Introduzione alla riflessologia plantare

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Introduzione alla riflessologia plantare

di Maja Malecka

Naturopata ad indirizzo psicosomatico

I piedi sono le nostre radici, il nostro sostegno, il nostro punto di
contatto con la Madre Terra e la sua energia, per questo già alcune
migliaia di anni fa i piedi erano raffigurati nelle iconografie
indiane, cinesi ed egiziane come oggetto di venerazione.

Lo dimostrano le tradizionali usanze del “prostrarsi ai piedi” e di
toccare i piedi come segno di rispetto, sottomissione e richiesta di
protezione.

I piedi sono un nostro primario punto vitale, essi ci permettono di
muoverci nello spazio e diventano, perciò, sinonimo di salute e di
libertà.

Hanno una tale importanza nella vita di ciascuno che il sistema
filosofico indiano Samkhya li relaziona al senso della vista.

Sotto la pianta del piede si trovano delle piccole aree in cui si
riflettono tutti gli organi interni del nostro corpo e pertanto
possono essere considerati come uno dei principali punti focali del
sistema neurologico e vascolare oltre che del nostro sistema
energetico.

Fatte queste premesse

si può dire che la Riflessologia plantare è una tecnica di massaggio
dolce che si basa e vuole agire sulle corrispondenze fra determinate
zone del piede e i vari organi del corpo, al fine di stimolarli per il
raggiungimento di un miglior riequili-brio energetico interno
all’organo stesso e per una più equilibrata relazione con gli altri
organi.

Se consideriamo, infatti, che ogni singolo organo lo ritroviamo
proiettato nel piede per via riflessa, la stimolazione di quella
specifica parte può ripristinarne la funzionalità, sia dal punto di
vista energetico sia circolatorio.

Utile soprattutto nella prevenzione, la Riflessologia plantare
rafforza l’intero sistema corpo-mente e libera l’organismo da tossine
ridonandogli il suo originale vigore vitale.

E’ un piacevole modo per eliminare lo stress e ritrovare, in un
momento di relax, un pacifico e rigenerante contatto con se stessi.

Consente inoltre il recupero della consapevolezza dei propri centri
vitali, intorno ai quali diventa possibile riorganizzare e
riequilibrare le proprie energie, per riconnettersi con l’innato
potere di auto-guarigione insito in ciascuno di noi e per esprimere,
così, quella vitalità che è salute, armonia con se stessi e con
l’ambiente esterno.

Il massaggio dolce ai piedi dona beneficio a tutto l’organismo
coinvolgendo anche, e in modo determinante, la nostra mente e il
nostro spirito.

La riflessologia, è una terapia naturale che cura secondo lo stesso
principio utilizzato dall’agopuntura e dallo shiatsu: ogni organo ha
un suo punto corrispondente in altre zone del corpo che,
opportunamente sollecitate, agiscono sull’organo stesso supportandolo
a reagire attraverso una risposta automatica e involontaria.

Sappiamo che il corpo ricerca naturalmente l’equilibrio attraverso le
sue capacità auto curative: la semplice pressione e il massaggio in
determinati punti facilitano e accelerano questo processo.

E’ una terapia curativa, ma la sua funzionalità principale rimane
quella preventiva:

massaggiando quotidianamente i nostri “punti deboli” che anche il più
sano degli individui possiede, e quelli momentaneamente dolorosi si
possono prevenire disturbi più seri andando a risvegliare le nostre
capacità di auto-cura, quella vitalità che attiva la forza dell’intero
organismo.

Si possono avere varie risposte sul perché del suo funzionamento:
qualcuno parla di canali attraverso i quali scorre l’energia, per
altri si tratta dell’azione di milioni di terminazioni nervose, per
altri ancora le onde generate dal massaggio provocano una reazione
chimica sugli organi corrispondenti al punto massaggiato. A noi non
interesssano le opinioni ma il fatto che la riflessologia funzioni.

La mano non è certamente l’unica mappa del corpo, anche l’orecchio e
il piede ne sono un esempio, anzi, la riflessologia plantare è più
conosciuta e praticata rispetto a quella della mano.

Essa ha il vantaggio di procurare miglioramenti più stabili e duraturi
anche se più lenti da produrre e a volte con effetti sorprendenti.

Il trattamento è molto semplice ma richiede un po’ di esperienza e un
buono studio delle mappature del piede, una sviluppata sensibilità, un
tocco pieno di grazia o di una “sana pressione”.

Nella riflessologia plantare le zone riflesse sono localizzate sulla
pianta e sul dorso dei piedi, oltre che lungo i lati esterni e interni
e le loro posizioni seguono uno schema simile a quello del corpo.

Le varie mappe esistenti differiscono un po’ tra loro sulla
localizzazione dei punti; questa differenza è dovuta alla scuola
d’origine, più occidentale o più orientale, ma tutte sono concordi
nella veduta generale del piede e cioè che gli organi e le singole
parti del corpo si riflettono all’incirca nella stessa posizione in
cui si trovano nel piede.

In tutte le mappe troveremo, ad esempio, le zone riguardanti la testa
sulle dita dei piedi mentre nella parte mediale si ritroveranno i
punti della schiena; l’incavo della pianta dei piedi ospiterà tutto
l’apparato digerente e urinario, mentre sulle parti laterali troveremo
gli arti superiori e i femori.

Gli organi che si riflettono migliore sono quelli che presentano una
maggiore innervazione, come l’apparato digerente, quello urinario e
quello genitale, e quelli che, se infiammati, provocano dolore acuto,
come le orecchie e i denti; gli organi più compatti, come il fegato,
si riflettono con maggiore difficoltà.
La stimolazione è effettuata su punti ben precisi, in modo che il
cervello decifri il messaggio e lo trasmetta poi all’organo
interessato.

Il massaggio zonale stimola la circolazione sanguigna e linfatica,
contribuendo all’eliminazione delle tossine, riduce la tensione e da
buoni risultati nei dolori articolari, mal di schiena, artrosi
cervicale, lombalgie e sciatalgie, emicranie, problemi mestruali e
digestivi, allergie e disfunzioni ormonali.

Dopo una seduta di riflessologia plantare si può provare la
piacevolezza di una sensazione generale di rilassamento e benessere.

Questa semplice introduzione non ha la pretesa di formare dei
riflessologi ( in quanto occorre frequentare almeno uno specifico
Corso Annuale o meglio ancora Triennale ) ma vuole essere un “dolce
assaggio” per permettere alle persone che vi si avvicinano di iniziare
ad avere familiarità con le proprie radici e assaporare un piacevole
metodo per aiutare se stessi e i propri cari a mantenersi sani, perché
“conoscersi e diventare medici di se stessi è il primo passo da
compiere per poter scegliere la propria strada, all’insegna degli
irrinunciabili valori della salute e della libertà”.

La struttura del piede è costituita da ventisei ossa e dalle relative
articolazioni, avvolte da legamenti, formazioni estremamente solide,
di natura connettivale e tendinea, che hanno la funzione di tenere
saldamente legate le ossa. Queste strutture dette: “aponeurosi “
formano, insieme alle ossa, la struttura del piede. Su ogni piede, il
sistema nervoso è presente con ben 7.200 terminali nervosi e, a
livello di corteccia cerebrale, i piedi e le mani occupano un’area di
gran lunga più vasta rispetto alle altre parti del corpo; questo è un
fatto che ci parla della ricettività e della sensibilità di questa
naturale “sorgente energetica”.

In psicosomatica il piede ci parla di noi:

alcuni esempi con grande semplificazione:

-piedi cedevoli —poco carattere

-tendenza a camminare sulle punte—insicurezza che emerge

-rigidita’ del muscolo flessore dell’alluce—squilibrio tra il
pensiero razionale e le zone dell’inconscio profondo tipo istinti e
pulsioni

-pelle spessa e duroni—difficolta’ ad accettare le responsabilita’ e
l’autorita’

-piede che suda troppo—un costante carico emozionale inespresso

-piede screpolato con pelle che si rigenera presto–desiderio di voler
cambiare delle situazioni

-piede freddo–vita noiosa e scarse emozioni o sentimenti congelati

-piede piatto–attaccamenti esagerati

-piede troppo caldo–eccesso emozionale e mentale che e’ bene scaricare subito

Ogni elemento inoltre corrisponde a un determinato organo, a una
stagione, a un colore ed a un sentimento e gli elementi sono collegati
tra loro.

FUOCO – CUORE – ESTATE – ROSSO – GIOIA

TERRA – MILZA – TARDA ESTATE/QUINTA STAGIONE – GIALLO – PREOCCUPAZIONE

METALLO – POLMONE – AUTUNNO – BIANCO – TRISTEZZA

ACQUA – RENE – INVERNO – NERO – PAURA

LEGNO – FEGATO -PRIMAVERA – VERDE – RABBIA

Riporteremo tutto questo alla Riflessologia Plantare e alle mappe dei
punti riflessi del piede con un metodo originale e divertente.

– UN PO’ DI STORIA:

In India circa 4.000 anni fa furono scritti i primi “Veda”, in questi
libri sacri si legge che i curatori, per arrivare ad una diagnosi
osservavano accuratamente la mano e i piedi degli ammalati.

A Sakkara, in Egitto, nella tomba di Akhmahor, è stata trovata una
pittura murale raffigurante un medico che stimola le mani ed i piedi
di un paziente.

La traduzione dei geroglifici circostanti dice: “non farmi male” e la
risposta è : “agirò in modo da meritare la tua lode”.

In America la reflessologia è conosciuta e praticata da sempre dai
Nativi americani come ad esempio dai Cherokee. Il “Clan dell’Orso” che
vive alle pendici dei monti Allegheny usa la reflessologia in una
cerimonia sacra cui partecipano tutti, sia sani che ammalati.

In Europa intorno al 1582 i medici Adamus e Atatis, discussero di
metodi simili alla reflessologia.

In Germania il Dottor Alfons Cornelius guarì con la “cura dei piedi”
da dolori diffusi contratti a seguito di una forma infettiva piuttosto
grave.

In Russia Ivan Petrovich Pavlov, nel 1883, conduce una ricerca sui
riflessi condizionati, concludendo che “tutti gli stimoli sono
condizionanti e possono provocare una risposta condizionata grazie al
fatto che il sistema nervoso collega, tra loro, tutte le regioni e le
funzioni dell’organismo”.

Per dar valore a quanto detto vi segnaliamo:

Nello stesso anno Voltolini, e Mackenzie nel 1884, pubblicarono le
loro scoperte sulle modificazioni che avvengono nella mucosa nasale in
presenza di processi in atto nell’apparato genitale. Alla fine dello
stesso secolo l’otorinolaringoiatra W. Fliess dimostrò che
anestetizzando con cocaina particolari punti del naso, si ottenevano
miglioramenti di determinati disturbi genitourinari.

Nei primi anni del 1900, il dott. William M. Fitzgerald,
otorinolaringoiatra del Connecticut scoprì che premendo su alcune zone
del corpo poteva evitare di somministrare cocaina (allora usata come
anestetico) per alleviare molte sofferenze dei suoi pazienti.

Egli divise il corpo umano in 10 zone longitudinali che corrono lungo
il corpo dalla cima della testa alla punta degli alluci.

Il numero dieci corrisponde al numero delle dita delle mani e dei
piedi ed ogni dito delle mani e dei piedi rientra in una zona.

La teoria sostiene che le parti del corpo presenti all’interno di una
determinata zona saranno collegate l’una all’altra per mezzo
dell’energia che scorre dentro la zona stessa e possono perciò essere
stimolate reciprocamente.

La nostra terapia si rifà agli studi del Dottor Fitzgerald:

Dobbiamo i primi studi scientifici sulla terapia zonale del piede al
medico e chirurgo otorinolaringoiatra americano William H. Fitzgerald
(1872-1942).
Egli si laureò all’Università del Vermont e lavorò in importanti
ospedali sia a Londra che a Vienna. L’inizio delle sue ricerche in
questo campo fu quasi casuale; egli rimase infatti sorpreso dal fatto
di poter eseguire un’operazione al naso o alla gola senza far provare
dolore al paziente, mentre altre volte la stessa operazione provocava
dolori insopportabili.

Egli scoprì che nel primo caso il paziente praticava delle pressioni
su alcune parti della mano.
Osservando gli sciamani pellerossa che tramite la stimolazione di
punti riflessi di mani e piedi ottenevano effetti analgesici, e
ripensando agli antichi metodi di digito-pressione cinese che aveva
potuto studiare durante i suoi soggiorni in Europa, ebbe le prime
intuizioni del suo metodo.

Lo scopo di Fitzgerald era quello di ottenere un effetto
antidolorifico, anche per evitare l’uso dell’oppio.

Nel 1913 egli comunicò le sue scoperte ai colleghi dentisti, che
cominciarono ad usare la tecnica di pressione al posto degli
anestetici.
Il dottor Fitzgerald fu anche il primo studioso a pubblicare un
trattato su questa terapia; nel 1917, in collaborazione con il dottor
Edwin F. Bowers, pubblicò il suo primo volume sull’argomento: Zone
Therapy, or Relieving pain at Home – La Terapia Zonale, ovvero
alleviare il dolore a casa.

Dagli studi approfonditi del dottor Fitzgerald nacquero le prime
mappature di mani e piedi.

In Italia, la riflessologia viene introdotta da E . Zamboni,
massofisioterapista bergamasco diplomato in riflessologia presso la
scuola di Hanne Marquardt. Zamboni negli anni successivi organizza
corsi di riflessologia plantare, approfondisce il lavoro della Ingham
sulla mappatura del piede e fonda, nel 1987 la FIRP (Federazione
Italiana Reflessologia del Piede).

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