KARMA E SENSO DELLA REINCARNAZIONE

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KARMA E SENSO DELLA REINCARNAZIONE

della Dott.ssa Elisa Albano

Dopo aver analizzato gli studi fatti, in campo medico e psicologico, su soggetti che ricordavano
altre esistenze ed effettuato una carrellata sui vari metodi per far riaffiorare episodi e vissuti
vecchi anche di secoli, chiediamoci ora quale possa essere in ultima analisi il senso della
reincarnazione e a cosa poi, potrebbe servire, in determinati periodi della propria vita, rammentare
ciò che si è stati e cosa si è fatto.

Una risposta a tutto questo può venirci dal cosiddetto Karma (o karman), che in sanscrito sta ad
indicare semplicemente un’azione ma in senso più ampio il destino che ciascuno di noi si costruisce
a seconda delle gesta, dei pensieri e delle esperienze che si sono effettuate nel passato.
In pratica, l’esistenza attuale di un individuo, può essere stata determinata da tutto ciò che di
positivo o di negativo ha commesso nelle sue incarnazioni precedenti. E così come il presente
diviene il prodotto di ciò che si è stati, il futuro diverrà la risultante del passato e del
presente. Il karma, dunque, potremmo definirlo una legge di causa ed effetto. Ad ogni azione
corrisponde una reazione. Ma il karma non deve essere inteso come punizione o ricompensa. Il Karma
diviene una scelta e nello stesso tempo un cammino interiore di esperienze che necessariamente
bisogna intraprendere per acquisire cognizioni e attraverso queste poter capire e accettare l’intera
gamma di situazioni umane. Solo quando si sarà compreso che l’anima, o la coscienza individuale che
dir si voglia, non ha sesso, non ha razza, non ha credo e non ha tempo allora si sarà giunti
all’illuminazione e il karma non avrà più ragion d’essere. A quel punto si potrà anche interrompere
il ciclo delle rinascite, oppure decidere liberamente di incarnarsi nuovamente per fare da guida ad
altre anime ancora lontane dalla consapevolezza del proprio essere.

Dunque, scopo ultimo della reincarnazione è la nostra evoluzione spirituale attraverso la “scuola
terrena”, fino al raggiungimento della perfezione. In questo lungo corso di apprendimento e di
perfezionamento, il karma con le sue leggi gioca un ruolo determinante.
Ma vediamo con degli esempi pratici come si realizza il karma nella nostra vita di tutti i giorni.
Se, ad esempio, un soggetto in una sua vita passata ha nutrito un forte pregiudizio, nei confronti
di una razza o di un gruppo di persone appartenenti a un certo ceto o credo religioso, è molto
probabile che nella sua vita attuale sia nato egli stesso come membro di quella razza o quel gruppo
per comprendere appieno il senso di quell’appartenenza e sostituire la tolleranza al suo
preconcetto.

Naturalmente, è molto probabile che questo stesso individuo, conservando a livello inconscio, il
ricordo della repulsione provata in un incarnazione precedente verso quel tipo di raggruppamento,
viva attualmente un forte disagio nella sua condizione attuale, pur non riuscendo a spiegarsene il
motivo. D’altro canto anche un soggetto che ha subito in passato una persecuzione da parte di
qualcuno o di un insieme di persone a lui ostile e ha provato a sua volta un forte odio verso
costoro, per certi versi esagerato e irrazionale, può rinascere come appartenente a quello stesso
gruppo per ridimensionare le sue convinzioni e i suoi sentimenti. E anche in questo caso, il
malanimo per le angherie subite può protrarsi nella sua vita successiva inducendolo magari a
sfuggire alla propria condizione o a inimicarsi i propri alleati o i propri parenti. Solo una presa
di consapevolezza dell’origine di tali disagi e relazioni disturbate può sbloccare una situazione
che potrebbe protrarsi per ancora numerose incarnazioni e impedire uno sviluppo personale e
spirituale. Ogni problema, disagio, inimicizia, odio o disistima deve essere decifrato e scomparire
dalla nostra anima per liberarci dai cosiddetti “debiti karmici” che possiamo esserci costruiti con
determinate persone. Karma, quindi, vuol dire anche sciogliere le situazioni problematiche che si
sono venute a creare lungo le nostre esistenze e portare a termine un legame interrotto, soprattutto
se c’è stato un male fatto che ora va in qualche modo compensato.

Un caso tipico di debito karmico lo abbiamo visto con Catherine, la paziente del dottor Brian
Weiss(1). Come abbiamo già constatato, Catherine in una delle sue regressioni ipnotiche aveva
rivissuto un’esistenza passata in cui Stuart, l’attuale fidanzato, con il quale, nonostante gli
sforzi, si ritrovava a vivere una relazione difficile, era stato il suo assassino. Stuart, quindi,
in questa vita, aveva il compito di amare chi un tempo aveva ammazzato. E Catherine, ebbe modo di
comprendere, attraverso il viaggio a ritroso nel tempo, l’origine del suo rapporto conflittuale con
il suo compagno del momento. Tuttavia, non sempre le due parti in causa sono pronte a superare le
ostilità passate. Un partner può a livello inconscio mantenere ancora vivo il ricordo del male
ricevuto o delle ragioni che lo avevano portato a compiere un gesto insano e non essere ancora in
grado di riequilibrare la relazione. Molti legami sentimentali e parentali gravosi, possono quindi
derivare da un’antecedente rivalità vissuta in un’altra vita e che ancora non si è capaci di
risolvere. Parimenti, vi sono legami fortissimi che non si riescono ad evitare e amori profondi che
non si possono e non si riescono a recidere per via di un senso di appartenenza inspiegabile con la
sola razionalità umana e che può avere un senso solo se si ipotizza un’altra esistenza in cui i due
soggetti in questione hanno già vissuto insieme. Le tecniche regressive possono aiutare ad afferrare
il significato di tutto quanto coinvolge un individuo nella sua vita attuale e del perché si sia
incarnato proprio nella personalità attuale.

Comprendere, dunque, le leggi del karma significa anche avviare un processo di accettazione positiva
di qualsiasi situazione, anche la più dolorosa, e di superamento dei nodi che bloccano il nostro
cammino verso la perfezione e la serenità interiore.
Va considerato inoltre che i legami karmici, vita dopo vita, difficilmente si ripresentano con le
stesse modalità. I ruoli dei protagonisti spesso sono invertiti, soprattutto nell’ambito di uno
stesso gruppo familiare. Come afferma Betty B. Binder:
“I membri di una famiglia che hanno legami karmici spesso si reincarnano insieme, ma nelle vite
successive i loro ruoli saranno invertiti rispetto a quelli esercitati in quelle precedenti. Ad
esempio, un bambino di oggi può essere stato un genitore in un’altra vita e suo padre può essere
stato suo figlio. Allo stesso modo le rivalità odierne possono essere la manifestazione di
inimicizie nel passato che non sono ancora state risolte”.(2)

Anche le malattie e le menomazioni possono avere un loro senso karmiko. Abbiamo già visto in molti
dei bambini studiati dallo psichiatra Ian Stevenson come macchie sulla pelle e cicatrici insolite
sul corpo potevano essere la manifestazione di una ferita o un problema avuto in una vita
antecedente (vedi “Giustitalia” n. 39, Aprile 2002). Ma al di là di questi casi in cui
un’individualità si porta dietro le tracce forti di un trauma subito, vi sono delle sofferenze o dei
segni che intervengono in una data età del soggetto. Possiamo pensare ad esempio ai tumori o a
malattie gravi che insorgono improvvisamente e divengono in breve tempo devastanti per la psiche e
per il corpo.
Anna, ad esempio, una donna di media età, che aveva subito l’asportazione totale del seno destro,
durante una regressione ricordò di aver vissuto una vita antecedente come condottiero romano.
Durante quell’esistenza aveva esternato una violenza che andava ben al di là dei suoi doveri. Aveva
combattuto, assediato e mutilato giovani donne dopo aver abusato di loro, per il semplice piacere di
esercitare uno strapotere e infliggere sofferenza.

A seguito di quanto vide e rivisse, durante una seduta regressiva, Anna riuscì a dare un senso anche
al suo evento fisico attuale. Così come aveva arrecato dolore e reso invalide ingiustamente tante
donne così doveva trovarsi oggi a rivivere lei stessa una menomazione per poter comprendere ciò che
questo stato fisico e psichico poteva significare. Il suo carattere duro e intollerante che aveva
conservato anche dopo l’intervento, a seguito della regressione, si modificò repentinamente. Anna
comprese che a nulla sarebbe valso continuare ad avercela con il mondo intero e a comportarsi
aspramente anche con chi le era accanto e le mostrava affetto e dedizione, se non a fare del male a
se stessa, procurandosi ulteriore karma negativo che avrebbe dovuto poi restituire in qualche modo
in una vita successiva.

Come afferma la psichiatra Helen Wambach, nel suo libro “Vita prima della vita”:
“Noi saremo davvero trattati così come abbiamo trattato gli altri; noi torniamo in vita per
sperimentare l’essere sia sul polo del dare che su quello del ricevere”(3)
La reincarnazione, dunque, con le sue leggi karmiche, ha lo scopo di migliorarci gradualmente, con i
tempi e le modalità che ciascuno di noi riterrà opportune, ma per condurci sempre e comunque verso
la meta finale che è il compimento della nostra anima e il ricongiungimento di essa con quella che
alcuni definiscono energia cosmica universale e altri Dio.

Dott.ssa Elisa Albano

1 Vedi in BRIAN WEISS – Molte vite molti maestri. Ed Oscar Mondatori, collana “Nuovi Misteri”,
Milano, 2001.
2 BETTYE B. BINDER – Karma e reincarnazione – Ed Gruppo Editoriale Futura, p. 99.
3 HELEN WAMBACH – Vita prima della vita (storie vere di viaggi meravigliosi dentro la vita prima
della nascita) Ed. Mediterranee, Roma, 1991.

– psicologiaspirituale.it

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