di Bruschi, Prof. Mario
“Cio’ che e’ pieno e’ incredibilmente vuoto,
cio’ che e’ vuoto e’ incredibilmente pieno”.
Sembrerebbe una citazione dalle Upanishad o comunque da qualche
trattato esoterico; proviamo invece a vedere tale affermazione,
apparentemente paradossale, alla luce della Fisica attuale.
Chiunque abbia frequentato una scuola secondaria dovrebbe sapere come
e’ costituita la materia: ogni oggetto materiale e’ costituito da
molecole, ogni molecola da atomi, ogni atomo da elettroni e da un
nucleo, ogni nucleo da nucleoni [protoni e neutroni]. Fermiamoci pure
qui in questa scomposizione verso il sempre piu’ piccolo, anche se ora
sappiamo che gli stessi nucleoni sono formati da particelle piu’
piccole dette Quarks e nessuno sa se questo gioco di scatole cinesi si
ferma ad un certo livello o prosegue senza fine [particelle entro
particelle entro particelle entro particelle…].
Quello che di solito nelle scuole non viene sottolineato e di cui
percio’ non si ha una percezione comune, e’ che anche nell’oggetto
piu’ solido, anche nell’oggetto piu’ denso, tra molecola e molecola
c’e’ il vuoto; all’interno della molecola, tra atomo e atomo , c’e’ il
vuoto; all’interno dell’atomo, tra elettroni e nucleo, c’e’ il vuoto;
all’interno del nucleo, tra i vari protoni e neutroni, c’e’ ancora il
vuoto [abbiamo deciso di fermarci a questo livello ma sappiamo che
anche all’interno dei nucleoni c’e’ ancora vuoto!]. Quanto vuoto? Per
rispondere a questa legittima domanda, immaginiamo che la nostra
terra, questo pianeta su cui posiamo i piedi e ci appare ben solido e
compatto, lo sia ancora di piu’: immaginiamo che sia fatto di acciaio,
una bella immensa sfera di acciaio con un diametro di 12730
chilometri. Cosa di piu’ duro e impenetrabile? Tra l’altro una terra
cosi’ fatta avrebbe la ragguardevole massa di circa 8 milioni di
miliardi di miliardi di chilogrammi [ o se preferite, ‘peserebbe’
ottomila miliardi di miliardi di tonnellate!]. Un bel po’ di materia,
non c’e’ che dire: eppure se invece di usare i vostri occhi poteste
vederla attraverso un supermicroscopio che permetta di vedere i
nucleoni, puntando questo strumento verso questa enorme sfera di
acciaio cio’ che vedreste e’ essenzialmente il vuoto! Certo, un vuoto
con tanti piccoli puntini, i nucleoni, un po’ come la volta del cielo
punteggiata di stelle. Se potessimo raccogliere tutti questi puntini e
addensarli uno accanto all’altro per formare una sfera, ovvero, in
altre parole, se potessimo eliminare il vuoto dalla originaria sfera
di acciaio , otteremmo una sfera piu’ piccola di circa diecimila
miliardi di volte (una sfera di soli 400 metri di raggio). Se ancora
non avete chiara la proporzione che c’e’ nella materia tra “pieno” e
“vuoto”, immaginate che il vostro corpo sia diviso in dieci milioni di
milioni di cubetti; ebbene, se riusciste ad riunire tutti i vostri
nucleoni [tutta la vostra ‘materia’], solo uno di questi dieci milioni
di milioni di cubetti sarebbe pieno [e non completamente!].
Spero che a questo punto conveniate che la prima parte dell’affermazione
[“cio’ che e’ pieno e’ incredibilmente vuoto”]
sia ben dimostrata, nell’ambito della Fisica attuale.
Veniamo quindi alla seconda parte, apparentemente contraddittoria:
“cio’ che e’ vuoto e’ incredibilmente pieno”.
Purtroppo, la giustificazione di tale affermazione, si trova in una
parte della Fisica moderna, che va sotto il nome di Meccanica
Quantistica. Questa teoria non solo non viene insegnata nelle scuole
secondarie, ma e’ anche intrinsecamente “difficile”: essa contiene
importantissime e rivoluzionarie e sorprendenti affermazioni
sull’intima, se volete “ultima”, natura delle cose; affermazioni che,
pur essendo state ampiamente ‘verificate’ ed utilizzate nei piu’
svariati contesti [il vostro computer, il vostro compact disc, la
bomba atomica, si basano sulla Meccanica Quantistica!] tuttavia non
possono essere adeguatamente tradotte nel linguaggio comune, se non al
prezzo di imprecisioni e/o di paradossali violazioni del senso comune
[in altri termini, conosciamo qualcosa sull’intima natura
dell’Universo, ma questa conoscenza non puo’ essere espressa in
parole:
non vi sovviene niente, o voi del versante ‘esoterico’?].
Saro’ dunque costretto a dire in parole cio’ che in parole non puo’
essere adeguatamente e chiaramente detto.
Ebbene, secondo la Meccanica Quantistica,
il “vuoto” non e’ affatto vuoto, anzi e’ incocepibilmente “pieno”
dal momento che in esso continuamente si creano tutte le particelle
possibili, in esso continuamente nascono elettroni, protoni, neutroni,
fotoni [luce!]; esso, il “vuoto”, e’ percio’ il germe di tutte le
cose! Ma se questo e’ vero, se e’ vero che dal vuoto [onnipresente,
come abbiamo visto] emergono, affiorano, vengono all’esistenza
continuamente ed incessantemente materia ed energia, in tutte le forme
e quantita’ concepibili, perche’, nella nostra esperienza ordinaria,
non ce ne accorgiamo affatto? Anzi, di piu’, perche’ non siamo
sopraffatti da questo rigurgito enorme e senza fine? Parte della
risposta e’:
perche’ tutto questo, come viene incessantemente creato dal “vuoto”,
altrettanto incessantemente viene distrutto, riassorbito dal “vuoto”
stesso.
Ogni cosa, letteralmente ogni cosa che possiate immaginare, nasce
continuamente dal “vuoto” [intorno a voi, dentro di voi!], vive la sua
vita, e muore tornando al “vuoto”. E’ come un grande ribollire, una
grande, vertiginosa danza cosmica, tanto che qualche Fisico l’ha
paragonata alla “danza di Shiva”. Eppure noi non ne siamo consapevoli,
non possiamo vedere o toccare la bellissima farfalla che proprio in
questo istante si e’ formata, emergendo dal vuoto, avanti i nostri
occhi, non possiamo odorare la profumatissima rosa che sta sbocciando
proprio ora avanti a noi… Di nuovo, perche’ ? [D’altra parte e’
forse un bene che sia cosi’: immaginate un proiettile che si
materializza proprio adesso nel vostro torace!].
Il punto e’ che la vita di queste “creazioni” e’ effimera: esse non
vivono, di norma, sufficientemente a lungo per essere percepite anche
dagli strumenti piu’ raffinati; sono veramente forme fuggevoli,
fantasmi impalpabili ! A questo punto, qualcuno giustamente potrebbe
nutrire seri dubbi sulla loro effettiva esistenza; fugare questi
dubbi, spiegare cioe’ completamente quali sono le prove che abbiamo
della “realta’” dei fenomeni sopra descritti, eccede i limiti di
questo scritto. E’ opportuno comunque menzionare due “prove”: primo,
pur se le singole cose che affiorano e affondano nell’oceano del vuoto
generalmente non sono “osservabili”, e’ tuttavia osservabile,
visibile, misurabile l’effetto complessivo di tutto questo ribollire,
di questa grande danza (e di fatto e’ stato misurato, lo trovate sui
‘sacri testi’ di Fisica con il nome di “polarizzazione del vuoto”);
secondo, dicendo che la vita di queste “creature” (in termini tecnici:
“fluttuazioni”) e’ effimera, non si vuol significare che essa e’
necessariamente brevissima, anzi, ci sono “fluttuazioni” che possono
durare anni, millenni, miliardi di anni! Di fatto il tempo della loro
vita e’ legato alla loro energia dal famoso ‘Principio di
Indeterminazione’ di Heisemberg; detto in parole, quanto piu’
energetiche, quanto piu’ “grosse”, massicce [massa e energia, come ha
scoperto Einstein, sono essenzialmente la stessa cosa] sono queste
creazioni, tanto meno durano, tanto prima muoiono. Per farci una idea
quantitativa, prendiamo in considerazione la particella piu’ leggera
conosciuta, cioe’ l’elettrone [la sua massa e’ di appena un centesimo
di miliardesimo di miliardesimo di miliardesimo di grammo!], e
chiediamoci quanto vive un elettrone creatosi spontaneamente dal
vuoto: ebbene, il ‘Principio di Indeterminazione’ ci dice che esso
puo’ vivere, al massimo!, un centesimo di miliardesimo di miliardesimo
di secondo. Per renderci conto di quanto piccolo sia questo intervallo
di tempo, consideriamo che:
– l’occhio umano non separa due immagini che si susseguono in meno di
un decimo di secondo [cioe’ “misura” al massimo un decimo di secondo],
– un buon orologio digitale misura un centesimo di secondo,
– un buon orologio elettronico arriva sul milionesimo di secondo,
– un orologio atomico arriva a un centesimo di miliardesimo di secondo.
E’ facile capire dunque che non abbiamo strumenti, ne’ naturali ne’
artificiali per accorgersi di qualcosa che vive cosi’ poco! In realta’
nella Fisica delle alte energie, abbiamo “misurato”, in condizioni
molto eccezionali, tempi anche piu’ piccoli [fino ad un decimillesimo
del tempo sopra citato]; ricordiamo tuttavia che l’elettrone e’ per
l’appunto la particella piu’ leggera e che, per il ‘Principio di
Indeterminazione’, di quanto e’ piu’ grande la massa [o meglio
l’energia] da creare, di tanto e’ piu’ piccolo il suo tempo di vita.
Cosi’, un protone che nasca spontaneamente dal vuoto, essendo circa
duemila volte piu’ pesante dell’elettrone, vivra’ per un tempo duemila
volte piu’ piccolo, cioe’ al massimo cinque milionesimi di
miliardesimo di miliardesimo di secondo; un oggetto che avesse il
vostro peso, puo’ si’ nascere dal vuoto , ma vivrebbe solo 0 , 0 0 0 0
0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0
0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 secondi, cioe’ un miliardesimo
di miliardesimo di miliardesimo di miliardesimo di miliardesimo di
miliardesimo di secondo [un tempo cosi’ piccolo che molti fisici
dubitano perfino che possa esistere].
Abbiamo quindi fatto vedere come nella Fisica moderna
“cio’ che e’ vuoto e’ incredibilmente pieno”;
eppure, per le ragioni sopra elencate, ci puo’ sembrare che questo
“pieno” sia in realta’ qualcosa di inconsistente, di illusorio, una
specie di gioco di prestigio. Ma le sorprese non sono ancora finite,
come in tutti gli spettacoli, il numero d’effetto e’ stato lasciato
per ultimo. Non abbiamo infatti ancora preso in considerazione
l’esistenza di energie negative: ad esempio l’energia di un campo
gravitazionale che si crea tra le masse e’ negativa. Abbiamo cosi’
questo effetto paradossale: piu’ aumenta la massa, cioe’ la quantita’
di materia, creata dal vuoto, meno tempo dovrebbe vivere, dato che
cresce la sua energia positiva di “massa” [in accordo alla nota
formula di Einstein: Energia= massa per velocita’ della luce al
quadrato]; tuttavia, se la massa creata e’ abbastanza consistente,
comincia a crearsi anche una considerevole energia negativa, dovuta
alla forza di attrazione gravitazionale tra le varie parti di materia
creata. Cosicche’, per una massa abbastanza grande, l’energia totale
creata puo’ essere vicina a zero e quindi, sempre per il ‘Principio di
Indeterminazione’, la massa creata potrebbe durare per un tempo anche
lunghissimo [al limite infinito, se l’energia fosse esattamente zero].
Ma quanta massa e’ necessaria, perche’ l’energia totale sia vicina a
zero? La risposta e’ [sorpresa?!]: la massa dell’universo! Si, secondo
le nostre attuali conoscenze, l’intero nostro universo ha una energia
totale molto vicina a zero e quindi l’intero nostro universo potrebbe
non essere altro che una “fluttuazione” del vuoto; noi, la terra, il
sole, le stelle, le galassie, tutta questa immensita’ che e’ nata
almeno quindici miliardi di anni fa, potrebbe essere una increspatura
del vuoto, una bolla che forse sara’ riassorbita [secondo le stime
attuali piu’ affidabili] tra quaranta, cinquanta miliardi di annni [o
forse mai piu’, se l’energia fosse esattamente zero].
E si, ci sono piu’ cose tra vuoto e vuoto di quante sappia immaginarne
ogni filosofia…
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