a cura del Prof. Paolo Lissoni
(Medico Oncologo dell’Hospedale San Gerardo di Monza)
Per secoli e secoli, filosofia materialistica ed idealistico-religiosa si sono combattute sulla
scena del mondo, pretendendo ognuna di rappresentare la verità. Questa visione dualistica della
vita, applicata alle scienze medico-biologiche, ha provocato una netta opposizione fra visione
fisico-chimica e psicologica della realtà della coscienza umana. La psicologia, in particolare nella
sua caratterizzazione psicoanalitica, ha da sempre rifiutato e negato la possibilità di conoscere le
basi chimiche delle emozioni e degli stati di coscienza, ravvisando in ciò il timore del proprio
tramonto. ‘
All’opposto, la concezione organicistico-materialistica aveva considerato l’elemento psico-mentale
un semplice sottoprodotto del cervello fisico.
Anche la cosiddetta medicina psicosomatica, rimasta lontana dalla rapida evoluzione del sapere
biologico di questi ultimi anni, poco ha contribuito alla comprensione dell’unicità
biopsico-spirituale dell’essere umano, limitandosi per lo più alla sola valutazione degli effetti
nervosi e neurovegetativi quale chiave delle relazioni psiche-corpo, trascurando invece pressoché
del tutto le conoscenze derivanti dalla moderna psiconeuroendocrinologia e psiconeuroendocrino-
immunologia.
La concezione magico-alchemica del mondo ha, invece, da sempre sostenuto che sia la psiche che
l’autocoscienza sono corpi che esistono indipendentemente dal corpo fisico quali realtà di materia
ed energia sottili, ma al contempo che esiste per ogni stato emotivo e per ogni stato di coscienza
un equivalente chimico, un sale nel senso di precipitato fisico-chimico (ormone, neuroormone,
neurotrasmettitore, neuropeptide, citochina), che media a livello fisico le realtà sovrasensibili
psichiche, mentali e spirituali, senza il quale non sarebbe possibile provare a livello di
corporeità la gamma infinita degli stati emotivi e di coscienza dell’essere.
Secondo la concezione alchemica del mondo, il cervello fisico è simile ad uno Zodiaco, ove ogni
influsso celeste trova una sua precisa mediazione chimica di tipo neuro-trasmettitoriale o
neuromodulante. L’alternanza di luce e di tenebre (primo atto creativo della Genesi) modula il
cervello attraverso la ghiandola pineale, ritenuta dagli antichi filosofi la sede dell’ anima, ed
attraverso altri sistemi neurochimici, quali il sistema oppioide cerebrale, producente endorfine,
enkefaline e dinorfine. Il sistema oppioide, che media i vari stati emotivi della vita inconscia,
raggiunge la sua massima attività nelle ore diurne, mentre la ghiandola pineale, attraverso la
produzione del suo principale ormone (la melatonina), raggiunge l’acme della sua funzione durante le
ore di oscurità ed è relata agli stati di coscienza spirituale, vale a dire sovramentale. Anche se
l’oceano della conoscenza della mediazione chimica degli stati di coscienza rimane ancora insondato,
le ricerche condotte in questi ultimi anni, in particolare ad opera della psiconeuroimmunologia,
hanno consentito di raggiungere una sapienza fino a pochi anni fa insperata.
Possiamo così riconoscere l’esistenza di due sistemi neurochimici fondamentali polari e
complementari fra di loro: il primo è connesso alla vita inconscia e corrisponde al sistema
oppioide, il secondo è connesso agli stati di amplificazione della coscienza in senso spirituale. IL
sistema oppioide, che opera attraverso la produzione di endorfine ed enkefaline, è relato allo
stress, al controllo del dolore ed ai meccanismi di adattamento fisico e psichico. Questo sistema
media la condizione di immunodepressione indotta dallo stress. L’altro sistema è costituito dalle
interazioni fra ghiandola pineale, sistema gabaergico e sistema cannabinergico endogeno, secernente
quest’ultimo anandamide, che rappresenta l’equivalente endogeno dei cannabinoidi. Questo sistema è
connesso alla percezione del piacere, della gioia, della creatività, dell’immaginazione ed alla
possibilità di amplificazione degli stati di coscienza.
L’attuale scienza medica, mai come ora non più libera di esprimersi quale forza illuminante a causa
del suo pressoché totale asservimento alle programmazioni di Mercato, sembra voler rifiutare tutto
ciò che è connesso al piacere ed ai processi di espansione di coscienza. Vengono studiate le
implicazioni chimiche del dolore, ma non quelle del piacere e dell’estasi spirituale. Vengono
studiati gli stati emotivi connessi alle varie condizioni di immunodepressione, quali ad esempio la
depressione, l’ansia e lo stress, mentre si finge che non esista l’amplificazione della funzione
immunitaria indotta dal piacere o dall’espressione spirituale. Si nega in pratica la possibilità da
parte dell’organismo umano di avere potenzialmente già in sé la chimica del paradiso. A questa
viziatura umana e scientifica ha contribuito il pensiero religioso, come pure sta contribuendo la
psicologia, che nega la realtà dello spirito e della chimica della gioia, per porsi a nuova
religione.
Proprio per questa sua visione sintetica fra chimica e spiritualità viene oggi rifiutata la
concezione magico-alchemica del mondo. La conoscenza di alcuni organi è stata particolarmente
penalizzata, deformata ed amputata dalla secolare dicotomia fra spirito e materia. Primo fra tutti
il cuore, considerato una semplice pompa. Oggi, invece, la scienza sa che il cuore è in grado di
modulare biologicamente la vita dell’intero organismo, avendo esso attività endocrina. Il principale
ormone prodotto dal cuore è rappresentato dal peptide natriuretico atriale(ANP); esso esercita non
solo effetti metabolici e cardio-vascolari, bensì anche ormonali, in particolare di regolazione
dell’attività dell’ipofisi, ed azioni modulanti il sistema immunitario, soprattutto l’attivazione
dei linfociti T.
Non è più pertanto solo romanticismo il ritenere che il cuore influenzi perfino la resistenza
immunologica dell’organismo. Fra le varie discipline mediche, oggi la più perfetta è senza dubbio
l’endocrinologia, essendo l’unica che fonda se stessa non su vecchie ipotesi meccanicistiche, bensì
sulla perfetta .analisi delle infinite e meravigliose relazioni fra le varie sostanze provviste di
attività ormonale o neurochimica. La nuova scienza medica fonderà se stessa non più sulla dottrina
del caso, bensì sulla consapevolezza dell’esistenza di archetipi in biologia, così come nella
dimensione psichica.
La Natura, cioè, costruisce se stessa secondo sequenze armoniche analogico- cabalistiche:
.La trascrizione genetica dal DNA richiede 3 tipi di RNA, come tre sono gli aspetti del divino;
.Quattro sono le basi genetiche nucleotidiche, come 4 sono gli elementi dell’essere ( terra, acqua,
aria, fuoco);
.12 sono i nervi cranici, come 12 sono le costellazioni zodiacali;
.22 sono gli amino-acidi come 22 sono gli archetipi dei Tarocchi;
Sette sono le principali ghiandole endocrine, come 7 sono i centri maggiori dell’ energia vitale(o
chakra).
Con questa chiave di lettura analogica, la biologia del terzo millennio verrà ritrascritta ex novo e
solo allora apparirà nel suo aspetto di sublime bellezza. L’evoluzione della medicina è ovviamente
uno degli aspetti dell’evoluzione dell’umana coscienza e della sua fisicità. Fenotipicamente, l’uomo
del futuro sarà molto simile come immagine fisica all’uomo del presente (e non certo con una testa
gigantesca come alcuni isterici futurologi hanno preteso di vedere anzitempo). Profondamente diversa
sarà invece la sua neurobiochimica. In particolare si stabiliranno nuove interazioni endocrine
(specialmente fra ipofisi e pineale, che, da antagoniste, sempre più diverranno sinergiche, come
pure fra pineale e timo) e nuove relazioni fra attività endocrina cardiaca e ghiandole endocrine,
soprattutto fra cuore e ghiandola pineale.
1) Il primo millennio appartenne allo spirito;
2) Il secondo millennio appartenne alla materia;
Il terzo millennio apparterrà in egual modo ad entrambi, apparterrà alla fusione fra spirito e
materia quale alchemico sposalizio fra chimica e spiritualità.
Queste saranno le caratteristiche della medicina del terzo millennio:
1) Fusione fra scienza e spiritualità, non più opposizione o al massimo, come ora avviene, tediosa
tolleranza, sterile assemblaggio fra nozioni fisico-chimiche e realtà divine.
2) Fusione fra medicina ufficiale e medicine alternative, non nel senso di una anacronistica
rivalutazione di antiche conoscenze medico-esoteriche, bensì comprensione scientifica dell’ energia
vitale, psichica e spirituale.
3) Conoscenza biochimica di ogni stato di coscienza, sia inconscio che sovrasensibile, come pure dei
meccanismi chimici indotti da ogni tipo di terapia, ivi compresa la pranoterapia e le altre terapie
bio-psico-magnetiche.
4) possibilità di indagare scientificamente e strumentalmente i corpi sottili dell’uomo, da quello
bioenergetico sino alla stessa realtà dell’ anima, con i suoi meravigliosi colori.
La medicina del futuro non si limiterà più alla cura dell’ammalato o alla prevenzione delle
malattie, bensì agirà nel senso di migliorare la chimica stessa della vita: questo sulla base di una
precedente e perfetta conoscenza della natura,non per sostituire ad essa una logica meccanicistica,
bensì per pilotarne favorevolmente i limiti, secondo !’antico detto alchemico “Natura naturam
adiuvat”.Sui tempi della configurazione e della realizzazione di una tale medicina futura, ciò
dipende solo dalla dedizione e dall’amorevole servizio al genere umano da parte degli scienziati
illuminati, nel momento in cui, opponendosi ad una civiltà che nega sia lo spirito sia la materia,
assumeranno in sé i destini del genere umano quali nuovi ed eterni servitori del mondo.
fonte:www.essenica.com
Lascia un commento