L’oceano di beatitudine del liberato in vita
di Shankara
– Jivanmuktanandalahari –
Osservando con distacco gli abitanti della città – gli uomini vestiti con
grande cura, le donne ornate di preziosi gioielli – osservando con distacco
se stesso in mezzo a loro, il saggio, la cui ignoranza è stata dissolta
dalla grazia del Guru, non soggiace più all’illusione.
Vedendo gli alberi della foresta che curvano amorevolmente le proprie cime
sotto il peso delle foglie e dei frutti, e che offrono ombra e rifugio a una
moltitudine di uccelli dal piacevole canto, meditando di giorno sotto tali
alberi, dormendo di notte sotto tali alberi, il saggio, la cui ignoranza è
stata dissolta dalla grazia del Guru, non soggiace più all’illusione.
Che dimori in un tempio o in un sontuoso palazzo, che dimori su una
montagna, sulla riva di un fiume, o in una capanna insieme ad asceti
perfettamente padroni di sé, liberi da ogni karma latente, il saggio, la cui
ignoranza è stata dissolta dalla grazia del Guru, non soggiace più
all’illusione
.
Che giochi con dei bambini battendo gioiosamente le mani, che si trovi in
compagnia di donne giovani e avvenenti, o che ascolti, con fraterna premura,
dei vecchi che raccontano le proprie pene, il saggio, la cui ignoranza è
stata dissolta dalla grazia del Guru, non soggiace più all’illusione.
Che sia impegnato in elevate conversazioni con sapienti ricercatori di
verità, che disserti con grandi poeti, capaci di esprimere in mirabili versi
le più sottili sfumature del sentimento, che discuta con eccellenti filosofi
i ragionamenti e le conclusioni delle diverse dottrine, il saggio, la cui
ignoranza è stata dissolta dalla grazia del Guru, non soggiace più
all’illusione.
Che sia impegnato nella pratica della meditazione, che adori gli dèi con
gioiosa devozione, offrendo loro fiori freschi e profumati, o anche
semplicemente delle foglie, il saggio, la cui ignoranza è stata dissolta
dalla grazia del Guru, non soggiace più all’illusione.
Che invochi, piangendo lacrime di gioia, la divina guida di Shiva o di
Parvati, o la guida di Vishnu, il Testimone di ogni cosa, o quella di
Ganesha, o anche quella del Sole, il dio visibile, il saggio, la cui
ignoranza è stata dissolta dalla grazia del Guru, non soggiace più
all’illusione.
Che si purifichi bagnandosi nel Gange, o con l’acqua di un piccolo pozzo,
con l’acqua di una sorgente, calda o fredda, o cospargendosi di candida
cenere, il saggio, la cui ignoranza è stata dissolta dalla grazia del Guru,
non soggiace più all’illusione.
Sia che vegli, sperimentando gli oggetti dei sensi, o che sogni,
sperimentando le creazioni della mente, o che sia immerso nel sonno
profondo, sperimentando l’incessante Beatitudine, il saggio, la cui
ignoranza è stata dissolta dalla grazia del Guru, non soggiace più
all’illusione.
Che il suo corpo sia vestito solo d’aria, che sia avvolto in un abito
sontuoso, o che cinga una pelle intorno ai fianchi, con la mente distaccata,
colmo della Beatitudine che si manifesta nel cuore degli uomini virtuosi, il
saggio, la cui ignoranza è stata dissolta dalla grazia del Guru, non
soggiace più all’illusione.
Che dimori quietamente nel sattva, che sia mosso all’azione dal rajas, che
trovi impedimenti nel tamas, o che ascenda beato a ciò che è al di là dei
guna, che sembri un uomo ancora legato al mondo, o che abbandoni ogni cosa
come prescrivono le scritture, il saggio, la cui ignoranza è stata dissolta
dalla grazia del Guru, non soggiace più all’illusione.
Che pratichi il nobile silenzio, che pronunci discorsi elevati, che
d’improvviso
taccia sorridendo, immerso nella propria Beatitudine, o che vada distaccato
per il mondo, partecipando alle comuni attività degli uomini, il saggio, la
cui ignoranza è stata dissolta dalla grazia del Guru, non soggiace più
all’illusione.
Che ponga devotamente del cibo nell’adorabile bocca di una divinità, che
tolga il cibo da tale bocca per porlo amorevolmente nella propria, o che
insegni pubblicamente la natura non-duale del Brahman, nel quale svanisce
ogni distinzione, il saggio, la cui ignoranza è stata dissolta dalla grazia
del Guru, non soggiace più all’illusione.
Che si trovi con dei devoti di Shiva, o con degli adoratori della Shakti,
che dimori con dei devoti di Vishnu, o di Ganesha, o con degli adoratori del
Sole, raggiunto il Brahman al di là delle distinzioni, il saggio, la cui
ignoranza è stata dissolta dalla grazia del Guru, non soggiace più
all’illusione.
Che contempli, con forma o senza forma, la pura natura del Signore non-nato,
o che osservi stupito la sua apparente frammentazione, dalla quale nasce la
percezione di innumerevoli forme e qualità, il saggio, la cui ignoranza è
stata dissolta dalla grazia del Guru, non soggiace più all’illusione.
Verificata l’illusorietà di ogni distinzione, riconosciuta l’Unità in ogni
cosa, compresa la propizia Verità per conoscere la quale si seguono gli
insegnamenti del Vedanta e si praticano l’auto-controllo e la meditazione,
mormorando incessantemente “Shiva! Shiva! Shiva!”, il saggio, la cui
ignoranza è stata dissolta dalla grazia del Guru, non soggiace più
all’illusione.
Immergendosi ogni giorno più e più volte, senza sforzo nell’oceano di
Beatitudine che invero è il suo stato naturale, questa gemma fra gli uomini,
questo scrigno di ogni virtù, raggiunge infine la perfetta Liberazione, la
fusione nel Signore supremo, che può essere raggiunta solo bevendo il
nettare della grazia del Guru. Un tale uomo, dicono i saggi, ha raggiunto la
perfezione dello Yoga, ha raggiunto la perfezione della Rinuncia.
Lascia un commento