Introduzione alla meditazione di visione profonda 2

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Introduzione alla meditazione di visione profonda 2

del Ven. Sujiva

seconda parte

ACQUISIRE PADRONANZA SUI CONTROLLI PRINCIPALI

Ora che vi rendete conto (spero) di come è importante avere
consapevolezza, potrete forse essere interessati a come coltivarla per
realizzare tutta quella differenza. L’idea principale è sviluppare
questa presenza mentale affinchè diventi abituale e continua, e poi
applicarla per propositi più specializzati come acquisire conoscenza e
abilità. Per cominciare, lasciate che vi offra certi suggerimenti che
sicuramente vi aiuteranno in qualche modo. Questi sono semplici
esercizi che voi potrete provare con sicurezza. Essi si dividono in
tre tipi:

– meditazione camminata
– meditazione seduta
– consapevolezza delle attività quotidiane

– Meditazione Camminata –

Potete immaginare la quantità di cose coinvolte con il camminare?
Camminate per andare in ufficio, per fare esercizio, per una
passeggiata panoramica, per andare verso il tavolo, per calmarvi e per
tante altre meravigliose quanto innominabili ragioni. Ma uno può
pensare e sentirsi in modo del tutto diverso camminando su una
spiaggia isolata nella luce dell’alba rispetto al camminare verso la
poltrona del dentista. La differenza sta tutta nello stato della
mente. E ricordate, lo stato della mente può determinare dove finirete
e cosa vi accadrà . Se camminate senza consapevolezza, potrete finire
o all’ospedale o nella tomba. Naturalmente molta gente al giorno
d’oggi taglia corto rispetto al camminare, loro vanno su ruote. Alla
velocità che la moderna tecnologia può permettere, potreste aver
bisogno anche di una maggior consapevolezza per assicurarvi la
sicurezza. Lasciate che vi offra alcuni consigli per iniziare con la
vostra meditazione camminata:

– Per imparare a camminare con consapevolezza, dovete trovare un luogo
tranquillo con una distanza sufficiente, almeno di trenta passi.
Preferibilmente dovrebbe essere un percorso diritto pulito e piano
senza nessuno attorno a guardare quello che state facendo. In mancanza
di questo potrà andar bene qualsiasi distanza fino a dieci passi.

– Per prima cosa dovrete provare a sperimentare la chiara
consapevolezza della vostra postura in piedi. Non è visualizzazione,
ma sentire il proprio corpo così come è, la tensione, la fermezza e
forse un po’ di oscillazione. Assicuratevi di essere rilassati con una
postura eretta. Tenete le mani insieme o incrociatele per aiutarvi a
restare composti. Potete chiudere gli occhi e rendere la mente libera,
calma, rilassata e felice. Imparate a lasciare andare tutti i vostri
problemi e pensieri. Essi non sono così importanti da attaccarcisi
tutto il tempo. Date una pausa alla vostra mente. Solamente restate
nel momento presente e attenti.

– Ora dopo aver ottenuto una calma compostezza, cominciate a
camminare, mantenendo l’attenzione alla parte inferiore del piede che
si muove, al disotto dei polpacci. Camminate con naturalezza (con gli
occhi aperti) con un passo che vi faccia sentire a vostro agio e
rilassati. Per aiutarvi a mantenere l’attenzione ai piedi, potrete
ripetere mentalmente destro sinistro o camminare, camminare o
qualsiasi parola preferite. Ma ricordate, non pensate, solamente
mantenete la mente nel momento presente.

– Quando è il momento di girare, siate consapevoli dell’azione di girare.

– Ogniqualvolta la attenzione si rivolge ai pensieri, dovrete
richiamare la vostra presenza mentale, notando consapevolmente
pensare, pensare e poi ritornate all’osservazione dei passi. Se si
presentano tensione o noia , dovrete fermarvi ancora e riportare la
consapevolezza come avete già fatto. Mentre siete fermi notate
consapevolmente tensione o noia, prima di riprendere la meditazione
camminata.

– Vi consiglierei di camminare ad un certo ritmo che la mente può
mantenere. Una volta preso questo ritmo, avrà la tendenza a fluire.
Allora mantenete il ritmo per il tempo restante.

– Quando vi sentite più calmi o un poco stanchi, allora potete
rallentare l’andatura, essendo allo stesso tempo ancora più rilassati
mentalmente e fisicamente. Le persone che hanno raggiunto la
concentrazione in questo modo possono camminare per un ora o più e
sentirsi come se solo un minuto sia passato. Essi si sentono come
senza peso e come se camminassero sulle nuvole .Potrebbe finire che vi
sentirete molto felici

– C’ è comunque una cosa da aggiungere. Quando vi sentite veramente
rilassati, mantenete la vostra mente vivacemente attenta mentre segue
i passi. Cercate di sentire o percepire le sensazioni mentre accadono,
le tensioni, le forze che tirano o che spingono, la leggerezza o la
pesantezza e alla fine il contatto delle piante dei piedi con il
suolo.

– Per aiutare il principiante ad avere una più acuta percezione di
questo, gli insegnanti hanno escogitato un metodo che suddivide ogni
passo in varie fasi cominciando da due fino a sei. Sebbene tre fasi
sono sufficienti per la maggior parte delle persone, possono essere
aumentate progressivamente, ma solamente quando uno è pronto per
questo.

– Durante un ritiro intensivo o un esercizio formale di meditazione,
la procedura standard è di fare un ora di meditazione camminata,
dividendola in tre periodi: i primi venti minuti camminata in una
fase, i secondi venti minuti camminata in due fasi, e i rimanenti
venti minuti ( fino a raggiungere un’ora) per la camminata in tre
fasi.
– Il principio dietro a ciò è di portare gradualmente la mente ad una
attenzione più concentrata il che può avvenire con il rallentare il
movimento e con una osservazione più precisa. Il tipo più adatto di
camminata, sarà quello che farà sorgere maggiore consapevolezza.

– Le varie fasi dei passi da uno a sei sono:

1. sinistra/ destra
2. sollevare, appoggiare il piede
3. sollevare, spingere avanti, appoggiare
4. alzare (il tallone) , sollevare (tutto il piede) , spingere avanti,
appoggiare
5. alzare, sollevare, spingere avanti, abbassare, appoggiare
6. alzare, sollevare, spingere avanti, abbassare, appoggiare (la punta
del piede) pressare (il peso sul piede).

– Ad ogni fase di un passo, quando si osserva da vicino, saremo in
grado di percepire le sensazioni o le forze che saranno presenti.
Potremo veramente sperimentarlo come un flusso di tensione, forze che
spingono o una estensione di durezza quando appoggiamo il piede.

– Per completare il quadro dovremo anche notare consapevolmente le
intenzioni che sorgono prima di ogni passo, le intenzioni di fermarsi
e girare.
– Se riuscirete a fare questo, potrete davvero arrivare ad un punto in
cui vi dimenticherete completamente di voi stessi e ciò che rimarrà
sarà il processo di consapevolezza con i suoi oggetti. Allora avrete
cominciato il viaggio all’interno, il sentiero per realizzare la
Natura di Chi e Che Cosa siamo realmente. Allora tutti i conflitti con
la Realtà, dovuti all’ignoranza, che è il problema radice della
sofferenza potrà finalmente vedere la fine.

– Meditazione Seduta –

Lo stesso principio usato nella meditazione camminata è applicabile
alla meditazione seduta,con la sola differenza degli oggetti primari.
Quale principio?
Il principio della osservazione consapevole in tre punti:

1. essere consapevole;
2. seguire o prestare attenzione all’oggetto di osservazione consapevolmente;
3. osservare la Natura dell’oggetto senza pensare e senza concetti;

Questa Natura qui si riferisce al processo delle sensazioni che vanno
a comporre l’oggetto che stiamo osservando.

Mentre si sta camminando, si seguono con attenzione i passi e si
osserva il processo delle sensazioni che costituiscono la camminata
stessa. Nella meditazione seduta si usano le sensazioni dell’addome
mentre si respira. Alcuni comunque, utilizzano le sensazioni del
respiro alla base del naso.

Abitualmente per meditare ci si siede a gambe incrociate con la
schiena dritta e gli occhi chiusi.

Coloro che hanno problemi alle ginocchia possono sedere su una
seggiola. In questo caso non appoggiatevi allo schienale dal momento
che ciò non vi aiuterà molto nel mantenere l’attenzione ma potrebbe
aiutarvi nel rilassarvi completamente fino ad addormentarvi, nel qual
caso, potreste anche coricarvi.

Respirate normalmente,e mentre lo fate, mantenete una attenzione
consapevole alle sensazioni del movimento mentre l’addome si alza e si
abbassa.
Ripetete mentalmente alzare e abbassare in relazione ai rispettivi movimenti.

Per aiutare i principianti a seguire le sensazioni di movimento, si
può tenere il palmo della mano leggermente appoggiato sull’area
dell’addome fino a che ci si familiarizza con l’oggetto.

Quando la mente divaga su altri oggetti come pensieri, suoni, pruriti
e così via, richiamiamo la nostra attenzione appena ce ne rendiamo
conto, notando mentalmente pensare ,udire, etc. e poi torniamo
all’oggetto originario.

Noterete che quando provate a praticare in questo modo, a mente
diventerà evasiva e intrattabile.Bene almeno cominciate a conoscervi
meglio e a fare qualche cosa in proposito!

Con la pratica, la mente divagherà meno e starà più a lungo con i
movimenti di alzare e abbassare. Poi si può procedere al prossimo
gradino di una osservazione più accurata. Da principio si possono
percepire solo movimenti di alzare e abbassare. Con un po’ di sforzo,
si può notare molto di più. I movimenti variano grandemente di volta
in volta.

Possono essere lunghi o brevi, veloci o lenti, dolci o più bruschi e
così via. Anche all’interno del singolo movimento di alzare
dell’addome ci possono essere molte varie sensazioni che sorgono e
passano. Ancora alla fine ci saranno solamente dei semplici processi
della mente e dei suoi oggetti. Da ultimo, il dolore è l’ultima
risorsa prima di rinunciare. Provate a ignorarlo se è un dolore di
poco conto, ma se persiste e cattura la vostra attenzione, allora
dovrete farlo diventare il vostro oggetto primario di osservazione.
L’idea è di farne uso per esercitare la consapevolezza ( e in questo
caso la pazienza). Il principio dell’osservazione in tre punti può
essere applicato anche qui. Dapprima dovete osservare il dolore con
consapevolezza. Poi osservatelo per un po’ di tempo senza esserne
irritati. Se riuscite a fare questo, allora potete osservare nella
Natura del dolore, se esso è acuto o intorpidito. Può anche essere un
dolore da stiramento, torsione o tagliente. Ci sono molte più varietà
di dolore di quel che potete immaginare e ciò può risultare molto
interessante.

Dopo aver fatto tutto questo, potete procedere a scoprire il suo
processo- come sorge, cambia e si dissolve. E’ possibile ottenere una
profonda comprensione della nostra stessa Natura attraverso
l’osservazione del dolore. Il dolore fa parte del nostro personale
processo di sviluppo. Solo quando non riusciamo più a sopportarlo
possiamo alzarci.

– Attività Quotidiane –

Una delle prime cose da imparare riguarda la consapevolezza stessa.
Noi ne abbiamo letto, ne abbiamo sentito parlare, ora è il momento di
conoscerla attraverso l’esperienza diretta. Non è semplicemente
conoscere qualcosa. E’ conoscerla con una mente chiara, ferma. In
questo modo, non potete sbagliarvi. Inoltre non ci può essere nessun
attaccamento, rabbia, illusione, pigrizia, irrequietezza, dubbio
scettico, gelosia e così via. Una volta che potete definirla non è
difficile richiamarla. E’ solo questione di volontà.

Come è meraviglioso essere consapevole continuamente! Ma prima che
possa essere così, dovrete essere in grado di distinguere chiaramente
gli stati di consapevolezza da quelli di non- consapevolezza . Dopo di
ciò dipenderà solo da voi di praticare, praticare e praticare.

In un certo senso, mantenere la consapevolezza può essere paragonato a
fare un viaggio. Ecco voi siete sulla vostra bicicletta su strade
accidentate e attraversando corsi d’acqua torrenziali. Dovete tenere
un occhio alla strada, bilanciare la bicicletta, e continuare a
pedalare. Ci vogliono considerevoli prove ed errori prima di acquisire
abilità. Allo stesso modo nella vita o nella meditazione, c’è bisogno
di avere esperienza per avere a che fare con le varie situazioni e gli
oggetti che si incontrano. A volte quando si incontra qualche
situazione particolarmente difficile, possiamo impantanarci per
abbastanza tempo fino a che non impariamo a venirne fuori. Il dolore
ne è un esempio. Esso è una configurazione imprescindibile nella
nostra vita.

Una volta che siamo in grado di capire cosa vuol dire la
consapevolezza e mantenerla, allora possiamo andare avanti a
mantenerla nelle nostre attività al meglio delle nostre possibilità e
più spesso che possiamo. Cominceremo dal momento che ci svegliamo dal
dormire e noteremo consapevolmente l’aprirsi degli occhi. Nello stesso
modo, manterremo la consapevolezza quando ci alziamo, quando ci
laviamo, mangiamo, beviamo e così via per tutta la giornata fino a che
finalmente ci coricheremo ancora per dormire alla fine della giornata.

Durante il mangiare, per esempio, dovremo notare consapevolmente le
azioni coinvolte momento per momento. Dapprima, l’intenzione di
mangiare, poi il guardare al cibo, lo stendersi delle mani, il
prendere il cibo,il portarlo alla bocca,l’aprire la bocca, masticare,
addentare, inghiottire, e gli altri passaggi. Durante un ritiro di
meditazione, possiamo permetterci di rallentare le nostre azioni per
aiutarci a concentrarci sulla attenzione alle azioni il più possibile.
Infatti possiamo distaccarci abbastanza dall’ambiente circostante
.Alla fine, sia nella meditazione seduta che in quella camminata,
rimarrà solo l’osservazione di meri processi.

Invece, a casa o al lavoro ,non saremo in grado di praticare la
consapevolezza con così tanta concentrazione. Potremo farlo solo a un
livello generale. Solo quando saremo liberi, potremo riprendere la
nostra consapevolezza in esercizi formali con l’intensità desiderata.

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