Imparare a vivere nel presente
di Anthony De Mello
– Volare alto –
Moltissime persone vivono una vita vuota
e priva di un’anima
perch si nutrono di popolarit,
apprezzamento, lode,
di io sono O.?, tu sei O.?,
guardami, stammi vicino,
sostienimi, apprezzami;
si nutrono di potere, di vittorie.
Voi vi nutrite di questo?
Se cos siete morti. Avete perso l’anima.
Nutritevi di materiali diversi, pi sostanziosi.
Allora assisterete alla trasformazione.
– Cambiamenti drastici –
Durante i suoi ritiri, Tony de Mello diceva spesso che le buone
terapie si costruiscono intorno alla consapevolezza. Ci chiedeva di
ricordare i momenti in cui, come Archimede, avevamo vissuto quella che
definiva un’esperienza Eureka!, ossia quegli attimi in cui qualche
componente della nostra vita, che fino a quel momento ci era apparsa
complessa e ingarbugliata, era improvvisamente diventata chiara. in
questi momenti che dentro di noi pu iniziare una trasformazione.
Tony diceva in verit che o si cambiava nel preciso istante in cui si
era acquisita la consapevolezza, o era improbabile che si potesse
cambiare in assoluto. Sottolineava anche che quest’attenzione al
cambiamento, sotto molti aspetti, costituisce il nucleo centrale di
qualsiasi ritiro basato sugli Esercizi Spirituali di Sant’Ignazio di
Loyola.
Per sviluppare tale concetto in termini concreti, Tony ci ricordava il
film Addio, Mr. Chips, in cui il buon maestro, ormai allo stremo delle
forze e privo di ogni autorit sulla sua classe, parte per le vacanze
estive. Durante le vacanze, il maestro si innamora e per la prima
volta in vita sua prova l’emozione di essere a sua volta amato
profondamente. Quella che ha vissuto un’esperienza Eureka!, che
gli rivoluzioner completamente la vita. Cos, quando torna a scuola
dopo le vacanze estive i ragazzi si accorgono che si verificata una
trasformazione, senza che nessuno riferisca loro che accaduto
qualcosa di speciale e persino prima che l’insegnante stesso si sia
reso conto di quanto successo.
Per vivere una trasformazione tanto drastica, dobbiamo penetrare nel
presente. Tony ci diceva che molti esseri umani funzionano al 10%
delle proprie reali capacit, e che per il 99% del tempo non agiamo
affatto nel qui e ora.
Viviamo nel passato, riflettendo su una gran quantit di vecchi
ricordi o sogni a occhi aperti, oppure ci concentriamo sul futuro, su
vaghi progetti che potremmo desiderare di mettere in atto, dando tutto
lo spazio ad aspirazioni che in modo sognante speriamo si realizzino
per noi.
Tony ci invitava sempre a penetrare nel presente. Fate amicizia con
il momento attuale, diceva. Prendete coscienza dell’esperienza che
state vivendo in questo preciso istante e sentite l’atmosfera che
regna intorno a voi, assorbendo le sensazioni che scatena dentro di
voi.
Egli evidenziava il fatto che nel nostro moderno stile di vita
tendiamo a lasciare che le nostre esperienze vengano intralciate da
idee e da analisi, e che raramente conserviamo la percezione di quanto
sta accadendo dentro di noi qui e ora.
– Frequentare la realtà –
Negli esercizi di fantasia e nelle meditazioni sul Vangelo che Tony
presentava, egli cercava di fornire delle occasioni nelle quali
potessimo stare soltanto con il nostro Dio, o nelle quali Egli
potesse stare con noi, rompendo i nostri schemi mentali.
Sarebbe utile a questo punto dire qualcosa riguardo al significato che
attribuiamo alle espressioni Meditazioni sul Vangelo e Esercizi di
fantasia. Forse la meditazione pu essere spiegata al meglio per mezzo
di una sola parola: essere. Imparando a vivere solo nel presente,
senza permettere a nulla di distrarvi, quando la vostra mente e le
vostre emozioni sono sotto il vostro controllo piuttosto che essere
padrone di voi, quando la vostra consapevolezza ha raggiunto la
massima perfezione, allora potete trovarvi nella condizione della
meditazione.
La meditazione, infatti, non ha a che fare con il fare ma con
l’essere. Il termine stesso deriva dal latino meditari, che
significa semplicemente frequentare; ci comporta che dovrebbe
essere un’attivit svolta di frequente, ma l’imprecisione stessa del
termine potrebbe costituire un fatto positivo in quanto ci consente di
impegnarci nell’attivit senza troppi pregiudizi o aspettative. ?
buddhisti dello Zen descrivevano la routine come stare seduti o
stare seduti in silenzio a fare niente. Anche se questa definizione
sembra suggerire che la meditazione si esaurisce nel non fare nulla,
ci vero solo in parte. Cercare invece di individuarlo come il tempo
che dedicate a Dio, un momento in cui Egli pu donarvi la grazia della
capacit di vedere chiaramente ci che accade dentro di voi, nella
vostra mente, nelle emozioni, nel corpo e nel cuore. Sono molti i
libri che elencano i benefici che si possono ottenere attraverso la
pratica. Con la fede, potrete acquisire maggiore consapevolezza del
Dio Vivente che attivo nella vostra vita, e con questa conoscenza
potrete notare un aumento dei vostri sentimenti di pace, ottimismo e
autostima. Si pu inoltre conseguire un atteggiamento di indipendenza
e autodisciplina e un maggiore senso d’identit. Alcuni partecipanti
ai ritiri di fine settimana e ai seminari hanno registrato una
variazione nel proprio atteggiamento nei confronti del dolore.
Se per un attimo rivolgiamo la nostra attenzione agli Esercizi di
fantasia condotti da Tony de Mello, possiamo notare che generalmente
noi ci posizioniamo all’interno della fantasia nel tempo presente, e
cio: essere presenti come se l’avvenimento si stesse svolgendo qui e
ora. Ci ci aiuta a capire che l’esperienza non mera fantasia ma
piuttosto un’importante espressione di noi stessi e della nostra
condizione di vita. Se, in seguito, riferiamo la nostra fantasia a
un’altra persona, potremmo prendere coscienza di dettagli importanti
di cui ci eravamo resi conto solo vagamente durante l’esercitazione
stessa. Inoltre, l’ascoltatore potrebbe notare dei temi che noi
avevamo ignorato o trascurato. In effetti, gli esercizi di fantasia
stessi possono aprirci la possibilit di esaminare degli aspetti della
nostra vita che non saremmo capaci o disponibili ad esaminare
altrimenti.
– L’esperienza Eureka! –
Una volta Tony ci raccont di aver partecipato a un ritiro buddhista.
Il suo guru passava fino a dieci ore di seguito con il suo gruppo,
concentrandosi solo sulla respirazione, sul flusso di aria che entrava
e usciva dalle narici dei partecipanti. A questi veniva chiesto di
notare il volume di aria che entrava e usciva dal loro corpo, del
calore o della freschezza, dell’asprezza o della dolcezza di ogni
respiro, della sua superficialit o profondit. Nel corso
dell’esercizio, molti partecipanti facevano osservazioni sulla noia o
sulla difficolt che provavano, e mettevano anche in discussione la
validit dell’esercizio. Ma Tony ci chiedeva di insistere, dicendo che
anche lui aveva scoperto per esperienza che pi tempo si dedicava a
questo esercizio, pi se ne scopriva il valore. Egli spiegava che
attraverso quest’esperienza in un certo senso si tornava a casa,
dentro se stessi. Era come se si fosse preso un barattolo pieno di
acqua torbida in cui nuotavano minuscoli pesci invisibili; e poi, una
volta che si fosse dato il tempo all’acqua di calmarsi e placarsi,
essa fosse diventata limpida, permettendo all’improvviso di scorgere
la vita che conteneva.
Questo tipo di limpidezza o di silenzio dentro di noi pu spaventare,
ma permette a ci che veramente importante dentro di noi di venire a
galla. In questo spazio silenzioso, acquisiamo la consapevolezza di
importanti aspetti, consci o subconsci, della nostra vita, e possiamo
vivere un’esperienza Eureka! di chiarezza su noi stessi. In un certo
senso, ci concediamo il permesso di riconsiderare gli ultimi mesi
trascorsi scoprendo cos quali esperienze abbiano un vero valore per
noi e dove ci sia stato un autentico risultato.
Per farci capire fino in fondo come si dovesse fare tutto questo, Tony
ci raccont di un generale dell’esercito giapponese che era stato
gettato in prigione. Naturalmente, egli era terrorizzato e si
preoccupava costantemente di cosa avrebbero potuto fargli i suoi
nemici. Era talmente in ansia che la notte non riusciva a chiudere
occhio. Tuttavia, nel bel mezzo del suo terrore gli tornarono
all’improvviso alla mente le parole del suo maestro Zen: Il domani
non reale. L’unica realt il presente. Quando il generale
giapponese si concesse il permesso di credere a quest’affermazione,
recuper immediatamente la capacit di dormire. Il futuro aveva
mollato la presa su di lui. Ridivenne una persona perfettamente in
grado di essere soltanto nel presente. Molti di noi trascorrono gran
parte del proprio tempo a rimpiangere ci che ci accaduto fino a
questo momento, o a preoccuparsi inutilmente delle potenziali
catastrofi che potrebbero coglierci in futuro: tutte cose su cui
abbiamo un controllo limitato o addirittura nullo.
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