Il Vaishnavismo

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Il Vaishnavismo

di Renzo – da www.isvara.org

Tra le maggiori ed antiche culture, scuole, etnie e religioni, c’e’ il Vaisnavismo. Le origini
storiche e filosofiche, di questa antica dottrina, risalgono alla “civilta’ vedica” (o Brahminica,
dal nome della classe sociale che ne era alla guida) che, fin dai primordi, ha fatto perno sulla
saggezza divina, impartita da Dio in persona, nel momento stesso della creazione di quest’universo,
al signore Brama, il primo essere creato. Da maestro a discepolo, oralmente, l’insegnamento
spirituale giunse, circa 5.000 anni fa, al grande saggio Mahamuni Vyasadeva. Egli mise per iscritto
questo sapere trascendentale, componendo i quattro Veda (il Rk, lo Yajus, il Sama e l’Atharva), le
108 Upanisad che costituiscono la loro parte filosofica ed infine i loro complementi: i 18 Purana,
il Mahabharata (di cui fa parte la Bhagavad-gita), il Vedanta-sutra e lo Srimad-Bhagavatam.

La diffusione agli occidentali della filosofia Vaisnava non e’ facilmente databile. Sappiamo per
certo che, intorno al 113 a.C. a Besnagor, nell’India centrale, Eliodoro (ambasciatore greco in
India nel secondo secolo a.C.) eresse una colonna oggi considerata uno dei piu’ importanti reperti
archeologici nel subcontinente indiano. L’iscrizione sulla colonna e’ una prova irrefutabile del
fatto che, il Vaisnavismo, ha esercitato un impatto sugli Occidentali almeno duemiladuecento anni
fa: “Questa colonna-Garuda di Vasudeva (Vishnu), il Dio degli Dei, fu qui eretta da Eliodoro, figlio
di Dion e abitante della Tassilia, che giunse quale ambasciatore greco del Grande Re Antialkidas al
Re Kasiputra Bhagabhadra, il Salvatore, allora regnante prosperamente nel quattordicesimo anno del
suo regno.” Ed ancora: “Tre precetti (passi) immortali. quando vengono praticati conducono in
paradiso: l’autocontrollo, la carita’ e la coscienziosita’.” Risulta chiaro che Eliodoro era un
Vaisnava devoto di Vishnu.

Il professor Kunja Govinda Goswami dell’Universita’ di Calcutta conclude che, l’ambasciatore greco,
“conosceva egregiamente i testi riguardanti la religione Bhagavat (Vaisnava)”. Thomas Hopkins,
presidente della sezione studi religiosi del Franklin and Marshall College, ha affermato: “Eliodoro
non e’ stato probabilmente l’unico straniero a convertirsi alle pratiche devozionali Vaisnava, anche
se forse e’ stato l’unico a erigere una colonna, quantomeno una che esista tuttora. Sicuramente ce
ne devono essere stati molti altri”.

Ma in che cosa consiste l’insegnamento Vaisnava? E’ quello che cerchero’ di sviluppare in questo e
nei prossimi scritti. Tutto puo’ essere ricondotto alle domande che ognuno di noi, almeno una volta
nella vita, si pone: chi siamo, da dove veniamo e dove andremo. Ed ecco che il primo insegnamento e’
riferito alla nostra realta’ spirituale. Noi non siamo questo corpo materiale, che e’ per noi come
un veicolo che ci permette di muoverci e di agire in questo mondo. Quando il veicolo non e’ piu’
utilizzabile ne usciamo, per entrare in un altro veicolo, cioe’ in un altro corpo. A questo punto
possiamo scegliere in un “parco veicoli” molto vasto. Si dice che esistano 8.400.000 diverse specie
viventi, tra vegetali, animali ed umani. E’ la coscienza, sviluppata fino al momento della morte,
che determina la “scelta”. Tutto cio’ avviene in modo naturale e tutto e’ regolato da leggi
naturali. In particolare la legge del “karma” per la quale, ad ogni nostra azione positiva o
negativa, corrisponde una reazione positiva o negativa. In sostanza, attualmente stiamo subendo
l’influsso delle nostre azioni passate e con le azioni presenti stiamo costruendo il nostro futuro.

Da dove veniamo? In questo mondo non c’e’ la nostra vera casa, che si trova in un’altra dimensione,
detta “mondo spirituale”. La’ vivevamo (e si vive tuttora) con un corpo completamente spirituale,
ovvero caratterizzato da eternita’, felicita’ e conoscenza. In un certo senso eravamo eterni
“bambini” e la nostra madre/padre era Dio, la Persona Suprema. Ma proprio come a volte fanno i
bambini, abbiamo pensato di poter vivere indipendentemente da questa madre/padre che, sempre
misericordiosa, ci ha lasciati liberi di provare inviandoci in questo mondo materiale, dove
conduciamo la nostra esistenza presente.

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agosto 2000 – HKF 161

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