IL VALORE DELLE RELAZIONI 2
(PARTE SECONDA)
Di Marco Ferrini
Impegniamoci ad interagire con gli altri con il costante ed unico desiderio di beneficarli, di
perseguire il loro successo, quello vero, che è di natura puramente spirituale: ciò rappresenterà la
migliore protezione per la nostra vita, per noi stessi, per le nostre relazioni. Sarà il principio
potente, seppur invisibile, che guiderà in senso evolutivo ogni nostra scelta e ci orienterà sempre
nella giusta direzione ad ogni cruciale bivio della vita. Impariamo a relazionarci sempre lasciando
la possibilità agli altri di accogliere o rifiutare la nostra offerta di amore, perché l’amore vive
di libertà. Ascoltiamo la nostra voce interiore quando agiamo, quando operiamo nel mondo, quando ci
relazioniamo; se ci dà degli avvisi, se ci esorta ad essere cauti, prestiamole attenzione ed agiamo
con prudenza, senza lanciarci in situazioni o in relazioni che potrebbero essere pericolose e che
potrebbero danneggiarci e danneggiare più di quanto il nostro piccolo intelletto possa capire.
La gradualità nello stabilire relazioni e nello stringere rapporti è essenziale per avere successo
nella vita, così come è essenziale, una volta fatta una scelta con ponderatezza e lungimiranza, non
cambiare improvvisamente i piani, seguendo acriticamente gli impulsi di mente e sensi, lasciandosi
sopraffare dalla vita istintuale e venendo meno ai principi basilari della stabilità e della
coerenza. Purtroppo l’impostazione prevalente della società moderna induce ad agire in maniera
superficiale ed avventata, bruciando i tempi ed anche le relazioni, ma se vogliamo costruire
rapporti di valore occorre investimento di tempo e di attenzione, sensibilità, maturità, cura,
preoccupazione, senso di responsabilità, accoglienza, tolleranza, capacità di aprirsi all’altro per
comunicare e per ascoltare profondamente. Evitiamo di coltivare quelle relazioni o azioni che non
sono coerenti al progetto di vita che intendiamo realizzare, perché senza un progetto e senza
seguire con continuità il metodo che ci porta a realizzarlo, non faremmo altro che ripartire ogni
volta daccapo, consumando tempo ed energie e mostrando a noi stessi e agli altri la peggiore
versione della nostra personalità. Elaboriamo un progetto dei nostri prossimi anni di vita come una
sorta di carta nautica su cui meditare. Le cose grandi che si fanno sono tutte frutto di una
visualizzazione interiore; per realizzare occorre saper visualizzare e anche saper correggere in
corso d’opera le nostre visualizzazioni.
Impegnarci a fare un progetto della nostra vita e a seguirlo coerentemente, significa fondare noi
stessi e la nostra esistenza su basi solide, resistenti alle tante crisi che comunque tutti noi
dovremo affrontare e che solo in questo modo potranno essere trasformate in occasioni di elevazione
attraverso il riconoscimento e il superamento dei nostri limiti, accelerando sempre più il nostro
cammino verso gli obiettivi che danno valore al nostro percorso nel mondo. Abbiamo un anno, una
vita, un’eternità di fronte. Fare un progetto di vita e lavorarci con continuità ci stimola a
conoscerci profondamente, a discernere tra il nostro io storico e il vero sé, tra obiettivi illusori
e scopi di valore, tra relazioni effimere e relazioni propedeutiche al risveglio della coscienza, il
tutto per favorire il grande viaggio di ogni essere umano verso la più elevata consapevolezza e la
realizzazione del Divino dentro e fuori di sé.
In ogni pensiero, desiderio, parola ed azione possiamo esprimere con intensità e ogni giorno con
rinnovata freschezza la nostra istanza profonda di conoscere e amare noi stessi, gli altri e Dio,
amando Dio in ogni essere e ogni essere in Dio. In questo modo dentro noi e in ogni persona che
incontriamo getteremo semi di amore vero, quel sentimento puro e universale che può appagare
completamente l’anima. Per sviluppare questo supremo amore occorre sviluppare le qualità dell’anima
come fedeltà, lealtà, castità, trasparenza, pulizia, veridicità, senso di responsabilità,
affidabilità, compassione, coraggio, amicizia, determinazione, perseveranza, imprimendole nella
mente e soprattutto nel cuore, non con sterile forza di volontà e freddo raziocinio, che rischiano
di sfociare in caparbietà e durezza, ma con l’impeto vitale dell’anima che rende interiormente forti
ma flessibili, determinati ma dolci, entusiasti e pazienti allo stesso tempo, per la fede realizzata
nelle infinite potenzialità del sé e per quella sviluppata capacità di equilibrio dinamico che ci
tiene in piedi anche quando siamo urtati, anche se qualcuno ci provoca o ci disturba con un
comportamento offensivo.
Se seguissimo gli impulsi della mente reagiremmo con collera, con stizza, tirando fuori il peggio di
noi, ma grazie alla pratica di una disciplina di vita, possiamo riuscire a trasformare queste
pulsioni, canalizzando in modo costruttivo il loro potenziale energetico. La collera viene allora
trasformata in parole che scrollano le persone dall’illusione senza ferirle, senza far perdere la
speranza, ridando loro visione. Questo equilibrio dinamico è indispensabile da svilupparsi, e per
raggiungere tale scopo fino alla più elevata realizzazione spirituale la tradizione indovedica
raccomanda il metodo della sadhana-bhakti, collaudato da millenni, con efficacia sperimentata da
innumerevoli persone. Una disciplina interiore di grande spessore per compiere la più grande delle
imprese nella vita umana, quella dell’auto-realizzazione, che necessita di tutto il nostro impegno e
di un orientamento sicuro, poiché ogni grande impresa è soggetta a grandi sfide. Se desideriamo
relazioni di valore, tanti ci metteranno alla prova, con tentazioni e provocazioni.
Ma se manteniamo salda la rotta, i piaceri fugaci gradualmente perdono di attrazione, le offese
ricevute ci appaiono come grandi occasioni per superare i nostri limiti, e sempre più il Signore del
cuore, che dal cuore parla al nostro cuore, Shri Kamadeva, soddisferà ogni nostro più intimo
desiderio dell’anima, ogni aspirazione, ogni gioia che si desidera offrire al servizio di Dio. Chi
desidera diventare un asceta diventerà un vero asceta, chi aspira ad essere un buon capofamiglia lo
sarà, chi vuole produrre ricchezze a beneficio di tutti svilupperà l’intelligenza e l’intraprendenza
per farlo se si comporta secondo l’ordine cosmo-etico di origine divina che sostiene ogni essere e
l’universo intero, mentre chi arraffa per sé non produrrà mai nulla, né per sé né per gli altri.
Nessuno può essere felice se non è in un trend evolutivo stabile.
Per immetterci in questo trend evolutivo dobbiamo impegnarci a superare i nostri limiti: quelli
strutturatisi geneticamente, quelli che sono conseguenza dell’ambiente in cui si è vissuto e quelli
che sono il risultato di errori compiuti. Possiamo riuscirci se investiamo fiducia in noi stessi,
nelle nostre qualità intrinseche, e in quelle altrui, riscoprendo quel tesoro che giace celato in
ciascuno e che corrisponde alla nostra essenza profonda. I difetti, i condizionamenti, i limiti per
i quali soffriamo sono superfetazioni che coprono la nostra vera identità.
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