In cosa differiscono Induismo e Buddismo?

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In cosa differiscono Induismo e Buddismo?

di Flavio Pelliconi

Non è semplice rispondere a questa domanda. Innanzitutto perché non
c’è un solo induismo, ma ce ne sono tanti, anche se si possono
ricondurre grosso modo a tre principali filoni: lo shivaismo, il
vishnuismo e il culto della dea madre. Sono realmente tre religioni
separate i cui preti si guardano in cagnesco. Sebbene formalmente si
rispettino, i rispettivi devoti frequentano solo i propri templi
disdegnando quelli dei “concorrenti”.

Queste tre filoni religiosi hindu si trovano d’accordo su una cosa,
l’autorità dei Veda, che, però poi ciascuno interpreta a modo suo,
tanto che al loro interno vi sono i dualisti e i non-dualisti, i
gruppi dediti principalmente alla devozione (bhakti) agli dei e/o ai
guru, quelli dediti alla conoscenza (jñana) quelli dediti
all’ascetsimo (yoga) e così via.

Ogni gruppo ha credenze e pratiche in comune con gli altri che
differiscono, però, per i mantra utilizzati, per le divinità adorate,
per i guru di riferimento. Inoltre ogni guru crea il proprio sangha
separato, per cui la differenziazione è in continuo aumento. A
complicare ulteriormente la situazione, ci sono le altre religioni
scaturite dal medesimo ceppo hindu, ma che rigettano l’autorità dei
Veda.

Tra queste, per citare solo le principali, vi sono i giainisti, i
buddisti e i sikh che sono considerati nastika, ossia non ortodossi.
Poi vi sono anche i materialisti (carvaka) e gli atei (lokayata) che
sono comunque considerati comunque “hindu” in quanto generati per
antagonismo dal medesimo brodo religioso primordiale.

Se così già non vi fosse bastante confusione per le nostre menti
occidentali condizionate dalla logica aristotelica, bisogna dire che
molti vishnuiti considerano Buddha un’incarnazione di Vishnu e tendono
a considerarsi i veri seguaci di Buddha sostenendo, con un
involontario umorismo, che i buddisti non hanno compreso l’autentico
messaggio del maestro mentre loro sì.

Comunque, che accettino o rifiutino l’autorità vedica, tutti quanti
(induisti, jainisti, buddisti, sikh ecc) condividono un linguaggio e
un orizzonte filofico-religioso che si può ricondurre a quattro idee
fondamentali: il karma, la maya, il nirvana e lo yoga.

Sebbene ogni gruppo tenda a dare significati propri a questi concetti
e a proporre diversi metodi di liberazione, più o meno tutti
condividono 1) l’idea che il karma sia il problematico fardello
esistenziale da cui bisogna liberarsi, 2) che tutti gli esseri siano
ottenebrati dall’ignoranza, 3) che esista una via d’uscita (nirvana)
da questa miserevole condizione e 4) che questa via implichi la
pratica di una qualche disciplina spirituale (yoga).

(Flavio Pelliconi)

(Tratto da un messaggio di “Risveglio”, gruppo di discussione e
condivisione sulla pratica della consapevolezza)

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