Ippocampo e adolescenti depressi

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Ippocampo e adolescenti depressi

di: Johann Rossi Mason

“Molte persone non si rendono conto che la depressione è un problema medico e non un disturbo da
stigmatizzare” afferma Frank MacMaster autore di uno studio all’Università Dalhousie di Halifax, in
Nuova Scozia “Numerose ricerche evidenziano con sempre maggiore precisione i fattori biologici
coinvolti nella malattia. In particolare abbiamo trovato nuove conferme che l’area del cervello
chiamata “ippocampo” è più piccola negli adolescenti con depressione maggiore rispetto ai loro
coetanei sani”.

L’ippocampo è una zona del cervello associato alla motivazione, al controllo delle emozioni, alla
memoria e gioca un importante ruolo nel controllo delle risposte dell’organismo allo stress. Nella
sua ricerca MacMaster ha misurato le dimensioni dell’ippocampo con la Risonanza Magnetica in un
gruppo di adolescenti depressi e in un gruppo di sani trovando significative differenze. I primi
mostravano un ippocampo più piccolo di circa il 17% e la differenza di dimensione era più evidente
nella parte sinistra.

Bisogna dire però che analoghi studi in soggetti depressi adulti non avevano mostrato differenze
degne di nota. Il dottor Joseph L. Price, docente di anatomia e neurobiologia alla Washington
University di St. Luois afferma che altri studi hanno invece trovato differenze marcate nelle
dimensioni dell’ippocampo di pazienti depressi anziani. Altri studi poi hanno rivelato come le donne
depresse presentino un “corpo calloso” più piccolo della media, e che i loro figli presentano lo
stesso fenomeno, il che potrebbe indicare che abbiano un aumentato rischio di diventare depressi a
propria volta. Il corpo calloso è quella struttura anatomica che collega insieme i due emisferi
cerebrale, destro e sinistro e che permette che comunichino tra loro.

Un recentissimo articolo pubblicato sugli Archives of General Psychiatry ha sottolineato sostanziali
evidenze che la disfunzione dei trasportatori della serotonina abbia un ruolo chiave nella
insorgenza del disturbo e si è visto che il sistema serotoninergico è in grado di modulare o
modificare le caratteristiche morfologiche dell’ippocampo.

Allora avere un ippocampo piccolo è fattore predittivo della malattia oppure questa struttura si
restringe a causa della depressione maggiore? Lo abbiamo chiesto al professor Giorgio Maria Bressa,
psichiatra e docente di Psicobiologia del Comportamento Umano: “Non è ancora chiaro se sia nato
prima l’uovo o la gallina, ma l’interesse a questa struttura è altissimo. Ciò significa che
l’analisi dell’ippocampo potrebbe rivelarsi un predittore anatomico, mentre ad oggi non siamo in
grado di sapere se una persona si ammalerà o meno della malattia su basi biologiche dal momento che
non siamo in grado di misurare i livelli di serotonina nel suo cervello. Possiamo solo valutare i
suoi fattori di rischio ambientali (genitori o fratelli che ne abbiano sofferto, caratteristiche di
personalità) ma poter visualizzare una variazione anatomica permetterebbe anche creare farmaci con
maggiore specificità”.

Messe insieme, tutte le ricerche indicano comunque che nel cervello dei pazienti depressi avvengono
molti cambiamenti anatomici e anche se non basta a sviluppare trattamenti migliori è comunque un
grande passo avanti nella patogenesi del disturbo.

Johann Rossi Mason
E-mail: jobres@ecplanet.com

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