Introduzione alla meditazione di visione profonda – Parte terza e fine

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Introduzione alla meditazione di visione profonda (parte terza e fine)

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Traduzione di Mauro Barinci

Introduzione
Sostenere l’attenzione
Stando seduti
Camminando e stando in piedi
Stando distesi
Coltivare il cuore
La riflessione
Contemplare la pratica
Vivere consapevolmente
Altri suggerimenti
Note sulla postura

ALTRI SUGGERIMENTI

Condotta personale
Man mano che la nostra visione acquista in profondità, vediamo con maggiore
chiarezza i risultati delle nostre azioni – la pace che buone intenzioni,
sincerità e chiarezza di intenti promuovono; il patimento che confusione e
noncuranza creano. E’ questa accresciuta sensibilità, specialmente
nell’osservare la sofferenza che causiamo a noi stessi e agli altri, che
spesso ci ispira a voler vivere in modo più saggio. Per un’autentica pace
della mente è indispensabile che la meditazione formale si combini con un
impegno alla responsabilità e con la sollecitudine per noi stessi e per gli
altri.

In realtà non c’è nulla di misterioso nel cammino della Visione Profonda.
Nelle parole del Buddha, la strada è semplice: “Fate il bene, non fate il
male, purificate la mente”. E’ una tradizione consolidata, perciò, che le
persone che si impegnano nella pratica spirituale diano grande importanza a
una condotta appropriata. Molti meditanti prendono dei voti morali
realistici – come non fare del male a esseri viventi, non tenere una
condotta sessuale sconsiderata, non assumere sostanze che alterino la
coscienza (bevande alcoliche o droghe), astenersi dal pettegolezzo e da
altre brutte abitudini nell’espressione verbale, per alimentare la propria
chiarezza interiore e magari incoraggiare con gentilezza quella degli altri.

– Compagni di strada e regolarità nella pratica

Meditare con regolarità in compagnia di alcuni amici può essere un notevole
supporto per la costanza nella pratica e lo sviluppo della saggezza. Chi
medita da solo alla fine si trova di fronte a un calo della sua forza di
volontà, dato che c’è sempre qualcos’altro da fare che sembra più importante
(o più interessante) dell’osservare il respiro. Meditare regolarmente in
gruppo, per un periodo stabilito, fa sì che i partecipanti vadano avanti,
indipendentemente dall’oscillazione del flusso dei loro stati d’animo.
(Investigare questi mutamenti nella disposizione spesso conduce a importanti
intuizioni, ma da soli può essere difficile sostenerle nel tempo). Oltre a
vederne i benefici per voi stessi considerate che i vostri sforzi aiutano
gli altri a perseverare nella pratica.

– Note sulla postura

L’ideale è una postura eretta, vigile. Accasciarsi ha unicamente l’effetto
di aumentare la pressione sulle gambe e causare disagio alla schiena. E’
importante prendersi cura della posizione con saggezza, non con una forza di
volontà senza sensibilità! La posizione migliorerà col tempo, ma voi dovete
lavorare con il corpo, non usare la forza contro il corpo.

Controllate la vostra postura:

§ Le anche sono inclinate all’indietro? Questo vi farà accasciare.
§ La parte inferiore della schiena dovrebbe mantenere la sua curvatura
naturale, senza forzatura, così che l’addome sia in avanti e ‘aperto’.
§ Immaginate che qualcuno eserciti una lieve pressione tra le vostre
scapole, mentre voi mantenete rilassati i muscoli. Questo vi farà vedere se
inconsciamente ‘ingobbite’ le spalle (e perciò tendete a chiudere il
torace).
§ Notate tutte le tensioni nella zona collo/spalle e scioglietele
delicatamente.
Se sentite tensione o inerzia nella vostra posizione:
§ Raddrizzate la spina dorsale immaginando che la cima del capo sia sospesa
dall’alto. Questo inoltre fa sì che il mento si inclini leggermente verso il
basso.
§ Tenete le braccia sciolte e all’interno verso il corpo, contro l’addome.
Se stessero in avanti vi farebbero perdere l’equilibrio.
§ Servitevi di un piccolo cuscino duro per appoggiare la parte inferiore
delle natiche e sostenere l’angolatura delle anche.
Per le gambe:
§ Fate qualche esercizio per stirarle (come toccarsi le dita dei piedi con
tutte e due le gambe distese, stando seduti).
§ Se durante un periodo di meditazione seduta provate molto dolore, cambiate
posizione, sedete su un piccolo sgabello o su una sedia, oppure alzatevi in
piedi per un po’ di tempo.
§ Se di solito vi sedete (o vorreste farlo) sul pavimento o appena un po’
più in alto, sperimentate con cuscini di diversa dimensione e durezza,
oppure provate uno sgabello specifico per la meditazione (ce ne sono di vari
tipi).

– Per la sonnolenza:

§ Provate a meditare a occhi aperti.
§ Con l’attenzione ‘percorrete’ sistematicamente il corpo.
§ Concentratevi sul corpo nel suo insieme e sulle sensazioni fisiche,
piuttosto che su un oggetto esile come il respiro.
§ Alzatevi e camminate consapevoli per un po’ di tempo all’aria aperta.
Per tensioni o mal di testa:
§ Può darsi che vi stiate sforzando troppo; capita! In questo caso diminuite
l’intensità della concentrazione. Ad esempio, potreste portare l’attenzione
alla sensazione del respiro nella zona dell’addome.
§ Generate l’energia della benevolenza (ved. ‘Coltivare il cuore’), e
dirigetela verso la zona della tensione.
§ Visualizzare e diffondere luce per il corpo può essere di aiuto per
alleviarne i dolori e le sofferenze. Provate davvero a focalizzare una luce
benevolente su una zona difficile!

Da:
space.tin.it/associazioni/erneses/santacittarama/meditazione.htm

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