KUNDALINI YOGA by Swami Sivananda
Traduzione dalla 6 edizione a cura di Aumprakash & Roma
1971 by The Divine Life Trust Society 1981 by Editrice Vidyananda.
– Tredicesima parte –
– Alcuni Avvertimenti Pratici –
Il metodo effettivo di svegliare la Kundalini Shakti e unirLa al Signore, nel sahasrara, può essere
appreso solo da un guru. Qui offro un profilo generale della pratica yogica che metterà in grado il
sadhaka di realizzare la Chit.
Il jivatman nel corpo sottile; il ricettacolo delle cinque arie vitali (pancha prana); la mente nei
suoi tre aspetti di manas, buddhi e ahamkara; i cinque organi d’azione (karmendriya), e i cinque
organi di percezione (jnanendriya) sono uniti con Kula-Kundalini. Al kandarpa o kama vayu nel
muladhara – una forma dell’apana vayu – è dato un movimento di rivoluzione a sinistra e il fuoco,
che è attorno a Kundalini, viene acceso. Con il bija ‘ hang ‘, e il calore del fuoco così acceso,
l’arrotolata e addormentata Kundalini viene svegliata. Colei che stava dormendo attorno allo
svayambhu-linga, con i suoi tre giri e mezzo, chiudendo l’entrata del brahmadvara, risvegliata
entrerà in quella porta e si muoverà verso l’alto, unita al jivatman.
In questo movimento all’insù, Brahma, Savitri, Dakini-Shakti, deva, bija e vritti sono dissolti nel
corpo di Kundalini. Il mahimandapa o prithvi viene convertito nel bija ‘ lang ‘, ed è pure immerso
nel Suo corpo. Quando Kundalini lascia il muladhara, il loto che al risveglio di Kundalini si era
aperto e aveva rivolto i suoi petali verso l’alto, si chiude di nuovo e cade in basso.
Appena Kundalini raggiunge lo svadhishthana chakra, quel loto si apre e alza i suoi petali in alto.
Con l’entrata di Kundalini, Mahavishnu, Mahalakshmi, Sarasvati, Rakini Shakti, deva matrika e
vritti, vaikuntha-dhama, goloka, e il deva e la devi che ivi risiedono sono dissolti nel corpo di
Kundalini. Il prithvi (terra) bija ‘ lang ‘ è dissolto nell’apah, e l’apah convertito nel bija ‘
vang’ rimane nel corpo di Kundalini. Quando la Devi raggiunge il manipura chakra, tutto quello che
si trova nel chakra si fonde nel Suo corpo. Il Varuna bija ‘ vang’ è dissolto nel fuoco, che rimane
nel corpo della Devi come il bija ‘ rang’. Questo chakra è chiamato Brahma granthi (o nodo di
Brahma). La foratura di questo chakra può portare considerevole dolore, disordine fisico e anche
malattie. Per questo motivo sono necessarie le direttive di un guru d’esperienza, e perciò sono
stati raccomandati altri modi di yoga, per quelli a cui sono applicabili; poiché con tali modi
l’attività è provocata direttamente nel centro superiore, e non è necessario che i chakra inferiori
debbano essere forati. Dopo, Kundalini raggiunge l’anahata chakra, dove tutto quello che sta lì si
fonde in Lei. Il bija del tejas, ‘ rang’, scompare nel vayu e il vayu convertito nel suo bija ‘
yang’ si fonde nel corpo di Kundalini.
Questo chakra è conosciuto come Vishnu granthi (nodo di Vishnu). Quindi Kundalini ascende alla
dimora di Bharati (o Sarasvati o vishuddha chakra). Con la Sua entrata, Ardha- Nariswara Shiva,
Sakini, le sedici vocali, il mantra, ecc. si dissolvono nel corpo di Kundalini. Il vayu bija ‘ yang’
si dissolve nell’akasa, che a sua volta trasformato nel bija ‘ hang’ si fonde nel corpo di
Kundalini. Perforando il lalana chakra, la Devi raggiunge l’ajna chakra, dove Parama Shiva, Siddha
Kali, deva-gana e tutto il resto vengono assorbiti nel Suo corpo. Il bija dell’akasa ‘ hang’ si
fonde nel manas-chakra e la stessa mente nel corpo di Kundalini. L’ajna chakra è conosciuto come
Rudra granthi (il nodo di Rudra o Shiva). Dopo forato questo chakra, Kundalini, con movimento Suo
proprio, si unisce con Paramashiva. Mentre procede insù dal loto a due petali, si fondono in Lei il
niralamba puri, il pranava nada, ecc.
Allora, Kundalini, nella sua spinta verso l’alto, assorbe i 24 tattva, cominciando con gli elementi
grossolani, e quindi riunisce Se stessa e diviene una con Parama Shiva. Il nettare che fluisce da
tale unione inonda il corpo umano o kshudrabrahmanda. È allora che il sadhaka, dimentico di tutto in
questo mondo, è immerso nell’ineffabile beatitudine.
In seguito, il sadhaka, pensando al vayu bija ‘ yang’ come se fosse nella narice sinistra, inala
attraverso ida, facendo sedici volte japa del bija. Quindi, chiudendo entrambe le narici, fa
sessantaquattro volte japa del bija. Allora pensa che il nero ‘ uomo del peccato ‘ (papapurusha)
nella cavità sinistra dell’addome viene disseccato, e così pensando esala dalla narice destra,
pingala, facendo trentadue volte japa del bija. Il papapurusha dev’essere immaginato come un furioso
uomo nero, nel lato sinistro della cavità addominale, della dimensione di un pollice, con barba e
occhi rossi, che tiene una spada e uno scudo, con la testa sempre rivolta in basso, la stessa
immagine di tutti i peccati. Il sadhaka, quindi, meditando sul rosso bija ‘ rang’ nel manipura,
inala facendo sedici japa del bija, e quindi chiude le narici facendo japa sessantaquattro volte.
Mentre fa japa, egli pensa che il corpo dell’uomo del peccato viene bruciato e ridotto in cenere.
Poi esala dalla narice destra, con trentadue japa.
Quindi medita sul bianco chandra bija ‘ thang’. Dopo inala attraverso ida, facendo sedici volte japa
del bija, chiude entrambe le narici facendo japa sessantaquattro volte, ed esala attraverso pingala
con trentadue japa. Durante inalazione, ritenzione del respiro ed esalazione, egli deve pensare che
un nuovo corpo celestiale viene formato con il nettare (composto di tutte le lettere dell’alfabeto,
matrika-varna) che scende dalla luna. In maniera simile, la formazione del corpo è continuata con il
bija ‘uang’, ed è completata e rafforzata con il bija ‘ lang’. Infine, con il mantra ‘ Soham ‘ il
sadhaka porta il jivatman nel cuore. Così kundalini, che ha goduto la Sua unione con Paramashiva,
inizia il viaggio di ritorno per la stessa via per la quale è venuta. Quando ripassa per ogni
chakra, riviene fuori tutto quello che Lei aveva prima assorbito; e ogni cosa riprende il suo posto
nel chakra. In questo modo Lei raggiunge di nuovo il muladhara, quando tutto ciò che è descritto nei
chakra si trova nella posizione che occupava prima nel Suo risveglio.
– Introduzione –
La ‘ Yoga-Kundalini Upanishad ‘ è l’ottantaseiesima delle 108 Upanishad. Fa parte del Krishna
Yajurveda. Tratta un’esposizione di hatha e lambika yoga; e termina con una descrizione del Brahman
non-qualificato. Il Brahman non-duale è la meta di tutti i ricercatori.
Sebbene raggruppata tra le Upanishad minori, la Yoga-Kundalini Upanishad è un’opera molto importante
sul kundalini yoga. Comincia con un’analisi della natura del chitta. Sostiene che vasana e samskara
da un lato e il prana dall’altro, costituiscono le cause dell’esistenza del chitta. Se si
controllano i vasana, automaticamente d controlla anche il prana. Se si controlla il prana, anche i
vasana sono automaticamente controllati.
La Yoga-Kundalini Upanishad offre metodi per il controllo del prana. Lo studente di yoga non si
occupa dei vasana; egli s’interessa delle tecniche per controllare il prana.
I tre metodi dati nella Yoga-Kundalini Upanishad per controllare il prana sono: mitahara, asana e
shakti-chalana. Questi tre metodi sono spiegati esaurientemente nel primo capitolo. La disciplina
del mitahara consiste nel prendere cibo leggero, dolce e nutriente. Padmasana e vajrasana sono i
due importanti asana usati dallo studente. Shaktichalana è risvegliare la Kundalini e mandarla alla
sommità della testa.
Kundalini può essere risvegliata con una duplice pratica. Le due pratiche sono Saraswati chalana e
il controllo del prana. Ridestare la Saraswati nadi è Saraswati chalana.
Il processo descritto nella Yoga-Kundalini Upanishad per risvegliare la Kundalini è semplice.
Quando una persona esala, il prana esce per 16 misure. Nell’inalazione entra solo per 12 misure,
perdendo così 4 misure. Kundalini è risvegliata se uno può inalare il prana per 16 misure. Questo è
fatto sedendo in padmasana, quando il prana scorre per la narice sinistra e allungandolo
internamente 4 misure in più.
Per mezzo di questo respiro allungato, lo studente deve manipolare la Saraswati nadi e scuotere la
Kundalini Shakti con tutta la sua forza, ripetutamente, da destra a sinistra. Questo processo può
essere continuato per tre quarti d’ora. Tutto questo è stato brevemente e tuttavia esaurientemente
descritto nella Yoga-Kundalini Upanishad.
Il risultato più importante dello scuotere la Saraswati nadi è che cura le diverse malattie che
sorgono dentro lo stomaco, e pulisce e purifica il sistema. Dopo la pratica del sahita kumbhaka, lo
studente è iniziato al kevala kumbhaka. Questi due tipi di kumbhaka producono il completo controllo
del prana.
Suryabheda, ujjayi, sitali e bhastrika sono i quattro tipi di sahita kumbhaka. Suryabheda kumbhaka
distrugge i vermi intestinali e i quattro tipi di mali causati dal vayu. Ujjayi purifica il corpo,
elimina le malattie e aumenta il fuoco gastrico. Inoltre, elimina il calore nella testa e il muco
nella gola. Sitali rinfresca il corpo e distrugge gastrite cronica, dispepsia, tubercolosi, bile,
febbre, sete e veleno. Queste forme di sahita kumbhaka purificano e preparano l’intero organismo
fisiologico per il risveglio della Kundalini Shakti e per l’esperienza del Brahman non-duale.
Oltre ad apportare un certo numero di salutari cambiamenti fisiologici, il bhastrika kumbhaka
perfora i tre nodi o granthi. Quindi la Yoga-Kundalini Upanishad procede prescrivendo allo studente
la pratica dei tre bandha. Il processo per cui la tendenza discendente dell’apana (respiro) è
forzata all’insù dai muscoli dello sfintere anale è chiamato mulabandha. Con questo bandha viene
sollevato l’apana, che raggiunge la sfera di agni o fuoco. Quindi la hamma dell’agni, essendo
alimentata dal vayu, si allunga. In uno stato riscaldato, agni e apana si mischiano con il prana.
Quest’agni è molto violento.
Tramite questo violento agni, tramite il suo calore sfolgorante, sorge nel corpo il fuoco che scuote
e sveglia la Kundalini. La Kundalini risvegliata fa un suono sibilante, diviene eretta ed entra nel
buco della brahmanadi. Gli yogi praticano mulabandha ogni giorno. Al fine di risvegliare la
Saraswati nadi e la Kundalini Shakti, anche gli altri due bandha – cioè uddiyana e jalandhara bandha
– svolgono una parte molto importante.
Dopo aver dato una dettagliata esposizione delle tecniche dei bandha, la Yoga-Kundalini Upanishad
spiega il numero degli ostacoli che incontra lo studente di yoga; e dà anche i metodi per superare
questi ostacoli.
Le cause di malattie nel corpo sono sette:
1) dormire durante il giorno;
2) prolungate veglie notturne;
3) eccesso di rapporti sessuali;
4) muoversi in mezzo alla folla;
5) l’effetto di cibi malsani;
6) l’arresto dello scarico di urina e feci;
7) laboriose operazioni mentali con il prana.
L’errore che lo studente commette è che quando le malattie lo attaccano egli le attribuisce
erroneamente alla pratica yoga. Questo è il primo ostacolo nello yoga.
Lo studente comincia a dubitare riguardo all’efficacia della sadhana yoga. Questo è il secondo
ostacolo. La noncuranza o lo stato di confusione è il terzo ostacolo. L’indifferenza è il quarto
ostacolo. Il sonno è il quinto ostacolo, e il sesto è l’attaccamento agli oggetti dei sensi. Il
settimo ostacolo è la percezione erronea o illusione. L’ottavo è la partecipazione alle cose del
mondo. Il nono è la mancanza di fede. Il decimo ostacolo alla pratica yogica è la mancanza
dell’attitudine necessaria per afferrare le verità dello yoga.
I sinceri aspiranti spirituali devono evitare tutti questi ostacoli per mezzo di una attenta analisi
e di una grande deliberazione. Quindi, l’Upanishad descrive il processo e la maniera per cui la
Kundalini è risvegliata e portata al sahasrara, penetrando attraverso i granthi.
Quando la desta kundalini si muove verso l’alto, la pioggia di nettare scende abbondantemente.
Lo yogi gode ciò che lo tiene lontano da tutti i piaceri sensuali; e prende posto nella Realtà
interna, l’Atman. Egli gode lo stato più alto dell’esperienza spirituale; ottiene la pace ed è
devoto solo all’Atman.
Con l’intero processo della kundalini yoga sadhana, il corpo dello yogi ottiene uno stato molto
sottile della coscienza spirituale. Lo yogi pervenuto al samadhi fa esperienza di ogni cosa come
Coscienza. Lo yogi realizza l’identità di macrocosmo e microcosmo.
Poiché la Kundalini Shakti ha raggiunto il sahasrara kamala o loto ai mille petali e si è unita a
Shiva, lo yogi gode il più alto avastha. Questa è la beatitudine finale.
I chakra sono centri di Shakti come forza vitale; sono i centri di prana Shakti manifestati dal
pranavayu nel corpo vivente.
Quegli aspiranti che desiderano risvegliare la Kundalini Shakti per godere la beatitudine
dell’unione di Shiva e Shakti, tramite il risveglio di Kundalini, e ottenere i conseguenti poteri o
siddhi, devono praticare il kundalini yoga. Per loro, questa Kundalini Yoga Upanishad è di grande
importanza. Essa fornisce loro una conoscenza completa dei metodi e dei processi del Kundalini Yoga,
in cui il khechari mudra sta prominente.
Il kundalini yogi cerca di ottenere sia bhukti che mukti. Egli ottiene la liberazione nel e
attraverso il mondo. Il jnana yoga è il sentiero di ascetismo e liberazione; il kundalini yoga è il
sentiero di godimento e liberazione.
L’hatha yogi cerca un corpo forte come l’acciaio, salubre, libero dalla sofferenza e perciò di lunga
vita. Maestro del corpo, lo yogi è maestro di vita e morte. La sua forma splendente gode la vitalità
della gioventù. Egli vive finché ha volontà di vivere e godere nel mondo delle forme. La sua morte è
morte volontaria (iccha-mrityu); la morte yogica è morte volontaria. Lo yogi deve cercare la guida
di un guru esperto e qualificato.
Il Potere del Serpente è il potere che è il supporto statico (adhara) dell’intero corpo e di tutte
le sue mobili forze praniche. La polarità che esiste nel e come corpo è distrutta dallo yoga, che
turba l’equilibrio della coscienza corporea, la quale è il risultato del mantenimento di questi due
poli.
Nel corpo umano, il polo potenziale di Energia, che è il supremo Potere, è spinto all’azione. La
Shakti si muove verso l’alto per unirsi con Shiva, la Coscienza quiescente nel sahasrara. Per mezzo
del pranayama e di altri processi yogici, la Shakti statica viene attaccata e diviene dinamica.
Quand’è completamente dinamica, quando Kundalini si unisce a Shiva nel sahasrara, la polarizzazione
del corpo scompare. I due poli sono uniti in uno e c’è lo stato di coscienza chiamato samadhi. La
polarizzazione ha luogo nella Coscienza.
Il corpo continua realmente ad esistere, come oggetto d’osservazione per gli altri.
Quando la Kundalini ascende, il corpo dello yogi è sostenuto dal nettare che proviene dall’unione di
Shiva e Shakti nel sahasrara. Gloria a Madre Kundalini, che con la Sua infinita Grazia e Potenza
conduce gentilmente il sadhaka di chakra in chakra, e lo illumina facendogli realizzare la sua
identità con il supremo Brahman!
La Yoga-Kundalini Upanishad attribuisce grande importanza al cercare e trovare il giusto guru; e
insiste nel riverire l’illuminato guru come Dio. Guru è uno che ha piena Autoilluminazione; egli
rimuove il velo dell’ignoranza negli individui illusi.
Il numero di guru realizzati in questo kali yuga può essere inferiore se comparato a quello del
satya yuga, ma essi sono sempre presenti per aiutare gli aspiranti. Essi sono sempre in cerca dei
giusti adhikarin.
La Yoga-Kundalini Upanishad dà una lista degli ostacoli alla pratica yoga. Alcuni intraprendono la
pratica dello yoga; in seguito, quando s’imbattono in qualche ostacolo sulla via, essi non sanno
come procedere oltre, non sanno come superarli. Molti sono gli ostacoli, i pericoli, le fosse e le
trappole sul sentiero spirituale. I sadhaka possono commettere molti errori sul sentiero. Un guru
che ha già percorso il sentiero e raggiunto la Meta è molto necessario come guida. Un’altra cosa
importante, che troverete in molti posti nella Yoga-Kundalini Upanishad, riguarda la sushumna nadi.
Dovete avere una conoscenza completa di questa nadi.
Adesso una parola su Kundalini, il risveglio della quale è lo scopo immediato del kundalini yoga.
Kundalini, il potere del serpente o fuoco mistico, è l’Energia primordiale o Shakti che giace
addormentata nel muladhara chakra, il centro del corpo. È chiamata il ‘ Potere del Serpente ‘ a
causa della sua forma serpentina. È un potente, elettrico potere occulto, la grande Forza originaria
che sta alla base di tutta la materia organica e inorganica.
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