiasta non poteva sostituire il suono di quelle campane.
Dopo aver tentato per sei o otto mesi, decise di lasciar perdere. Forse si trattava solo di una
leggenda, forse la grazia non era riservata a lui. Salutò le persone con cui aveva vissuto e andò
alla spiaggia per accomiatarsi dall’albero che gli aveva dato ombra, dal mare e dal cielo. Mentre
stava li, cominciò ad ascoltare il suono delle onde e scoprì per la prima volta che era un suono
piacevole, rilassante; e il suono lo condusse al silenzio. E mentre il silenzio si faceva sempre più profondo, avvenne qualcosa.
Udì il tintinnare di una piccola campana. Si spaventò e pensò: “Deve trattarsi di una suggestione.
Sto producendo io questo suono”. Di nuovo si mise ad ascoltare il rumore del mare, si rilassò, e
rimase in silenzio. Il silenzio si fece più denso e di nuovo udì il tintinnio di una campana. Prima
di spaventarsi, un’altra campana suonò e poi un’altra e un’altra e un’altra… E poi una sinfonia
delle mille campane del tempio che suonavano all’unisono. Venne portato fuori di sé e ricevette la grazia dell’unione con Dio.
Se volete ascoltare il suono di una campana, ascoltate il suono del mare. Se volete riconoscere il ballerino, guardate la danza.
Se volete ascoltare la voce di un cantante, ascoltate la canzone. Guardate, ascoltate, nutrite la speranza che un giorno vi sarà concesso di vedere e riconoscere interiormente…
Lascia un commento