di Citraka dasa
Il 2 Settembre 2010 ricorre l’apparizione del Signore Krishna.
Chi è Krishna? Un profeta, un personaggio storico, il principe azzurro, un eroe mitologico indiano,
un amante appassionato, un personaggio del politeismo indù?
Dal punto di vista storico, Krishna è apparso su questa Terra circa cinquemila anni fa e la Sua
permanenza è durata centoventicinque anni. Da un punto di vista filosofico e più ampio, invece,
possiamo capire che Krishna è Dio, la Persona Suprema, ed è sempre presente ovunque anche se a volte
è visibile e a volte non lo è.
Anche quando il Signore era personalmente presente su questo pianeta, gente priva di conoscenza
l’aveva preso per un ordinario uomo di questo mondo materiale, e tutt’ora, in quest’era, molti
considerano Krishna nulla più che un personaggio mitologico. Grandi santi e saggi, però, hanno
sempre accettato Sri Krishna come Dio, la Persona Suprema. Vyasadeva, per esempio, è autore della
Letteratura vedica e del Vedanta Sutra, che è l’opera teologica più sofisticata che sia mai stata
scritta; un simile saggio avrebbe mai abbandonato la sua rigorosa ricerca filosofica per indugiare
in favole mitologiche? Eppure, lo stesso Vyasadeva sentì che la sua vita sarebbe stata incompleta se
non avesse scritto un’opera completamente dedicata alla descrizione della forma, delle qualità e dei
passatempi della Persona Suprema, Sri Krishna: lo Srimad Bhagavatam.
Secondo le Scritture vediche Dio ha tre differenti aspetti. Il primo, detto brahmajoti, è il Suo
aspetto impersonale, luminoso e onnipervadente. Il secondo, il paramatma, è l’Anima Suprema presente
nel cuore di ogni essere che dà conoscenza, memoria e oblio. In ultimo, Dio ha il Suo aspetto
personale, la Sua forma originale che è eterna e piena di conoscenza e beatitudine; nel Suo aspetto
personale, il Signore non ha solo una forma, ma ha anche un nome, una dimora, delle caratteristiche
personali, dei compagni eterni e svolge diverse attività spirituali.
Tutto questo, però è al di fuori della percezione dei nostri sensi. La nostra mente e la nostra
intelligenza sono limitate. Come il tentativo di una formica di capire il mondo, anche il nostro
sforzo per capire Dio illimitato resta sempre insufficiente.
Ma Dio, che è onnipotente, può senz’altro rivelarsi a noi anche in questo mondo materiale. E lo fa.
Lo fa per illuminare gli esseri condizionati manifestando la Sua forma trascendentale.
Come spiega la Bhagavad-gita, Krishna appare di era in era in questo mondo materiale per favorire i
Suoi devoti e ristabilire gli eterni principi della religione, per il beneficio di tutti gli esseri.
Krishna non nasce come una persona ordinaria, forzato e sottomesso alle leggi della natura; la Sua
nascita è una sorta di trascendentale “commedia”, messa in scena dal Signore stesso.
Non esiste alcun potere che possa impedire all’Essere Supremo di apparire di fronte a noi nella Sua
forma personale: il Signore, per esempio può mostrarsi nella forma di divinità, apparentemente fatta
di legno, marmo o pietra, ma, essendo Dio assoluto, non esiste differenza tra Lui e la Sua forma. E
anche se usa elementi materiali perché possano essere percepiti dalla nostra visione ristretta,
Krishna è presente dove la Sua forma è presente.
Egli si mostra a noi in questo modo, perché allo stato attuale della nostra imperfetta esistenza
materiale, non possiamo vedere il Signore Supremo a causa della contaminazione dei nostri sensi, ma,
per favorire i devoti che vogliono servirLo, Egli Si presenta in modo tale che essi possano
avvicinarLo.
Sri Krishna non è un personaggio né mitologico né mondano, ma può essere compreso solo con devozione
pura. Questo è infatti anche il tema principale di cui Sri Krishna parla nella Bhagavad-gita: cioè
che il puro amore e la devozione per Dio sono lo scopo ultimo della religione.
E’ ovvio che non è sufficiente una visione materialista per vedere Dio. Dalla letteratura vedica si
può comprendere che, per poter vedere eternamente Dio, bisogna avere gli “occhi spalmati del balsamo
della devozione”, ma anime tanto elevate sono assai rare.
Come possono allora persone come noi sviluppare amore e devozione per Krishna? Sempre le Scritture
vediche consigliano l’adorazione della forma trascendentale di Krishna nel tempio: la murti.
La forma della murti non è concepita secondo l’immaginazione e il gusto personale dei devoti, essa
esiste eternamente ed è descritta e autorizzata dalle Scritture vediche come pure il metodo per
adorarla.
L’arca-vigraha (come è anche detta la forma del Signore installata nel tempio da un maestro
spirituale autentico per l’adorazione) non è differente dalla forma originale di Sri Krishna.
Dal Signore è emanato un numero incalcolabile di forme come Baladeva, Rama e Nrsimha che sono sempre
tutte Dio, la persona Suprema: l’arca-vigraha adorata nel tempio è anch’essa un’emanazione plenaria
del Signore.
Rendendo culto all’arca-vigraha, è possibile entrare immediatamente in contatto con Dio che, grazie
alla Sua onnipotenza, accetta il servizio, anche imperfetto, dei Suoi devoti senza mai rimproverarli
per i loro errori.
L’arca-vigraha scende su richiesta degli acarya e possiede la stessa potenza di Krishna essendo
Krishna stesso.
Anche se scende nella forma di mirti, Krishna non lascia mai il Suo regno dove gode di meravigliosi
scambi d’amore con i Suoi amici e svolge eternamente le Sue trascendentali attività.
Ciò nonostante Egli è sempre presente accanto ai Suoi devoti.
Il Signore è così gentile che vuole dare anche alle anime condizionate la possibilità di partecipare
a questi divertimenti trascendentali, e il Suo devoto, il grande saggio Narada Muni (uno dei dodici
mahajana) ha perciò provveduto alla stesura del sistema di adorazione al Signore Supremo nella forma
arca, il Narada pancaratra, secondo il quale Dio viene servito, ogni giorno con diverse cerimonie in
cui viene lavato, vestito, decorato e glorificato dai Suoi devoti. Ed è questo il sistema che Srila
Prabhupada ha portato all’Occidente con il movimento per la coscienza di Krishna.
Nei templi dell’ISKCON, l’Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna, tutta la vita dei
devoti è incentrata sulla presenza delle mirti e tutte le attività si svolgono per il loro piacere.
Le murti sono considerate infatti le proprietarie del tempio e le beneficiarie di tutto il servizio
prestato dai loro bhakta.
I devoti e gli ospiti hanno così l’opportunità di essere a contatto con il Signore contemplando le
forme delle murti, pregandole personalmente, adorandole, offrendo loro un servizio e
familiarizzando, in questo modo, con la quotidiana presenza di Sri Krishna nella loro vita.
Questa è appunto l’essenza della pratica della bhakti: prepararci per la nostra vita eterna nel
mondo spirituale, nostra vera origine e nostra vera casa. E’ un metodo autorizzato, semplice e
naturale al quale tutti possono partecipare.
Krishna appare e vi aspetta…
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