Detti di Ramana Maharshi
Coloro che hanno un infinito timore della morte,
prendono rifugio ai Piedi del Supremo Signore.
Che e’ senza nascita e morte. Puo’ il pensiero
di morte accedere a quelli che hanno distrutto
il loro “io” e “mio” e sono diventati immortali?
Che vantaggio c’e’ discutere se il mondo sia reale
o irreale, senziente o insenziente, piacevole o
spiacevole? Estinguere l’ego, trascendere il mondo,
realizzare il Se’ – quello e’ lo stato caro a tutti
e libero dal senso di unita’ e dualita’.
Non e’ ignoranza conoscere tutto, ma non il Se’
che tutto conosce? Quando questo, il substrato
sia della conoscenza che dell’ignoranza, e’
conosciuto, sia la conoscenza che l’ignoranza
stessa scompaiono.
Esistendo l’ “io” esiste anche “tu” ed “egli”.
Se attraverso la ricerca della verita’ dell’ “io”,
l’ “io” cessa, cesseranno anche “tu” ed “egli”
e brilleranno come l’Uno. Questo e’ lo stato
naturale del proprio essere.
Dispute come su quale prevalga su l’altro, il destino
o la libera-volonta’, sono per quelli che non hanno
conoscenza del Se’, che e’ il terreno sia del destino
sia della libera-volonta’. Coloro che hanno realizzato
questo terreno sono liberi da entrambe. Saranno ancora
riprese da essi?
Senza vedere il Se’, la visione di Dio e’ un’immagine
mentale. Vedere il Se’ e’ vedere Dio, si dice.
Perdere completamente l’ego e vedere il Se’, e’ trovare
Dio; poiche’ il Se’ non e’ altro che Dio.
Sappiate che questo fantasma senza forma (l’ego o “io”)
sboccia in una forma (corpo). Prendendo una forma, esso
vive, si nutre e cresce. Lasciando una forma esso ne prende
un’altra, ma quando vi si indaga, lascia la forma e prende a volare.
Come il tuffatore, che si immerge a recuperare cio’ che e’ caduto
nella profonda acqua, controllando parola e respiro e mantenendo
una mente acuta, ci si deve tuffare dentro se stessi e cercare
da dove l’ “io” emerge.
Domandando “Chi sono io?” dentro la mente, e raggiungendo
il cuore, l’ “io” crolla. Contemporaneamente il vero “io” appare
(come “io” “io”), e che, benche’ si manifesti come “io”,
e’ non l’ego, bensi’ il vero essere.
Che cosa rimane che sia fatto, da colui che avendo estinto
l’ego, rimane immerso nella beatitudine del Se’?
Egli e’ consapevole di null’altro che il Se’.
Chi puo’ comprendere il suo stato?
Sino a che un uomo sente se stesso come colui che
agisce, egli raccoglie i frutti delle sue azioni.
Ma appena egli realizza, attraverso la ricerca, chi e’
colui che agisce, il senso dell’essere un agente decade,
e il triplice karma giunge ad un termine.
Questa e’ la liberazione finale.
Schiavitu’ e liberazione esistono sinche’ esistono i
pensieri di schiavitu’ e liberazione. Questi giungono
a un fine, quando sia fatta una ricerca sulla natura
di colui che e’ schiavo o libero; e il sempre-presente
e il sempre libero Se’ e’ realizzato.
E’ detto che la liberazione e’ con forma o senza forma,
o con e senza forma. Lasciate che vi dica, che la
Liberazione le distrugge tutte e tre e cosi’ pure
l’ego che le distingue.
tratto da lista Sadhana >> it.groups.yahoo.com/group/lista_sadhana
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