Illuminazione: prima, durante e dopo 2f

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Illuminazione: prima, durante e dopo 2f

Illuminazione: prima, durante e dopo

(parte seconda e fine)

(di Rani)

Realizzai che avevo bisogno di una guida. Cercai dappertutto tra le
antiche e moderne saggezze, finché trovai il mio nuovo maestro Aziz. I
suoi colpi duri alla zen erano dolorosi e non li apprezzavo, ma col
tempo capii e ricevetti una mappa della realtà che era in risonanza
con me.

Il mio vecchio maestro era stato troppo aperto, troppo ricco di
indicazioni perché io potessi discernere un sentiero chiaro e pratico.
Parlava di tante pratiche e mi lasciava scegliere. Questo mi aveva
portato dov’ero adesso. Provavo rispetto e gratitudine per lui, ma
avevo bisogno di qualcosa di più.

Avevo bisogno di una guida vivente. Ora avevo trovato questo
insegnamento preciso che risuonava nella mia anima come un riflesso
della realtà. Egli mi guidò nella mia pratica e m’insegnò un metodo
totalmente nuovo di meditazione. Mi disse di smettere di insegnare, ma
avevo paura perché era il solo reddito che avevo.

Credevo di aver bisogno di soldi, avevo bisogno di essere riconosciuta
e di mantenere una posizione (più per me che per gli altri). Ma
soprattutto avevo bisogno di non informare me stessa che era tutto
finito. Che avevo avuto un’apertura immensa ed un’esperienza
d’illuminazione, durata anni, ma che ora questa stava spegnendosi poco
alla volta.

Poco alla volta compresi che la corruzione è in tutti noi e che non è
possibile essere totalmente incorrotti. Dopo tutto, quello che
facciamo, lo facciamo quasi sempre per noi stessi. Continuando i miei
insegnamenti ed incontri con i ricercatori, avrei potuto nascondermi
che non tutto era finito. Avrei continuato a sognare ancora un pò e
raccontarmi che sarebbe ricominciato come prima. O peggio avrei potuto
criticare la poca motivazione dei ricercatori se non fossi stata più
richiesta.

Ma la vita è generosa se l’intenzione è onesta. Pregavo
quotidianamente per la verità e le preghiere sincere sono sempre
ascoltate. Partii per l’occidente, ritornai al mio paese natale, ma
trovai difficile riadattarmi a quella cultura dopo 16 anni in India.
Ci fu un momento in cui i soldi erano finiti. Amici e familiari ci
aiutavano a sopravvivere. Crollai. Tutto il lato ombra della mia
personalità apparve.

L’ego era diventato più forte (cresce in concomitanza alle nostre
realizzazioni; più potenti diventiuamo e più forte diventa l’ego.) Il
super-ego ritornò con la sua vendetta. L’autotortura e l’autoaccusa
assunsero le forme di un tornado. L’Ombra era presente e si
manifestava chiaramente e a voce alta. Pensavo di aver trovato la mia
ombra tanti anni prima, ma non in quella profondità. Mi resi conto che
l’ombra si rivela rispetto alla quantità di luce, più c’è luce e più
forte è l’ombra.

Tutt’a un tratto fui di nuovo identificata con ogni singolo pensiero.
Ero emotiva dalla mattina alla sera tranne quando meditavo. E
meditavo, eccome! e pregavo e mi muovevo per tenere a bada la
depressione finché fu impossibile impedirla. Ero in un inferno e capii
che la guarigione doveva avvenire proprio qui nell’inferno.

Non c’erano più soldi, trovai un impiego come donna delle pulizie ed
ero pronta a trovare qualsiasi lavoro, sempre con la segreta speranza
che dopo questa prova tutto era finito, che un miracolo sarebbe
avvenuto e sarei stata di nuovo innalzata nell’empireo. La vita
sarebbe stata per sempre felice. Ma la verità non vive alla presenza
della speranza.

Abbandonare le nostre speranze è uno dei prezzi da pagare per la perla
senza prezzo. L’ego gridava, urlava. Non voleva separarsi dai tempi
gloriosi. Tutta la mia vita con le sue sofferenze non digerite e
negate, ritornò in superficie per un altro giro. Pensieri di suicidio
divennero i miei compagni.

Senza l’aiuto del mio partner e di alcuni cari amici, familiari ed un
buon terapista, sarebbe stato più difficile. L’amore che ricevevo mi
sosteneva e mi curava. Tuttavia mi sentivo persa, non sapevo bene cosa
stava succedendo. Avevo bisogno di aiuto.

Una cosa era certa. Non c’era una via d’uscita ma solo una via dentro
e attraverso, il mio solo interesse fu di rimanere presente nel dolore
e in qualunque emozione si presentasse. Mi sentivo sottoterra come non
ero mai stata. In seguito cominciò a balenarmi l’idea che il fatto di
scendere così in basso in realtà ci faceva salire in alto.

Fui grata ad Aziz di essere venuto in occidente per un altro ritiro
silenzioso! Ma alla fine della settimana annunciò che sarebbe andato a
vivere in solitudine e che non sarebbe più stato disponibile come
guida ed insegnante! Di nuovo mi ritrovavo da sola e non sapendo cosa
stava succedendo pregai per avere aiuto.

Ebbi allora la fortuna di trovare per caso un libro intitolato
«Halfway up the mountain» («A metà strada verso la montagna») di
Mariana Caplan. Esso mi procurava i pezzi mancanti alla mia
comprensione. Era un libro che parlava di me. La mia storia nei
dettagli. Inquel libro lessi tutto quello che riguardava i tranelli in
cui ero caduta. Mi diede una visione chiara del processo e del
contesto in cui mi trovavo.

Leggere quel libro fu come ritrovarsi in un ritiro. Mi ricordò più
volte che vi era una forza di guarigione in questa crisi. Era quello
che volevo. La mia dignità fu risanata quando cominciai a capire che
essa era una risposta meccanica della mente e non una sconfitta o
impresa personale. La mia sofferenza fu più dignitosa.

Capii che la disillusione è non solo necessaria sul cammino, ma un
vero dono della grazia divina. E’ come essere svezzati dal seno di Dio
e aver il permesso di camminare. Per forza barcolli a destra e a
sinistra, come ogni bambino ai primi passi, ma alla fine trovi il tuo
equilibrio e cammini. La caduta dal paradiso sembra parte integrante
del processo d’illuminazione. Infatti molti insegnanti affermano che
devi guadagnartelo per meritarlo.

Quando realizziamo che il sentiero sul quale camminiamo non è quello
che credevamo e che la realtà è qualcosa di completamente diverso
dalle fantasie che avevamo su di essa, siamo sconvolti. Non è una
transizione facile da farsi. E’ estremamente dolorosa e sembra di
essere spellati vivi. Eppure questa sofferenza ci apre magicamente la
profondità di quello che veramente siamo.

L’illuminazione avviene quando abbracciamo la nostra oscurità allo
stesso modo. Realizziamo che la nostra realtà umana ci sarà sempre,
che la sofferenza è parte integrante della vita umana. Soffriamo sia
consciamente che inconsciamente. Realizziamo che la libertà che
avevamo pensato di trovare nella beatitudine e gioia del picco
dell’Illuminazione, non è affatto la vera libertà. E’ più profonda.
Significa accettare veramente quello che E’.

Non appena giunta alla fine del libro lasciai del tutto la presa,
l’abbandono fu completo. Rinunciai a tutte le attività d’insegnmento,
annullai il biglietto per l’India ed ora sono pronta per un nuovo
capitolo in quest’avventura chiamata vita. Questa volta può capitare
proprio qui dove sono. E sinceramente non so proprio dove mi porterà.

Nessuna speranza, nessun progetto.

Om shanti

Rani

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