Il Tao in noi: Fritjof Capra
di Stefano Carnazzi
Ha trovato un collegamento tra la fisica quantistica e lantica
saggezza orientale. Ha dimostrato una sostanziale armonia tra le
concezioni più rivoluzionarie della scienza occidentale e lintuizione
mistica del Taoismo, dellinduismo, dellOriente antico. A partire da
un’onda.
Laureato in fisica allUniversità di Vienna, ricercatore nel campo
della fisica delle alte energie, Fritjof Capra è stato il primo a
esplorare i legami tra scienza, implicazioni filosofiche e matrici di
sapienza antica.
È lautore de Il Tao della fisica (1975). Il libro ha venduto un
milione e mezzo di copie in tutto il mondo, tradotto in oltre
ventiquattro lingue.
È luomo che ha letto un testo cinese del 1200 d.C. intravvedendone
una spiegazione del bootstrap quantistico.
È luomo che ha messo a confronto gli scritti di Oppenheimer con
quelli delle Upanisad (i libri indiani più antichi del mondo).
È il pensatore che trent’anni fa (Il punto di svolta, 1982) ha
preconizzato larrivo dellattuale crisi energetica, liperbole
dellepoca dei combustibili fossili. E ha desunto dallirrigidirsi
delle strutture sociali e valoriali lindizio dellemergere di nuovi
modelli di evoluzione culturale.
Il Tao della fisica. Il punto di svolta. La rete della vita e La
scienza della vita: dopo aver dato alle stampe un libro ogni otto
anni, ognuno fondamentale, basilare, storico, negli ultimi anni si è
dedicato a nuove rêveries culturali. Ha fondato il Center for
Ecoliteracy a Berkeley in California, si è dedicato a spiegare ai
bambini i cicli della natura attraverso la coltivazione di orti
scolastici (Ecoalfabeto, 2006) e ha rivisitato il genio di Leonardo Da
Vinci come pioniere dellolismo (con i volumi La Scienza di Leonardo,
2007, e col fresco di stampa La Botanica di Leonardo, per i tipi di
Aboca).
Tutto a partire da unilluminazione poetica del 1970, trascritta nella
storica introduzione a Il Tao della Fisica: In un pomeriggio di fine
estate, seduto in riva alloceano, osservavo il moto delle onde e
sentivo il ritmo del mio respiro, quando allimprovviso ebbi la
consapevolezza che tutto intorno a me era parte di una gigantesca
danza cosmica. Essendo un fisico, sapevo che la sabbia, le rocce,
lacqua e laria erano composte da molecole e da atomi in vibrazione
ma fino a quel momento ne avevo avuto esperienza solo da grafici,
diagrammi, teorie matematiche. Sedendo in quella spiaggia, le mie
esperienze presero vita. Vidi scendere dallo spazio cascate
denergia; vidi gli atomi degli elementi e del mio corpo danzare;
percepii il ritmo, ne sentii la musica. E in quel momento seppi che
questa era la danza di Shiva, il dio dei danzatori.
Cè un ritmo – sembra suggerirci – unonda, una tonalità indefinibile
e sfuggente comune a tutta lesistenza. Ricorre negli elementi
subatomici della fisica quantistica, in natura, nelle galassie, nelle
antiche sapienze orientali. Che è stata intercettata o intuita dai
pensatori illuminati d’ogni epoca e dai ricercatori delle frontiere
scientifiche più avanzate, e risuona sempre alla base della vita, di
ogni vita, di ogni essere. In noi.
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