La Banda degli Stupratori di Delhi

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La Banda degli Stupratori di Delhi

e la Moderna Surpanakha

di Caitanya Carana dasa

“La divulgazione sessuale che affrontiamo non ha pari nella storia dell’umanità… Poiché la
pornografia e il sesso hanno un potere di attrazione così forte su di noi, se lasciata senza
controllo la nostra società si degraderà davanti ai nostri stessi occhi e avremo milioni di persone
afflitte da dipendenza sessuale.”
– Dott. Kevin B. Skinner nel Trattato sulla Dipendenza dalla Pornografia.

Lo scorso dicembre l’orribile stupro di gruppo di una giovane studentessa di fisioterapia in un
autobus privato a Delhi ha scatenato la rabbia in tutta l’India. Le circostanze apparentemente
innocue in cui si è verificato lo stupro, l’agghiacciante brutalità degli esecutori, l’inefficienza
della polizia e l’apparente mancanza di sensibilità del Primo Ministro hanno gettato benzina sul
fuoco. Prima di redarre questo articolo offro le mie sincere preghiere per l’anima della vittima che
ci ha lasciato e le mie sentite condoglianze alla sua famiglia in lutto e sconvolta dal lutto. La
saggezza della Gita c’insegna che tutti noi siamo congiunti, collegati nella famiglia di Dio, che
comprende tutti. Perciò stiamo tutti insieme per superare questa tragedia.

L’orrore di Delhi evidenzia in modo indelebile che le cittadine indiane hanno assoluto bisogno di
una sicurezza assai migliore. Abbiamo bisogno di una polizia che vigili di più, di un’assistenza
telefonica più pronta e di punizioni più severe e rapide per i responsabili di violenze sessuali. Ma
una migliore sicurezza sarà sufficiente? Potrebbe la nostra società essere affetta da una malattia
ben più radicata di cui questo stupro raccapricciante è un sintomo estremamente intollerabile? Dopo
tutto i giornali riportano periodicamente avvenimenti di allarmante violenza sessuale.

Insegnanti che estorcono favori sessuali da una studentessa in classe; un padre che intrattiene
rapporti incestuosi con la figlia in presenza del figlio; madre e figlia che si sbarazzano di un
uomo con cui entrambe hanno avuto una relazione – questi sono i titoli di testa dei giornali in una
sola settimana. Certamente c’è qualcosa di terribilmente sbagliato nella nostra società, ma che
cos’è? L’argomento della violenza sessuale è complesso; i sociologi includono tra le sue cause la
collera, il potere e il sadismo. Qui mi concentrerò su un aspetto importante, largamente sorvolato
dai media, ma illuminato dalla saggezza vedica.

Il Fattore Shurpanakha di cui si Tratta Poco

Nella tradizione vedica il demone Ravana, il malvagio del Ramayana, è il simbolo della lussuria.
Ravana era così dominato dalla lussuria che rapiva belle donne ovunque le trovasse e le costringeva
a far parte del suo harem. Aveva violentato perfino una sua congiunta, la ninfa divina Rambha,
moglie di suo nipote. In seguito a ciò fu maledetto a morire se avesse violentato un’altra donna.
Perciò, quando rapì Sita per goderne sessualmente, minacciò di ucciderla e mangiarla se non avesse
acconsentito volontariamente. Così, per gratificare il suo desiderio sessuale, aveva l’inclinazione
a violentare e a commettere altre terribili forme di violenza sulle donne.

Finalmente ebbe la sua giusta fine quando Sri Rama gli inflisse la pena capitale. Tutti noi
conosciamo la malvagità di Ravana, ma un dettaglio cruciale che la evidenzia è meno conosciuto. Il
Ramayana racconta che sebbene all’inizio Ravana fosse attratto dal desiderio di possedere Sita,
rinunciò alle sue intenzioni malvagie dopo aver sentito parlare dell’invincibile potenza di Rama.
Quando però la sua malvagia sorella Shurpanakha lo incitò descrivendogliela in modo esplicito e
provocante, egli perse ogni ritegno e andò incontro alla sua autodistruzione.

Shurpanakha aveva i suoi conti da sistemare ed eccitandolo usò Ravana come pedina. Il Ramayana,
oltre ad essere un racconto molto antico, presenta personaggi che sono prototipi di tematiche
perenni. Nel nostro attuale contesto è ovvio che Ravana rappresenta pervertiti sessuali come i
violentatori di Delhi. Che cosa rappresenta simbolicamente Shurpanakha? Rappresenta gli impulsi che
stimolano le persone a livello sessuale e le fanno comportare come Ravana.

La Shurpanakha Moderna

La principale fonte di incitazione al sesso di oggi, la Shurpanakha moderna, è il mondo commerciale
che usa il sesso per vendere i suoi prodotti. Gli operatori commerciali sanno che il sesso è il
migliore strumento di vendita, perché non c’è niente che attragga l’attenzione delle persone e
stimoli la loro immaginazione come il sesso. Pertanto esso sfrutta il sesso come suo onnipresente
agente di mercato e riempie la nostra cultura di immagini sessualmente provocanti. Questo
sfruttamento commerciale del sesso è soprattutto palese nell’industria del divertimento, in
particolare Hollywood e Bollywood, dove il sesso è presumibilmente il prodotto più affascinante in
vendita. La moderna Shurpanakha mostra evidentemente il peggio di sé nell’industria della
pornografia, in cui il sesso, a volte anche violento, è l’unico prodotto in vendita.

I siti web commerciali del porno, le riviste, i libri, i video, i DVD, la televisione via cavo
eccetera fanno parte di una delle più redditizie industrie globali. Solo negli Stati Uniti le
entrate del porno superano la somma delle entrate dei diritti in esclusiva del football, del
baseball e del basketball professionali. A causa di questo massiccio sfruttamento commerciale, il
sesso ci viene imposto da tutte le direzioni – TV, teatri, Internet, riviste e cartelloni
pubblicitari. In pratica, dovunque guardiamo, vengono imposte ai nostri occhi immagini sessuali
provocanti. Il modo in cui la cultura umana è stata sessualizzata negli ultimi decenni non ha
precedenti nella storia del mondo.

La Mortale Conseguenza della Liberalizzazione

La moderna Shurpanakha incita in un modo molto più insidioso della Shurpanakha del Ramayana,
c’inganna facendoci credere che diventare una sua pedina – cioé diventare sessualmente eccitati –
sia un segno di libertà sessuale. Per capire come questa libertà possa intrappolarci, guardiamo
prima la ragione fondamentale del controllo del sesso. La Bhagavad-gita (7.11) ci offre una visione
della santità del sesso: se compiuto nei limiti del dharma, esso ci offre un’opportunità di
sperimentare il divino. Il sesso ci permette di diventare co-creatori con Dio nel portare nuova vita
nel mondo. Nello stesso tempo la saggezza della Gita ci avverte che il sesso separato da questa
prospettiva e finalità divina diventa motivato da una forza mortale che spinge le persone alla
perversione.

Nella Bhagavad-gita (3.36) Arjuna chiede a Krishna: “Che cosa spinge l’uomo a commettere azioni
colpevoli, anche contro il suo volere?” Questa domanda eternamente importante è attuale. Krishna
risponde (Gita 3.37) che la malefica spinta interiore è la lussuria, il nemico devastatore del mondo
intero, poi aggiunge che una cultura filosoficamente significativa e centrata sulla devozione ci
potenzia per tenere la lussuria sotto controllo. Tradizionalmente il sacro, inviolabile contratto
del matrimonio ha regolato la forza sessuale. La moderna Shurpanakha ci ha persuaso che questo
contratto è troppo retrogrado e repressivo, che abbiamo dunque bisogno di liberarcene. Così
coinvolti, approviamo la liberazione di questa forza dal recinto del contratto ogni volta che
godiamo di immagini, linguaggi e musica esplicitamente sessuali.

Tuttavia la lussuria, una volta liberata, può rapidamente sfuggire al nostro controllo. La
Bhagavad-gita (3.39) afferma che la lussuria è come un fuoco insaziabile. Indulgervi ha lo stesso
effetto della benzina che potenzia il fuoco. Perciò quando liberiamo un po’ la forza della lussuria
indulgendo in essa, accade che diventa molto più forte e richiede maggiori concessioni per mezzo di
una maggiore indulgenza. Se acconsentiamo, essa diventa ancora più forte e pretende una maggiore
libertà, con il risultato d’imprigionarci. Quello che avremmo potuto pensare immorale prima di
liberare la lussuria, col tempo può diventare accettabile, poi piacevole ed infine irresistibile.
Questo è il modo in cui la moderna Shurpanakha trasforma molte persone in pervertiti sessuali.
L’autore satirico inglese Alexander Pope in Un saggio sull’uomoci ricorda che il vizio – la moderna
Shurpanakha del nostro testo – trasforma la nostra sensibilità:

Il vizio è un mostro dall’aspetto spaventoso e per odiarlo bisogna vederlo se si vede troppo spesso
però, il suo viso diventa familiare, prima tolleriamo, poi proviamo pietà e poi lo abbracciamo.

Comprendere questa natura insidiosa della lussuria può aiutarci a vedere il legame tra il generico
sfruttamento del sesso e questa particolare terribile violenza sessuale: la forza che liberiamo in
nome della libertà è quella stessa forza che in uno stadio successivo ci spinge a dei crimini
orrendi. Questa analisi metaforica della lussuria vista come un mostro non significa affatto
discolpare gli stupratori; essi sono responsabili perché permettono al mostro di pervertirli. Lo
scopo di questa analisi è mettere in evidenza che la loro barbarie non è un’anomalia che può essere
rettificata solo con misure legislative più forti; è una conseguenza detestabile ma naturale della
febbrile sessualizzazione che ha permeato la nostra cultura.

Come l’Immoralità Può diventare Realtà

Possiamo chiederci: “La maggior parte delle rappresentazioni del sesso nei media offre un tipo di
sesso romantico e consensuale. Come può portare alla perversione?” Non tutte le rappresentazioni
sessuali commerciali sono consensuali; il fascino biasimabile del sesso violento nelle forme estreme
della pornografia è un’eccezione significativa. Anche se però mettiamo da parte questa eccezione,
rimane il fatto che la rappresentazione commerciale del sesso è progettata per stimolare la lussuria
e una volta eccitato, questo mostro orrendo può diventare cieco alla differenza tra sesso
santificato e sesso profano.

Esso può diventare cieco a tal punto da non vedere differenza tra il sesso consensuale e quello
forzato. Quando diventa ancora più cieco, non è più in grado di distinguere tra il solo sesso e il
sesso misto alla violenza, alla tortura, alla menomazione e all’uccisione. A causa di questa natura
accecante della lussuria la Bhagavad-gita ci avverte che essa è “il devastatore della conoscenza e
della realizzazione spirituale (3.41) e “il nostro eterno nemico” (3.39). Coloro che danno libero
sfogo a questo mostro diventano moderni Ravana. Infatti finiscono col diventare anche peggiori di
Ravana delRamayana; la feroce violenza degli stupratori di Delhi ha superato quello che Ravana aveva
mai fatto.

A questi pervertiti è necessario infliggere rapidamente e in modo visibile una severa punizione come
Sri Rama fece con Ravana. Dobbiamo però anche ricordare che Shurpanakha che li ha incitati sta
eccitando tutti, noi compresi. Naturalmente la ferocia degli stupratori di Delhi appare impensabile
ad ogni persona civile. Tuttavia, agghiaccianti come sono, tutti gli episodi di violenza sessuale
accadono frequentemente non solo in India ma in tutto il mondo. Perciò sarebbe sicuramente ingenuo e
semplicistico demonizzare solo questi esecutori e dare un colpo di spugna a tutti gli altri, noi
compresi.

Forse questa disgustosa banda di stupratori è la scossa necessaria per far capire la realtà che gli
interessi egoistici ci stanno manipolando, stanno sfruttando la nostra sessualità per aumentare i
conti in banca e nello stesso tempo ci spingono su un percorso autodistruttivo di una lussuria
aggressiva sempre crescente. La libertà è la trama che c’inganna riducendoci ad essere dei
giocattoli consenzienti ed entusiasti nelle mani della moderna Shurpanakha. Se non teniamo a freno
la moderna Shurpanakha, come la conoscenza della potenza di Rama non fu sufficiente a far desistere
Ravana reso pazzo dalla lussuria, così la conoscenza delle severe punizioni della legge non faranno
desistere i moderni Ravana resi pazzi dalla lussuria.

Il Feticcio dell’ Opportunità Politica

Oggi parlare contro la libertà personale è considerato molto scorretto dal punto di vista politico.
Severe reazioni politiche mettono a tacere chiunque abbia l’audacia di dire che qualcosa potrebbe
essere sbagliato nella libertà. A proposito, ilRamayana descrive i risultati del feticcio
dell’opportunità politica. Subito dopo che Ravana fece il gioco di Shurpanakha e rapì Sita, cominciò
ad assistere alla sua follia suicida: Hanuman con la sua coda fiammeggiante ridusse in cenere quasi
la metà di Lanka. Ravana convocò sconvolto una riunione di emergenza dei suoi ministri. In quella
riunione dire che il re demone aveva sbagliato a rapire Sita era politicamente inopportuno. Allora i
suoi ministri leccapiedi si limitarono a consigliare come soluzione misure di maggior sicurezza per
Lanka.

Sarebbe stato difficile per chiunque osare di opporsi alla regola dell’opportunità politica. L’unica
voce politicamente scorretta fu quella dissidente di Vibhisana, che con coraggio e decisione invitò
Ravana ad abbandonare il suo desiderio lussurioso per Sita e a riportarla a Rama. Sfortunatamente
Ravana era così preso dal mostro della lussuria da non prendere nemmeno in considerazione questo
giusto consiglio. Mise bruscamente a tacere la voce dissenziente di Vibhisana e in questo modo
sigillò il suo patto con la morte. Nonostante le differenze tra questa situazione del Ramayana e le
conseguenze dello stupro collettivo, il punto centrale di questo paragone è valido e forte:
sceglieremo l’opportunità politica o una riforma correttiva?

Verso una nuova spiritualizzazione liberatoria

Se scegliamo il cambiamento, allora ciascuno di noi può dare un contributo tangibile. Tutti noi
abbiamo il potere di smettere di essere marionette della moderna Surpanakha; possiamo ribellarci
individualmente contro la fanatica sessualizzazione della nostra cultura. Ogni volta che ci
vestiamo, ogni volta che guardiamo gli altri, ogni volta che reagiamo a un modo di parlare
apertamente esplicito o no, abbiamo il potere di fare un’affermazione: “Non continuerò ad essere una
pedina nelle mani di coloro che sfruttano la mia sessualità.”

Ogni affermazione di questo tipo non è solo un’affermazione, ma anche un contributo alla progressiva
guarigione dalla febbre del sesso, dilagante nella nostra cultura. Per accelerare questa guarigione
la saggezza della Gita ci offre un fondamento intellettuale e un percorso pratico. Ci aiuta a capire
che non siamo il nostro corpo, ma anime eterne. Siamo parti amate di Krishna che è il nostro Signore
affascinante che attrae e ama tutti. La nostra infatuazione per il sesso è un riflesso distorto del
nostro amore originale per Lui. Dirigendo nuovamente il nostro amore verso di Lui, possiamo gustare
una profonda felicità interiore che ci aiuta a regolare e a trascendere il nostro ardente desiderio
per il sesso.

Il metodo del servizio devozionale ci offre inoltre un mezzo pratico per dirigere nuovamente il
nostro amore verso Krishna. La cultura della devozione si concentra naturalmente su Krishna
minimizzando tutte le distrazioni. Ecco la ragione per cui in questa cultura né gli uomini né le
donne evidenziano o acutizzano la loro sessualità. Al contrario tutti si concentrano sullo sviluppo
della loro latente spiritualità. Ci vediamo l’uno con l’altro non come potenziali oggetti di
godimento sessuale ma come esseri spirituali, compagni di viaggio in un epico percorso devozionale
di ritorno a Krishna.

Questa visione ci aiuta a sforzarci senza distrazioni per ottenere la soddisfazione interiore. Più
diventiamo soddisfatti a livello spirituale più ci liberiamo dal costante, forte desiderio del
sesso. Quando le fantasie sessuali cessano di consumare la nostra energia mentale, diventiamo liberi
di usare pienamente le nostre capacità e risorse per il benessere olistico nostro e degli altri.
Questa è la vera liberazione. Ridurre la sessualizzazione della nostra cultura e partecipare alla
sua ri-spiritualizzazione – questa è la duplice soluzione al grave problema della violenza sessuale.
”

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