Il trattato di Kundalini Yoga: Kundalini di Swami Sivananda – Dodicesima parte

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KUNDALINI YOGA by Swami Sivananda

Traduzione dalla 6 edizione a cura di Aumprakash & Roma

1971 by The Divine Life Trust Society 1981 by Editrice Vidyananda.

– Dodicesima parte –

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Controllate la collera con la pratica di kshama, dhairya, pazienza e mancanza d’egoismo.

Quando la collera è controllata, si trasmuterà in un’energia con cui potete muovere il mondo intero.
La collera è una modificazione della passione. Se potete controllare la lussuria, avete già
controllato la collera. Quando v’incollerite, bevete un po’ d’acqua; essa rinfrescherà il cervello e
calmerà i nervi eccitati e irritati.

Contate fino a venti, a uno a uno. Nel tempo che finite di contare, la collera si placherà.
Osservate attentamente il piccolo impulso o l’onda di pensiero irritato. Allora vi sarà più facile
controllare la collera. Prendete ogni precauzione. Non permettetele di divampare e assumere una
forma violenta.

Se trovate estremamente difficile controllarla, lasciate subito il posto e camminare per mezz’ora.
Pregate Dio. Fate japa. Meditate. La meditazione dà una forza immensa. Ai neofiti in meditazione,
molto spesso viene la depressione a causa dell’influenza dei samskara, o delle entità astrali, o
degli spiriti maligni, o della cattiva compagnia, o dei giorni nuvolosi, o per lo stomaco cattivo e
le budella sovraccariche. Essa dev’essere rimossa velocemente con pensieri gioiosi, con una
passeggiata corroborante, cantando il Suo Nome, sorridendo, pregando, facendo pranayama, o con una
purga e una dose di mistura carminativa.

Se volete entrare velocemente in samadhi, interrompete ogni relazione con amici, parenti e altri.
Osservate akhanda mauna. Vivete soltanto di latte. Tuffatevi nella meditazione. Indolenza e
volubilità di mente sono due grandi ostacoli, nello yoga. Una leggera dieta sattvica e il pranayama
rimuoveranno l’indolenza. Non appesantite lo stomaco. Camminate vispamente qui e là nel campo per
mezz’ora.

‘ Le malattie sono generate nel corpo per le seguenti cause: dormire durante il giorno, lunga veglia
notturna, eccesso di rapporti sessuali, vivere e muoversi in mezzo alla folla, trattenere urina e
feci, prendere cibo malsano, e un laborioso lavoro mentale. Se uno yogi è colpito da qualche
malattia dovuta a queste cause, egli dice che la malattia è dovuta alla pratica yogica. Questo è il
primo ostacolo nello yoga ‘.

‘ Malattie, apatia, dubbio, disattenzione, pigrizia, la tendenza ad andare dietro i godimenti dei
sensi, le idee errate, mancare il bersaglio, l’instabilità – queste cose, causando distrazione, sono
gli ostacoli’.

‘ Malattia, apatia mentale, dubbio, indifferenza, indolenza, tendenza ad andare dietro i piaceri dei
sensi, torpore, falsa percezione, non raggiungimento della concentrazione e, quando ottenuta,
abbandonarla a causa dell’agitazione – queste sono le distrazioni che ostacolano ‘. (Yoga sutra)

Se un praticante è malinconico, depresso e debole, sicuramente c’è qualche errore nella sua sadhana.
Se gli stessi aspiranti sono tristi e irascibili, come possono impartire gioia, pace e forza agli
altri? Un comportamento gioioso e sempre sorridente è un segno sicuro di spiritualità e di vita
divina.

O giovani aspiranti emotivi ed entusiasti! Non scambiate i movimenti reumatici nella schiena, dovuti
a lombaggine cronica, con l’ascesa di kundalini. Fate la vostra sadhana con pazienza e perseveranza,
fin quando non ottenete il samadhi. Dominate ogni fase dello yoga. Non intraprendete nessun corso
superiore, se prima non dominate completamente le tappe inferiori.

Aspirante impaziente! Non preoccuparti troppo del risveglio di Kundalini. II risveglio prematuro non
è desiderabile. Fa sadhana e tapas, sistematicamente e regolarmente. Come il giardiniere che ogni
giorno annaffia gli alberi e ne ottiene i frutti quando viene il giusto tempo, così anche tu godrai
i frutti della tua sadhana quando verrà il giusto tempo. Adesso purifica e calma la mente. Purifica
le nadi. Allora Kundalini si sveglierà spontaneamente.

Anche se l’aspirante avesse risvegliato la Kundalini con qualche mezzo, non sarà per niente
beneficiato se non ha sviluppato le qualificazioni necessarie. Per lui non è possibile sentire e
manifestare tutti i benefici del risveglio di Kundalini.

Ci sono alcune anime evolute che sono naturalmente nello stato di samadhi fin dalla loro nascita.
Non hanno acquisito questo stato con uno sforzo in questa nascita. Essi sono chiamati ‘ nati
siddha’; hanno finito la loro sadhana nelle precedenti nascite.

II successo nello yoga viene dopo lungo tempo, per mezzo di continenza, devozione al guru e pratica
costante. L’aspirante dev’essere sempre paziente e perseverante.

Svastika, gomukha, padma e hamsa asana – queste sono le posizioni Brahmiche. Vira, mayura, vajra e
siddha asana sono le posizioni Raudra. Yoni è la posizione Shakta. Paschimottanasana è la posizione
Shaiva.

‘ Il controllo dei cinque elementi (bhuta) può essere ottenuto praticando il dharana sulle loro
rispettive sedi nel corpo. La sede della terra si estende dai piedi alle ginocchia; la sede
dell’acqua si estende dalle ginocchia all’ombelico; la sede del fuoco, dall’ombelico alla gola; la
sede dell’aria, dalla gola alla regione tra le sopracciglia; e la sede dell’akasa, dalle
sopracciglia al brahmarandhra’.

Il nada è come un cristallo puro, che si estende dal muladhara al sahasrara chakra. È quello che
viene chiamato Brahman o Paramatman.

All’inizio della vostra pratica potete avere spasmi alle mani, alle gambe, nel tronco e in tutto il
corpo. A volte gli spasmi saranno terribili. Non abbiate paura. Non preoccupatevi; non è niente. Ciò
è dovuto all’improvvisa contrazione muscolare, per la nuova influenza pranica.

Gli spasmi scompariranno dopo qualche tempo. Dovete passare attraverso queste fasi. Non appena
Kundalini si sveglia per la prima volta, uno yogi ha queste sei esperienze, che durano per breve
tempo: ananda (beatitudine spirituale), kampana (tremore del corpo e degli arti), utthana
(sollevarsi dal terreno), ghurni (intossicazione divina), murccha (svenimento) e nidra (sonno).

Buona salute, leggerezza del corpo, aspetto luminoso, non essere colpito dalle punte delle spine,
sopportare fame e sete, mangiare e bere molto e digiunare per lungo tempo, sopportare caldo e
freddo, e avere il controllo dei cinque elementi, sono alcuni altri sintomi della vita yogica.

‘ Solo uno yogi che conduce la vita di un brahmachari e osserva una dieta moderata e nutriente,
ottiene perfezione nella manipolazione di Kundalini ‘. (Ghe. Sam. III –
12)

Molte persone sono attratte alla pratica del pranayama e degli altri esercizi yogici poiché è
attraverso lo yoga che si ottengono la telepatia, il trasferimento del pensiero, la guarigione
psichica e altri grandi siddhi. Se ottengono successo, non devono fermarsi soltanto lì. Lo Scopo
della vita non è ‘ guarire ‘ e i ‘ siddhi ‘. Esse devono utilizzare la loro energia per ottenere il
Supremo.

Quelli in grado di fare telepatia, guarigione psichica, ecc., usano soltanto il prana in maniera
differente. Per produrre risultati diversi, lo stesso prana dev’essere utilizzato con differenti
metodi. Dovete apprendere la tecnica di come usarlo dal guru. Con una lunga pratica, anche voi
potete fare ogni cosa con successo.

All’apparire di certi siddhi, uno yogi pensa di avere conseguito la meta più alta; e per il falso
contentamento può tralasciare ogni ulteriore sadhana. Lo yogi propenso ad ottenere il più alto
samadhi deve rigettare i siddhi, ogni qual volta essi vengono. I siddhi sono inviti da parte dei
devata. Solo rigettando questi siddhi, si può ottenere il successo nello yoga. Chi brama i siddhi è
un uomo di mente mondana; è un enorme capofamiglia. Quelli che bramano i siddhi non li avranno mai.
Se uno studente di yoga è tentato d’ottenere i siddhi, il suo progresso ulteriore è seriamente
ritardato. Egli ha perso la via.

Non cessate la sadhana non appena avete pochi barlumi ed esperienze. Continuate a praticare fin
quando non raggiungete la perfezione. Non smettete la pratica per vagare nel mondo. Gli esempi non
mancano; numerose persone sono state rovinate. Un barlume non può darvi la salvezza. Non potete far
niente con una vita felice e spensierata. Rimanete in un posto per tre anni. Fate un programma di
routine quotidiana, e quindi seguitelo alla lettera a ogni costo. Allora sarete sicuri di aver
successo.

Non c’è vantaggio a oscillare qui e là in cerca di un guru. Se lo cercate, non l’avrete mai. Se vi
rendete degni, con la pratica di tutte le qualificazioni preliminari, senza dubbio egli verrà a voi.
Sta nel potere di ognuno ottenere successo nello yoga. Cosa si richiede è devozione sincera, e
costante e risoluta abhyasa.

Non permettete mai al sentimento di vincervi, in un modo o nell’altro. Utilizzate saggiamente ogni
condizione per l’elevazione dell’anima e la purificazione del chitta. Fin quando non siete pronti ad
abbandonare tutto quello che avete per il servizio del Signore e dell’umanità, non siete
assolutamente idoneo per il sentiero spirituale.

Dapprima vi separate dal corpo, quindi v’identificate con la mente e allora operate sul piano
mentale. Mediante la concentrazione vi sollevate sopra la coscienza del corpo; tramite la
meditazione vi sollevate sopra la mente; e infine, mediante il samadhi, raggiungete la Meta. Un
hatha yogi porta giù il prana col jalandhara bandha; col mula bandha arresta la tendenza verso il
basso dell’apana; rendendosi esperto nella pratica dell’asvini mudra, fa andare su l’apana, con la
mente intenta nel kumbhaka. Tramite l’uddiyana bandha, forza gli uniti prana e apana ad entrare
nella sushumna nadi assieme a Kundalini, e mediante shakti chalana mudra porta Kundalini di chakra
in chakra. Con questa procedura un hatha yogi conquista la coscienza del corpo.

Eliminate completamente la paura sollevando in continuazione nella mente una corrente di pensiero
contraria. Pensate costantemente e intensamente al coraggio. La paura è una modificazione (vikara)
innaturale e temporanea dovuta all’avidya. Quando la paura scompare, l’attaccamento per il corpo va
via; allora è facile andare oltre la coscienza del corpo.

Non fatevi portare via da nome e fama (khyati). Ignorate tutte queste cose triviali. Siate fermi
nella pratica. Mai smettere la sadhana fin quando non si raggiunge la beatitudine finale.

Come l’uomo che corre scioccamente dietro due conigli non ne prenderà nemmeno uno, così il
meditante che corre dietro a due pensieri contrastanti non avrà successo in nessuno dei due. Se ha
pensieri divini per dieci minuti e quindi pensieri mondani contrari per i prossimi dieci minuti,
egli non avrà successo nel conseguire la coscienza Divina.

Parecchi aspiranti trascurano il corpo nel nome del tapasya. Tutte le precauzioni possibili devono
essere prese per mantenere il corpo in condizione salubre. Un sadhaka deve averne più cura dell’uomo
del mondo, perché è con questo strumento che deve raggiungere la Meta. Nello stesso tempo,
dev’essere completamente non attaccato al corpo e pronto ad abbandonarlo in qualsiasi momento.
Questo è il giusto ideale.

Per quanto riguarda le qualità per la rinuncia, un uomo deve aver ottenuto perfetta purità di mente,
stabilità dell’intelletto, discriminazione, disgusto verso i piaceri dei sensi e un intenso
desiderio di libertà. Fin quando un uomo non ha ottenuto queste qualità, la rinuncia ai doveri
attivi della vita non produce l’effetto desiderato.

Se volete il samadhi, dovete conoscere bene il processo della meditazione. Se volete il dhyana,
dovete conoscere accuratamente il metodo della concentrazione. Se volete il dharana, dovete
conoscere perfettamente il metodo del pratyahara. Se volete il pratyahara, dovete conoscere il
pranayama. Se volete il pranayama, dovete conoscere bene l’asana. Prima di praticare l’asana, dovete
avere yama e niyama. Non c’è utilità a saltare nel dhyana, senza aver fatto proprie le diverse
pratiche preliminari.

Alcuni aspiranti, quando non possono avere latte o ghì, cessano le pratiche yogiche. Se non potete
avere latte o ghì, dovrete prendere una quantità leggermente maggiore di pane e dhal (lenticchie).
Il dhal è più nutriente del latte; è molto, molto sostanzioso. I sadhaka non devono sviluppare
assolutamente nessuna abitudine. Abitudine significa schiavitù. Gli individui di mentalità servile
non sono assolutamente idonei per il sentiero spirituale. I sadhaka non devono essere toccati da
niente, anche se posti nelle peggiori circostanze.

I vedantin usano diversi metodi per ottenere il laya, cioè: 1) antahkarana laya chintana; 2) pancha
bhuta laya chintana e 3) Omkara laya chintana. Nell’antahkarana laya, dovete pensare che la mente è
immersa nel buddhi; il buddhi nell’avyaktam e l’avyaktam in Brahman. Nel pancha bhuta laya, dovete
pensare che la terra si fonde nell’acqua, l’acqua nel fuoco, il fuoco nell’aria, l’aria nel l’akasa,
l’akasa nell’avyaktam e l’avyaktam in Brahman. Nell’Omkara laya, dovete pensare che viswa si fonde
in Virat (Virat nella lettera ‘ A ‘); tejas in Hiranyagarbha (Hiranyagarbha nella lettera ‘ U ‘);
prajna in Ishwara (Ishwara nella lettera ‘ M ‘. Il jiva sakshi si fonde nell’Ishwara sakshi; Ishwara
sakshi nell’ardhamatra di Omkara. Così potete ritornare alla sorgente originaria, Brahman, che è la
yoni di tutte le menti e dei pancha bhuta. Brahman soltanto rimane.

Annamaya kosha è il corpo fisico (sthula sharira). Pranamaya kosha, manomaya kosha e vijnanamaya
kosha si trovano nel corpo astrale (sukshma sharira). Anandamaya kosha appartiene al corpo causale
(karana sharira). Il pranamaya kosha contiene i 5 karma indriya. Manomaya e vijnanamaya kosha
contengono i 5 jnana-indriya.

Priya, moda e pramoda sono gli attributi dell’anandamaya kosha. Fame e sete appartengono al
pranamaya kosha. Nascita e morte appartengono all’annamaya kosha. Harsha e soka (contentezza e
depressione) appartengono al manomaya kosha. Passione, desiderio, cupidigia, sankalpa e vikalpa sono
dharma del manomaya kosha. Sonno e moha appartengono all’anandamaya kosha. Kartritva (agenzia) e
bhoktritva (godimento) appartengono al vijnanamaya kosha. Nel manomaya kosha opera l’iccha-Shakti.
Nel vijnanamaya kosha opera la jnana-Shakti. Per altre informazioni dettagliate consultate il mio
libro ‘ Pratica del Vedanta ‘.

Quando Kundalini è risvegliata, non procede subito al sahasrara chakra. Con ulteriori pratiche
yogiche, dovete portarla, uno alla volta, di chakra in chakra.

Anche dopo che Kundalini ha raggiunto il sahasrara, essa può ricadere nel muladhara chakra. Lo yogi
può anche fermarla in un chakra particolare. Quando lo yogi è stabilito in samadhi, quando ha
ottenuto kaivalya, Kundalini non ritornerà nel muladhara.

Il corpo esisterà anche dopo che Kundalini avrà raggiunto il sahasrara chakra, ma lo yogi non ne
avrà coscienza. È solo quando si ottiene kaivalya che il corpo diviene senza vita.

I sadhaka devono avere un cuore puro ed essere senza peccati (dosha). Il mantra dev’essere ottenuto
da un grande uomo. Il sadhaka deve avere fede nel mantra. In questo caso, il japa da solo è del
tutto sufficiente a svegliare Kundalini.

Jnana yoga, mantra yoga, hatha yoga, raja yoga e tutti gli altri metodi hanno gli otto passi, e
cioè: yama, niyama, asana, pranayama, pratyahara, dharana, dhyana e samadhi. Questi non sono
proprietà esclusiva nel raja yoga soltanto, ma sono necessari per tutti i sadhaka. I giovani non
hanno la mente stabile. Molti non hanno il potere della discriminazione. Perciò l’età giovanile non
è indicata per i corsi avanzati di yoga.

Molti altri dubbi importanti degli aspiranti sono stati chiariti nel testo.

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